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«DI CHE COSA RIDONO I COMPOSITORI?»
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Messaggio «DI CHE COSA RIDONO I COMPOSITORI?» 
 
«DI CHE COSA RIDONO I COMPOSITORI?»
«НАД ЧЕМ СМЕЮТСЯ КОМПОЗИТОРЫ?»

Niente umano è estraneo ai compositori compreso l’umorismo. Però il senso dell’umorismo compositori l’hanno abbastanza particolare. Persino le barzellette raccontate dai musicisti portano un carattere professionale e spesso sono capite solo da loro stessi. Di che cosa ridono musicisti e noi, gli ascoltatori, se possiamo condividere il loro umorismo? Il principio fondamentale dell’umorismo nella musica è una certa possibilità di dimostrare delle cose banali sotto un'altra angolazione straordinaria oppure di esporre delle figure ufficiose in stato travisato e esagerato portandole all’assurdità e alla caricatura. Ne segue che ci siano due oggetti per gli scherzi musicali: la banalità che a volte prendono un aspetto della volgarità o della trivialità e l’ignoranza piena di sé.  

I.
«GLI SCHERZI NON RIDICOLI» «НЕСМЕШНЫЕ ШУТКИ»
La maggioranza schiacciante degli «scherzi» e «umoresche» musicali praticamente non hanno nulla a che vedere con l’umorismo comprensibile. I famosi pezzi musicali come «Scherzo» («Badinerie», dalla Suite per orchestra №2, si minore) di Johann Sebastian Bach, «Umoresca» («Humoresque», Op.101, №7) di Antonin Dvořák o «Umoresca» (Op.10, №5) di Serghej Rachmaninov, possono destare ammirazione, ma è poco probabile che faranno ridere. Queste composizioni musicali sono piuttosto sui generis degli «scherzi dei geni», composti facilmente, non del tutto seriamente. Si può trattarle con leggerezza, ma ridere a più non posso non è obbligatorio.

Johann Sebastian Bach: Suite No.2 in B Minor, BWV 1067: «Badinerie»  
https://www.youtube.com/watch?v=fheIkFVdOO4
SOLISTI dell’Orchestra Sinfonica di San Pietroburgo
Варвара Захарова (flauto) Varvara Zakharova
Юлия Усова (violino) Julia Ussova
Анна Чертова (violino) Anna Certova
Кристина Васильева (viola) Kristina Vassiljeva
Наталия Назарова (violoncello) Natalia Nazarova


  

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Descrizione: Johann Sebastian Bach Umoresca 
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Zarevich
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Ringraziano per l'utile discussione di Zarevich :
altamarea (18 Luglio),  
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II.
Lo stesso senso porta la parola italiana «scherzo» nei titoli o nei sottotitoli di molte composizioni musicali. Dapprima «scherzo» era una delle parti della sinfonia classica, poi diventa un genere indipendente. Il carattere formale dello «scherzo» è il ritmo impetuoso e irruento ed anche la forma di tre parti «da capo». Ma nella stessa musica di «scherzo», malgrado il titolo «scherzoso», non sempre è presente l’umorismo, come, per esempio, nello «scherzo» di Chopin.  
In via eccezionale quando lo «scherzo» scritto appositamente in modo ridicolo, è la composizione umoristico musicale «Il Gatto e il Topo» («Кот и Мышь» «The Cat and the Mouse») del compositore statunitense di musica contemporanea Aaron Copland, 1900-1990). L’umorismo in questo «scherzo» risuona come il miagolio.    

Frederyk Chopin: Scerzo №1 si minore:
https://www.youtube.com/watch?v=wcGXLX0ExL0
Suona Dmitrij Kalashnikov, studente del Conservatorio di Mosca
Sala «Rachmaninov», 6 novembre 2012

  

Chopin Scerzo №1 si minore.gif
Descrizione: Chopin: Scerzo №1 si minore 
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Zarevich
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III.
«DIPENDE DAL TITOLO» «ВСЁ ДЕЛО В НАЗВАНИИ»
A volte l’idea umoristica non manifesta nella musica, ma manifesta solo nel titolo della composizione. Il famoso «Rondo à capriccio», Op.129) di Ludwig van Beethoven. Il Rondo, impetuoso, forte e furioso, potrebbe essere capito come una vera tempesta, ma, ma l’autore diede un sottotitolo «La rabbia per un soldo perduto»  («Ярость по поводу утерянного гроша» = «Die Wut über den verlorenen Groschen»). È la tempesta in un bicchier d'acqua e questa tempesta suscita solo un sorrisetto bonario.
Ludwig van Beethoven: Rondo à capriccio, op. 129:
https://www.youtube.com/watch?v=XGQtYhPhPic

  

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Zarevich
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IV.
Un amante particolare dei titoli ridicoli era il compositore e pianista francese Erik Satie (1866-1925). Nella lunga lista delle sue composizioni si può trovare: «Quattro preludi flaccidi per un cane» («Вялые прелюдии для собаки» «Préludes flasques, pour un chien»), «Sonatina burocratica» («Бюрократическая сонатина» «Sonatine bureaucratique»), «I valzer assai disgustosi» («Вальсы, отличающиеся особой отвратительностью» «Valses distinguées du précieux dégoûté») e molte altre. Però nella stessa musica di queste composizioni non c’è niente di ridicolo.

Erik Satie: «Sonatine Burocratique»
https://www.youtube.com/watch?v=4S7YEu99D4A

  

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Descrizione: Erik Satie: Sonatine Burocratique 
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Zarevich
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V.
«L’UMORISMO PER GLI ELETTI» «ЮМОР ДЛЯ ИЗБРАННЫХ»
Contrariamente a questi scherzi esiste un certo umorismo musicale. Un tipico esempio del tal umorismo è la Suite «Il Carnevale degli animali» del compositore, pianista e organista francese Camille Saint-Saëns (1835-1921). La composizione ha un altro titolo «La Grande Fantasia Zoologica» («Большая Зоологическая Фантазия» «Grande Fantaisie Zoologique»). È quella suite in cui entra il famoso «Il Cigno» («Лебедь» «Le Cygne»), il quale grazie al coreografo russo Mikhail Fòkin (Михаил Фокин) e alla ballerina Anna Pavlova (Анна Павлова) diventò famoso in Russia come «Il Cigno morte» («Умирающий лебедь»). In effetti il cigno di Camille Saint-Saëns non aveva nessuna voglia di morire, il cigno altezzosamente e pieno di sé manifestava agli ascoltatori la sua bellezza.
Nei 14 brani del «Carnevale degli animali», tutti molto brevi, si riferiscono ciascuno ad un animale. Non mancano riferimenti dichiaratamente satirici e umoristici. La comicità del brano è data anche dalle citazioni esplicite di brani o motivi conosciuti.
L’onomatopea che era sempre molto popolare fra i compositori francesi anche nei tempi di barocco. Le galline starnazzano nel brano «Galline e galli»: Pianoforti, violini e viola riproducono il chiocciare delle galline per trentacinque battute. Il «chicchirichì» è reso da note corte e incalzanti, con l'acciaccatura sulle note acute.
La voce commovente nel brano «Il cucù nel bosco»: Il cuculo si inserisce con il suo cu-cu (suonato dal clarinetto) in una trama di accordi minimali dei pianoforti. L'atmosfera riproduce i colori e le sensazioni della foresta, con la presenza quasi nascosta dell'uccello.
Appositamente cattivi ragli: «Personaggi dalle orecchie lunghe», il brano riproduce inequivocabilmente il raglio degli asini, con note acute dei violini succedute da note basse (hi-ho). Il titolo del brano però allude anche ai critici musicali del tempo e alla loro aria saccente, presi di mira da Saint-Saëns con questa descrizione caricaturale.
Il brano «Tartarughe»: l'ironia del brano consiste nella scelta del tema. Il famoso Can-can dell'«Orfeo all'inferno» di Jacques Offenbach, originariamente un travolgente balletto, viene qui proposto in versione lenta, evidentemente «adattato» per l'andatura lenta delle tartarughe.
Il brano «Fossili»: i fossili vengono riprodotti dallo xilofono, che fa pensare al rumore delle ossa. I temi di questo brioso brano sono tratti dalla «Danza Macabra» dello stesso Saint-Saëns e dal «Barbiere di Siviglia» di Gioachino Rossini. Con questo brano Saint-Saens prende in giro i critici musicali, considerati vecchi e antiquati.
Il brano più comico è «Pianisti»: la musica di questo brano non è altro che una serie di semplici e ripetitivi esercizi di studio per l'apprendimento del pianoforte. Inserendo la «razza» dei pianisti tra gli animali, Saint-Saëns dipinge una divertente parodia di questi musicisti, costretti ad ore di ripetitivo ed estenuante studio sulla tastiera. Lo strumento stesso viene messo in ridicolo, mentre propone elementari studi piuttosto che scale, arpeggi o virtuosismi.

Camille Saint-Saëns «Il Carnevale degli animali»:
https://www.youtube.com/watch?v=9sopyl3G0eI

  

Camille Saint-Saëns Il Carnevale degli animali.jpg
Descrizione: Camille Saint-Saëns «Il Carnevale degli animali» 
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Zarevich
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VI.
«FAR RIDERE ALLA RUSSA» «СМЕШИТЬ ПО-РУССКИ»
La musica classica russa si distingue, nell'insieme, dalla musica dell’Europa Occidentale con il suo elevato carico filosofico. Proprio per questo, il più delle volte, è difficile usarla come uno sfondo. La musica russa è troppo seria e costringe ad ascoltarla. E persino l’umorismo che a volte è presente nelle composizioni dei compositori russi, non è quasi mai del tutto spensierato. È sempre o la satira, sociale o politica, o il grottesco, o il riso fra le lacrime, il riso che porta una riflessione e un’autodenigrazione. Uno degli esempi da seguire dell’umorismo musicale russo è una  canzone satirica, una scenetta «Il loggione» («Раёк», 1870) di Modest Mussorgskij in cui il compositore derise alcuni noti personalità della cultura di quell’epoca.
La composizione dell’altro compositore di «Могучая кучка» («Il gruppo dei cinque»:  i compositori russi della seconda metà dell'Ottocento: Balàkirev, Borodìn, Mùsorgskij, Rìmskij-Kòrsakov, Kjuì), Aleksandr Borodin (Александр Бородин), «I Bogatyri» («Богатыри» cioè gli eroi dell'epos russo) è incredibilmente ridicola. Nell’Opera lirica di Nikolaj Rimskij-Korsakov (Николай Римский-Корсаков) secondo la favola di Aleksandr Pushkin «Il Galletto d’Oro» («Золотой Петушок») ci sono moltissime cose ridicole e satiriche.  
Nel suo Primo concerto per pianoforte e orchestra Dmitrij Shostakovich usò alcune citazioni musicali assai ridicole.  

Dmitrij Shostakovich: Concerto №1 per pianoforte e orchestra, Oр.35, (finale):
https://www.youtube.com/watch?time_continue=1&v=F8qz2EpXhRY

  

Concerto №1 per pianoforte e orchestra.jpg
Descrizione: Dmitrij Shostakovich: Concerto №1 per pianoforte e orchestra, Oр.35 
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Zarevich
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Messaggio «DI CHE COSA RIDONO I COMPOSITORI?» 
 
Sebbene, a rigor di termini, il compositore non sia affatto obbligato ad avvertire l'ascoltatore e ad informare proprio nel titolo dell'opera che ora comincerà a scherzare. Può scherzare senza preavviso e l'effetto può essere più impressionante. Anche uno sguardo superficiale alla storia della musica è sufficiente per capire: un'ampia varietà di opere musicali è intrisa delle più svariate sfumature di risate - da un sorriso bonario all'ironia, al sarcasmo o a una sorta di inquietante umorismo nero. Papà Haydn si concedeva scherzi divertenti. Una volta insegnò una lezione al pubblico, che aveva l'abitudine di dormire ai concerti. (Nota: a quanto pare, il ruolo dei classici come musica noiosa esisteva ancora, Dio solo sa quando!) Haydn ha scritto la sinfonia più tranquilla e più dolce, appositamente arrangiata in modo tale che non appena gli ascoltatori cullati si sono immersi nelle braccia di Morfeo, il pubblico è rimasto scioccato dal fortissimo e dalla fanfara con tutti gli ottoni. Lo stesso Haydn compose la cosiddetta «Sinfonia d'addio» («Прощальная Симфония»), eseguendo la quale i membri dell'orchestra lasciarono il palco uno dopo l'altro finché non rimase un solo musicista, solo a recitare la sua parte, per poi spegnere la candela e lasciare dietro le quinte in tono buio.
  




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Zarevich
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