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«OMAGGO ALLA RUSSIA»
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«OMAGGO ALLA RUSSIA» 43ma Edizione Festival delle Nazioni
Città di Castello (Perugia), 26 agosto - 5 settembre 2010

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Il Festival delle Nazioni è nato a Città di Castello nel 1968 con lo scopo di valorizzare il patrimonio artistico dell’Alta Valle del Tevere e occupare uno spazio di qualità nelle manifestazioni culturali italiane ed europee di maggior pregio. L’asse culturale del Festival si è caratterizzato sin dai primi anni per la scelta di una Nazione ospite di cui viene presentato il meglio della produzione musicale in scenari naturali ed architettonici particolarmente suggestivi. In questo contesto il contributo offerto dal Festival delle Nazioni alla integrazione europea attraverso l’arte e la cultura è stato universalmente apprezzato.
La 43ma Edizione del Festival delle Nazioni che si svolgerà a Città di Castello dal 26 agosto al 5 settembre 2010, rende omaggio alla musica russa. La complessa e travagliata storia di questo grande Paese che ha esteso i suoi confini su tre continenti Europa, Asia e America nel suo periodo di massima espansione, ci interessa soprattutto per i rapporti culturali instaurati, sviluppati con le altre culture europee.
Tre dunque i grandi filoni esplorati dall’edizione di quest’anno:
il rapporto con l’Italia nel XVIII secolo, epoca del consolidamento dell’impero creato da Pietro il Grande, in particolare durante lo sviluppo della capitale San Pietroburgo. In questo periodo la Fortezza di San Pietro e San Paolo si trasforma in città e viene proclamata capitale nel 1712. E’ un’epoca in cui l’Italia eccelle in tutti i campi e ad ampliare la città e renderla appunto degna di una capitale europea verranno chiamati gli architetti  Francesco Bartolomeo Rastrelli, che progettò il palazzo d’inverno residenza dell’imperatore fino alla rivoluzione di ottobre, Carlo Rossi e Giacomo Quarenghi, che tra l’altro progettò il Teatro dell’Ermitage.
L’imperatrice Anna Iovanovna diede inizio alla consuetudine di chiamare a corte maestri italiani, in particolar modo esponenti della scuola napoletana, come Francesco Araja che vi rimase per ben 25 anni; fu la volta poi di Giovanni Battista Locatelli prima che Caterina II, la Grande, nominasse Galuppi, poi Traetta, e ancora Paisiello che compose proprio a San Pietroburgo il suo famosissimo Barbiere di Siviglia; poi fu la volta di Giuseppe Sarti e del grande Cimarosa. Dunque una lunga serie di autori italiani che per tutto il secolo composero opere serie e comiche, musica sacra (eccellente esempio ne fu il  Requiem di Cimarosa) e musica da camera d’occasione, impregnando di cultura italiana la corte russa.
A questo periodo il Festival dedicherà una significativa  serata, a cura dello studioso di cultura russa Mario Corti, con l’esecuzione di brani di Baldassarre Galuppi, Giovanni Paisiello, Carlo Tessarini da Rimini, Dmitry Bortniansky, Domenico Cimarosa e eseguite da più affermati esecutori di questo repertorio con strumenti originali, il complesso cameristico Musica Petropolitana di San Pietroburgo. La serata prenderà le mosse dalla “storia della mia vita” di Giacomo Casanova e dalle descrizioni dei personaggi che appunto risedettero a corte; cercando di ricreare quell’ambiente internazionale a cui la prussiana Caterina di Russia cercò di improntare le sue idee di riforma dello stato. Si pensi ad esempio all’ospitalità fortemente voluta che diede agli enciclopedisti Diderot e d’Alembert e all’intenso carteggio che ebbe con Voltaire.
L'altro filone esplorerà l’ottocento, periodo in cui si creano diverse generazioni di autori che assumono nel loro linguaggio le istanze culturaliche aspiravano  alla creazione di una identità nazionale. Dopo il capostipite Glinka, considerato il primo grande autore di scuola russa, il gruppo dei cinque (Balakirev, Cui, Musorgskij, Rimskij-Korsakov, Borodin) detto anche 'la banda invincibile', rappresenta la prima grande sintesi della spinta alla creazione di un linguaggio nazionale, che pur non prescindendo dalla esperienza sinfonica europea si caratterizza per un uso del timbro e del ritmo assolutamente legato alla tradizione russa.

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Di Rimskij-Korsakov, il mezzosoprano Julia Gertseva, proporrà una selezione di liriche tratte dall’op. 43 In Spring e dall’op.46 By the Sea, alcune delle Romanze di Rachmaninov e Songs and Dances of Death di Musorgskij.

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Il Borodin Quartet eseguirà il quartetto per archi n. 2 di Borodin, il quartetto per archi n. 1 e il Quartettsatz in Si Bem. Maggiore di Čajkovskij.
Čajkovskij rappresenta un livello di maturazione del linguaggio, seppure eclettico, senz’altro più originale ed europeo (evidente l’influenza di Bizet ma anche di Schumann e Mendelssohn) oltre ai quartetti, potremo ascoltare, con la giovane violinista russa Anastasia Chebotareva, una sequenza di pezzi dal Balletto “Lo Schiaccianoci” e dal Balletto “Il Lago dei Cigni”, mentre la famosissima Serenata per archi sarà presente nel programma del concerto inaugurale del Festival, che vedrà protagonisti I Solisti di Mosca diretti da Yuri Bashmet.

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Il '900, secolo dei grandi rivolgimenti politici e sociali, esprime in Russia alcuni degli autori che rispecchiano al meglio la complessità dei rapporti tra musicista e società. I più importanti compositori russi partecipano anzi stimolano la rivoluzione del linguaggio musicale europeo. Esempio ne è Stravinskij che assurge per certa critica storica a uno dei modelli  di reazione alla crisi del linguaggio romantico provocata dal progressivo disfacimento dei linguaggi consolidatisi durante l’ottocento. Il suo formalismo e poi il neo classicismo vengono letti oltretutto come reazione consapevole alla cosiddetta 'degenerazione' della scuola di Vienna e al linguaggio dodecafonico. L'Orchestra Sinfonica Abruzzese eseguirà la suite Pulcinella, e in occasione dell’anniversario dei 200 anni dalla nascita di Chopin, il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in fa minore, op. 21 con Ivo Pogorelich.
Šostakovič visse una storia decisamente più travagliata dal punto di vista politico e musicale; ne è testimone il suo linguaggio ricco di problematicità ma anche di suggestioni dall'atonalità al politonalismo, dal jazz al folklore. Avremo modo di ascoltare la sonata in re minore op. 40 da Mischa Maisky che completerà il programma con una variegata proposta di brani di Rachmaninov.
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L’Überbrettl Ensemble e il soprano Sabina von Walther proporranno, di Šostakovič, le Sette Romanze su poemi di A. Blok op. 127, suite per soprano, violino, violoncello e pianoforte.
In uno spettacolo dedicato allo stesso Šostakovič, con la voce narrante di Sandro Cappelletto accompagnata dal Quartetto Savinio e Marco Scolastra, verranno eseguiti il Trio in mi minore op. 67 e il Quintetto in sol minore op. 57. Il poliedrico pianista Stefano Bollani, già ospite del Festival con una sorprendente fantasia su temi mozartiani, oltre al repertorio previsto in “Stefano Bollani Piano Solo”, proporrà alcune improvvisazioni su temi russi. Presso le Terme di Fontecchio si terrà il concerto del vincitore del Premio Calpurnia 2009 classe di violino, Giaele Widmer, che presenterà brani di Prokof’ev e Čajkovskij. Di Stravinskij ascolteremo, con Corrado Giuffredi, Tre pezzi per clarinetto solo, e in duo con Linda di Carlo, la Canzone per clarinetto e pianoforte di Sergey Taneyev. Nello stesso concerto, con Danilo Rossi e Stefano Bezziccheri, verrà eseguito il Trio Pathetique in re minore per clarinetto viola e pianoforte di e la Sonata in re minore per viola e pianoforte di Mikhail Glinka. Con Federico Mondelci e Filippo Farinelli ascolteremo la Sonata per sassofono e pianoforte di Edison Denisov.
Arcadi Volodos presenterà una selezione di brani di Skrjabin e Schumann.

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Altre iniziative molto significative dal punto di vista  culturale, che coinvolgeranno gruppi artistici umbri e tifernati, vedranno la partecipazione del coro Collegium Vocale Tifernum diretto dal M° Mario Cecchetti, il 29 agosto, con l’esecuzione del Requiem di Domenico Cimarosa. Il 3 settembre la compagnia teatrale Politheater, curerà uno spettacolo su Vladimir Majakovskij. Il 4 settembre, la Corale “Marietta Alboni” con il tenore David Sotgiu, diretti dal M° Marcello Marini, presenteranno una selezione di canti popolari russi.

(dal sito ufficiale del festival: http://www.festivalnazioni.com)

  



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