Home    Forum    Cerca    FAQ    Iscriviti    Login
Nuova Discussione  Rispondi alla Discussione  Ringrazia Per la Discussione Pagina 2 di 3
Vai a Precedente  1, 2, 3  Successivo
«CARGO 200» di Balabanov
Autore Messaggio
Condividi Rispondi Citando  
Messaggio Re: «IL CARGO 200» di Aleksej Balabanov 
 
Non ho capito bene.
Balabanov aveva sottoposto la sceneggiatura anche a Mironov?
E lui ha avuto paura?
  



Offline Profilo Invia Messaggio Privato HomePage
Download Messaggio Torna in cima Vai a fondo pagina
Condividi Rispondi Citando  
Messaggio Re: «IL CARICO 200» di Aleksej Balabanov 
 
Balabanov ha scritto questa sceneggiatura per Mironov e gliela ha fatta leggere. Zhenia Mironov gli ha risposto che ha paura di partecipare in questo film a causa della crudeltà. Allora Balabanov ha proposto a Serghej Makovetskij, ma anche lui ha rifiutato.
La direzione del Festival di Cannes ha subito rifiutato di inserire questo film nel programma di concorso.
Resta solo Venezia
www.gruz200.ru

  




____________
Zarevich
Offline Profilo Invia Messaggio Privato
Download Messaggio Torna in cima Vai a fondo pagina
Condividi Rispondi Citando  
Messaggio Re: «IL CARICO 200» Di Aleksej Balabanov 
 
Allora avevo capito giusto.
Quindi Balabanov non ha potuto girare il film con gli attori che voleva... a chi ha afidato la parte, alla fine?

Certo che se a Cannes hanno rifiutato di inserirlo nel programma... anche Venezia potrebbe essere a rischio.
Speriamo di no.
  



Offline Profilo Invia Messaggio Privato HomePage
Download Messaggio Torna in cima Vai a fondo pagina
Condividi Rispondi Citando  
Messaggio Re: «IL CARICO 200» di Aleksej Balabanov 
 
Mi affretto di comunicare. E' già uscito il DVD del film di Aleksej Balabanov "IL CARGO 200"
  

CARICO 200 1 .jpg
Descrizione: DVD del film di Aleksej Balabanov "IL CARGO 200" 
Dimensione: 35.29 KB
Visualizzato: 10395 volta(e)

CARICO 200  1 .jpg

CARICO 200 2.jpg
Descrizione: DVD del film di Aleksej Balabanov "IL CARGO 200" 
Dimensione: 20.69 KB
Visualizzato: 10396 volta(e)

CARICO 200  2.jpg







____________
Zarevich
Offline Profilo Invia Messaggio Privato
Download Messaggio Torna in cima Vai a fondo pagina
Condividi Rispondi Citando  
Messaggio Re: «IL CARICO 200» («CARGO 200») Di Balabanov 
 
L'undicesimo film di Aleksej Balabanov «Груз 200» «Gruz 200», tradotto con il titolo "Cargo 200", sarà presentato alla 64ma Mostra del Cinema di Venezia, che si svolgerà dal 29 agosto all'8 settembre, come film fuori concorso, nella sezione “Giornate degli Autori – Venice Days” , giunta alla sua 4a edizione.
Secondo i "rumors" sulla rete, molte attese si riversano sul film di Balabanov.
Questa notizia ci fa molto piacere.

  



Offline Profilo Invia Messaggio Privato HomePage
Download Messaggio Torna in cima Vai a fondo pagina
Condividi Rispondi Citando  
Messaggio Re: «IL CARICO 200» («CARGO 200») Di Balabanov 
 
Myshkin ha scritto: [Visualizza Messaggio]
L'undicesimo film di Aleksej Balabanov «Груз 200» «Gruz 200», tradotto con il titolo "Cargo 200", sarà presentato alla 64ma Mostra del Cinema di Venezia, che si svolgerà dal 29 agosto all'8 settembre, come film fuori concorso, nella sezione “Giornate degli Autori – Venice Days” , giunta alla sua 4a edizione.
Secondo i "rumors" sulla rete, molte attese si riversano sul film di Balabanov.
Questa notizia ci fa molto piacere.



PURTROPPO NEL SITO DELLA MOSTRA NONLO VEDO

CIAO A TUTTI
ZHENJA
  




____________
ZHENJA
Offline Profilo Invia Messaggio Privato
Download Messaggio Torna in cima Vai a fondo pagina
Condividi Rispondi Citando  
Messaggio Re: «CARGO 200» Di Balabanov 
 
L'ho trovato qui http://www.venice-days.com/filmsearch.asp?idfilm=13



Alena
  



Offline Profilo Invia Messaggio Privato
Download Messaggio Torna in cima Vai a fondo pagina
Condividi Rispondi Citando  
Messaggio Re: «CARGO 200» Di Balabanov 
 
Infatti. Sul sito ufficiale non è presente la sezione “Giornate degli Autori – Venice Days”, che è più giovane, visto che è alla sua quarta edizione.
  



Offline Profilo Invia Messaggio Privato HomePage
Download Messaggio Torna in cima Vai a fondo pagina
Condividi Rispondi Citando  
Messaggio Re: «CARGO 200» Di Balabanov 
 
Grazie al caro Zarevich, credo di essere stato il primo in Italia a vedere questo film.

Bisogna dire subito che guardarlo è una esperienza dura, quello che vediamo è qualcosa a cui non siamo preparati ad assistere e che via via ci trascina in un abominio che non ha parole. Durante la visione ho avuto più volte la voglia di interrompere, è comprensibile che si venga presi da quest'impulso che ci spinge a smettere di guardare qualcosa che la nostra ragione non può accettare; penso che per questo molti abbandonavano le sala durante la proiezione.
E si può capire anche perché Balabanov abbia trovato molte difficoltà nel trovare un attore che accettasse di interpretare il ruolo del protagonista, del poliziotto; non è semplice neanche per un bravo attore recitare una simile parte.

Ma pure bisogna continuare a guardarlo fino alla fine, perché Balabanov non ha fatto questo film semplicemente per destare il raccapriccio e l'orrore negli spettatori, perché questo non è un film horror. E non è neanche una ricostruzione, un film denuncia su fatti realmente accaduti. La storia è interamente frutto della fantasia di Balabanov che, come già nel suo precedente film "Uomini e mostri" ("Pro urodov i liudej"), ci mette davanti agli occhi nella maniera più cruda e immediata una semplice verità, che i mostri molto spesso sono tra di noi o dentro di noi, che non sempre il confine è chiaro e si può dire chi sono gli uomini e chi i mostri.
Anche in questo caso, quello a cui si assiste non ha in realtà nessuna collocazione spaziale e temporale, perché potrebbe essere qualsiasi altra epoca e luogo.

Le persone non hanno paura di assistere alla violenza, al sangue, alle sevizie, alla morte, o quando capiscono che quello che stanno vedendo può accadere soltanto nella fantasia e non ha nessun collegamento con la realtà; oppure quando vengono presentati come casi eclatanti, eccezionali, vistosamente straordinari e allo stesso tempo a loro noti, come le violenze della guerra, dello sfruttamento, della schiavitù, tutte le manifestazioni di violenza riconducibili a violenti accessi emotivi, colpi di follia... ma vedere come l'orrore in realtà spesso si nasconda quotidianamente tra di noi vestito da normalità, mettere in discussione che non c'è una zona di confine, un posto dove queste cose accadono e un altro dove non possono mai accadere, tutto questo è un attacco al guscio che le persone si costruiscono per tenere lontano il male da sé e dalle proprie coscienze. Gli orrori mostrati in questo film ed altre simili e ancora peggiori atrocità accadono, sono sempre accadute e sempre accadranno, in ogni parte del mondo, e non c'è niente che noi possiamo fare perché non sia così. E quando non c'è niente che si possa fare per scongiurare qualcosa, l'unica cosa possibile è non pensarci e far finta che non esista. E' per questo che la gente preferisce non vedere: per non sapere, o meglio, per fingere di non sapere.

Balabanov tutto questo lo ha detto nel suo film, in una maniera chiara, tagliente, che fa male, d'accordo, ma io credo che lui abbia realizzato un grande film.
Non si può consigliare a tutti indistintamente, ma è di sicuro un film da vedere.

  



Offline Profilo Invia Messaggio Privato HomePage
Download Messaggio Torna in cima Vai a fondo pagina
Condividi Rispondi Citando  
Messaggio Re: «CARGO 200» Di Balabanov 
 
Il film di Balabanov sarà proiettato a Venezia i giorni 28, 29 e 30 agosto, e la presentazione ufficiale sarà il giorno 29 agosto.

C'è da augurarsi che il pubblico e la giuria riescano a capire il messaggio di Balabanov meglio di come è stato capito finora, secondo le testimonianze che si possono trovare in rete.

Secondo la maggior parte delle descrizioni  - tutte uguali e ricopiate di sito in sito - questo film "Tratta della fine del totalitarismo in un particolare paese", ovvero è un "impressionante affresco quasi-horror sulle prime avvisaglie del crollo che a fine anni 80 avrebbe travolto l’Unione Sovietica".

Se verrà recepito così, allora sarà un fallimento.

  



Offline Profilo Invia Messaggio Privato HomePage
Download Messaggio Torna in cima Vai a fondo pagina
Condividi Rispondi Citando  
Messaggio Re: «CARGO 200» Di Balabanov 
 
Non ho ancora letto le impressioni del film a Venezia, o un commento/recensione che non sia la copia di quelli già esistenti.
In compenso ho scoperto che la casa "Ladyfilm" ha acquistato a Venezia i diritti del film di Balabanov. Questo vuol dire che quanto prima sarà distribuito in versione italiana, e probabilmente proiettato nelle sale cinematografiche italiane.
  



Offline Profilo Invia Messaggio Privato HomePage
Download Messaggio Torna in cima Vai a fondo pagina
Condividi Rispondi Citando  
Messaggio Re: «CARGO 200» Di Balabanov 
 
Un mio amico mi ha raccolto alcune recensioni italiane del film

le ricopio senza commento

ciao
zhenja




L'ECO ARCA
Raccontare e comunicare la sofferenza in una fase di decadenza del sistema: sembra essere questo l’intento chiaramente percettibile durante la visione di Cargo 200, il cui titolo esprime già una sconfitta, essendo il nome in codice del carico che trasportava i caduti russi nella guerra tra Unione Sovietica ed Afghanistan.
Un film sicuramente crudo e dai toni forti: non ci sono mezze misure, o lo ami o lo odi, e i pochi applausi in sala lo dimostrano pienamente.
Un professore di ateismo scientifico che si scontra con un contadino produttore di vodka cristiano, un vietnamita che parla il russo e che si occupa di versare vodka e innaffiare l’orto, la figlia del capo del partito e il suo fidanzato paracadutista: sono alcuni dei personaggi di quest’ultima e bizzarra fatica di Aleksej Balabanov, intrecciati in una trama grottesca e piena di violenza ma che riesce senza alcun dubbio a suggestionare il pubblico e trasmettere quella sensazione di insofferenza che provava il popolo russo.
Azzeccata la colonna sonora che riesce a smorzare i momenti più faticosi del film e contribuisce fortemente a rendere insolita quest’opera. Nel complesso non è fuori luogo definirla una pellicola difficile da capire, ma da interiorizzare.

CLOSE-UP
Venezia 64 - Gruz 200 (Cargo 200) - Giornate degli autori venerdì 31 agosto 2007 di Matteo Botrugno (Gruz 200); Regia e sceneggiatura: Alexey Balabanov; fotografia: Alexander Simonov; interpreti: Alexey Serebryakov (Alexey), Leonid Gromov (Artyom), Yuri Stepanov (Mikhail), Agniya Kuznetsova (Angelika), Alexey Poluyan (Zhurov), Mikhail Skryabin (Sunka); produzione: CTB Film Company; origine: Russia, 2007; durata: 89’
Il nuovo cinema russo, recentemente relegato solo nell’ambito dei festival, oltre a dar prova di essere caratterizzato da una vivace originalità, riesce ad essere profondamente fedele alla tradizione e, allo stesso tempo, a fondere le più diverse influenze del cinema contemporaneo. In pochi anni abbiamo assistito a prove notevoli di artisti russi emergenti, come Vyrypaev con lo struggente Ejforja, Lounguine con The Island e Serebrennikov, trionfatore alla Festa del Cinema di Roma con l’ottimo Playing the victim.
Cargo 200: ovvero le bare dei soldati caduti durante la guerra fra Unione Sovietica ed Afghanistan nella prima metà degli anni ’80. Cargo 200, ovvero gli ultimi passi verso il baratro di un sistema politico-economico che sarebbe collassato di lì a poco. Cargo 200, ispirazione per un film morboso, psicotico, disturbante. Ogni personaggio è costruito in modo tale da rappresentare il disagio di un imminente cambiamento. “Qui le cose cambieranno”, sosterrà il condannato a morte prima dell’esecuzione. Non si tratta solo della rassegnazione di un condannato, ma della certezza di un cittadino sovietico alla ricerca del Dio che gli viene negato.
Il lavoro di Balabanov non parla direttamente di comunismo, esattamente come il film Palma d’oro all’ultimo Festival di Cannes, 4 mesi 3 settimane 2 giorni. Il regista russo punta a raccontare una storia che ha per protagonista un poliziotto sovietico completamente folle, che rapisce una ragazza e, oltre a violentarla con bottiglie di vodka e farla violentare da altri individui, la tiene imprigionata nella sua casa fatiscente in cui vive con la madre alcolizzata e teledipendente. Diverse storie si susseguono in Gruz 200: le indagini di un professore universitario ateo, la follia di una donna che cerca di vendicare la morte del marito, un ragazzo che, pur sfoggiando una maglietta con la scritta CCCP, è palesemente rivolto verso la nuova Russia, quella del capitalismo, dell’influenza musicale occidentale, del crescente disagio giovanile. Piccoli esseri umani che zoppicano sul suolo di uno stato morente, sullo sfondo di una Leninsk quanto mai grigia e fumosa.
Chi sono questi individui? Anche se all’apparenza le vicende del film ruotano intorno a psicosi e vendette, ogni personaggio è disegnato in modo tale da rappresentare un tassello di un impero in totale disfacimento. Il lavoro di Balabanov non implica però riferimenti all’opera di autori come Alexandr Solzenicyn: il regista lascia la libertà di trarre le conclusioni che si credono. Appare tuttavia evidente la volontà di mostrare quel mondo disperato, quell’angoscia per le morti dei cittadini, quella falsità evidente di polizia ed esercito, quell’ipocrisia che genererà la vicenda, realmente accaduta, che diviene simbolo della violenza subita dal popolo in quasi settant’anni di regime sovietico.
L’alternanza di canzoni pop tradizionali e musica rock e punk, mette ancor di più in risalto i riferimenti al delicato passaggio di poteri. La madre del poliziotto osserva in silenzio un intervento in tv di Ligaciov, oppositore della Perestrojka di Gorbaciov. Alcune inquadrature insistite sul ferro e il fumo di Leninsk, soffocano, intrappolano. Brutalità e psicosi non sono solo i tratti di un regista che confeziona un lavoro violento e provocatorio mai fini a se stesse, ma quanto mai chiavi di volta per osservare, ormai da lontano, un mondo che non esiste più, ma che è ancora vivo nella coscienza del popolo russo. E rievocarlo aiuterà a comprenderlo.

NONSOLOCINEMA
Giornate degli Autori
"Cargo 200 (Gruz 200)" di Alexey Balabanov
Ritratto della violenza in Russia alla fine dell’era sovietica
Articolo di Maria Conte
Pubblicato mercoledì 29 agosto 2007 - NSC anno III n. 23
Un film intenso, a tratti simbolico, ma soprattutto aggressivo e crudo apre la sezione delle Giornate degli Autori alla 64esima Mostra del Cinema di Venezia. Parte del pubblico si è fremato, incuriosito e impressionato, a porre domande al regista Alexey Balabanov, contento del successo che il suo film ha già avuto in Russia.
1984. In un paesino della provincia di Leningrado un professore di ateismo sovietico in visita da parenti capita per caso in una casa immersa della campagna e il giorno dopo scopre che quella stessa notte in quel luogo è stato ucciso un uomo e due ragazzi sono scomparsi. Così comincia questo quadro della Russia allo sfacelo, che si incrementa sempre più tra corruzione, follia e torture, ingiustizie giudiziarie e sottrazione di cadavere. I cargo 200 che danno il titolo all’opera sono infatti bare di soldati morti in Afghanistan che spesso scompaiono senza traccia. Lo stesso autore ha sottolinato più volte la sua intenzione di realizzare attraverso il suo film un affresco della Russia nei primi anni 80 mettendo ben in evidenza le problematiche di quel periodo, in cui il suo paese era "morto".
Tutti gli eventi si rifanno all’esperienza dello stesso regista in quegli anni e alle testimonianze raccolte dalle sue ricerche come documentarista. Anche l’immaginazine dell’autore di Brother ha avuto la sua parte nella costruzione di questo film dalla trama fluida e coinvolgente, che cattura soprattutto grazie alla crudezza degli eventi. Con uno stile elegante e tagliente Balabanov riesce a descrivere attraverso immagini forti e una ricostruzione curata, anche nelle musiche, un momento storico del suo paese particolarmente difficile e al limite del caos, senza cadere in facili esagerazioni.
Pessimismo intrinseco e l’accusa di mancanza di morale si possono smentire mettendo in risalto il finale, in cui il personaggio del professore si riavvicina alla fede, nel tentativo di recuperare una normalità che gli eventi gli avevano completamente infranto. In Russia il film è già uscito con un ottimo successo di pubblico, scatenando accese polemiche e altrettanti entusiasmi. Si tratta di un tipo di ricostruzione utile per mostrare e far comprendere allo spettatore lo stato di una società in cui i valori venivano completamente a deteriorarsi.


FRAMEONLINE


Gruz 200, di Alexey Balabanov
(Cargo 200, Russia 2007, 89'; con Alexey Serebryako, Leonid Gromov, Yuri Stepanov)
Link: www.gruz200.ru/main/

Non va di certo per il sottile Alexey Balabanov con Gruz 200, presentato a Venezia 64 nelle Giornate degli autori - Venice Days, ritratto a dir poco impietoso dell’Unione Sovietica pre-Gorbaciov, segnato da un iperrealismo di fondo venato da un’ironia che a tratti sfocia platealmente nel grottesco. Lo sfondo su cui si muovono i tipi umani scelti dal regista-sceneggiatore è quello della provincia sovietica appena fuori da San Pietroburgo, una terra di nessuno desolata e cadente dove la fanno da padroni poliziotti psicopatici, militari corrotti, contrabbandieri-filosofi e teppisti disillusi. Il racconto intreccia, a tratti un po’ troppo ellitticamente, i percorsi, le traiettorie di vari personaggi, trascinandoli in un crescendo di follia verso un vero e proprio baratro di aberrazioni sempre più raccapriccianti, che li privano anche di quel barlume di umanità che parevano possedere in partenza.
Del resto, fin dalle prime battute, il dialogo tra due fratelli (l’uno militare di carriera, l’altro docente universitario di ateismo) Balabanov chiarisce quale sia la cornice storica e il clima politico-sociale nel quale ci troviamo: Andropov è morto da poco, i segni del crollo del sistema comunista si fanno via via

più visibili e stridenti e, tra questi, l’Armata rossa impantanata nella guerra in Afghanistan che ormai tutti danno per persa è il più evidente. I soldati che tornano dal fronte nelle bare sono sempre più numerosi ma, in fondo, alla popolazione ciò non sembra importare poi molto, dato che sono altre le preoccupazioni quotidiane: sopperire alla carenza di viveri, innanzitutto, oppure, come fanno i più giovani, sottrarsi alla leva iscrivendosi all’università per poi spassarsela in discoteche improvvisate o tentando scorciatoie per arricchirsi il più rapidamente possibile.
Su questo sfondo storico così preciso Balabanov è abile nel sovrapporre, dapprima in maniera quasi impercettibile, poi sempre più grevemente, una vicenda a metà strada tra il giallo e l’horror che vede un poliziotto dallo sguardo impassibile segregare e sottoporre a ogni genere di aberrazione la giovane fidanzata di uno dei militari morti in Afghanistan. Il corpo di quest’ultimo, ironia della sorte, sarà affidato proprio all’agente che, invece di dargli una sepoltura con tutti gli onori come richiesto dalle circostanze, gli permetterà di ricongiungersi con la ragazza in un ultimo macabro abbraccio.
Dopo un po’ diviene evidente come ognuno dei personaggi in scena sia in fondo la metafora di un’Unione Sovietica che, a quei tempi (siamo nel 1984), nessuno avrebbe potuto immaginare così: il cadavere in decomposizione del soldato morto è il simbolo di un esercito un tempo glorioso ma ormai in disfacimento, le aberrazioni compiute dal poliziotto sulla ragazza sono quelle perpetrate all’epoca dal kgb sul corpo di una nazione rosa dal sospetto e dalla paura, il vitalismo sfrenato ma già fasullo dei teenager vogliosi di guadagnare senza fatica è l’indizio di quel desiderio di ricchezza che sfocerà in tutta la sua volgarità nel corso degli anni Novanta, il professore di ateismo che continua a negare l’esistenza di Dio e dell’anima ma che, nel finale, ritroviamo in una chiesa a chiedere di essere battezzato, è l’icona di una liturgia laica divenuta ormai caricaturale.
Al termine del film ci si chiede che senso abbia una rappresentazione tanto crudele quanto cinica (ma in fondo fredda, diretta, mai compiaciuta o ridondante) di un’epoca ormai archiviata, anche se, la precisione dei riferimenti storici (dallo schermo di un televisore fa la sua fulminea comparsa perfino Gorbaciov, all’epoca ancora sconosciuto ai più), lascia il sospetto che il tutto sia un pretesto bello e buono (si fa per dire) per parlare della Russia di oggi, in fondo non così diversa dall’Unione Sovietica di ieri.
Fabrizio Colamartino, 30/08/2007
  




____________
ZHENJA
Offline Profilo Invia Messaggio Privato
Download Messaggio Torna in cima Vai a fondo pagina
Condividi Rispondi Citando  
Messaggio Re: «CARGO 200» Di Balabanov 
 
Avevo letto anch'io alcune di queste recensioni ma, dopo aver visto il film, devo dire che non mi trovo d'accordo con la prevedibile interpretazione secondo la quale il film è una metafora del regime sovietico con tutti i suoi orrori.
Ho già scritto la mia versione, secondo la mia chiave di lettura.
Il film riprende e sviluppa la tematica già affrontata da Balabanov nel suo precedente film "Uomini e mostri" ("Pro urodov i liudej"), e credo che sia sbagliato volerci vedere a tutti i costi una denuncia, una critica del sistema negli anni del regime comunista, o ancora in quello attuale.
Il tema toccato da Balabanov è assai più generale di quello che si può pensare a prima vista.
Ma ripeto cose già dette...
  



Offline Profilo Invia Messaggio Privato HomePage
Download Messaggio Torna in cima Vai a fondo pagina
Condividi Rispondi Citando  
Messaggio Re: «CARGO 200» di Balabanov 
 
Non c’è da meravigliarsi. Anche Balabanov stesso dopo Venezia nella sua intervista ha detto che il suo film ci era capito così come “loro” sono capaci di capirlo. Non è il film dell’anno 1984 e del regime sovietico. È una fantasia del regista sul tema dei mostri e degli uomini. Non è un film sociale o storico, è un film psicologico. Ma la critica occidentale è così come è. La vecchia canzone cantata da tanto tempo. Anch’io ho letto quelle recensioni. C'era da aspettarselo.

Caro Myshkin! Se ti ricordi, noi all’inizio avevamo scritto che questo film sarebbe potuto essere capito male. Non erano conseguenze difficilmente ponderabili. Tornatore e Balabanov hanno fatto due film sulla stessa cosa, dei mostri e degli uomini. Secondo me è lo stesso argomento. La differenza c’è nella critica che scrive del film di Balabanov come del film sociale e storico, e del film di Tornatore come del film caratteristico. Chi sono quei mostri nel film di Balabanov è indicato e indirizzato, ma chi sono i mostri dal film di Tornatore non è indicato. Di dove sono? Dove vivono e a che cosa appartengono. Loro sono di Luna? In che società vivono? In che regime?
Tornando alla critica del film di Balabanov, si può solo rincrescere. E voi scrivete che il film di Tornatore non sarà capito negli USA. Dipende dallo spettatore americano. Anche il film di Balabanov non può essere capito bene da tutti. Se i giornalisti scrivono tali recensioni banali e “a rovescio”, vuol dire che Balabanov non è riuscito a convincerli. Ma il film di Balabanov l'hanno guardato non solo i critici. Quando tu lo guardavi, non ti è venuta quell'idea assurda di cui scrivono quei critici

  




____________
Zarevich
Offline Profilo Invia Messaggio Privato
Download Messaggio Torna in cima Vai a fondo pagina
Condividi Rispondi Citando  
Messaggio Re: «CARGO 200» Di Balabanov 
 
Non ho capito una cosa: questo film a Venezia è stato doppiato in italiano o no?
  




____________
Miayyyy! Myrrr....rrr....
Offline Profilo Invia Messaggio Privato MSN Live ICQ
Download Messaggio Torna in cima Vai a fondo pagina
Mostra prima i messaggi di:
Nuova Discussione  Rispondi alla Discussione  Ringrazia Per la Discussione  Pagina 2 di 3
Vai a Precedente  1, 2, 3  Successivo

Online in questo argomento: 0 Registrati, 0 Nascosti e 0 Ospiti
Utenti Registrati: Nessuno


 
Lista Permessi
Non puoi inserire nuovi Argomenti
Non puoi rispondere ai Messaggi
Non puoi modificare i tuoi Messaggi
Non puoi cancellare i tuoi Messaggi
Non puoi votare nei Sondaggi
Non puoi allegare files in questo forum
Puoi scaricare gli allegati in questo forum
Puoi inserire eventi calendario in questo forum