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«CARGO 200» di Balabanov
Autore Messaggio
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Messaggio Re: «CARGO 200» Di Balabanov 
 
Zarevich ha scritto: [Visualizza Messaggio]
E voi scrivete che il film di Tornatore non sarà capito negli USA. Dipende dallo spettatore americano. Anche il film di Balabanov non può essere capito bene da tutti. Se i giornalisti scrivono tali recensioni banali e “a rovescio”, vuol dire che Balabanov non è riuscito a convincerli. Ma il film di Balabanov l'hanno guardato non solo i critici.


In generale penso che sia difficile capire un film se presentato in un contesto sociale diverso. Ma il commercio ci mette lo zampino, il problema della diffusione dei filmfilm italiani negli Usa è che  non hanno una grande distribuzione, sono proiettati solo in poche sale di alcune grandi metropoli. Generalmente non sono mai doppiati. Lo spettatore medio preferisce commedie brillanti, film d'azione, e confezionati in un certo modo.... Certo che se i critici aiutassero FORSE le cose andrebbero un po' meglio.
Dispiace osservare che in Italia molte multisale sono state comprate da Warner, per questa ragione è sempre più difficile anche nel nostro paese vedere prodotti non americani...
  




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Miayyyy! Myrrr....rrr....
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Messaggio Re: «CARGO 200» Di Balabanov 
 
Ho finito di vedere questo film, mi è piaciuto molto. E' terribile e duro, come una cosa velenosa e fredda che entra dentro il corpo.
  




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Messaggio Re: «CARGO 200» Di Balabanov 
 
visto finalmente. dico subito che è uno dei miei generi di film preferiti, ovvero quelli che ti lasciano un pugno nello stomaco. anche se devo dire che Cargo 200 di pugni te ne lascia tanti, non si sazia mai, colpisce sempre più forte. più di tutti, il personaggio che personalmente mi ha ferito tanto è stata la madre di Žurov:


Image


lei.. personaggio simbolico della triste indifferenza, della struggente rassegnazione davanti alla barbarie dell'uomo. suo figlio violenta, maltratta, uccide, viene ucciso... e lei continua a guardare la televisione come se fosse tutto nella norma. ed è proprio questo il problema! la violenza non deve rientrare nella norma, non bisognerebbe abituare gli uomini alla violenza altrimenti diventa cosa di ogni giorno e dunque non colpisce più; e se essa non fa più male allora causa indifferenza. e nel mondo di indifferenza ce n'è tanta in effetti (!).

questa è la mia interpretazione del film e non credo ce ne sia una unica e universale, non in questo genere di film per fortuna.
  




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walk in silence
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Messaggio Re: «CARGO 200» di Balabanov 
 
Dopo tutto quello, che ho letto nel forum su questo film, avevo preparato lo stomaco alla visione... e per fortuna! Tutto si può dire di questo film, così complesso, meno che si tratti di un film piacevole; non lo è, ovviamente, per la crudeltà allucinata delle situazioni, non lo è neanche per lo stile della fotografia, sempre deprimente ed ancora non lo è per la scelta degli esterni (vecchie fabbriche, case decrepite etc.). Mi sembra molto calzante il paragone, proposto da Zarevich, con Salò o le centoventi giornate di Sodoma di Pasolini (un film altrettanto imperdibile e spiacevole): ho trovato nelle due pellicole  la stessa miscela di surrealismo ed iperrealismo: il delirio e la descrizione lucida e minuziosa dei fatti.
Dai precedenti commenti, è emersa nettamente una problematica: questo film dipinge un affresco storico della crisi finale dell'URSS, con le sue tinte forti, usate come metafora della violenza del regime, oppure è una riflessione sulla malvagità, intesa come un aspetto della condizione umana, nel senso più universale dell'espressione e soltanto per esempio ambientata nell'Unione Sovietica?
Se il film vuol'essere innanzitutto una critica all'URSS, allora è uscito un pò in ritardo, perché, quanto più è eroico  dissentire, mentre è al potere un regime, che può annientarti, tanto più diventa ridicolo farlo, quando ormai il regime non esiste più. Sono dunque convinto, che la riflessione di Balabanov sia rivolta a tutti gli uomini di ogni luogo e di ogni tempo; tuttavia, essendo il regista un russo, gli è sembrato naturale ambientare la storia nel suo paese, piuttosto che altrove. Questo però non significa, che B. si sia limitato a girare il, film sotto casa, per pura comodità. E' fuori discussione, che il film contiene anche un grande e magnifico affresco dell'URSS di quegli anni e che individua nella perdita di fiducia verso il loro regime da parte dei popoli sovietici, seguita alla disfatta afgana, il momento di una grave crisi collettiva di coscienza; tutto questo è suggerito già nel titolo del film.
Semplicemente però non è questo il tema principale.
Con il pretesto di una situazione estrema, il film mette a confronto uomini che, possiedono dei valori con altri, che non ne possiedono affatto (e che questo accada nell'URSS o altrove è davvero insignificante). Forzando parecchio la mano, si potrebbe dire, che si tratta del confronto tra una visione del mondo con Dio ed un'altra senza Dio.
Se esistono dei mostri, ci dice B. quelli sono gli uomini, che hanno smarrito il loro senso etico, per indifferenza, per assuefazione al male, per conformismo e vigliaccheria, per avidità e corruzione oppure soltanto perché non riescono più a prestar fede ai valori nei quali hanno sempre creduto. Esiste in questi casi una sola possibilità di ritrovare la propria umanità, quella di ricercare valori più autentici, la strada che percorrerà il professore di Ateismo Scientifico alla fine del film.
  



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Messaggio Re: «CARGO 200» Di Balabanov 
 
«CARGO 200» - «ГРУЗ 200»
  



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