“SE L’ITALIA CONTINUA CON LE SANZIONI CONSEGUENZE IRREVERSIBILI”, CRESCE LO SCONTRO CON LA RUSSIA
Le relazioni tra Italia e Russia sono arrivate ai minimi storici. A certificarlo questa volta sono state le parole del direttore del dipartimento europeo Alexei Paramonov, figura che dipende direttamente dal Ministero degli Esteri del Cremlino.
“Conseguenze irreversibili”
Paramonov ha infatti espresso preoccupazione circa le ultime dichiarazioni del Ministro degli esteri francese, Bruno Le Maire, che ha invocato una “guerra totale finanziaria ed economica alla Russia”. Il pensiero di Paramonov è andato così all’Italia, chiedendosi se, anche questa volta, Roma seguirà la logica delle sanzioni: “Non vorremmo che la logica del ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire, che ha dichiarato la ‘totale guerra finanziaria ed economica’ alla Russia, trovasse seguaci in Italia e provocasse una serie di corrispondenti conseguenze irreversibili”.
Mosca ha così tracciato la sua linea rossa: se l’Italia aumenterà il peso delle sanzioni, scatterà una reazione russa. Di che tipo? La strada ormai tracciata è quella dell’interruzione delle forniture energetiche, tra cui il gas.
Gli aiuti russi all’Italia ai tempi del Covid
Paramonov ha voluto però essere ancora più specifico rispetto all’atteggiamento ambivalente avuto dall’Italia nei confronti di Mosca, in particolare durante i primi mesi dell’emergenza Covid.
“All’Italia è stata fornita un’assistenza significativa attraverso il ministero della Difesa, il ministero dell’Industria e Commercio e il ministero della Salute della Russia. A proposito, una richiesta di assistenza alla parte russa fu inviata allora anche dal ministro della Difesa italiano Lorenzo Guerini, che oggi è uno dei principali ‘falchi’ e ispiratori della campagna antirussa nel governo italiano”.
Ricordiamo che il 22 marzo 2020 il Cremlino inviò in Italia, in particolare a Bergamo, 122 medici militari, virologi ed epidemiologi, 8 equipe mediche composte, insieme a 30 unita’ di mezzi speciali-unità mobili. Quell’aiuto venne inviato su richiesta italiana dell’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al dicastero della Difesa c’era già effettivamente Lorenzo Guerini, ora definito come “falco antirusso” da parte del Cremlino.
Dall’Italia porte chiuse al dialogo
L’accusa di Paramonov a Guerini fa riferimento al ruolo attivo svolto dal Ministero della Difesa nel rifornimento di armi ed equipaggiamenti militari al Governo ucraino, con il decreto legge del 28 febbraio scorso. Le dichiarazioni di Paramonov non sembrano però essere un attacco gratuito, ma appaiono più come un appello per un ritorno alla diplomazia: “Ci aspettiamo che a Roma, come in altre capitali europee, tornino comunque in sé, ricordino gli interessi profondi dei loro popoli, le costanti pacifiche e rispettose delle loro aspirazioni di politica estera”.
Qual è stata la risposta dell’Italia? Ancora una volta si è scelto di chiudere la porta e alimentare l’escalation. Invece che entrare nel merito della questione e magari chiarire una volta per tutte se l’Italia abbia effettivamente richiesto aiuti alla Russia, Mario Draghi si è affrettato a esprimere: “piena solidarietà al ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, vittima di attacchi da parte del Governo russo”.
Così mentre altri Paesi europei, come Francia e Germania, pur percorrendo la strada delle sanzioni, mantengono un canale di dialogo diretto con la Russia, l’Italia sceglie la via dello scontro frontale e che sta portando dritti verso la chiusura delle forniture del gas da Mosca.
(fonte: https://www.byoblu.com/2022/03/20/s...-con-la-russia/)