Home    Forum    Cerca    FAQ    Iscriviti    Login
Nuova Discussione  Rispondi alla Discussione  Ringrazia Per la Discussione Pagina 1 di 1
 
RINUNCIARE AL GAS RUSSO PER LA PACE, SERVE DAVVERO?
Autore Messaggio
Condividi Rispondi Citando
Messaggio RINUNCIARE AL GAS RUSSO PER LA PACE, SERVE DAVVERO? 
 
RINUNCIARE AL GAS RUSSO PER LA PACE, SERVE DAVVERO?


Preferite la pace o i condizionatori accesi tutta l’estate? Questa è la domanda che ci dobbiamo porre”. Con queste parole il presidente del Consiglio Mario Draghi ha risposto in conferenza stampa ad un giornalista che gli chiedeva se il governo stesse pensando ad adottare misure di emergenza a seguito del possibile embargo del gas russo in Italia.

Verso un possibile embargo del gas russo?

La questione  delle sanzioni alla Russia e della guerra in Ucraina spiegata in modo semplice.

Peccato che sia il modo sbagliato.

Intanto, sappiamo che storicamente nessuna sanzione economica ha mai fatto desistere da qualunque aggressione militare o fermato qualsiasi guerra.

Di solito l’effetto che si ottiene è di affamare il popolo del Paese sottoposto a sanzioni, che spesso non può far altro che subire o ricompattarsi attorno al leader di turno. Se poi questo Paese è la Russia pensare di isolarla completamente è pura demagogia.

Inoltre  viene da chiedersi perché dovremmo aumentare le spese militari del 2% del Prodotto Interno Lordo per comprare caccia F-35 da centinaia di milioni di euro, missili, carri armati, navi da guerra se poi si potrebbe difendere la pace semplicemente abbassando i termosifoni a casa o soffrire il caldo nei tre mesi estivi.

Ma davvero è tutto così semplice oppure viene trattato in maniera estremamente semplicistica da chi comanda?

Rinunciare al gas russo e accettare il crollo dell’economia


Rinunciare al gas russo, come suggerisce il leader del PD Enrico Letta, sarebbe davvero la soluzione del conflitto in corso, quell’arma economica che accelererebbe il processo di pace?

Basta un maglioncino di lana in più o sventagliarsi per assestare il colpo decisivo alla Russia?

La realtà è ben diversa dalla narrazione del Governo.

Rinunciare al gas russo significa accettare che l’economia crolli perché molte aziende smetteranno di produrre in quanto private dell’energia necessaria a far funzionare gli impianti o perché si troverebbero improvvisamente fuori mercato per i costi ingestibili anche sul fronte energetico.

‘È l’economia bellezza’ potremmo dire parafrasando una celebre frase di Humphrey Bogart.

Se togliamo un fornitore importante di gas e petrolio dalla scena va da se  che la domanda aumenti sui restanti fornitori e di conseguenza i prezzi di queste due materie prime saliranno.

Spinte inflative si avranno quindi su tutti gli idrocarburi, sul carbone e su tutte quelle fonti “sporche” che verranno utilizzate per sopperire alla carenza del gas naturale russo che per noi vale il 40% del nostro fabbisogno.

Con il gas non solo si riscaldano le case ma si produce energia elettrica grazie alle nostre centrali termoelettriche.

Se siete corsi ad abbassare i vostri termostati di casa, e lo hanno fatto anche  tutti gli altri, uffici e negozi compresi, avete contribuito al risparmio di circa il 5-7% del fabbisogno nazionale. Un risparmio piuttosto modesto, proprio perché non è il riscaldamento il tallone d’Achille del consumo di gas ma lo è la produzione.

Il grido d’allarme delle imprese

Se anche il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha dovuto lanciare un grido di allarme per le imprese che sono in crisi da mesi significa che la narrazione del super-Mario nazionale è indifendibile.

Nessuno vuole la guerra in Ucraina, nessuno pensa di giustificare invasioni o crimini umanitari ma bisogna essere molto pragmatici e chiedersi cosa stiamo sacrificando, a che scopo e soprattutto se con speranza di successo.

Ristabilire un po’ di verità, almeno quella economica, potrebbe essere doveroso, perché gli italiani se lo meritano.

Sul piatto della bilancia non c’è un po’ di freddo o di caldo in casa, sul piatto della bilancia c’è la disperazione di artigiani, imprenditori, commercianti che se non hanno già chiuso in questi due anni di crisi sanitaria lo faranno presto.

C’è la disperazione di famiglie che vedono salire il costo della vita, che perdono posti di lavoro.

Abbassare temporaneamente le accise sui carburanti o contributi temporanei in bolletta, alleviano l’impatto, ma tolgono lo stesso risorse al Paese, per minore gettito o maggior debito.

Il PNRR da solo non basta


Anche il presidente di Confindustria, alla fine, si è reso conto che il tanto sbandierato PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) da solo non sarà in grado di generare sufficiente crescita da contrastare il contraccolpo che le decisioni di sanzioni stanno generando.

“Faremo quello che deciderà l’Europa” è il mantra che viene recitato da tutti i leader dei vari Paesi e delle istituzioni europee, sorvolando sul fatto che nell’Unione, le condizioni dei vari Stati in relazione al tema energetico sono molto differenti. Come è possibile fare seri e credibili piani economici per l’Italia in questo modo?

Da ultima la risoluzione del Parlamento Europeo per un embargo totale ed immediato dell’import di energia dalla Russia, dimostra quanto gli eurodeputati siano diventati dei ‘pasdaran’ del nuovo ordine mondiale, a discapito dei loro popoli e a prescindere dalla pace.


(fonte: https://www.byoblu.com/2022/04/07/r...-serve-davvero/)

  



Offline Profilo Invia Messaggio Privato HomePage
Download Messaggio Torna in cima Vai a fondo pagina
Mostra prima i messaggi di:
Nuova Discussione  Rispondi alla Discussione  Ringrazia Per la Discussione  Pagina 1 di 1
 

Online in questo argomento: 0 Registrati, 0 Nascosti e 0 Ospiti
Utenti Registrati: Nessuno


 
Lista Permessi
Non puoi inserire nuovi Argomenti
Non puoi rispondere ai Messaggi
Non puoi modificare i tuoi Messaggi
Non puoi cancellare i tuoi Messaggi
Non puoi votare nei Sondaggi
Non puoi allegare files in questo forum
Puoi scaricare gli allegati in questo forum
Puoi inserire eventi calendario in questo forum