DONBASS: L’UCRAINA PORTA LA RUSSIA ALLA CPI. CHE DÀ RAGIONE ALLA RUSSIA

2 maggio 2017Dario Rivolta.di Dario Rivolta *

–Nonostante la stragrande maggioranza degli italiani continui a non capire e tantomeno approvare l’ostilità europea contro la Russia e le relative sanzioni, la maggior parte dei media italiani insiste nel presentare la questione ucraina soltanto dal punto di vista americano. Non c’è da stupirsi, quindi, che nessuno abbia riferito (per quanto io possa aver letto o sentito) di un’interessante sentenza della Corte penale internazionale dell’Aia che riguarda proprio quella situazione. Poiché quel giudizio entra nel vivo della questione, saremo noi a parlarne.Il governo ucraino aveva interpellato la Corte chiedendo di condannare Mosca per il supporto dato ai separatisti dell’Ucraina dell’est. Chiedeva, nella sua denuncia, che la Russia fosse condannata perché sin dal 2014 “era intervenuta militarmente, finanziando atti di terrorismo e violando i diritti umani di milioni di cittadini ucraini, compreso, per molti di loro, il loro diritto alla vita”.Con grande delusione di Petro Poroshenko e compagni, in data 19 aprile la Corte ha sentenziato che “non esistono le condizioni richieste per suggerire misure di condanna”. La Corte ha anche aggiunto che entrambe le parti, e non la sola Russia (come invece continuamente propagandato da americani, polacchi, britannici e dalla stessa Bruxelles), devono rispettare e applicare in toto gli accordi di Minsk, ricordando che quanto concordato era stato firmato e approvato da tutti, ivi compreso le rappresentanze di Donetsk e Lugansk.Il Tribunale dell’Aia ha escluso che l’intervento russo a favore degli abitanti dell’Est-Ucraina possa qualificarsi come “aggressione” e “occupazione” (definizioni invocate da Kiev), riconoscendo di fatto che l’aiuto russo è legittimo. La critica a Mosca, infine, non riguarda l’avvenuta riunificazione con la Crimea, bensì la possibile discriminazione in atto contro i locali tatari e gli etnici ucraini.Il fatto che l’Aia si sia pronunciata sull’argomento significa che vi riconosce la propria giurisdizione e, poiché tutti i governi europei riconoscono l’autorità di questo Tribunale, dovrebbero avere il coraggio di essere conseguenti e trarne le relative conclusioni. In altre parole, contrariamente a quanto una propaganda interessata continua a propinarci, le popolazioni delle regioni est dell’Ucraina stanno soltanto difendendo i propri diritti violati da Kiev e non il contrario. Il governo italiano ha più volte dichiarato, così come hanno fatto ungheresi, greci, e, a singhiozzo, anche i francesi, che sarebbe bene finirla con le sanzioni contro Mosca, che stanno soltanto danneggiando la nostra economia. Poiché la decisione di prorogarle o di chiuderle richiede l’unanimità’ dei Paesi membri, quando finalmente Roma avrà il coraggio di pronunciare la parola “Basta!” ?

* Già deputato, è analista geopolitico ed esperto di relazioni e commercio internazionali.

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