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IL CONCERTO A PALMIRA
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IL CONCERTO A PALMIRA

Dalle prime note di Bach, suonate dai musicisti dell’orchestra del Teatro Mariinskij nella Palmira liberata, si è chiaramente notata la linea di demarcazione tra la barbarie dei terroristi che vi regnavano prima e la civiltà, a difesa della quale è corsa la Russia.
Il concerto dell'orchestra diretta da Valerij Gherghiev, direttore di fama mondiale del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo è stato il coronamento della campagna per la liberazione di Palmira dai terroristi del Daesh. Questa iniziativa, nota l'Economist, è stata così brillante che ogni ascoltatore non avrebbe potuto nascondere la sua gioia e il suo entusiasmo.
La musica a Palmira sembrava un frammento surreale sullo sfondo del consueto paesaggio siriano, un paese devastato dalla guerra, aggiunge l'Economist. A Latakia la vita normale è come se non si fosse mai fermata: per le strade passeggiano ragazze elegantemente vestite, sulle bancarelle per strada si impolvera la frutta, e tutto questo sotto lo sguardo di un sorridente Bashar al-Assad riprodotto su numerosi cartelloni pubblicitari.
Avvicinandosi a Palmira tutto riporta alla mente la guerra. Per le strade dei villaggi segnati dalle bombe si trovano carcasse di automobili, completamente bruciate, cavi della linea elettrica spezzati che pendono su casse vuote di munizioni. La ricerca non è cessata: secondo diverse comunicazioni, i militanti del Daesh si sarebbero ritirati a soli 15 chilometri da Palmira.
Il 5 maggio 2016 si è tenuto a Palmira un conerto dell'Orchestra Sinfonica del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo diretta da Valerij Gherghiev. Presso il sito dell'antico anfiteatro hanno risuonato le opere di Johann Sebastian Bach, Serghej Prokofiev e Rodion Scedrin.
 
L'antica Palmira, inclusa nella World Heritage List dell'UNESCO, per quasi un anno è stata sotto il controllo del gruppo terroristico Daesh. L'esercito siriano, sostenuto dall'aeronautica militare russa, ha liberato la città il 27 marzo. Circa l'80% della parte storica di Palmira si è conservata. Gli esperti ritengono che il restauro della città può richiedere circa cinque anni.

IN PROGRAMMA:
Johann Sebastian Bach: Ciaccona dalla partita re minore per violino solo
Rodion Scedrin: Cadril dall’opera lirica «Non solo l’amore» («Не только любовь»)
Serghej Prokofiev: Sinfonia No.1 «Classica»



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Il Concerto a Palmira 2016 .jpg
Descrizione: Il 5 maggio 2016 si è tenuto a Palmira un conerto dell'Orchestra Sinfonica del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo diretta da Valerij Gherghiev. 
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Zarevich
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Messaggio Re: IL CONCERTO A PALMIRA 
 
Nei luoghi dove era data la morte nell'ascoltare la Musica, ora la Musica ridona vita e mette a tacere la morte della civilta'

Grazie Putin, Grazie Russia.



Tratto da:http://www.occhidellaguerra.it/


Il 5 maggio scorso, i russi hanno organizzato un importante concerto a Palmira, la città martire da poco liberata dall’occupazione dello Stato islamico.

Il 27 marzo, grazie anche agli imponenti bombardamenti russi, Palmira è stata liberata. Nei mesi scorsi, gli uomini di Daesh hanno distrutto i templi di Bel e Bal Shamin e pure l’arco di trionfo. Come se ciò non fosse sufficiente, i jihadisti, prima di abbandonare le loro postazioni, hanno “trappolato” tutta la città: “18mila ordigni esplosivi disseminati su 825 ettari e 8.500 case”, secondo quanto riporta LaPresse.

Da subito gli sminatori russi e siriani si sono messi al lavoro. Un lavoro certosino, dove ogni passo sbagliato avrebbe potuto provocare una tragedia.

Palmira è diventata familiare all’Occidente non solo per lo scempio archeologico di cui è stata vittima, ma anche per la terribile esecuzione di 25 soldati siriani da parte di altrettanti ragazzini indottrinati dai jihadisti.

Il potere delle immagini

Fin da subito, Putin ha compreso l’importanza delle immagini. Prendiamo per esempio il suo arrivo, da primo ministro, in Daghestan nel lontano 1999. Putin entra nelle tende dei generali. La telecamera lo segue. Poi, il futuro capo del Cremlino, prende un bicchiere e dice: “Vorrei, secondo la tradizione russa, e la tradizione della sacra terra del Daghestan dove ci troviamo oggi, vorrei alzare il bicchiere e brindare in memoria di coloro che sono morti”.

I generali e i politici al seguito di Putin cominciano ad alzarsi, ma vengono subito bloccati: “Un secondo, un secondo…”. “Vorrei bere a coloro che sono feriti e augurare felicità a tutti coloro che si trovano qui. Ma tutti abbiamo davanti molti problemi e molti compiti da svolgere. Lo sapete benissimo. Voi sapete quali sono i progetti del nemico e anche noi lo sappiamo. Sappiamo quali provocazioni aspettarci nel prossimo futuro, in quali zone. Non abbiamo il diritto di concederci neanche un secondo di debolezza. Neanche un secondo. Altrimenti coloro che sono morti, lo saranno invano. Ecco perché propongo di appoggiare sul tavolo il bicchiere. Noi berremo, berremo sicuramente. Ma berremo dopo: quando avremo assolto il nostro compito. Quindi vi propongo di mangiare qualcosa di corsa e andare a lavorare”. Una clip da meno di un minuto, ma che oggi, anche grazie ai social, lo ha reso celebre in tutto il mondo.

Un altro esempio, più recente: il concerto organizzato a Palmira. Putin, in diretta video, ha detto che il concerto – “Pray for Palmyra” – è “un simbolo di gratitudine, memoria e speranza. Gratitudine – ha spiegato il leader del Cremlino – verso tutti coloro che lottano contro il terrorismo mettendo a repentaglio le proprie vite, memoria di tutte le vittime del terrore indipendentemente dal luogo e dal momento del crimine contro l’umanità, e naturalmente speranza non solo di rinascita di Palmira come patrimonio dell’umanità ma anche di liberazione della civiltà moderna da questo terribile morbo, il terrorismo internazionale”.

In questo Putin, che ha chiaramente della Russia un’idea imperiale, si rifà alla tradizione romana dove “non tutte le vittorie andavano celebrate allo stesso modo: non si trattava tanto di ricordare il singolo successo, quanto di illustrare il nesso organico tra la vittoria e la pietas, il regime politico e la felicità universale” (Paul Zanker, Augusto e il potere delle immagini, Bollati Boringhieri, Torino, 2015, p. 198). E, almeno nel caso di Palmira, Putin ce l’ha fatta. Per una volta, nessun media ha denigrato l’iniziativa dei russi. Anzi ha dovuto a malincuore elogiare il concerto diretto da Valerij Gergiev.
  



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