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Carlo Freccero - Propaganda E Censura Oggi
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Messaggio Carlo Freccero - Propaganda E Censura Oggi 
 
Carlo Freccero - Propaganda e censura oggi

intervento di Carlo Freccero oggi al Seminario della Commissione Dupre



Oggi siamo qui per parlare di propaganda e censura. Queste pratiche di repressione del dissenso mirano allo stesso risultato, ma funzionano a partire da presuposti diversi. La censura colpisce chi si discosta dal mainstream. La propaganda invece crea il mainstream. Nel passato, nei media, prevaleva la censura. Tutta la storia della Televisione è una storia di censura. Ma, in qualche modo, la censura indica ancora vitalità e dissenso. Si censura chi conserva un pensiero autonomo, mentre la propaganda ha il compito di azzerare del tutto questo pensiero autonomo e divergente.


Il covid prima e la guerra oggi, hanno alterato la comunicazione trasformandola di fatto in propaganda. E in un messaggio propagandistico non c'è niente da censurare.


Il passaggio dalla censura alla propaganda corrisponde ad una presa di parola del potere in prima persona. Nel discorso del potere non deve essere censurato nulla.


Questo spiega il buonismo di oggi, la mancanza di violenza verbale, nei confronti politici e nei talk show televisivi.


Il potere si è reso conto che la censura fa scandalo e, contemporaneamente, può generare opposizione, mentre la propaganda è in grado di creare unanimità.

Questo seminario è dedicato alla propaganda di guerra.


(....)


Per chi pensa che i governanti dell'Occidente siano l'espressione delle scelte democratiche del popolo, vorrei elencare quanti di loro sono usciti dalla scuola del WEF. “Young Global Leaders”: Merkel, Sarkosy, Tony Blair, Gordon Brown, Bill Gates, Macron, Trudeau, Chelsea Clinton, Jonathan Soros, Lynn Forester de Rothschild, Nathaniel Rothscild, Giacinda Arden, Jose Manuel Barroso, Matteo Renzi, Jose Maria Aznar, ma anche Zuckerber, Jeff Bezos, Di Caprio. Quello che colpisce è la trasversalità della scuola tra politica, business ed informazione.

Il Young Global Leaders è un centro ideale di produzione ideologica dove tutte le realtà convergono.

Non a caso tra i forum del WEF il più recente riguarda la narrazione della realtà. Ed è in questa sede che Harari ha dichiarato la mente umana hackerabile.

 Non penso ci sia da aggiungere altro. Questa digressione era necessaria, secondo me, per mettere in fila i puntini e tornare a quella totalità che Lukacs identificava colla verità. Ora possiamo tornare all'informazione che dovrebbe rivelarci tutto questo.

Come mai non c'è più conflitto, non c'è più censura nella programmazione televisiva?

Anche qui è rappresentato solo il pensiero unico della globalizzazione. A capo del Tg1 troviamo la maggior opinionista del Bildemberg.

Sempre del Bildemberg fa parte la maggior opinionista della 7.

I più importanti conduttori della 7, sono espressioni del PD. Io credo siamo tutti in buona fede e questa, è la cosa più terribile.
 
Ma la propaganda televisiva non passa solo attraverso l'informazione. Anzi, al contrario, passa oggi attraverso tutta la gamma delle espressioni televisive, dall'infotainment, ai talent, alle fiction. E se infotainment e talent mirano soprattutto ad inculcarci modelli di comportamento e di costume, la fiction ha un potere fortissimo perché accede direttamente al nostro immaginario.

Da sempre Hollywood è stato l'arma più forte della colonizzazione americana del mondo, perché ha reso desiderabile come unico mondo possibile l'occidente.

Più che le armi consumi e fiction hanno creato la globalizzazione.
 
Ma col tempo la fiction si è mescolata sempre più col reale, così come nel film “La Rosa purpureo del Cairo”, di Allen, l'attore esce dallo schermo per mescolarsi alla vita vera.

La guerra in Ucraina, che stiamo vivendo in questi giorni, è frutto di una fiction di diverse stagioni che dagli schermi televisivi si è trasformata in reality.

Come in altri casi (Reagan, Schwarzenegger), il presidente ucraino eletto è un attore, ma la sua storia è diversa dalle altre perché tra la fiction che l'ha reso famoso ed il suo attuale ruolo internazionale, non c'è soluzione di continuità.

Nel 2015 esce una serie televisiva intitolata “ Servitore del Popolo” prodotta per la Tv 1+1 di proprietà dell'oligarca Igor Kolomoysky allora in rotta col presidente in carica Poroshenko:

Produttore ed interprete è lo stesso Zelensky.

Il successo è tale da indurre nell'immaginario popolare un cortocircuito tra fiction e realtà per cui l'attore Zelensky stesso diventa “servitore del Popolo” e vince le elezioni.

Ancora oggi Zelensky, con i suoi interventi, porta avanti la fiction. Si dice sia in Ucraina, ma le riprese lo mostrano chiaramente sempre in studio, con sfondi sostituiti dallo sfondo verde. I suoi discorsi continuano ad essere scritti dallo stesso sceneggiatore delle serie.

Non è l'unica fiction di questa guerra “senza immagini”.

E' risaputo che servizi televisivi italiani hanno utilizzato invece che immagini reali, frammenti di videogame, di film ed altro materiale di repertorio: incendi, incidenti, cataclismi del passato e non collegati alla guerra.

Interrogato sul fatto che avesse inserito nel suo servizio lo spezzone di un noto videogioco, un redattore del Tg2 si è giustificato dicendo che di questa guerra non esistono immagini reali per la censura di Putin. Non sappiamo se sia vero. Viceversa esiste un materiale prodotto ad hoc a scopo propagandistico di cui conosciamo l'esistenza, ne è un buon esempio il bombardamento all'ospedale pediatrico con l'influencer incinta, successivamente dichiarata morta e riscomparsa poco dopo, in un'altra storia. Ma già nelle altre guerre avevamo precedenti di ogni tipo, dai falsi salvataggi dei caschi bianchi in Siria ai, filmati dell'Isis girati in studio.

Però, dal punto di vista narrativo la storia del “Servitore del Popolo” è la più completa e la più didascalica perché ci dimostra che nell'epoca del metaverso realtà e fantasia si equivalgono.

Concludendo l'unanimismo del pensiero unico ci viene presentato come la migliore versione possibile del nuovo ordine mondiale, che rappresenta a sua volta il migliori dei mondi possibili: un mondo verde e senza guerra, ma, basato sulla decrescita e il depopolamento .

E' l'utopia della élites che ci viene imposta per il nostro bene. O meglio il bene di Gaia il nome del nostro pianeta secondo l'ecologia.

Se questo mondo è perfetto cos'é che non possiamo condividere?

Altri decidono per noi e ci guidano verso direzioni di cui neppure siamo consapevoli, perché, se lo fossimo, potremmo ribellarci e dissentire.

Ma se anche potessimo scegliere non saremmo liberi. Le idee che abbiamo in testa non sono nostre, ma impiantate dalla propaganda.

Per esistere democrazia e libera scelta deve esistere anche la possibilità del cittadino di conoscere la verità.

La scelta imposta dalla propaganda non è una vera scelta.


(fonte: https://www.lantidiplomatico.it/det...gi/39602_45831/)

  



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