La tragedia del «Concordia»: testimoni oculari
I soccorritori proseguono con le ricerche delle vittime dopo il disastro della nave da crociera “Costa Concordia” al largo delle coste italiane. Vogliamo cogliere l’occasione per raccontare quel che sappiamo dei nostri connazionali e quel che viene intrapreso per farli rientrare in Russia. Lo abbiamo chiesto a Ekaterina Santoni, che da sei anni lavora con la “Costa Crociere”. “Sono stati sistemati come tutti gli altri, le difficoltà riguardano solo i documenti: sulla nave erano imbarcati molti europei, spagnoli, tedeschi, che non hanno problemi a tornare a casa, essendo cittadini dell’Unione Europea. Diversamente per i russi e i cittadini delle due Americhe. Subito dopo la tragedia i nostri turisti sono stati trasportati nella cittadina di Santo Stefano, e poi in pullman all’aeroporto Fiumicino di Roma. Tra loro non ci sono feriti, anche se molti hanno bisogno di un sostegno psicologico, che invece si è rivelato non essere di un livello congruo. Come che sia, ripeto, la cosa più importante è che siano tutti sani e salvi, e che gli sia stata prestata tutta l’assistenza necessaria dal punto di vista dell’evacuazione delle persone dalla nave e, lo voglio sottolineare, che questa assistenza sia stata davvero professionale. Quel che viene seguito con più attenzione nei media italiani è la ricerca delle cause, poiché la nave era ipersicura. Dunque tutti si pongono la domanda: come è potuto accadere?


( fonte: http://italian.ruvr.ru/2012/01/15/63898075.html )