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IL SIGNIFICATO OCCULTO DE "IL MAESTRO E MARGHERITA"
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IL SIGNIFICATO OCCULTO DE "IL MAESTRO E MARGHERITA"

Perché "Il maestro e margherita", libro incomprensibile, suscita una così profonda impressione in chiunque lo legge? La critica brancola nel buio. La chiave interpretativa vera ancora manca. Che cosa B. ha voluto scrivere? una storia d'amore e di magia? una esaltazione velata del cristianesimo nella russia sovietica? un denuncia sociale? un'autobiografia dei suoi rapporti con il potere? Sono temi presenti ma non sufficienti a spiegare l'opera.
Un mago nero arriva a Mosca con uno spettacolo di magia e vi porta lo scompiglio. Avendo letto  "Frammenti di un insegnamento sconosciuto" di Ouspenski mi sono ricordato che qualcosa di simile era successo veramente a Mosca negli anni della rivoluzione.
Chi è Ouspenski? Fu il discepolo più importante di G. I. Gurdjieff: un avventuriero filosofo   divulgatore di un misterioso sapere appreso durante i suoi viaggi in asia centrale.
Scrive Ouspenski:
"Un giorno in cui mi trovavo alla redazione del giornale, mentre preparavo il numero del giorno seguente, scopersi, credo ne La Voce di Mosca, un trafiletto relativo alla messa in scena di un balletto intitolato "La Lotta dei Magi", che si diceva fosse opera di un 'Indù'."
Per attirare seguaci G. dunque aveva organizzato uno spettacolo. G creò così dei gruppi di lavoro a Mosca, a San Pietroburgo e probabilmente anche a Kiev, città natale di Bulgakov.
Con l'avanzare della rivoluzione Gurdjieff con un gruppo di seguaci decide di scendere nel caucaso. A Tiblisi fonda un 'Istituto per lo Sviluppo Armonico dell'Uomo": scrive Ouspenski citando una lettera di G. "Con l'autorizzazione del Ministero dell'Educazione Nazionale, è stato aperto a Tiflis l'Istituto per lo Sviluppo Armonico dell'Uomo, basato sul sistema di G.I.G. L'istituto accetta ragazzi e adulti dei due sessi. Corsi diurni e serali. Il programma di studi comporta: ginnastica di tutti i generi (ritmica, curativa ed altre), esercizi per lo sviluppo della volontà, della memoria, dell'attenzione, dell'ascolto, del pensiero, dell'emozione, dell'istinto, ecc. Il sistema di G.I.G., aggiungeva il prospetto, è già praticato in tutta una serie di grandi città come: Bombay, Alessandria, Kabul, New York, Chicago, Cristiania, Stoccolma, Mosca, Essentuki, e in tutte le filiali e centri di vere fratenità internazionali di lavoratori". Il prospetto terminava con un elenco di 'professori specialisti' dell'Istituto per lo Sviluppo Armonico dell'Uomo, fra i quali trovai il mio stesso nome, come pure quello dell'ingegnere P., e di J., un altro membro dei nostri gruppi, che viveva a quell'epoca a Novorossiysk e non aveva la minima intenzione di andare a Tiflis. G. mi scriveva che stava preparando il suo balletto 'La lotta dei Magi'. Nel 20 G. seguito dai suoi compie a piedi il tragitto fino a Batumi sulla costa del mar nero dove il gruppo riesce a imbarcarsi su un battello per Istambul poco prima che scendesse la cortina di ferro attorno alla Russia.
Guarda caso anche Bulgakov  dal 19 al 21 è nel caucaso.
"Nell’ottobre del 1919 Bulgakov lasciò Kiev per trasferirsi nel Caucaso settentrionale, inviato dall’esercito volontario per prestare servizio, come medico militare, negli ospedali di Vladikavkaz e di Groznyj. Nel febbraio del 1920 Michail Bulgakov decise di abbandonare la professione medica, per intraprendere definitivamente la carriera letteraria. Fu una decisione sofferta, che tuttavia per Michail rappresentò la possibilità di dedicarsi ad una libera attività, fuori dai vincoli di una carriera medica che inevitabilmente fino a quel momento lo aveva posto sotto le dipendenze ora di un potere ora di un altro, in diretto contatto con i rispettivi e contrapposti eserciti schierati in campo. Trasferitosi a Vladikavkaz, lavorò presso la Sottocommissione delle Arti del settore di istruzione popolare di Tersk; qui conobbe lo scrittore Jurij Slezkin, con cui strinse una buona amicizia. In questo periodò si cimentò nella scrittura delle sue prime commedie per il teatro locale. Opere che lo stesso autore distrusse qualche anno dopo, considerandole di poco valore. A partire dal maggio del 1921 ebbe inizio un periodo di peregrinazioni. Dapprima raggiunse Tiflis, passando per Baku, infine giunse a Batum dove si fermò per due mesi e dove cercò di scrivere per il giornale locale senza riuscire ad ottenere una sola pubblicazione. Senza lavoro e senza soldi Bulgakov attraversò un periodo di preoccupazioni e difficoltà. Per cercare una vita migliore, nel settembre del 1921 si trasferì a Mosca "
E se Bulgakov  fosse stato un allievo di Gurdjieff?
Troppi interessi li accomunavano. Forse voleva lasciare la Russia insieme al gruppo di Gurdjieff essendo un suo allievo? Sta di fatto che il primo titolo de "Il maestro e margherita" fu "Il mago nero".
Se la mia ipotesi corrisponde al vero allora l'opera assume una nuva luce.
Si tratta di un romanzo iniziatico dove si espone la filosofia portata da Gurdjeff attraverso l'uso di simboli. A tal proposito Gurdjieff credeva nell'esistenza di un'arte oggettiva capace di stimolare i centri superiori (emozionale ed intellettuale) dell'essere al di là del ragionamento logico tramite capacità intuitive superiori alla ragione. Per questo motivo i bambini sono così stimolati dai miti e dalle favole.
Cercherò ora di tratteggiare la struttura simbolica del libro ma prima devo spiegare in due parole il pensiero di Gurdjieff: cosa impossibile dato che lo comprendo in minima parte, purtuttavia non mi manca la faccia tosta.
Per Gurdjieff l'uomo è profondamente addormentato anche da sveglio. In lui si susseguono senza tregua i personaggi che ha imparato a recitare e sono molti. Gli stimoli esterni casuali lo dirigono come un suggeritore dentro alla buca. Fai il pagliaccio, fai l'offeso, lamentati e noi lo facciamo senza accorgerci di essere diretti tanto siamo diventati bravi attori. Per il bambino è diverso.  Il bambino è tabula rasa.Lo stilo degli educatori deve ancora tracciare i segni. E' sveglio e cosciente. La sua essenza splende. Il suo cervello è unità. Ma già a sei anni l'essenza finisce di crescere e l'uomo cade nel sonno per il resto della vita. Ci sono ragioni cosmiche perchè questo avviene ma spiegarlo va al di là delle mie capacità. Tuttavia il processo di crescita dell'essenza può ricominciare anche in uomo adulto se accumula abbastanza influenze cosmiche di ordine superiore ed è abbastanza fortunato da trovare un uomo già risvegliato che lo guidi. Si tratta però di un lavoro durissimo. La natura ha offerto questa possibilità all'uomo per motivi cosmici inerenti al grande combattimento tra la luce e la tenebra: leggete "I racconti di Belzebù al suo piccolo nipote" di Gurdjieff.
La struttura simbolica del libro
Michail Aleksandroviè Berlioz, direttore di una rivista letteraria e
presidente di una delle piú importanti associazioni letterarie moscovite, denominata per brevità MASSOLIT

il poeta Ivan Nikolaevič Ponyrëv, che scriveva
sotto lo pseudonimo Bezdomnyj

Berlioz è la ragione, il centro intelletivo inferiore che sovrasta il poeta bezdomnyi (che rappresenta il centro emozionale) lo indirizza, gli spiega che il mondo è perfettamente intelligibile e dominabile, che l'uomo è padrone del suo destino, che non esistono poteri metafisici. Insomma la coppia rappresenta l'uomo comune sicuro di sè, addormentato e cieco.
Ma la testa di Berlioz viene tagliata dalle ruote del tram e bezdomnyi diventa pazzo. L'uomo perde le sue maschere come perde i suoi vestiti dopo il bagno nella moscova. Si rifugia nella religione (icona e candele) e alla fine viene internato in manicomio cioè nel profondo del suo essere ed è là che trova il Maestro.
Il Maestro rappresenta l'essenza sepolta e debole. E' stata ferita dagli attacchi dei demoni
mashere che si sono insediati nella sua casa ma non è morta e benchè debole è ancora del tutto cosciente. Così il maestro  sa spiegare la verità all'emozione e mostrargli una nuova via.

Il Maestro ha perduto Margherita la sua compagna e senza di lei non può fare nulla.
perchè Margherita è la coscienza.  Margherita Guidata da Woland riuscirà a riscattare il Maestro.
Woland è il male che opera il bene nel grande disegno (come nel Faust)
Margherita dovrà vegliare insonne al ballo di satana seguendo questi consigli

"Mi permetta, regina, di darle un ultimo consiglio. Ci saranno invitati di vario genere, oh, molto vario, ma a nessuno, regina Margot, a nessuno nessuna preferenza! Anche se qualcuno non le andrà a genio... capisco che lei, naturalmente, non lo darà a vedere, no, no, nemmeno da pensarci! Ma accorgersene, accorgersene sul momento! Bisogna volergli bene, volergli bene, regina! Di questo la padrona di casa sarà ricompensata al centuplo. E un'altra cosa: non trascurare nessuno! Almeno un sorrisetto, se non ci sarà tempo di buttar là due parole, almeno girare un pochino il capo! Tutto quel che vuole, ma non la mancanza di riguardo, questo li farebbe intristire..."

La coscienza di sé, lo studio di sé, il riconoscimento istantaneo delle propie menzogne, il non lasciarsi andare a emozioni negative, l'affrontare i propi demoni interiori è il lavoro che l'uomo comune deve fare se vuole rinascere dopo questo gran ballo satanico chiamato vita.

Alla fine del ballo il cranio di Berlioz viene usato come coppa per bere il sangue corrotto  trasformato in elisir.

"Il barone divenne piú pallido di Abadonna, il quale era per natura estremamente pallido,
dopo di che accadde una cosa strana. Abadonna apparve davanti al barone e per un attimo si tolse
gli occhiali. In quello stesso istante qualcosa lampeggiò tra le mani di Azazello, ci fu un piccolo
schiocco come un batter di mani, il barone cominciò a cadere riverso, un sangue vermiglio gli
sprizzò dal petto e bagnò la camicia inamidata e il panciotto. Korov'ev mise una coppa sotto il
rigagnolo che sgorgava e quando fu piena la porse a Woland. Nel frattempo il corpo inanimato del barone era già sul pavimento.
- Bevo alla vostra salute, signori, - disse Woland senza alzare la voce e, levando in alto la
coppa, l'accostò alle labbra.
Allora avvenne la metamorfosi. La camicia rattoppata e le ciabatte scalcagnate sparirono.
Woland apparve in una clamide nera con la sciabola d'acciaio al fianco. Egli s'avvicinò rapido a
Margherita, le porse la coppa e disse in tono di comando:
- Bevi!
Margherita si sentí girare il capo, essa arretrò, ma la coppa le sfiorava già le labbra; due
voci, ma non riuscí a capire di chi fossero, le sussurrarono in tutt'e due gli orecchi:
- Non abbia paura, regina... Non abbia paura, regina, il sangue è già disceso da molto tempo
nella terra. E là dov'è stato versato, crescono adesso grappoli d'uva.
Margherita, senza aprire gli occhi, inghiottí un sorso e un dolce flutto trascorse per le sue
vene, le orecchie cominciarono a risonare. Le sembrò che i galli cantassero a squarciagola, che da
qualche parte suonassero una marcia."

La ricompesa è l'unione coscienza-essenza in un essere nuovo
Secondo me questo ricorda molto da vicino le nozze alchemiche e la produzione della pietra filosofale
 
Dovrei parlare anche di Woland Cristo e Pilato come delle 3 forze primordiali
ma è un compito troppo arduo per me

Spero di avere dato degli stimoli. Il lavoro di interpretazione è solo abbozzato.
Non mi offenderò di certo se qualcuno smonterà la mia ipotesi o contribuirà a rafforzarla



BULGAKOV SUL NOSTRO FORUM

Mikhail Smòlin "MAESTRO E MARGHERITA” - CODICI, CHIAVI, SIMBOLI
http://www.arcarussa.it/forum/viewtopic.php?t=778

Boris Miagkòv «MOSCA BULGAKOVIANA»
http://www.arcarussa.it/forum/viewtopic.php?t=737

Mikhail Bulgakov «DIARIO. LETTERE. 1914–1940»
http://www.arcarussa.it/forum/viewtopic.php?t=736

«Bulgakov decifrato» di Boris Sokolov
“I segreti di «Il Maestro e Margherita»
http://www.arcarussa.it/forum/viewtopic.php?t=636

Irina Jerykàlova  «LA FANTASTICHERIA DI BULGAKOV»
http://www.arcarussa.it/forum/viewtopic.php?t=2091

Boris Sokolov «ENCICLOPEDIA BULGAKOVIANA» («БУЛГАКОВСКАЯ ЭНЦИКЛОПЕДИЯ»)
http://www.arcarussa.it/forum/viewtopic.php?t=637

Bulgakov filmato
http://www.arcarussa.it/forum/viewtopic.php?p=10178

«IL MAESTRO E MARGHERITA» di Vladimir Bortko
http://www.arcarussa.it/forum/viewtopic.php?t=412

«MIKHAIL BULGAKOV» Album di fotografie
http://www.arcarussa.it/forum/viewtopic.php?t=2127

Aleksandr Zerkàlov «L’ETICA DI MIKHAIL BULGAKOV»
http://www.arcarussa.it/forum/viewtopic.php?t=3494

La casa di Bulgakov
http://www.arcarussa.it/forum/casa-di-bulgakov-vt3413.htm

Traduzioni in italiano de «Il Maestro e Margherita»
http://www.arcarussa.it/forum/tradu...ita-vt4543.html

Le lettere a Stalin di Michail Bulgakov
http://www.arcarussa.it/forum/le-le...ov-vp16977.html




  



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Caro amico, la tua ipotesi, oltre ad essere affascinante ed intrigante, ha a mio avviso molti elementi che la rendono verosimile e possibile. Certo è uno stimolo molto interessante ad approfondire l’irrisolto mistero che si cela dietro al capolavoro di Mikhail Bulgakov, ancora oggi oggetto di un vero e proprio culto e di innumerevoli ricerche ermeneutiche ed esegetiche.

Sfortunatamente non conosco la filosofia e la dottrina esoterica di Gurdjieff, se non per sentito dire, non avendo letto nessuno dei suoi libri, e francamente ritengo di non avere ancora gli elementi per contribuire seriamente ad approfondire la tua ipotesi, che per altro mi sembra che abbia anche qualche altro riscontro in giro, come questo commento trovato su un forum esoterico:

"It is interesting to note that Gurdjieff wrote his "All and Everything" in the mid-1920s, the time when a Russian author, Mikhail Bulgakov, started thinking about his novel about Demon, or Devil, with one of the working titles at that time "The Black Magician," which later on became "Master and Margarita". The two authors had different views of the devil, but the epigraph from Faust used by Bulgakov could very well fit Gurdjieff's philosophical work"

Ti confesso che il tuo racconto mi ha sinceramente incuriosito e sono sicuro che “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di Pyotr Ouspenskij sarà tra le mie prossime letture, sperando che nel frattempo questo tema seguiti a trovare riscontri e a raccogliere l’interesse di tutti gli appassionati di Bulgakov e del suo mistico romanzo, affinché la discussione rimanga aperta e si sviluppi ulteriormente e proficuamente.

A proposito, ho appena scoperto che il libro di Ouspenskij è disponibile, integralmente, anche online, in formato pdf;  Chiunque fosse interessato a leggerlo senza doverlo acquistare può trovarlo qui: http://www.gianfrancobertagni.it/ma...f/frammenti.pdf

Ti ringrazio per aver condiviso con noi questa tua riflessione, e ti invito fin da ora a continuare a sviluppare il tuo lavoro che, come hai detto, è soltanto all'inizio, così come ogni altro tuo contributo su qualsiasi altro tema sarà il benvenuto.

p.s. Ho cominciato a leggere “Frammenti di un insegnamento sconosciuto”, scaricato dal sito che ho segnalato sopra e lo sto trovando estremamente interessante. Purtroppo leggere sul monitor del pc non fa per me, soprattutto cose lunghe, e ho deciso di acquistarlo nella forma di libro stampato tradizionale e leggerlo con calma; mi sembra davvero un'ottima lettura  Thumbup
  



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Caro Myshkin
Ti ringrazio per aver apprezzato il mio intervento.L'idea che potesse esistere un nesso tra B e G mi venuta l'anno scorso dopo aver scaricato da youtube lo sceneggiato di Bortko con sottotitoli in italiano
http://www.youtube.com/watch?v=xwlu...ex=0&playnext=1
( ho assemblato i 50 spezzoni della playlist e se interessa potrei farne un upload su emule).Pochi giorni fa mi sono messo d'impegno a cercare riscontri confrontando le due biografie.In effetti l'unico riferimento in rete che ho trovato  sull'argomento è lo stesso che hai reperito anche tu.Da quel post ho ricavato il primo titolo dell'opera.Mi pare strano però che poi nessuno abbia sviluppato la ricerca dei nessi.L'ho fatto io.Il risultato non mi pare disprezzabile.A tal proposito mi piacerebbe che questa interpretazione prendesse piede anche in forum russi o inglesi per essere sviluppata.Io non lo posso fare per limiti linguistici.“Frammenti di un insegnamento sconosciuto” è zeppo di diagrammi.Meglio leggerlo su carta. Mi piacerebbe che sul forum si aprisse una discussione sui libri di Gurdjeff e seguaci.Questo grande pensatore ha influenzato molti autori del 900.L'ho ritrovato perfino nella "saga dell'incal" di Moebius e  Jodorowsky.Hai letto "Il monte analogo" di Dumal?  risalendo la storia le idee portate da Gurdjieff in occidente appaiono in libri come "L'asino d'oro" di Apuleio o nei testi alchemici medioevali o in Pitagora. Da parte mia cercherò di sviluppare l'interpretazione del libro.
ecco due link utili :
http://www.vivereilmiracoloso.com/vivere-il-miracoloso.html
http://iraccontidibelzebuasuonipote.it/
  



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Caro Carlo,
credo che mettere a disposizione il film di Bortko con i sottotioli in italiano sarebbe davvero una grande idea, che molti nostri utenti, e non solo, apprezzerebbero. Io ho il dvd in originale e l'ho visto appena è uscito. Mi è piaciuto tantissimo; Bortko è davvero un bravissimo regista, e la sua è una splendida trasposizione cinematografica del capolavoro di Bulgakov.
Peraltro da un recente sondaggio sul nostro forum è emerso che "Il Maestro e Margherita" è uno dei libri più letti e amati, e c'è da stare sicuri che questo argomento interessa e affascina quasi tutti, anche se pochi se la sentono di sbilanciarsi in commenti su quello che poco conoscono. Intanto però sarebbe il caso che tutti coloro che hanno amato uesto libro guardassero il bellissimo film di Bortko, per cui, caro Carlo, se puoi e ti va, condividi con noi il film che hai pazientemente assemblato dai 50 spezzoni di youtube.

Riguardo la tua ipotesi, concordo anch'io che è strano che non si trovino approfondimenti di queste supposte relazioni o coincidenze. Effettivamente una ricerca seria dovrebbe partire dai materiali in russo, e non è facile per chi non conosce la lingua. Certo è strano che nei diari e gli appunti di Bulgakov non ci sia traccia della circostanza che avesse conosciuto Gurdjeff, ma bisognrebbe poter accedere a tutti i manoscritti di Bulgakov di quegli anni per poterlo affermare con sicurezza.

Sull'idea di aprire una discussione sui libri di Gurdjeff sul nostro forum, massima apertura, anche perché è un personaggio piuttosto famoso, circondato da un'aura di mistero, e sicuramente legato alla Russia, per cui sarei contento che sul forum si parlasse di lui e dei suoi lavori. Credo però che una discussione del genere dovrebbe aprirla chi ha letto almeno qualcuno dei suoi libri, e se tu te la senti, sei il benvenuto!   Thumbup

Purtroppo "Il monte analogo" mi manca, so che è un libro eccezionale, molto ben scritto e pieno di significati esoterici. Ti ringrazio per avermelo ricordato, e con questo siamo già a due letture che ho inserito nella mia lista dei prossimi acquisti in libreria  Wink
  



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Fatto. Ho messo nella cartella condivisa di emule cinque file flv nominati "Maestro e Margherita1"...2...3...4...5. Ognuno contiene 10 spezzoni chiaramente in ordine cronologico.Si possono vedere con VLC o qualsiasi flvplayer.L'anno scorso li avevo trasformati in formato avi purtroppo ho rotto irreparabilmente il disco esterno che li ospitava.Spero riusciate a vederli se no scaricarli è semplicissimo con Downloadhelper di Mozilla e per assemblarli ho usato FLVjoin programmino leggerissimo
  



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Ottimo, grazie! Forse è meglio dare qualche indicazione in più per localizzare la cartella condivisa?  Non so, io non uso emule... forse basta cercare con il nome dei file dal programma per trovarli, vero?


Riprendendo il discorso originale, ho trovato un articolo del 4 febbraio 2006, su www.stapravda.ru, intitolato "Gurdjieff - il Woland Bulgakoviano?".
Ho tradotto la parte che può interessare a questa discussione, visto che ilresto riguarda i rapporti tra Gurdjieff e Stalin:


Gurdjieff – il Woland Bulgakoviano?

Dopo che il canale televisivo "Rossija" ha trasmesso il seriale "Il Maestro e Margherita", la discussione intorno ad uno dei romanzi più intriganti del XX secolo è scoppiata con rinnovato vigore. I critici empirici, in particolare, sono  ossessionati dalla figura controversa di Bulgakov  Satana-Woland. Peraltro, molte cose diventano chiare se si accetta la versione che Woland e tutto il romanzo Mikhail Bulgakov lo scrisse sotto l'influenza della personalità e gli insegnamenti del suo contemporaneo, il filosofo e mistico George Gurdjieff. Quello stesso uomo che fondò ad Essentuki quello che in seguito divenne il celebre Istituto per lo Sviluppo Armonico dell'Uomo.

Personalmente, Bulgakov e Gurdjieff non si incontrarono mai, anche se sia l’uno che l’altro furono in Yessentuki. Ma il fatto che Michael Afanasyevich abbia scritto "Il Maestro e Margherita" sotto l'influenza di Gurdjieff, è fuori da ogni dubbio. Sì, in effetti, tutta l'intellighenzia russa all’inizio del secolo scorso è stata influenzata da questo uomo straordinario - dice lo storico di Essentuki Olga Chihun, che per molti anni ha studiato la sua opera e ha cercato a granelli di ricreare quel periodo della vita che Gurdjieff trascorse a Kavminvod...



articolo originale: http://www.stapravda.ru/20060204/Gu...land_11092.html
  



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Grazie dell'articolo.L'ho letto molto volentieri.Mi pareva strano che un argomento così importante non fosse stato sondato e analizzato!Dunque non si sono mai incontrati ma B conosceva la filosofia di G e in maniera profonda se è realistica la mia interpretazione dei ruoli.E' già abbastanza mi sembra.
riguardo ai file e informazioni relative per il reperimento dovrò chiedere a qualche esperto.
Forse si fa prima a scaricarli come ho spiegato.
  



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Caro Mishkin
L'articolo che hai proposto suscita in me alcune domande
1-in che modo B fu influenzato da G?
2-Perchè pur avendo subito questa profonda influenza non citò mai G?
3-Come può un critico affermare con sicurezza che i due non si incontrarono mai quando sappiamo che la vita di G fu in gran parte un mistero?Una leggenda vuole che avesse libero accesso agli appartamenti dello zar
4-Come può un critico soffermarsi al confronto biografico senza prendere in considerazione  il confronto degli aspetti formali dell'opera di B e G?A questa domanda ho una risposta:forse il critico non ha letto i libri di uno dei due(chiaramente G)
Trovo irritante certa sicumera dei critici professionisti:irritante ma irrilevante e risibile
mah!
Un nuovo contributo all'esegesi:
La luna ha una parte importantissima nel pensiero di G.Le influenze divine dell'UNO ricadono lungo il raggio della creazione dai cosmi superiori agli inferiori degradandosi:dal macrocosmo alla galassia ,alle stelle ,al sole ,ai pianeti nel loro insieme , alla terra ,alla luna.Nella cosmogonia gurdjieffiana la luna è uno sbaglio cosmico:una cometa staccò la luna dalla terra.Questo incidente andava riparato.La luna aveva e ha bisogno di essere nutrita da influenze terrestri.Per questo sulla superficie della terra è apparsa la vita :per fare da specchio.La pellicola della biosfera splende(unico caso nel sistema planetario).Riceve le influenze dai cosmi e le trasmette in forma digeribile alla luna. Alla morte gli esseri rilasciano un energia che la nutre.Noi siamo il concime eterico della luna.Mi ha sempre colpito che l'Ariosto nell'"Orlando furioso" mettesse il senno degli uomini in fialette disseminate sulla luna.Forse anche lui non ha mai incontrato G.
Torno ora a B. La luna è ben presente nel romanzo.Berlioz muore guardando la luna (guarda caso)"Tentando di aggrapparsi a qualcosa, Berlioz cadde riverso, urtando leggermente la nuca sul selciato, e fece in tempo a vedere in alto, se a destra o a sinistra questo ormai non lo capí, la luna dorata" e poi"La conducente diede uno strappo al freno elettrico, la vettura s'impuntò, poi sobbalzò all'istante, e con uno schianto e un tintinnio i vetri volarono via dai finestrini. Allora nel cervello di Berlioz qualcuno gridò disperatamente: «Possibile?...» Ancora una volta - l'ultima - balenò la luna, ma ormai rovinando in pezzi, poi fu buio.
Questa è la morte dell'uomo comune o meglio del personaggio esteriore

 La luna illumina il Maestro quando parla al poeta"il sonno stava per impadronirsi di Ivan, quando all'improvviso l'inferriata si spostò in silenzio di lato e sul balcone apparve una figura misteriosa che si nascondeva alla luce lunare e minacciò Ivan col dito."
significato:il Maestro(l'essenza) è pronto anche lui al viaggio lunare e questo sarebbe il suo destino se non venisse riscattato dal lavoro della coscienza Margherita

Il volo di Margherita avviene di notte sotto la luna
"Margherita diede un altro strattone, e allora la massa di tetti sprofondò sotto terra, e al suo posto apparve in basso un lago di tremolanti luci elettriche; questo lago si sollevò a un tratto verticalmente, dopo di che comparve sopra la testa di Margherita, e la luna brillò sotto i suoi piedi. Margherita capí che si era ribaltata, riprese la sua posizione normale e, voltandosi indietro, vide che il lago non c'era piú, e che laggiú, dietro di lei, era rimasto soltanto un bagliore rosato all'orizzonte. Anch'esso svaní dopo un attimo, e Margherita s'accorse d'esser sola con la luna che volava a sinistra sopra di lei. Da un pezzo i capelli di Margherita s'erano aggrovigliati insieme e il chiaro di luna le lambiva il corpo con un sibilo. Dal fatto che in basso le due file di luci rade si erano fuse in due linee ininterrotte e dalla rapidità con la quale esse scomparvero, Margherita intuí che volava a una fantastica velocità, e fu sorpresa di non rimanere senza fiato."
Margherita trasmutata dall'ungueto e nuda vola sotto la luna verso il ballo:la coscienza nuda e liberata  pronta al lavoro su di sè dave essere ben cosciente di perchè si vive come diceva G deve avere il senso "dell'orrore della situazione"

La luna è citata decine di volte nel romanzo e mai a caso.Che lavoro di interpretazione ci sarebbe da fare!E' la luna che provoca il sonno degli uomini anche quello di cui soffrono da svegli e che provoca guerre e massacri.La luna ha bisogno di sangue,molto sangue.Ricordo che sto riportando il pensiero di G per non essere preso per schizofrenico.
  



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E' difficile dare delle risposte alle tue domande, senza sapere.
Come vedi, nonostante stiamo parlando di un libro tra i più amati e conosciuti, che quasi chiunque qui ha letto, nessuno se la sente di intervenire in questa discussione per offrire il proprio contributo.
Quello che posso azzardare io, stanti le mie limitate conoscenze, sono le seguenti considerazioni:

E' assai improbabile che, se Bulgakov avesse incontrato personalmente Gurdjieff, e ancor di più se fosse stato un suo adepto, non si sarebbe trovata traccia di questa circostanza in nessuno dei suoi carteggi: corripondenze, manoscritti, diari, etc.

E' altresì inverosimile che se esistesse una vaga prova o testimonianza del fatto che Bulgakov e Gurdjieff si fossero mai incontrati, i critici "empirici", come vengono definiti i sostenitori di questa teoria, non avrebbero dato risonanza a queste prove, per avvalorare le loro teorie.

Ultima cosa, ritengo non essenziale che Bulgakov e Gurdjieff si fossero in realtà mai incontrati di persona, per giustificare la teoria secondo la quale "Il Maestro e Margherita" sia stato scritto da Bulgakov sotto l'influenza della filosofia e gli insegnamenti di Gurdjieff. Molti intellettuali, scrittori e artisti dell'epoca, furono in diversa misura coinvolti e influenzati dagli insegnamenti di Gurdjieff. Bulgakov potrebbe aver semplicemente letto del materiale scritto da Gurdjieff, magari attraverso qualche conoscente comune, non escluso addirittura Ouspenskij.

Per i riscontri e i paralleli tra i simboli dell'opera di Bulgakov e il pensiero di Gurdjieff è necessario conoscere abbastanza bene quest'ultimo, ed io non sono in grado di valutare tali elementi, ma se si ammette l'influenza del pensiero di Gurdjieff sul romanzo di Bulgakov, non è così difficile accettare l'esistenza di questi nessi.
  



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Non so nulla dell'argomento e non conosco affatto il Sig. G. però da quello che posso dedurre dalla vostra conversazione, il sapere che questo personaggio coltivò, appare di tipo iniziatico, cioè riservato esclusivamente alle persone, che sono state introdotte ritualmente alla contemplazione di certi pretesi misteri. Si tratterebbe dunque, per definizione, di un tipo di conoscenza, che non può essere divulgata al grande pubblico (a parte il livello di conoscenza più esteriore, che è pubblico), senza subire pesanti punizioni.
Nel mondo antico, i segreti di religioni e sette del genere sono stati custoditi gelosamente, tanto che non sappiamo nulla di sostanziale sul culto dei Misteri Eleusini, mentre è noto, come le sette Pitagoriche infliggessero la pena di morte, ai loro membri, che avessero svelato al mondo il "segreto" della scoperta dei numeri irrazionali.
Insomma, chi ha accesso a questo tipo di conoscenza, non è proprio il caso, che ci scriva sopra un saggio, lo firmi e lo pubblichi. Se veramente B. ha voluto offrire attraverso il suo romanzo, una rappresentazione delle conoscenze misteriche, di G. (dopo esservi stato iniziato), allora è plausibile, che egli abbia fatto di tutto, per dissimulare il suo lavoro e che si sia guardato bene, dal nominare direttamente G.
Comunque la mia è solo una considerazione personale; ripeto, sull'argomento non so nulla.
  



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caro signor Antonovich
Io non sono un iniziato e i libri di G sono in libera vendita in tutte le librerie del mondo.
Una galassia di gruppi liberamente accessibili sono presenti su internet.
Una piccola ricerca in rete la convincerà.
Credo che B avesse delle ragioni politiche per non essere più esplicito
ma sopratutto che ,come artista, volesse parlare più al cuore che alla ragione
e infine che abbia usato la scrittura come un mezzo per trovare se stesso
  



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Meglio così! Smile Ribadisco, che non conosco affatto né Gurdijeff, né il suo pensiero ma ammetto, che una certa curiosità mi è venuta...
  



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Visto che il pensiero di Gurdjieff è poco conosciuto spero di fare cosa gradita mettendo nel forum (che sto scoprendo essere veramente uno scrigno della grande cultura russa) un pò di dati biografici e bibliografici. Se digitate margherita1 ..2..3..4...5 su emule dovrebbero apparire i file flv che ho assemblato.
Sempre se non disturbo in qualche prossimo post vorrei discutere su  1-Aleksandr Romanovič Lurija ( che conosco attraverso Oliver Sachs) e la ricerca scientifica in Russia 2-I RACCONTI DI UN PELLEGRINO RUSSO esicasmo e lo starec dei "fratelli Karamazov"  3-Esistono yurte in russia? Vorrei costruirmene una in un bosco




Biografia  di Georges Ivanovich Gurdjieff


Gurdjieff nasce in una data imprecisata tra il 1866 e il 1877 nella città di Alexandropol nell'Armenia russa (oggi Gyumri, Repubblica di Armenia) da padre greco (che insieme ad altre professioni è anche “ashok”, cantastorie) e madre armena. Dopo che la famiglia si trasferisce nella città turca di Kars, Gurdjieff riceve un'educazione religiosa dal suo tutore, il decano Borsh, con cui studia medicina e ingegneria, e prende in considerazione il sacerdozio nella chiesa ortodossa. Dall'estate del 1885 comincia un lungo percorso in diverse tradizioni spirituali, in particolare quella sufi. Il suo viaggio di ricerca inizia a Costantinopoli (oggi Istanbul) per studiare i dervisci Mevlevi e Bektaschi. Tra il 1887 e il 1907 forma un gruppo chiamato dei "Cercatori della verità", compie numerosi viaggi in Medio Oriente, in India, che lo portano dall'Asia Centrale fino al Tibet (dove assiste al massacro dei tibetani da parte dei britannici a Guru e alla successiva conquista di Lhasa). Il motivo (o la suggestione) che lo spinge a continuare il suo pellegrinaggio per vent'anni è la ricerca di una misteriosa "Confraternita di Sarmoung", ipoteticamente sviluppatasi nel 2500 a.C. in Babilonia, di cui aveva trovato un riferimento nel 1886. Gurdjieff racconta (in modo romanzato e metaforico) questo periodo della sua vita nel romanzo autobiografico Incontri con uomini straordinari da cui, nel 1978, il regista Peter Brook ricaverà l'omonimo film. Nel 1907, a Tashkent, inizia a insegnare "scienze soprannaturali". Nel 1912 forma un primo gruppo a Mosca, e nel 1913 un altro a San Pietroburgo. Nel 1915, Gurdjieff accetta Piotr Demianovič Ouspensky (autore del Tertium Organum, un trattato sulla natura dell'universo) come allievo a Mosca. Ouspensky, uomo di cultura e scrittore, fu il tramite per il pensiero di Gurdjieff in occidente e avrebbe in seguito testimoniato nel libro Frammenti di un insegnamento sconosciuto (tradotto in Italiano da Henri Thomasson) l'esperienza dell’insegnamento di Gurdjieff. Nel 1916 e 1917 entrano nel gruppo anche il compositore Thomas de Hartmann e sua moglie Olga Arkadievna de Hartmann. Dopo la rivoluzione russa Gurdjieff si rifugia a Essentuki vicino al Mar Nero, dove inizia a sperimentare con alcuni allievi il suo "laboratorio di consapevolezza", spostandosi poi in altre località fra cui Tiflis (oggi Tbilisi), in Georgia. Qui nel 1919 Gurdjieff incontra l’artista Alexandre Gustav Salzmann e la moglie Jeanne Matignon de Salzmann, che aveva studiato danza sotto la guida di Émile Jacques-Dalcroze. In collaborazione con Jeanne, Gurdjieff elabora i suoi “movimenti”, o danze sacre, che presenta per la prima volta a Tiflis nel giugno 1919. Nello stesso anno costituisce l’Istituto per lo Sviluppo Armonico dell’Uomo. Nel 1920 Gurdjieff e l'Istituto per sfuggire alla guerra civile si trasferiscono a Costantinopoli (oggi Istanbul).

L'arrivo nell'Europa occidentale
Il 24 novembre 1921 Gurdjieff tiene a Berlino la sua prima conferenza europea. Nel frattempo Ouspensky in Inghilterra aveva divulgato il lavoro di Gurdjieff raccogliendo attorno a sé molti allievi. Gurdjieff acquistò la tenuta di le Prieuré des Basses Loges a Fontainbleu-Avon, alle porte di Parigi, dove si stabilisce nel 1922. Al Prieuré fonda una grande Casa di Studi in cui vissero e lavorarono accanto a lui artisti, scrittori, pittori, matematici, filosofi, architetti, musicisti, e ogni genere di individui, impegnati in una seria e profonda ricerca interiore. Qui organizzò una vera e propria comunità indipendente con pascoli, coltivazioni, diverse attività lavorative orientate ad un "intenso lavoro su di se". I "movimenti" o "danze sacre" erano il coronamento del suo insegnamento. Le serate di musica e danze sacre organizzate da Gurdjieff riscuotono interesse tra numerosi intellettuali anche oltre i confini europei, tanto da organizzare nel 1924, e negli anni successivi, diverse tournée negli Stati Uniti. Gurdjieff deve lasciare il Prieuré nel 1932, e lo perde definitivamente a causa di difficoltà economiche nel 1933. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Gurdjieff abita in un piccolo appartamento in Rue des Colonels-Renard al numero 6, e si rifiuta di abbandonare Parigi quando le truppe tedesche la occupano. Pare che sia riuscito a intessere rapporti anche con gli occupanti. Gurdjieff continua tuttavia a insegnare le sue idee e le sue tecniche nella Parigi occupata e nei frequenti viaggi negli Stati Uniti. Nel 1924 fondò dei gruppi negli Stati Uniti diretti da A.R. Orage. Quello stesso anno ebbe un grave incidente automobilistico che cambiò l'orientamento del suo lavoro. Iniziò a scrivere una serie di opere con lo scopo di trasmettere i fondamenti del suo insegnamento per le generazioni a venire. Negli anni 1936-1937 anima il gruppo "La Corda" (The Rope), costituito da scrittrici americane lesbiche, fra cui Margaret Anderson e Jane Heap, che erano state le fondatrici della Little Review a New York. Dopo la fine della Guerra, dal 1945 l'opera di Gurdjieff è volta a riunire tutti i propri allievi sparsi per il mondo (Parigi, Londra, New York), dando vita a un intenso periodo di lavoro nell'appartamento parigino di Rue des Colonels-Renard.Nel 1948 le sue condizioni di salute si aggravano. Muore il 29 ottobre 1949 all’Ospedale Americano di Neuilly, dopo avere trasmesso le sue ultime istruzioni a Jeanne de Salzmann. È lei, a partire dal 1950, a organizzare i tanti gruppi di allievi nella scuola diffusa in tutto il mondo e nota ancora oggi sotto il nome Gurdjieff Foundation, i cui centri principali sono Parigi ("Institut Gurdjieff"), New York ("Gurdjieff Foundation"), Londra ("The Gurdjieff Society") e Caracas ("Fundaciòn Gurdjieff Caracas"), e che è presente anche in Italia con il nome di "Centro Italiano Studi sull'Uomo G. I. Gurdjieff".L’organizzazione denominata The Gurdjieff Foundation è dunque l'espressione delle Scuole di Parigi, New York, Londra e Caracas, che vennero create seguendo le dirette istruzioni di Georges Ivanovitch Gurdjieff. Scopo della "International association of Gurdjieff Foundations", definita a volte semplicemente come "la Scuola di Gurdjieff", è di preservare l’essenza, la specificità e l’integrità dell’insegnamento del maestro.

Bibliografia

1. I Racconti di Belzebù A Suo Nipote

Ad una prima lettura, questo libro pantagruelico e rigoroso è intimidatorio persino per lettori abituati a digerire testi complessi. Esso non elargisce i propri tesori ad un’analisi prematura o superficiale, e non ci si dovrebbe lasciare sconfiggere dall’apparente oscurità impenetrabile, né essere fuorviati dal fatto che, sebbene prenda la forma di un pionieristico romanzo di fantascienza, I racconti di Belzebù sia in realtà un veicolo di grandi idee e rivelazioni filosofiche, religiose e psicologiche. Le barriere e le complessità del libro non sono mai il risultato di una mera postura letteraria. Esso è labirintico per varie ragioni: perché la portata, profondità ed interrelazione di ciò che Gurdjeff cerca di fare, le proporzioni mitiche e gli elementi epici che ne rafforzano la struttura, le molte idee profonde ed inquietanti che esso contiene eludono una facile comprensione. Il lettore serio tiene conto dell’apparentemente pomposo ma autenticamente “amichevole consiglio” di Gurdjeff secondo cui è solo dopo una terza lettura completa che si può veramente incominciare a “cercare di scandagliare la sostanza.” Ciò che Gurdjeff cerca di fare non è nulla di meno di ciò che la sua serie di libri immodestamente intitolata si propone di presentare, ovvero tutto ed ogni cosa che abbia veramente importanza.

Il titolo principale di questa prima serie I Racconti di Belzebù A Suo Nipote: Una Critica Obiettivamente Imparziale della Vita dell’Uomo, è il titolo su cui si impernia la struttura del libro. Viaggiando attraverso l’universo sulla nave interspaziale Karnak con il proprio nipote Hassein, Belzebù si impegna ad accrescere l’istruzione del ragazzo. Hassein è un dodicenne sensibile, intelligente e curioso. Nel corso del loro lungo viaggio, Hassein pone molte domande a Belzebù a proposito degli strani esseri tricerebrali che abitano un piccolo pianeta nel remoto sistema solare nel quale Belzebù fu bandito per effetto del suo ribellismo giovanile. Hassein si sforza di comprendere perché gli esseri tricerebrali del pianeta prendano “l’effimero per Reale.” Poiché Belzebù esiste su un piano di tempo che si estende a migliaia di anni terrestri, ed era stato bandito su Marte da eoni, il suo esilio gli offre l’occasione di osservare da vicino gli abitanti del nostro pianeta. Belzebù racconta le sue storie ed impiega queste osservazioni della Terra dal suo osservatorio su Marte e da sei discese sulla Terra, apparentemente per istruire Hassein, ma, di fatto, per offrirci una critica imparziale della nostra vita.

Questa struttura di trama fornisce a Gurdjeff una piattaforma epica che si tiene in equilibrio fra un capitolo introduttivo di cinquanta pagine, intitolato “L’insorgere del Pensiero” ed un capitolo finale di uguale lunghezza “Dall’Autore.” In questi lunghi capitoli, Gurdjeff parla al lettore con la sua propria voce. Verso la fine, Gurdjeff fa finalmente riferimento (e quindi, nel suo modo caratteristico, solo di passaggio) alla nostra diminuita capacità di concentrare “l’attenzione attiva” ed alla nostra dipendenza dal flusso di “associazioni automatiche.” Egli indica che il flusso di “associazioni automatiche” dentro di noi prenda il posto di ciò che egli chiama “processo mentale di un essere attivo,” e che l’attenta lettura del suo libro possa aiutarci a sviluppare questa funzione latente.

Parlare di iperbolico sarebbe troppo poco in relazione ai Racconti di Belzebù. Unico da così tanti punti di vista, può darsi si tratti del solo libro scritto in cui l’autore abbia studiato attentamente le reazioni del suo pubblico così attentamente per più di due decenni e lo abbia riscritto tenendo a mente queste osservazioni. Nulla in questo libro, o nelle reazioni del lettore, è accidentale. I Racconti di Belzebù rimane, come senz’altro Gurdjeff intendeva, il primo terreno d’incontro per chiunque sia interessato nel prendere conoscenza diretta con lui e con le sue idee.

I Racconti di Belzebù fu pubblicato la prima volta con il titolo [i]All and Everything: Ten books in three series of which this is the First Series[/] a New York da Harcourt Brace nel 1950 in 1238 pagine ed a Londra da Routledge & Kegan Paul nel 1950 in 1238 pagine. Salvo le variazioni di titolo, che consistono in aggiustamenti delle frasi All and Everything, Belzeub’s Tales e An Objectively Impartial Criticism of the Life of Man, la correzione in corso di errata corrige e l’inclusione di due paragrafi omessi nella prima edizione, il testo del libro è rimasto come pubblicato la prima volta da Gurdjeff nel 1950. Da allora, il testo è stato ripubblicato in copertina rigida ed in paperback da Dutton, Routledge e Kegan e più recentemente nel 1999 da Penguin /Arkana in un’edizione paperback con correzione cumulativa di errori di ben scarsa portata contenuti nelle edizioni precedenti. L’eccezione è Belzebub’s Tales to His Grandson: An objective Impartial Criticism of the Life of Man. All and Everything/First Series [Revised Edition] pubblicato a New York e a Londra da Viking Arkana nel 1992 di 1135 pagine, senza la prefazione editoriale né la descrizione di scopo, metodo e fonti. Questa revisione è in un Inglese contemporaneo più accessibile che non la versione precedente. Si basa in gran parte sulla traduzione francese del 1956 ed incorpora un nuovo studio del manoscritto russo; entrambi i quali sono alquanto differenti in alcuni punti rispetto al testo Inglese.

2. Incontri Con Uomini Straordinari

Riveduto e corretto dal manoscritto non pubblicato dall’editore di Orage e da manoscritti russi originali, l’autobiografia di Gurdjeff si apre con un’introduzione di trenta pagine in cui egli discute della letteratura come uno dei mezzi principali per sviluppare la mente “quell’importante stimolatore all’auto-perfezione” e lamenta la corruzione della letteratura contemporanea in relazione a questo scopo. Egli confida al lettore di essere divenuto “abile nell’arte di nascondere seri pensieri in una forma esterna allettante e di facile comprensione.” I dieci capitoli che seguono sono, in superficie, dedicati a descrivere la famiglia di Gurdjeff, i suoi insegnanti di scuola, amici e compagni che condivisero la sua ricerca di conoscenza e comprensione. Al di là dell’impegnativa forma esterna della narrazione personale di Gurdjeff, della quale alcuni dettagli possono essere verificati ora dopo più di cent’anni, si tratta della storia della sua ricerca determinata di una tradizione di saggezza psico-spirituale che potesse condurre alla conoscenza sulla base dello sviluppo dell’essere ed al “materiale necessario per una nuova creazione.” Il capitolo finale, che non ha numero, è un addendum che contiene una lunga narrazione chiamata “La questione materiale” in cui Gurdjeff risponde in modo franco ad una domanda su come erano finanziate le sue ampie ricerche e l’istituto che guidava. Nella risposta, egli descrive l’ingegnosità, la versatilità e l’iniziativa sostenuta che egli dovette esercitare, nonché i considerevoli oneri finanziari implicati, per raggiungere i propri obiettivi.

Incontri con Uomini Straordinari fu pubblicato per la prima volta a New York da Dutton nel 1963 (303 pagine) ed a Londra da Routledge & Kegan Paul nel 1963 (303 pagine). Il testo è stato ripubblicato varie volte in paperback, il più recentemente a Londra e New York da Penguin Arkana nel 1985.

3. La Vita Reale

Si tratta di un lavoro frammentario che contiene le valutazioni più interiori di Gurdjeff in All and Everything. Esso consiste in un prologo ed introduzione che occupano la metà circa del libro; seguiti da cinque brevi conferenze. Il capitolo finale, intitolato “Il Mondo Interiore ed Esteriore dell’Uomo” è interrotto a metà di una frase ed è, a quanto sostiene John G. Bennet (Uno degli esecutori del testamento letterario di Gurdjeff), l’ultima cosa che Gurdjeff scrisse. Attingendo ad un materiale autobiografico derivante da decenni di ricerca, nonché dal suo lavoro con gruppi in Europa ed in particolare in America con il suo studente ed amico A. R. Orage, Gurdjeff accenna alle pratiche, agli sforzi ed all’intensa sofferenza necessaria per realizzare “una rappresentazione del mondo esistente in realtà.”

La Vita Reale, fu dapprima stampato in forma privata con una prefazione di Jeanne de Salzmann ed una nota di prefazione di Valentin Anastasieff a New York da Triangle Editions nel 1975 (170 pagine). La seconda edizione, che comprende dieci pagine supplementari provenienti dall’Edizione francese del 1976, fu dapprima pubblicato in forma privata a New York da Triangle Editions nel 1978 (177 pagine). Fu poi ripubblicata da Routledge & Kegan Paul nel 1981, da Dutton nel 1982 e più recentemente in paperback da Penguin Arkana nel 1991.

Altri Scritti di Gurdjeff

Vedute dal Mondo Reale: Conversazioni a Mosca, Essentuki, Tiflis, Berlino, Londra, Parigi, New York e Chicago, raccolte dai suoi allievi. Prefazione di Jeanne de Salzmann, New York: Dutton, 1973, 284 pagine: Routledge e Kegan Paul, 1973, 284 pagine; Edizione ridotta con una nuova introduzione, New York; Dutton, 1975, 276 pagine; Londra: Routledge & Kegan Paul, 1976, 276 pagine, Londra e New York: Arkana, 1984, 276 pagine.

Note in quaranta (trentanove nell’edizione paperback) conversazioni tenute da Gurdjeff fra il 1914 ed il 1930. L’introduzione all’edizione paperback indica che “Le Conversazioni sono state confrontate e raggruppate con l’aiuto di Madame de Hartmann che fu presente a tutte queste riunioni dal 1917 ad Essentuki e poteva perciò garantirne l’autenticità.” Queste note forniscono una registrazione vitale dell’approccio fluido “che richiede ricerca” inerente alla tradizione orale da cui Gurdjeff emergeva e che egli stesso mantenne. Queste conversazioni costituiscono un supplemento ai suoi scritti e lasciano intravedere un insegnamento che deve essere praticato en non semplicemente afferrato come una serie di informazioni. Esso contiene anche l’articolo “Bagliori di Verità” il racconto di una conversazione con Gurdjeff che Ouspensky lesse per la prima volta nel 1915 e citò nel suo Frammenti di un Insegnamento Sconosciuto.

Frammenti di Un Insegnamento Sconosciuto. Di P. D. Ouspensky. New York: Harcourt Brace, 1949, 399 pagine indice; Londra: Routledge & Kegan Paul, 1950, 399 pagine, indice; è stato ripubblicato varie volte in paperback.

Questa relazione precisa e vivida delle conversazioni di Gurdjeff a Mosca, San Pietroburgo ed Essentuki fra il 1915 ed il 1918 fu intrapresa da P.D. Ouspensky nel 1925 con l’approvazione di Gurdjeff. Il manoscritto più antico data del 1925, ma Ouspensky continuò ad elaborarlo negli anni ‘30, quando esso veniva letto ai suoi gruppi. per sua decisione, esso non fu pubblicato fino alla sua morte, nel 1947, forse perché egli rifiutò di consentire la pubblicazione di qualunque informazione relativa al “sistema” fino a che fu in vita. Il manoscritto virtualmente completo fu portato all’attenzione di Gurdjeff da Mme Ouspensky e, con l’incoraggiamento di Gurdjeff stesso, pubblicato nel 1949. Sebbene gli argomenti siano gli stessi, il suo stile da conferenza o da dialoghi è in aperto contrasto con i toni epico-mitologici dei Racconti di Belzebù.

Adattamento Cinematografico

Incontri con Uomini Straordinari: un film con la regia di Peter Brook [e Jeanne de Salzmann] New York: Remar Productions, 1979 [1 ora e 50 min.]; versione video VHS con variante sottotitolo Gurdjeff’s Search for Hidden Knowledge (La Ricerca di Gurdjeff della Conoscenza Nascosta N.d.T.). m New York: Society for the Study of Myth and Tradition, 1977, a Parabola Video Release.

Girato in stretta collaborazione con Jeanne de Salzmann, il film contiene la storia raccontata nell’autobiografia di Gurdjeff della sua ricerca giovanile, lungo tutto il Medio Oriente, di un contatto con antiche tradizioni di saggezza e di una comprensione definita dello scopo della vita umana. Esso finisce con una sorprendente dimostrazione dei Movimenti di Gurdjeff, la sola autentica dimostrazione che sia disponibile al pubblico.
  



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Caro Carlo,
grazie per il tuo contributo volto a presentare la personalità, il pensiero e le opere di Georges Gurdjieff. Sono sicuro sarà molto utile a tutti coloro vogliono farsi un'idea su questo personaggio.
Certo, la lettura della sua opera più importante, "I racconti di Belzebu" è una sfida per qualsiasi lettore, anche per quelli abituati a leggere romanzi come Guerra e Pace; bisogna essersi allenati davvero con Gargantua e Pantagruel o con La recherche du temps perdu di Proust, per affrontarlo, specie se si parte dalla considerazione che sono necessarie tre letture per cominciare a capirlo!

Per quanto riguarda gli altri temi di cui vuoi scrivere prossimamente in forum, sei assolutamente il benvenuto. Tutto quello che è in qualche modo legato alla cultura russa è da noi molto ben accetto.
Solo non ho ben capito il senso dell'ultimo tema, la costruzione di una Yurta in un bosco... è una domanda che poni tu in prima persona? Le yurte non sono quella specie di grandi tende mobili usate dai mongoli?
  



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caro Myshkin
Volevo solo introdurre un argomento più leggero ma credo che questa non sia la sezione adatta del forum.Mi domandavo se l'invasione mongola avesse lasciato delle traccie nella cultura tradizionale abitativa .Mi piacciono moltissimo le yurte.Sono rispettose dell'ambiente comode calde economiche.Se ti va visita questo sito:yurte in versione moderna dotate di ogni confort.
http://www.yurts.com/gallery/photo-gallery.aspx
  



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