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«VALENTIN KATAEV: UN CINICO CON IL LUSSO»
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Messaggio «VALENTIN KATAEV: UN CINICO CON IL LUSSO» 
 
«VALENTIN KATAEV: UN CINICO CON IL LUSSO» «ВАЛЕНТИН КАТАЕВ: ЦИНИК С ШИКОМ»

VALENTIN KATAEV (1897-1986) ВАЛЕНТИН КАТАЕВ
 
Valentin Kataev (Валентин Катаев, 1897-1986) è uno dei migliori prosatori russi del XX secolo, l’eccellente maestro della prosa d’arte, la lingua letteraria del quale è sempre fresca e espressiva. Il procedimento artistico di Valentin Kataev è una sottile e fine «codificazione» dei personaggi. In questo libro oltre al famoso romanzo «LA MIA CORONA DI DIAMANTE» («АЛМАЗНЫЙ МОЙ ВЕНЕЦ») ci sono anche entrati i romanzi brevi «Il Pozzo santo» («Святой колодец»), «L’Erba dell’oblio»  («Трава забвенья») e «Il Cubetto» («Кубик»). Valentin Katàev, dotato di un pungente senso umoristico e di un acuto talento d'osservazione. Nel 1932 pubblicò «Tempo, avanti!» («Время вперёд!»), romanzo stenografico. Nel 1936 scrisse  «Biancheggia una vela solitaria» («Белеет парус одинокий»), il suo romanzo più famoso, facente parte di una tetralogia su Odessa.

I libri di Valentin Kataev:
«Il padre» («Отец», 1925)
«I Dissipatori» («Растратчики», 1926)
«Il figlio del reggimento» («Сын полка», 1945)
«La quadratura del circolo» («Квадратура круга», 1928)
«Le onde del Mar Nero» («Волны Чёрного моря», 1936-51)
«L'erba dell'oblio» («Трава забвения», 1967)


Valentin Kataev è autore di numerosi racconti e fiabe scritti per bambini, fra i quali è un racconto più famoso «Il fiore dai sette colori» («Цветик-Семицветик»)
 
Valentin Katàev Валентин Катаев
«LA MIA CORONA DI DIAMANTI»
«АЛМАЗНЫЙ МОЙ ВЕНЕЦ»
Casa Editrice «Eksmo-Press» Mosca 2011 (Pagine 640)
Издательство «Эксмо-Пресс» Москва 2011



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Valentin Kataev 1.jpg
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«LA MIA CORONA DI DIAMANTI» 
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LA MIA CORONA DI DIAMANTI.jpg
Descrizione: Valentin Katàev
«LA MIA CORONA DI DIAMANTI»
Casa Editrice «Eksmo-Press» Mosca 2011 (Pagine 640) 
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Zarevich
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Messaggio «VALENTIN KATAEV: UN CINICO CON IL LUSSO» 
 
Grazie per la preziosa segnalazione  Thumbup
Katatev è un autore per me sconosciuto, e con una presentazione del genere non ho potuto resistere alla voglia di leggerlo.
Ho trovato fortunatamente sia il suo romanzo "La mia corona di diamanti" che "L'erba dell'oblio".
  



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Messaggio «VALENTIN KATAEV: UN CINICO CON IL LUSSO» 
 
Valentin Petrovic Kataev
«LA MIA CORONA DI DIAMANTI»
Vita, amori, battaglie, dei maggiori scrittori della Russia contemporanea
Mursia Editore - 1981
pagine 229


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Messaggio «VALENTIN KATAEV: UN CINICO CON IL LUSSO» 
 
In questo libro sono molto simpatici i soprannomi che Kataev utilizza al posto dei veri nomi degli scrittori, infatti non troverete mai nel testo i nomi di Esenin, Majakovskij, Bulgakov, Olesa, ma solo i soprannomi: Il principe, Il Commendatore, L'occhiazzurro, Il chiavetta, ecc...
Pasternak è "il mulatto", Chlebnikov "il presidente del globo terrestre"!
Un libro splendido di memorie letterarie che purtroppo in italiano si riesce a trovare solo spulciando i siti di libri usati.
  



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Messaggio «VALENTIN KATAEV: UN CINICO CON IL LUSSO» 
 
Valentin Kataev Валентин Катаев
«FIABE E RACCONTI» «СКАЗКИ И РАССКАЗЫ»
Casa Editrice «Detskaja literatura» Mosca 2013 (Pagine 336)
Издательство «Детская литература» Москва 2013

Nella raccolta assieme alle note e amate fiabe «Il Fiore da sette colori» («Цветик-семицветик»), «Il piffero e la brocca» («Дудочка и кувшинчик»), «Il colombello» («Голубок»), «La perla» («Жемчужина»), «Il ceppo» («Пень») e «I funghi» («Грибы») sono entrati anche i racconti scritti dal celebre scrittore russo Valentin Kataev: «Il suono primaverile» («Весенний звон»), «Il tamburo» («Барабан»), «Il sogno» («Сон»), «Il pane nero» («Чёрный хлеб»).



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Valentin Kataev Racconti e fiabe .jpg
Descrizione: Valentin Kataev
«FIABE E RACCONTI»
Casa Editrice «Detskaja literatura» Mosca 2013 (Pagine 336) 
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Valentin Kataev Racconti e fiabe 2 .jpg
Descrizione: Valentin Kataev
«FIABE E RACCONTI»
Casa Editrice «Detskaja literatura» Mosca 2013 (Pagine 336) 
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Zarevich
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Messaggio «VALENTIN KATAEV: UN CINICO CON IL LUSSO» 
 
Serghej Shargunov Сергей Шаргунов
«LA CACCIA ALLA PRIMAVERA ETERNA»
«ПОГОНЯ ЗА ВЕЧНОЙ ВЕСНОЙ»
Casa Editrice «Molodaja gvardia» Mosca 2017 (Pagine 671)
Издательство «Молодая гвардия» Москва 2017

Nel libro è presentata la biografia dettagliata del celebre prosatore e poeta russo Velentin Katàev (Валентин Катаев, 1897-1986). Pochi sanno che lo scrittore è di antiche origini sacerdotali. Fra i suoi parenti erano gli arcivescovi ortodossi. Dopo alcuni tentativi giovanili sulla scia di Ivan Bunin, ebbe una fertile stagione satirico-picaresca, che fruttò varie commedie ed il celebre romanzo «Gli sperperatori» («Растратчики», 1926). Nel 1932 pubblicò «Tempo, avanti!» («Время, вперёд!»), romanzo stenografico, e nel 1936 «Biancheggia una vela solitaria» («Белеет парус одинокий»), romanzo facente parte di una tetralogia su Odessa. Nel 1946 vinse il premio con il romanzo «Il figlio del reggimento» («Сын полка» 1945). L’autore della biografia Serghej Shargunòv è riuscito a ricostruire la vita di Valentin Kataev, la vita così difficile e in parte misteriosa.  



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LA CACCIA ALLA PRINAVERA ETERNA 2 (2).jpg
Descrizione: Serghej Shargunov
«LA CACCIA ALLA PRINAVERA ETERNA»
Casa Editrice «Molodaja gvardia» Mosca 2017 (Pagine 671) 
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LA CACCIA ALLA PRINAVERA ETERNA 2 (2).jpg

LA CACCIA ALLA PRINAVERA ETERNA 2.jpg
Descrizione: Serghej Shargunov
«LA CACCIA ALLA PRINAVERA ETERNA»
Casa Editrice «Molodaja gvardia» Mosca 2017 (Pagine 671) 
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LA CACCIA ALLA PRINAVERA ETERNA 2.jpg

LA CACCIA ALLA PRINAVERA ETERNA 3.jpg
Descrizione: Serghej Shargunov
«LA CACCIA ALLA PRINAVERA ETERNA»
Casa Editrice «Molodaja gvardia» Mosca 2017 (Pagine 671) 
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LA CACCIA ALLA PRINAVERA ETERNA 3.jpg

LA CACCIA ALLA PRINAVERA ETERNA 4.jpg
Descrizione: Serghej Shargunov
«LA CACCIA ALLA PRINAVERA ETERNA»
Casa Editrice «Molodaja gvardia» Mosca 2017 (Pagine 671) 
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LA CACCIA ALLA PRINAVERA ETERNA 4.jpg







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«IL FIORE DAI SETTE COLORI» «ЦВЕТИК-СЕМИЦВЕТИК» «RAINBOW FLOWER»

«Il Fiore dai sette colori» («Цветик-семицветик») è la fiaba dello scrittore russo, l’autore di numerosi racconti e fiabe scritti per bambini, Valentin Katàev (Валентин Катаев, 1897-1986) scritto nel 1940. È stata pubblicata per la prima volta a «Literaturnaja gazeta» («Литературная газета», 1940) e allo stesso tempo alla rivista per bambini «Murzìlka» («Мурзилка»). In un secondo tempo la fiaba è stata ripubblicata ripetutamente ed è stata inclusa nelle crestomazie e antologie della letteratura per ragazzi. Nel 1948 è stato realizzato il cartone animato «Il Fiore dai sette colori» («Цветик-семицветик», durata 20 minuti).

«IL FIORE DAI SETTE COLORI» «ЦВЕТИК-СЕМИЦВЕТИК» «RAINBOW FLOWER»

C'era una volta una bambina: si chiamava Zhènja (Женя). La mamma la mandò a comprare le ciambelle. Infatti, lei ne comprò due coperte con cumino per il papà, due con semi di papaveri per la mamma, due con lo zucchero per sé e una color rosa per il suo fratellino, Paolino. Prese tutte le ciambelle legate insieme e s'avviò verso casa. Sulla strada si divertiva a guardare attorno, leggere le insegne, contare le cornacchie. Intanto, un cane randagio si avvicinò e mangiò tutte le ciambelle una alla volta: quelle di papà al cumino, quelle di mamma al papavero, quelle di Zhènja con lo zucchero. A questo punto Zhènja si accorse che la filza delle ciambelle non pesava come prima. Guardò indietro e vide che il filo era vuoto, il cane stava per finire la ciambella di Paolino. Si leccò anche i baffi!
- Cane cattivo! - Urlò Zhènja, che cominciò a dare la caccia al cane. Correva, correva, ma non riuscì a prenderlo e si perse anche la strada. Guardò attorno, non si videro più le grandi case, solo delle baracche. Si spaventò, allora, e cominciò a piangere. D'improvviso trovò davanti a sé una vecchia.
- Bambina, perché piangi? Zhènja raccontò tutto per filo e segno. La vecchietta ebbe compassione per lei e la condusse nel suo orto, dicendole:
- Non piangere, ti aiuterò io. Non ho né ciambelle né soldi, però nel mio giardino c'è un fiore dai sette colori, quello può fare tutto. Vedo che sei una brava bambina, anche se ti piace curiosare sulla strada. Ti darò il fiore dai sette colori, quello ti aiuterà.
Strappò un fiore bellissimo e lo consegnò ad Zhènja. Il fiore somigliava ad una margherita, solo che aveva petali di diversi colori: giallo, rosso, blu, verde, arancione, viola e azzurro.
- Questo non è un fiore qualsiasi. Desidera quello che vuoi, si realizzerà, basta strappare un petalo, buttarlo via e dire questo:
Ti amo, petalo del mio cuore, vola dall'occidente all'oriente, da nord a sud vola, vola in cento direzioni! Quando tocchi la terra il mio desiderio si avvera, fa', ti prego tanto - ... e qua devi dire quello che desideri, si avvererà subito.
Zhènja ringraziò la vecchietta del fiore e uscì sulla strada. Là le venne in mente che non sapeva la strada verso casa. Volle tornare dalla vecchietta a chiedere informazione, ma che strano! non c'era più né giardino né vecchietta, come se fossero volatilizzati! Che fare ora?
Stava per piangere di nuovo - come era sua consuetudine - quando si ricordò del fiore. Strappò il petalo giallo, lo buttò e disse: - Vediamo che sa fare questo fiore dai sette colori.
Ti amo, petalo del mio cuore, vola dall'occidente all'oriente, da nord a sud vola, vola in cento direzioni! Quando tocchi la terra il mio desiderio si avvera, fa', ti prego tanto, che mi trovi subito a casa insieme alle ciambelle. Appena pronunciò le ultime parole, si trovò a casa in mano con le ciambelle. Consegnò le ciambelle alla mamma e pensò tra sé e sé:
- Questo sì che è un fiore magico! Dovrei metterlo nel vaso più bello.
Era ancora piccola Zhènja per prendere il più bel vaso della mamma, che stava su uno scaffale molto in alto; dovette salire su una sedia. Ma proprio mentre allungò la mano, uno stormo di cornacchie volò davanti la finestra. Lei doveva contare, quant'erano: sette o otto? Cominciò a contare, chiudendo le dita una alla volta: ma, ahimè, il vaso cadde per terra e si ruppe in mille pezzi.
- Hai rotto di nuovo qualcosa? - gridò la mamma dalla cucina. - Non sarà il mio vaso preferito, spero!
- No, mammina, non si è rotto niente, hai sentito male - rispose Zhènja e strappò velocemente il petalo rosso, sussurrando:
Ti amo, petalo del mio cuore, vola dall'occidente all'oriente, da nord a sud vola, vola in cento direzioni! Quando tocchi la terra il mio desiderio si avvera, fa', ti prego tanto, che il vaso di mamma sia di nuovo sano! Appena detto ciò, i cocci, come per magia, si sono riuniti. La mamma entrò in quel momento nella stanza e vide che il suo vaso preferito stava a posto, come se niente fosse successo. Comunque minacciò Zhènja col dito e la mandò fuori nel cortile.
I ragazzi del vicinato stavano giocando a «Polo Nord»; erano seduti su assi e accanto a loro c'era un palo conficcato in terra.
- Ragazzi, vorrei giocare anch'io! - Figurati! Non vedi che qua c'è il Polo Nord? Non possiamo mica portare femmine sul Polo Nord! - Polo Nord?! Ma se vedo solo assi di legno! - Non sono assi di legno! Sono iceberg! Vai via, non ci disturbare! - Allora non posso giocare? - No, via! - E io non ci voglio giocare! Arriverò a Polo Nord senza di voi e subito! Sarà il vero Polo Nord e non così miserabile come il vostro!
Zhènja andò al cancello, prese il fiore dai sette colori, strappò il petalo blu, lo buttò via e disse:
Ti amo, petalo del mio cuore, vola dall'occidente all'oriente, da nord a sud vola, vola in cento direzioni! Quando tocchi la terra il mio desiderio si avvera, fa', ti prego tanto, che arrivi al Polo Nord subito! Appena finì di dire, si trovò in mezzo ad una bufera di neve, nel freddo: che faceva almeno 100 gradi sotto zero! Attorno tutto era buio, il sole non si vedeva più. La bufera fece girare Anna, come una trottola. Lei, vestita com'era, nel vestito estivo, senza calze, si gelava nel grande freddo.
- O, mamma, mi gelo! - gridò Zhènja e cominciò a piangere, ma le sue lacrime divennero subito ghiaccioli che pendevano dal suo naso, come dalla grondaia.
Dalle montagne di ghiaccio vennero fuori sette orsi polari che si avvicinarono alla bambina, nervosi, arrabbiati, dagli occhi infuocati, dalle grosse zampe! Zhènja si irrigidì dalla paura, con le sue dita gelate a grande fatica strappò il petalo verde del fiore e gridò che più non si poteva:
Ti amo, petalo del mio cuore, vola dall'occidente all'oriente, da nord a sud vola, vola in cento direzioni! Quando tocchi la terra il mio desiderio si avvera, fa', ti prego tanto, che io sia di nuovo nel cortile. I ragazzi la stavano a guardare e ridevano: - Allora, dov'è il tuo famoso Polo Nord? - Vengo proprio di là! - Chi vuoi che ti creda? - Non vedete i ghiaccioli su di me? - Ma quali ghiaccioli?
Zhènja si offese e fece una promessa che non si sarebbe più curata dei ragazzi, piuttosto sarebbe andata a giocare nell'altra parte del cortile, dove giocavano le bambine. Arrivando, vide che tutte avevano qualche giocattolo: una carrozzina, una pallina, un triciclo, addirittura una bambina aveva in braccio una bambola che parlava, sulla testa un cappellino, sui piedi scarpine. Si rattristò molto Zhènja, dall'invidia le divennero gialli anche gli occhi, come se fosse un gatto.
- Vi farò vedere io, chi ha più giocattoli! - pensò tra sé e sé.
Tirò fuori il fiore e strappò il petalo arancione, lo buttò via e disse ad alta voce:
Ti amo, petalo del mio cuore, vola dall'occidente all'oriente, da nord a sud vola, vola in cento direzioni! Quando tocchi la terra il mio desiderio si avvera, fa', ti prego tanto, che io abbia tutti i giocattoli del mondo! E subito da tutto il mondo arrivarono verso di lei giocattoli. Per primo, naturalmente, le bambole, si battevano le palpebre e gridavano continuamente:
- «Mamma! Papà! Mamma! Papà!»
All'inizio Zhènja era molto felice, ma poi divennero troppe le bambole, riempiendo il cortile, la strada, la piazza. Non poteva più muovere un passo senza calpestare una bambola. E non si poteva sentire altro che il pianto delle bambole. Incredibile, quanto chiasso fanno cinque milioni di bambole! Ed erano solo le bambole di Mosca! Zhènja si spaventò, ma era solo l'inizio. Dopo le bambole vennero le palle, le biglie, le biciclette, i tricicli, i trattori, le macchine, i carri armati, i cannoni. Le corde per saltellare strisciavano per terra come serpenti, si attorcigliavano attorno i piedi; le bambole si innervosirono e strillavano ancora più forte. Nell'aria volavano milioni di aerei e mongolfiere giocattolo. Dal cielo arrivarono continuamente i paracaduti che si incastrarono sugli alberi e pali. Il traffico si bloccò, i poliziotti si arrampicavano sui lampioni e non sapevano più che fare.
- Basta, basta - gridò Zhènja, - basta così! Vi prego, non mi servono tutti questi giocattoli, scherzavo! Ho paura... Ma i giocattoli continuavano ad arrivare da tutte le direzioni. Quando sono finiti quelli sovietici, vennero quelli americani. Ormai tutta la città era colma di giocattoli fino ai tetti delle case. Zhènja corse sulle scale, i giocattoli la inseguivano. Uscì sul balcone, i giocattoli pure. Salì in soffitta, anche i giocattoli. Allora si arrampicò sul tetto, strappò il petalo viola, lo buttò e disse velocemente:
Ti amo, petalo del mio cuore, vola dall'occidente all'oriente, da nord a sud vola, vola in cento direzioni! Quando tocchi la terra il mio desiderio si avvera, fa', ti prego tanto, che i giocattoli tornino nei negozi, subito. Sparirono tutti i giocattoli. Zhènja guardò il fiore e vide che c'è rimasto un solo petalo.
- Ma guarda, ho sciupato già sei petali e che ho guadagnato? Non fa niente. Ci penserò meglio questa volta.
Mentre camminava per strada si spremeva il cervello su come fare.
- Cosa potrei desiderare? Ordinerò due chili di cioccolato con ripieno, mezzo chilo di caramelle, poi un etto di leccornia, un etto di noccioline e anche una ciambella rosa per Paolino e che altro?... Ma anche se avrò tutto ciò, lo mangierò e poi alla fine non mi rimarrà niente. No, meglio chiedere una bicicletta. Ma a che serve, tanto i bambini me la porteranno via. Anzi, mi picchieranno pure. Meglio desiderare un biglietto di cinema o del circo. Quello è almeno divertente. Oppure dovrei chiedere dei nuovi sandali? Potrò desiderare molto di più, basta pensarci con calma, senza fretta.
Così pensò, quando vide un bel bambino seduto sulla panca davanti al cancello. Aveva grossi occhi azzurri, sembrava allegro, ma gentile. Si vedeva da lontano che non era aggressivo. Ad Zhènja piacque molto il bambino e voleva conoscerlo. Si avvicinò a lui, tanto vicino da vedere negli occhi del bambino la sua immagine riflessa, il viso e le due treccine lunghe.
- Come ti chiami? - Victor, e tu? - Zhènja. Vieni, giochiamo ad acchiapparello! - Non posso. Sono zoppo.
Solo ora vide Zhènja che il bambino portava scarpe ortopediche, pesanti e brutte.
- Che peccato - disse, - volevo tanto giocare con te. - Anche tu mi piaci tanto e vorrei tanto giocare con te, ma purtroppo è impossibile. Non ci posso fare nulla. Ormai rimarrò così per tutta la vita. - Ma che dici! - esclamò Zhènja e tirò fuori il suo fiore dai sette colori. - Guarda qua!
Strappò l'ultimo petalo, quello azzurro, che per un attimo fece vedere al bambino e poi aprì le dita e cantò con la voce tremante dalla felicità:
Ti amo, petalo del mio cuore, vola dall'occidente all'oriente, da nord a sud vola, vola in cento direzioni! Quando tocchi la terra il mio desiderio si avvera, fa', ti prego tanto, che il piede di Victor sia sano! In questo momento il bambino saltò giù dalla panca e cominciò a giocare con Zhènja ad acchiapparello: era tanto veloce che Zhènja non riuscì mai a raggiungerlo.



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IL FIORE DAI SETTE COLORI 2.jpg
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Zarevich
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Messaggio «VALENTIN KATAEV: UN CINICO CON IL LUSSO» 
 
Viaceslav Ogryzko Вячеслав Огрызко
«UN CINICO CON IL LUSSO BANDITESCO» Il libro su Valentin Kataev
«ЦИНИК С БАНДИТСКИМ ШИКОМ» Книга о Валентине Катаеве
Casa Editrice «Literaturnaja Rossija» Mosca 2015 (Pagine 704)
Издательство «Литературная Россия» Москва 2015
 
Valentin Katàev (Валентин Катаев, 1897-1986), una delle più  contraddittorie figure nella letteratura russa del XX secolo. Lui, senz'altro, era uno scrittore di talento. Il suo romanzo più famoso «Biancheggia una vela solitaria» («Белеет парус одинокий») scritto nel 1936 divenne un’opera classica della letteratura russa. Valentin Kataev diede un grande contributo alla formazione del «movismo» («мовизм») sovietico. Il termine «movismo» introdusse nella letteratura proprio lo scrittore Valentin Kataev. Questo termine deriva dalla parola francese  «mauvais» che significa «male» («плохо»). Ma il talento non impediva a Valentin Kataev di rimanere un cinico. Molte  personalità della cultura lo odiava. Nel libro dell’autore Viaceslav Ogryzko si esaminano dettagliatamente tutte le tappe della lunga vita di Valentin Kataev: dalle partecipazioni ai movimenti monarchici e di guardie bianche all’amicizia con i noti funzionari della polizia segreta sovietica. Questo libro è un certo ritratto dello scrittore sullo sfondo dei drammi e delle tragedie del XX secolo. Non per caso i personaggi di questo libro sono dei celebri scrittori russi del Novecento: Ivan Bunin (Иван Бунин), Jurij Olesha (Юрий Олеша), Isaak Babel (Исаак Бабель), Mikhail Zoscenko (Михаил Зощенко), Aleksandr Fadeev (Александр Фадеев), Ilja Erenburg (Илья Эренбург) ed altre figure importanti del processo letterario nella Russia. Nel libro ci sono pubblicati un gran numero dei documenti dagli archivi russi.

  

Valentin Kataev scrittore russo.jpg
Descrizione: Viaceslav Ogryzko «UN CINICO CON IL LUSSO BANDITESCO»
Il libro su Valentin Kataev
Casa Editrice «Literaturnaja Rossija» Mosca 2015 (Pagine 704) 
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Valentin Kataev scrittore russo.jpg







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Thanks for the detailed report! I am pretty sure that this information is useful for every single reader!
  



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Caro amico! Ti ringrazio per le tue carissime parole e ti saluto cordialmente!
Zarevich
  




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Messaggio «VALENTIN KATAEV: UN CINICO CON IL LUSSO» 
 
«VALENTIN KATAEV» (1897) «ВАЛЕНТИН КАТАЕВ»
Tra i più vecchi scrittori sovietici si annovera il nome di Valentin Kataev. La sua prima opera poetica fu pubblicata nel 1910. Valentin Kataev lavoro nei giornali di Odessa e di Mosca, in riviste e almanacchi, ha scritto feuilleton, racconti, saggi e favole. L’attività giornalistica diede la possibilità al futuro scrittore di raccogliere un ricchissimo materiale di vita. Negli anni venti e trenta Valentin Kataev si rivolge al genere drammaturgico, compone le opere teatrali «La quadratura del cerchio» («Квадратура круга», 1928), «Un milione di tormenti» («Милион терзаний», 1931), «La strada dei fiori» (1934), in cui denuncia lo spirito borghese, i filistei, i conformisti. In quegli stessi anni Valentin Kataev cerca di capire i processi che si stanno verificando nel paese, viaggia molto, si incontra con gente diversa. Lo colpisce l’entusiasmo degli edificatori della nuova vita, il gigantesco slancio della ricostruzione, il nuovo atteggiamento della gente verso il lavoro. «Mi è toccato in sorte la grande felicità e il grande onore - scriveva - di essere a Magnitogòrsk quando si ponevano le fondamenta e si innalzavano i primi altiforni del complesso di portata mondiale». A ciò dedico il romanzo «Tempo, avanti!» («Время вперёд», 1932). Nel 1936 Valentin Kataev scrive la novella «Biancheggia una vela solitaria» («Белеет парус одинокий»). Basandosi sui ricordi dell’infanzia, racconta della Odessa del 1905, l’ammutinamento della corazzata «Potiomkin», la formazione del carattere e della personalità di due ragazzi di Odessa, Gàvrik e Pètja (Гаврик и Петя). Con la novella «Biancheggia una vela solitaria» Valentin Kataev inizia una tetralogia sulla rivoluzione. La seconda parte «La piccola fattoria nella steppa» («Хуторок в степи») uscì nel 1956, la terza «Vento invernale» («Зимний ветер») nel 1960, la quarta «Per il potere Soviet» («За власть Советов») nel 1961. Negli anni sessanta Valentin Kataev opera nel genere lirico-documentaristico e delle novelle di memorie. Nel 1964 esce «La piccola porta di ferro nel muro» («Маленькая железная дверь в стене») sulla vita di Lenin a Parigi, nel 1967 «Il sacro pozzo» («Святой колодец»), «L’erba dell’oblio» («Трава забвения»), «Il cimitero di Skuljany» («Кладбище в Скулянах», 1975), «Una vita distrutta, ovvero il corno magico di Oberon» («Разбитая жизнь, или Волшебный рог Оберона», 1972), «Una corona di diamanti» («Алмазный мой венец», 1978).

  




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Valentin Kataev Валентин Катаев
«OPERE SCELTE» in 8 volumi
«СОБРАНИЕ СОЧИНЕНИЙ» в 8 томах
Casa Editrice «Slovo» Mosca 2017
Издательство «Слово» Москва 2017  

  

Valentin Kataev scrittore russo 1.jpg
Descrizione: Valentin Kataev «OPERE SCELTE» in 8 volumi
Casa Editrice «Slovo» Mosca 2017 
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Zarevich
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Messaggio «VALENTIN KATAEV: UN CINICO CON IL LUSSO» 
 
Valentin Kataev Валентин Катаев
«LA MIA CORONA DI DIAMANTE»
«АЛМАЗНЫЙ МОЙ ВЕНЕЦ»
Casa Editrice «Azbuka» San Pietroburgo 2019 (Pagine 320)
Издательство «Азбука» Санкт-Петербург 2019

«Pamphlet memoir novel», «romanzo autobiografico», «memorie romanzate», «diario della memoria», «romanzo giallo» - questa non è una serie completa di caratteristiche del libro di Valentin Kataev «LA MIA CORONA DI DIAMANTE» («АЛМАЗНЫЙ МОЙ ВЕНЕЦ» «My Diamond Crown» (1978), il cui genere era difficile da definire e l'autore stesso. Fin dalle prime pagine, il lettore si trova sul territorio di «una strana repubblica di geni, profeti, poeti genuini e poeti mediocri, artigiani e perdenti», nell'atmosfera colorata della vita letteraria di Mosca, Odessa e Kharkov negli anni '20, accanto a Majakovskij, Bulgakov, Essenin , Bagritskij, Olesha, Zoscenko, Ilf e Petrov e altri scrittori dell'epoca, che sono stati dedotti con soprannomi convenzionali-maschere e sono con l'autore in complessi rapporti di amicizia-inimicizia («perché l'amicizia tra poeti non è altro che inimicizia capovolta»). Questa visione parziale, enfaticamente e persino provocatoriamente distorta dello scrittore sulla propria giovinezza, sul tempo pieno di forti contrasti, sulle persone che ruotano nel «campo magnetico della rivoluzione», dopo la pubblicazione del libro, ha dato origine a una serie di recensioni contraddittorie; mantiene un notevole interesse anche oggi - come manifestazione del «volo libero della fantasia basato su veri incidenti».
  

  

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Descrizione: Valentin Kataev «LA MIA CORONA DI DIAMANTI»
Casa Editrice «Azbuka-Klassika» Mosca 2019 (Pagine 320) 
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Messaggio «VALENTIN KATAEV: UN CINICO CON IL LUSSO» 
 
Valentin Kataev Валентин Катаев
«IL FIGLIO DEL REGGIMENTO» Con storie non di fantasia di bambini in guerra
«СЫН ПОЛКА» С непридуманными историями о детях на войне
Casa Editrice «ACT» Mosca 2020 (Pagine 320)
Издательство «АСТ» Москва 2020

Il famoso romanzo di Valentin Kataev è stato a lungo amato dal lettore. Durante la Grande Guerra Patriottica, lo scrittore ha lavorato come corrispondente di guerra e ha lasciato molti articoli, saggi, storie su di lei. Dopo aver attraversato la guerra, aver appreso dei diversi destini dei soldati, aver visto e sentito molto, ha rappresentato autenticamente quel momento terribile nelle sue opere. Il tema «bambini in guerra» è speciale nella letteratura russa. La storia di Vanja Solntsev, il protagonista della storia «Il figlio del reggimento» («Сын полка»), era ben nota a molti ragazzi del tempo di guerra. Nell'immagine di Vanja, si sono riconosciuti. E lo confermano i racconti pubblicati nel libro di persone che a quei tempi erano bambini e che, insieme agli adulti, dovevano andare al fronte, lavorare nelle retrovie, diventare prigionieri dei campi di concentramento, affrontare l'occupazione, perdere parenti stretti, ma sopravvivere e non scoraggiarsi. Leggi questo libro con i tuoi figli e vedrai che darà loro fiducia nelle proprie capacità, aiuterà in tutte le prove della vita.

  

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Descrizione: Valentin Kataev «IL FIGLIO DEL REGGIMENTO» Con storie non di fantasia di bambini in guerra
Casa Editrice «ACT» Mosca 2020 (Pagine 320) 
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Messaggio «VALENTIN KATAEV: UN CINICO CON IL LUSSO» 
 
«VALENTIN KATAEV» «ВАЛЕНТИН КАТАЕВ»
Il lettore del 21° secolo ha bisogno dello scrittore Valentin Katàev? Uno dei migliori maestri, che ha vissuto una vita incredibile piena dei suoi misteri, ci ha lasciato di recente, solo 35 anni fa - e se non dimenticato, come se fosse stato spinto alla periferia della letteratura russa. Non è giusto. Ma siamo onesti: cosa riesci a ricordare in quel modo, improvvisamente? Fiaba per bambini di Kataev «Fiore-sette-fiore» («Цветик-семицветик»). Romanzi per adolescenti «La vela solitaria sta sbiancando» («Белеет парус одинокий») e «Figlio del reggimento» («Сын полка»). Gli illuminati ricorderanno «La mia corona di diamanti» («Алмазный мой венец»). Già parecchio. Ha anche fondato la rivista letteraria «Gioventù» («Юность»). Perché Valentin Kataev oggi non dovrebbe essere considerato uno scrittore diventato un ricordo del passato. L'intero Kataev è un'avventura di colori che rivelano il dramma del destino umano. Con l'aiuto di questi colori, Kataev pone le principali domande umane, quelle fuori dal tempo. Pertanto, il lettore di 20 anni di oggi potrebbe provare la stessa vertigine dai suoi testi come il suo coetaneo mezzo secolo fa.

  

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Descrizione: «VALENTIN KATAEV: UN CINICO CON IL LUSSO» 
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