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«ANTON CECHOV: IL MEDICO DELL’ANIMA»
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Messaggio «ANTON CECHOV: IL MEDICO DELL’ANIMA» 
 
Di tutti i libri su Anton Cechov, quella di Izmajlov è il migliore


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Zarevich
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Messaggio «ANTON CECHOV: IL MEDICO DELL’ANIMA» 
 
Anton Pavlovich Cechov Антон Павлович Чехов
«LA CORRISPONDENZA CON LA MOGLIE»
«ПЕРЕПИСКА С ЖЕНОЙ»
Casa Editrice «Zakharov» Mosca 2003 (Pagine 832)
Издательство «Захаров» Москва 2003
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Le lettere di uno scrittore devono possedere, oltre ai materiali biografici, valori supplementari e particolari per occupare il loro posto sullo scaffale di un lettore. Lo scrittore geniale come Anton Cechov era un maestro incomparabile delle lettere. Le sue lettere si distinguevano per la sua originalità e la prontezza di spirito, la precisione delle caratteristiche e delle definizioni. È un abilità “cechoviana” di abbigliare un senso profondo in una forma leggera, chiara e trasparente. La corrispondenza bilaterale di Cechov con sua moglie Olga Knìpper è uno splendido romanzo in lettere ed è stata pubblicata nel 1932, 1934, 1972 e l’ultima volta nel 2003.
L’ultima pubblicazione in un volume contiene la maggior parte delle lettere anche se non tutte per motivi etici … Nel libro c’è il dettagliato indice di tutti i nomi menzionati nella corrispondenza. Anton Cechov, il famoso scrittore russo, conosciuto per i suoi racconti e le piece per teatro dell’amore. Però la più interessante storia d’amore è il suo rapporto con l’attrice del Teatro d’Arte di Mosca (МХАТ) Olga Knipper. Quasi per cinque anni del suo matrimonio Cechov viveva lontano da sua moglie, ma il loro matrimonio venne sorretto da 800 lettere scritte a loro stessi. Anton Cechov e Olga Knipper si incontrarono in settembre del 1898 a teatro durante la lettura per gli attori, da Checov stesso, della sue piece «Il Gabbiano» («Чайка»). Lui aveva 38 anni, lei invece 30. Nel corso di sei anni i loro rapporti cambiarono più volte. All’inizio erano come i rapporti fra un drammaturgo e un’attrice, poi come degli amanti, poi marito e moglie e alla fine come uno scrittore malato gravemente e un’infermiera e una nottante presso il marito. Cechov mori all’età di 44 anni. Per un insieme di circostanze la maggior parte del tempo loro vivevano lontano l’uno dall’altra. Olga Knipper recitava al teatro a Mosca, il malato Cechov viveva nella città di Jalta. Passavano il tempo insieme solo in estate, quando Olga arrivava da lui a Jalta. Il nome di Olga Knìpper-Cechova è legato indissolubilmente con due fenomeni nella cultura russa. È il Teatro d’Arte fondato da Stanislàvskij e Nemiròvich-Dàncenko e Anton Cechov, suo marito.
Lei recitò nel teatro quasi tutta la sua vita dal momento della sua fondazione. Con Cechov furono legati gli ultimi sei anni della sua vita e Cechov morì tra le sue braccia. Lei visse una lunga vita e mori all’età di 91 anni nel 1959 a Mosca. Olga Knìpper-Cechova era la prima interprete di tutte le parti principali nelle piece di Cechov: «Il Gabbiano» (1898, Arkàdina), «Zio Vanja» (1899, Elena Andrejevna), «Tre Sorelle» (1901, Masha), «Ivanov» (1901, Sarra), «Il Giardino di Ciliegi» (1901 Ranèvskaja).
Cechov muore a Badenwailer, in un albergo, il 2 luglio 1904. Perché non ci fossero dubbi, dopo aver detto alla moglie, in russo, «Muoio» («Умираю»), aggiunse, rivolto al medico tedesco :  «Ich sterbe»

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Cechov 2.jpg
Descrizione: Anton Pavlovich Cechov
«LA CORRISPONDENZA CON LA MOGLIE»
Casa Editrice «Zakharov» Mosca 2003 
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Cechov 2.jpg

Cechov 1.jpg
Descrizione: Anton Pavlovich Cechov
«LA CORRISPONDENZA CON LA MOGLIE»
Casa Editrice «Zakharov» Mosca 2003 
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Cechov 1.jpg







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Zarevich
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Messaggio «ANTON CECHOV: IL MEDICO DELL’ANIMA» 
 
La più completa edizione delle opere di Cechov
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In Russia uscirà l’edizione delle opere complete di Anton Cechov in 35 volumi.
La casa editrice «VOSKRESENJE» («ВОСКРЕСЕНЬЕ») fisserà la pubblicazione per una determinata data del 150 anniversario di Anton Cechov che sarà celebrato nel 2010. Il primo volume è già è andato in stampa il 28 gennaio 2008. La Casa editrice afferma che l’edizione di 35 volumi sarà la più piena e completa.
L’edizione precedente delle opere complete di Anton Cechov in 30 volumi era uscita nella casa editrice «NAUKA» nel 1980 a cura di N.Belcikov.



Ultima modifica di Zarevich il 18 Apr 2018 09:25, modificato 1 volta in totale 





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Zarevich
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Messaggio «ANTON CECHOV: IL MEDICO DELL’ANIMA» 
 
Una preziosa opera per ogni amante della prosa e del genio di Anton Cechov.
Non sono mai riuscito a scoprire quante sono le opere scritte da Cechov.  Sapevo che solo i racconti erano oltre duecento.
In Italia i suoi racconti sono raccolti in dieci volumi, ma non sono sicuro che siano compresi davvero tutti.
In ogni caso per me sono tutti da leggere, ed avere negli scaffali della propria libreria la sua opera omnia è di sicuro motivo di vanto, oltre che naturalmente di piacere.
  



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Messaggio «ANTON CECHOV: IL MEDICO DELL’ANIMA» 
 
Io conosco questo libro, ho avuto la fortuna di leggere la corrispondenza bilaterale di Anton Cechov e Olga Knipper e concordo pienamente che sia “uno splendido romanzo in lettere”!
E' una lettura meravigliosa, toccante e indimenticabile! Del resto come i rapporti tra questi coniugi eccezionali!
  



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Credo che in Italia l’epistolario tra Anton Cechov e Olga Knipper sia stato pubblicato nel 1989 con il titolo “Lo scrittore Cechov non ha dimenticato l’attrice Olga Knipper”.
 E’ un volume fuori commercio, ma sono ottimista di riuscire a trovarlo e leggerlo; sono convinto anch’io che ne valga altamente la pena.
  



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Messaggio «ANTON CECHOV: IL MEDICO DELL’ANIMA» 
 
Myshkin ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Credo che in Italia l’epistolario tra Anton Cechov e Olga Knipper sia stato pubblicato nel 1989 con il titolo “Lo scrittore Cechov non ha dimenticato l’attrice Olga Knipper”.
 E’ un volume fuori commercio, ma sono ottimista di riuscire a trovarlo e leggerlo; sono convinto anch’io che ne valga altamente la pena.


 Laughing Sì, il volume "Lo scrittore Checov non ha dimenticato l'attrice Knipper" è fuori commercio, ma le maggiori biblioteche ce l'hanno e si può avere a prestito (la Biblioteca Nazionale di Roma, solo per citare un esempio, ne ha, mi sembra, 3 copie). Merita, merita, merita leggerlo: è molto bello e ne viene un ritratto splendido e "intimo" di un uomo ed una donna (non importa che si chiamassero Checov e Knipper...) che molto si sono amati nel poco che hanno potuto condividere la loro vita...
Lo consiglio vivamente perchè si legge "come un romanzo" e "va via" speditamente. Ah non contiene tutte le lettere ma solo quelle scritte negli anni 1902-1904.

  



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Messaggio «ANTON CECHOV: IL MEDICO DELL’ANIMA» 
 
Grazie per le tue precisazioni e soprattutto per la conferma che questo libro è davvero una preziosa lettura, cara Roxie.  Thumbup
Io comunque sono un po' feticista con i libri che leggo, soprattutto se li ho amati, ovviamente, e preferisco che si fermino per sempre negli scaffali della mia libreria.
Ho già trovato dove acquistarlo, e tra qualche giorno lo avrò in mano!  Wink
  



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Messaggio «ANTON CECHOV: IL MEDICO DELL’ANIMA» 
 
Myshkin ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Grazie per le tue precisazioni e soprattutto per la conferma che questo libro è davvero una preziosa lettura, cara Roxie.  Thumbup
Io comunque sono un po' feticista con i libri che leggo, soprattutto se li ho amati, ovviamente, e preferisco che si fermino per sempre negli scaffali della mia libreria.
Ho già trovato dove acquistarlo, e tra qualche giorno lo avrò in mano!  Wink


Laughing Che fortuna, Myshkin !!! Io ho "dovuto"  Rolling Eyes  cercarmelo in fretta, a suo tempo, e sono riuscita ad averlo a prestito in pochissimi giorni... Ma, siccome desideravo "tenermelo" (a parte tutto io sono una "grafomane" incallita... Wink ) me lo sono fotocopiato e così ora ce l'ho sul comodino e mi rileggo sempre qualche lettera...In più: ne ho fatte altre copie e regalate a persone che, ero certa, lo avrebbero apprezzato...E così è stato....


Jalta, 5-6 marzo 1903

...Però io ho tanta nostalgia, desidero tanto vederti che sto perdendo la pazienza, continuo a chiamarti. ....
...Scrivi che non sai come sarà il nostro incontro, ma io ho la sensazione che ci siamo separati appena ieri, e ti accoglierò come se non avessi cessato neppure per un giorno di essere mia...
...vieni a Jalta dopo Pietroburgo; in generale, valuta ogni cosa come si deve, e se non riterrai utile o possibile venire, sia pure, mi rassegnerò, sarò io a partire, senza tanti discorsi. Devi essere tu a decidere poichè sei una persona che lavora, che ha degli impegni, mentre io gironzolo per questo mondo come un' ombra....
Ti abbraccio e ti bacio
                                                                                                                             Il tuo marito fuori ruolo A.

Mosca. 24 settembre 1903

... Non ti arrabbiare, caro, non scrivere lettere pessimistiche. Tu come scrittore sei necessario, terribilmente necessario, necessario per riposare, perchè gli uomini ricordino che esistono al mondo la poesia, la bellezza autentica, i sentimenti delicati, che ci sono creature che amano, umane e che la vita è grande e bella.
E il tuo lirismo? Ogni tua frase è necessaria e in avvenire sarai ancora più necessario. Oh, se avessi il dono della parola quante cose ti direi! Scaccia lontano da te i pensieri inutili. Abbi pietà degli uomini, renditi conto che sei loro necessario. Non ti allontanare, mai dai tutto quello che puoi della tua anima ricca.
Scrivi e ama ciascuna tua parola, ciascun pensiero, ciascuna creatura che coltivi e sappi che tutto questo è indispensabile all'umanità.
Non esiste un altro scrittore come te, perciò non rinchiuderti, non ritirarti in te stesso ...
                                                                                                                                          Tua Olja

  



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Messaggio «ANTON CECHOV: IL MEDICO DELL’ANIMA» 
 
«LE MIE REMINISCENZE DI CECHOV»

Vladimir Nabokov disse che «Cechov scriveva i libri tristi per gli uomini allegri». Ecco per noi, «gli uomini allegri», sono scritti questi libri, davvero tristi e a cui noi, «gli uomini allegri», ci rivolgiamo continuamente, li rileggiamo o andiamo a teatro per vedere sulla scena quelle narrazioni che per noi, «agli uomini allegri», diventeranno più tristi.
Le tre pièce di Cechov, «Il Gabbiano», «Le Tre sorelle» e «Il Giardino di Ciliegi» e aggiungemo qui la quarta pièce «Zio Vanja». Su cosa sono scritte? Di che cosa si tratta? Perché da più di cento anni noi, «gli uomini allegri», non possiamo calmarci e non possiamo capire fino alla fine di che cosa lui, Cechov, scrisse.

Di cosa tratta «Il Gabbiano»? Forse è la più misteriosa pièce e la più enigmatica. Il gabbiano, il bell’uccello, volava sopra il lago, era libero. Ma ecco è arrivato un uomo allegro e così, senza pensarci sopra, tanto per divertirsi, uccide col fucile questo gabbiano per poter, poi, da questo gabbiano farne un animale impagliato. Quest’impagliato lui lo metterà nel suo studio per la decorazione degli interni e dirà sempre a tutti che è un gabbiano che uccise lui stesso.
Ma non è già un gabbiano, è la sua parvenza impagliata …

Le tre sorelle Pròzorov. Vivono in una città provinciale dove non ci sono neppure dei teatri decenti o dei musei. Una città in cui raramente arriva la gente di alta società. Le sorelle ci vivono e soffrono. Loro vogliono partire per Mosca, nella città in cui sono nate e dove è passata la loro infanzia piena di passione e allegria. Durante tutta la pièce loro ripetono la stessa frase «A Mosca … A Mosca … A Mosca …» ed aspettano con impazienza quel giorno quando potranno partire per Mosca e tornare a quella città dove vivono i loro ricordi. Secondo loro proprio a Mosca tutto cambierà e loro di nuovo saranno felici. È una certa pièce «ferroviaria». Ma che e chi gli impedisce di andare alla stazione ferroviaria, di comprare i biglietti e di partire per Mosca? È così semplice. Ma vediamo che non si può tornare lì, dove era bene. Quel «bene» non c'è, lì c'è tutt'altro. È la nostra attesa eterna, che da qualche parte ci stanno aspettando, che lì alla svolta della strada, nell’altra città, nell’altro Paese sarà tutto meglio che qui. «La banda suona così allegra, così gioiosa, e sembra quasi che tra non molto potremo finalmente sapere perché viviamo, perché soffriamo … Saperlo! Oh, saperlo!»

«Il Giardino dei Ciliegi». Della vendita del podere parlano già dal primo atto della pièce. L'intreccio del dramma è già contrassegnato, ma lo sviluppo dell’atto è assente. Si propongono diverse vie per la soluzione del problema: «demolire tutte le vecchie costruzioni, questa casa che non è più utile a nessuno, tagliare gli alberi del giardino dei ciliegi ...» e il terreno concederlo in affitto ai villeggianti. È una «soluzione pratica» proposta da Lopàkhin che viene rispinta subito come triviale.
Nel secondo atto la collisione del soggetto dell’asta futura è come rimandata. Del destino del giardino dei ciliegi, sembra che si ricordi solo Lopàkhin il quale richiama e persuade Ranèvskaja che si deve in via definitiva decidere senza perdere tempo. Ma lo non sente e non vuole sentirlo nessuno. I personaggi principalmente «filosofeggiano». Tutti noi, lettori, sentiamo l’intensità drammatica di quello che non accade. Gli evventi stanno sospesi come le nuvole temporalesche. Si aspetta quello che dovrà accadere fra poco. Scoppia il temporale nel terzo atto, ma fuori il palcoscenico. L’asta si svolge in città. È la scena madre nello sviluppo del soggetto. Il giardino dei ciliegi è venduto e il suo nuovo padrone è Lopàkhin. È in questa scena non vedremo nessuna lotta né qualsiasi disaccordo fra i personaggi. Gàev sventola la mano in risposta alla domanda della sorella, piange, ma udendo il rumore delle palle da biliardo, si calma immediatamente. Vàrja getta il mazzo delle chiavi. Ranèvskaja piange, ma Anja la calma: «Pianteremo un nuovo giardino, più rigoglioso di questo, lo vedrai …». Nel quarto atto i personaggi dicono addio alla casa dimenticandosi nell’affaccendamento del vecchio servo Firs. E questo finale si può considerare come il punto culminante nello sviluppo del soggetto psicologico. È l’incomprensione degli uomini di se stessi e la loro solitudine infinita nel mondo. «Hanno dimenticato» il modo dell’essiccazione dei ciliegi (nel primo atto), «hanno dimenticato» l’anima umana (nel quarto atto). Quindi hanno perso qualcosa, non hanno fatto in tempo a compiere, a fare. «Senza perdere tempo» più volte ripeteva Lopakhin. È difficile non essere d'accordo con lui. I personaggi sono conflittuali verso il tempo che spietatamente loro perdono e sprecano come del resto la loro casa e il loro giardino. Nel terzo atto nel momento dell’attesa dalla città, dall’asta, Charlotte fa giochi di prestigio. Questi giochi sono insensati e spropositati e allo stesso tempo sono tragici. Ci fanno radiografare l’anticipazione o la prevenzione minacciosa dell’asta fatale. Dopo il gioco di prestigio con il plaid Charlotte grida «Fine!» e fugge facendo una riverenza. Così richiamano la grande e la piccola aste, così rimirano i soggetti e micro soggetti. I giochi di mano, di prestigio sono paralleli a quei giochi che fa con i personaggi la vita. Come se cade un’ombra da Charlotte senza casa agli ex padroni del giardino di ciliegi, i quali a dire il vero sono anche senza casa. C’è il tempo impercettibilmente passato via nel corso del quale sono inclusi tutti. E tutto quello che avviene si deve accettare con saggezza e con umorismo. Di questo ci dice Cechov nella sua commedia d’addio, della circolazione e della successione eterna nella nostra vita. Il giardino dei ciliegi simboleggia la memoria storica e personale. Il giardino dei ciliegi è legato con il destino della Russia. La sua perdita e la sua distruzione fa meditare sui capovolgimenti drammatici nella storia russa e sul costo dei cambiamenti nel futuro. Questo problema diventò uno dei principali non solo nell’Ottocento ma anche nel Novecento russo. «Il Giardino dei Ciliegi» è un'opera stupefacente di tutta la letteratura russa. La creò l’autore di una malattia inguaribile che era cosciente del suo momento di uscire. Lui diceva al mondo «Perdona …» e questo stato d'animo si rifletteva nelle battute finali dei suoi personaggi «… addio! … addio!».

Il vostro Zarevich



Ultima modifica di Zarevich il 15 Ago 2023 17:47, modificato 9 volte in totale 

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Zarevich
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Grazie, caro Zarevich, per aver voluto condividere con noi le tue reminiscenze di Cechov.
Tutti sanno che Anton Pavlovich è uno degli autori più rappresentativi della letteratura russa, di quella che viene definita “anima russa” e, continuando, della khandrà, quello stato d’animo così simile alla noia, all’ennui, allo spleen, ma con caratteristiche proprie della natura e del popolo russo; ma pochi sanno davvero perché Cechov sia caro a tutti i russi. Di fatto, non è facile per i non russi capire fino in fondo Cechov, e queste rimembranze sono di sicuro una utilissima chiave di lettura per tutti coloro che vogliono veramente capire l’importanza di Cechov e delle sue opere.
Capire a fondo Cechov significa penetrare il mistero dell’anima russa.
  



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Mi unisco anch'io, grazie Zarevich.
  



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Grazie anche da parte mia!
  



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Zarevich ha scritto: [Visualizza Messaggio]

«Il Giardino dei Ciliegi» è un'opera stupefacente di tutta la letteratura russa. La creò l’autore di una malattia inguaribile che era cosciente del suo momento di uscire. Lui diceva al mondo «Perdona …» e questo stato d'animo si rifletteva nelle battute finali dei suoi personaggi «… addio! … addio!».

Il vostro Zarevich[/color]

....questo post mi sembra un po' sinistro, quasi che Zarevich parli per bocca di Cechov.... Confused
  




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Miayyyy! Myrrr....rrr....
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Vladislav Romànov Владислав Романов
«ADDIO, DOTTOR CECHOV»
«ПРОЩАЙТЕ, ДОКТОР ЧЕХОВ»
Casa Editrice «ACT» Mosca 2007
Издательство «АСТ» Москва 2007
 
L’ottimo dottore, il geniale drammaturgo, Anton Pavlovich Cechov, nonostante l’adorazione del pubblico e l’accoglimento dei critici, l’amoroso attaccamento verso la famiglia e gli amici, restava il più solitario uomo del mondo. Per tutta la sua vita lui temeva i rapporti seri che uniscono l’uomo e la donna, temeva il matrimonio ufficiale il quale inevitabilmente segue dopo la passionalità. Lui era convinto che tale sentimento si confa alla creazione, che amare si deve lontano dagli occhi altrui, dai discorsi oziosi. E solo ad Olga Knipper, alla sua unica moglie, Cechov confessò che l’aveva cercata per tutta la vita e amava solo lei. Glielo confessò solo prima della sua morte…



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ADDIO, DOTTOR CECHOV.jpg
Descrizione: Vladislav Romànov
«ADDIO, DOTTOR CECHOV»
Casa Editrice «ACT» Mosca 2007 
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Zarevich
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