Come si fa a giustificare il nazismo? È sufficiente sminuire le azioni di chi aderisce a questa ideologia, ma soprattutto basta riscrivere la storia.
Wikipedia manipola la storia
Ancora una volta la protagonista di questa operazione di revisionismo storico è Wikipedia, l’enciclopedia globale già responsabile di episodi analoghi. Ricordiamo infatti che la strage di Odessa, ad opera delle milizie neonaziste ucraine contro la popolazione russofona, si è trasformata, secondo Wikipedia, in un anonimo rogo, causato non si sa bene da chi.
Bene ora per Wikipedia è arrivato il momento di tentare una goffa pulizia del noto Battaglione Azov. Fino a qualche settimana fa la pagina dell’enciclopedia dedicata al reggimento era piuttosto esplicita in riferimento all’ideologia che ne ispira i componenti. Il battaglione veniva definito come “reparto militare ucraino neonazista” con una lunga serie di note a supporto. Non solo. L’introduzione della pagina parlava dei volontari del reggimento, identificandoli come nazifascisti e neonazisti provenienti da diversi Paesi tra cui Italia, Francia, Spagna e Svezia. Bene tutto questo oggi è sparito.

L'”intensa attività operativa” del battaglione Azov
Il battaglione Azov, secondo la nuova versione Wikipedia, non è più neonazista, ma di ispirazione neonazista. Quella che sembra essere una sottigliezza verbale è in realtà l’anticamera di un ampio revisionismo. Sono spariti infatti tutti i riferimenti alla provenienza dei volontari e alla loro ideologia.
È poi curiosa la descrizione che la nuova versione della pagina fa delle controverse attività del battaglione. Si parla infatti di “intensa attività operativa contro le forze secessioniste”, poi di “intense attività di bonifica da ordigni esplosivi” e infine di “attività di ricognizione, controguerriglia, operazioni speciali”.
Insomma l’immagine che emerge dalle pagine di Wikipedia del battaglione Azov sembra quella di un innocuo reparto a metà tra la protezione civile e un corpo di élite. Grazie ad un rapporto dell’OSCE del 2016 e alle testimonianze di Amnesty International sappiamo che tra un’operazione anti mine e l’altra, il battaglione Azov è stato riconosciuto colpevole di uccisioni di massa, occultamento di cadaveri e tortura.
Gramellini e Huffpost: “Sono nazisti ma…”
La moda di rivalutare gli uomini e le azioni del reggimento Azov ha però ipnotizzato diversi esponenti del giornalismo italiano. Come Massimo Gramellini, editorialista del Corriere della Sera, che fino a pochi mesi fa non avrebbe mai perdonato a nessuno nemmeno uno scatto casuale in compagnia del più anonimo tesserato di CasaPound.
Invece oggi Gramellini usa la passerella della televisione pubblica per elogiare tale Vyacheslav Abroskin, generale ucraino apertamente neonazista vicino al battaglione Azov. Difficile credere che gli ebrei possano definire giusto un personaggio che si rifà al nazionalsocialismo e crede alla superiorità della razza ariana.
Questo capovolgimento della realtà è stato poi compiuto dall’Huffington Post che in riferimento ad Abroskin scrive di “lettera spezzacuore”, parlando genericamente di un generale ucraino, senza fare riferimento alla sua ideologia nazista. D’altronde era stato lo stesso HuffPost a diffondere un editoriale con un titolo che suscitò l’ilarità della rete: “Perché l’Ucraina per difendersi usa anche i nazisti ma non è nazista”.
La svastica? “Un simbolo del solare”
Questa rivalutazione del nazismo in Occidente è arrivata ad episodi surreali, come l’elogio della svastica fatto dall’artista ucraina Ulyana Kinash, nel corso della trasmissione Non è l’Arena, interrotta da Giletti non per rettificare quanto appena detto, ma per lanciare la pubblicità come se nulla fosse.
Sdoganare svastiche e nazismo in prima serata potrebbe però non essere frutto di sviste o errori del mainstream, ma di una calcolata necessità politica. Secondo gli ultimi sondaggi infatti la maggioranza degli italiani si è espressa contro l’invio di armi verso l’Ucraina, forse perché conscia della pericolosità di entrare in un conflitto con la Russia e di armare personaggi discutibili. La pulizia di immagine del battaglione Azov è quindi l’ultimo goffo del mainstream per fare fessi i cittadini italiani.
(fonte: https://www.byoblu.com/2022/04/06/a...ttaglione-azov/)