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«KINDER SORPRESA» E LA RIVOLUZIONE
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«KINDER SORPRESA» E LA RIVOLUZIONE

Un piccolo souvenir di cioccolato è diventato un simbolo del gusto moscovita. Sapevate che molto prima della comparsa del famoso «Kinder Sorpresa», i pasticceri moscoviti avevano già il loro «Kinder» – un vero e proprio «Kinder» locale? Un piccolo miracolo in un guscio di cioccolato, che nascondeva anche una sorpresa all'interno. Gli italiani brevettarono il «Kinder Sorpresa» solo negli anni '70, ma l'idea stessa nacque a Mosca quasi sette decenni prima. Già all'inizio del XX secolo, i banconi pasquali russi erano pieni di uova di cioccolato contenenti giocattoli, immagini o caramelle. Una fabbrica di dolciumi di Mosca ne produsse un'intera collezione: otto tipi di uova decorate, sei semplici e cinque in carta stagnola colorata. Persino i pulcini di cioccolato con sorpresa venivano esposti nelle vetrine dei negozi. I prezzi arrivavano fino a un rublo e mezzo: con quella cifra si poteva avere un pasto completo al ristorante. Il listino prezzi del 1900 elencava cinque varietà di uova di cioccolato. Le uova piccole costavano 25 copechi, mentre quelle più grandi venivano vendute al prezzo di statuette di porcellana. Ognuna aveva un numero che ne indicava la dimensione e il contenuto. Le prime sei contenevano caramelle, mentre le altre contenevano piccole statuette di porcellana, immagini o fischietti. Le uova più grandi raggiungevano i 27 centimetri di altezza, ma a causa delle loro pareti sottili, potevano contenere solo aria. Per la produzione venivano utilizzate rare fave di cacao «Guiacul» provenienti dal Sud America, la cui qualità era considerata eccezionale. Le uova erano avvolte in carta stagnola e carta con motivi pasquali: bambini, cestini, angeli. Ogni motivo corrispondeva al suo numero, come una collezione che necessitava solo di un album di figurine. Quante varietà producesse la fabbrica è un mistero. È noto che la numerazione ufficiale terminava a 31, ma i collezionisti hanno trovato esemplari numerati 64, 74 e persino 110. Alcuni erano giganteschi: alti fino a un metro e mezzo e pesanti circa 60 chilogrammi. Dopo la Rivoluzione bolscevica del 1917, l'azienda fu nazionalizzata, la gamma di prodotti fu ridotta e le uova di cioccolato scomparvero insieme alla Pasqua stessa, che cessò di essere considerata una festa per i bolscevichi. Ritorno dopo un secolo. I moscoviti videro di nuovo le uova di cioccolato con i giocattoli solo negli anni '90. Ma si trattava di ovetti «Kinder» italiani, che non assomigliavano per nulla ai capolavori di cioccolato moscoviti pre-rivoluzionari. Il dimenticato «Kinder» russo rimase solo nei vecchi cataloghi, nelle pubblicità sui giornali e nei ricordi dei discendenti.

  

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