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«OMAGGIO AD ANDREJ TARKOVSKIJ»
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Messaggio «OMAGGIO AD ANDREJ TARKOVSKIJ» 
 
Meno male che c'è Ghezzi...
  



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Messaggio «OMAGGIO AD ANDREJ TARKOVSKIJ» 
 
Sì, meno male.
Sono gli unici film della RAI che vale la pena di vedere, quelli selezionati da Ghezzi.
Dovrebbero dargli la prima serata, altro che la notte fonda!  Confused
  



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Messaggio «OMAGGIO AD ANDREJ TARKOVSKIJ» 
 
spero di riuscire a vederlo. domani dovrei tornare verso quell'ora a casa. peccato che questi film li trasmettono in orari così assurdi.
  




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walk in silence
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Messaggio «OMAGGIO AD ANDREJ TARKOVSKIJ» 
 
ciao a tutti
mi fa piacere che c'e la  voglia di vedere Tarkovskij...... Thumbup

ho un sogno....
visitare un posto bello in Italia
dove e' stata fatta una scena stupenda da film Nostalgiaa

http://www.youtube.com/watch?v=_AA8jiC5Jro
  



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Tarkovskij Forever!  Thumbup

Cara Nadzen, ti posso assicurare che sono posti che vale proprio la pena di visitare!

Ci sono stato quest'estate, puoi vedere le foto che ho postato in forum qui: http://www.arcarussa.it/forum/viewtopic.php?t=1527

E ti posso dire che c'è qualcuno qui che potrebbe farti anche da guida e mostrarti quei luoghi con piacere, se verrai in Toscana  Wink
  



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...però non immaginare di goderti un bel bagno nella piscina: è assolutamente proibito! Per quello ti dovrai accontentare delle strutture termali del vicino albergo.  Sad
  



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Vincentius Antonovich ha scritto: [Visualizza Messaggio]
...però non immaginare di goderti un bel bagno nella piscina: è assolutamente proibito! Per quello ti dovrai accontentare delle strutture termali del vicino albergo.  Sad


lo so lo so lo so
ma certo che vado per vedere e godere dalle altre cose )))))
Toscana mi piace....ha un incanto speciale...
ma proprio in quel posto non sono stata.....
in italia con me sempre succede sindrome di Stendal hi hi hi
perche guardo e provo la storia.....
quanta gente è passata e ha visto questo che vedo ora .....
ammirazione dalla forma....anche più dal pensiero ai tempi passati....
  



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Messaggio «OMAGGIO AD ANDREJ TARKOVSKIJ» 
 
Myshkin ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Tarkovskij Forever!  Thumbup

Cara Nadzen, ti posso assicurare che sono posti che vale proprio la pena di visitare!

Ci sono stato quest'estate, puoi vedere le foto che ho postato in forum qui: http://www.arcarussa.it/forum/viewtopic.php?t=1527

E ti posso dire che c'è qualcuno qui che potrebbe farti anche da guida e mostrarti quei luoghi con piacere, se verrai in Toscana  Wink


Wauuuuuuuuuuu
grazie.....
sarebbe  stupendo vedere la bellezza di questo posto con una persona che ci può raccontare di più  Thumbup
  



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Uff non sono riuscita a vederlo ieri. Vedrò di procurarmelo.
  




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walk in silence
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Vincentius Antonovich ha scritto: [Visualizza Messaggio]
...però non immaginare di goderti un bel bagno nella piscina: è assolutamente proibito! Per quello ti dovrai accontentare delle strutture termali del vicino albergo.  Sad

Quando ero ragazzino il bagno ce lo facevo...prima si andava a comprare il pane con la porchetta in un'osteria vicina e poi ci immergeva nell'acqua insieme ad una bottiglia di vino che si lasciava sul muricciolo di cinta. Allora c'era solo qualche turista tedesco. Il sogno di tutti era di vedere una tedesca nuda nella vasca.... ma io non l'ho mai vista.... Crying or Very Sad  Alle terme di Petriolo in un Natale di tanti anni fa però mi capitò una bella bavarese...  Embarassed
  



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Il film la scorsa notte l'ho visto.
E' interessante la presenza continua dell'acqua in Tarkovskij. Pioggia, pozzanghere, goccie che cadono in immagini riflesse.
Sembra quasi una ossessione.
Bellissima (non c'era da dubitarne) la fotografia.
  



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Messaggio «OMAGGIO AD ANDREJ TARKOVSKIJ» 
 
Clitocybe nebularis ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Il film la scorsa notte l'ho visto.
E' interessante la presenza continua dell'acqua in Tarkovskij.


E' una delle cose che più mi affascinano di Tarkovskij appunto: l'ossessione per l'acqua in tutte le sue vesti. l'acqua è vita e la vita come l'acqua assume forme diverse: limpida, sporca, incessante..
  




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walk in silence
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Già, nel cinema di Tarkovskij l'acqua è una presenza quasi ossessiva.
Anche nell'idea che mi sono fatto io della Russia, l'acqua è l'elemento più caratteristico: i fiumi, i laghi, la miriade di stagni, persino le pozzanghere onnipresenti; così come le nevi ed i ghiacci invernali; quelle foschie, i lembi di vapore che si rincorrono tra l'erba dei prati e risalgono il pendio delle colline. Senza questi elementi non riesco ad immaginare il paesaggio russo.

Ma non solo nei film di Tarkovskij, anche in quelli di Sokurov c'è un analogo riferimento all'acqua, come elemento scenico e non solo: molto spesso la fotografia in Sokurov non è affatto nitida, ci lascia credere, che ci sia un velo di vapore davanti all'obiettivo.
  



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Tarkovskij e la censura sovietica

La lettera scritta da Andrej Tarkovskij al Presidente Pertini il 25 gennaio 1983
Malgrado Andrej Tarkovskij fosse molto amato e apprezzato dal pubblico, sia all’estero che in patria, è risaputo che il regime sovietico considerava Tarkovskij un dissidente ed osteggiava la sua attività di regista e i suoi film con ogni mezzo, che andavano dall’impedirne  i finanziamenti, al divieto per tutta la stampa di parlare dei suoi film quando uscivano, per finire con l’impedirne la partecipazione a qualsiasi festival nazionale, precludendogli la possibilità di ricevere premi e riconoscimenti ufficiali. In circa venti anni, infatti, Tarkovskij riuscì a realizzare in patria, dopo essersi diplomato al VGIK (l’Istituto Statale Russo di Cinematografia) con il lavoro Il rullo compressore e il violino, solamente cinque film: L’infanzia di Ivan, Andrej Rublёv, Solaris, Lo specchio e Stalker. Gli ultimi due film Nostalgija e Sacrificio Tarkovskij poté realizzarli soltanto all’estero, rispettivamente in Italia e in Svezia.
L’opposizione del Comitato di controllo sulle attività cinematografiche fu il motivo per cui Tarkovskij, che considerava il suo mestiere un dovere, fu costretto a rinunciare a molti lavori (tra questi un film sulla vita di Dostoevskij e una riduzione dalla “Peste” di Albert Camus), preparati in ogni dettaglio e sempre sul punto di partire, ma puntualmente e inesorabilmente bloccati dall’oppressiva burocrazia sovietica che con vari pretesti, il più delle volte ridicoli, non smise mai di controllarlo quasi in modo militare.

Nei suoi diari Tarkovskij dà libero sfogo a tutte le sue frustrazioni, ai continui scontri con le autorità politiche che non vedevano di buon occhio la sua produzione cinematografica così improntata sul lirismo, piuttosto che sul realismo di stampo socialista. In una lettera il Comitato per il visto censura ordinò a Tarkovskij di eliminare da Solaris “il concetto di Dio” e tutti i riferimenti alla religione cristiana. Demoralizzato, più volte pensò di abbandonare la carriera artistica ritirandosi in campagna ad “allevare maialini, oche, a curare l’orto, mandandoli tutti al diavolo!”.

L’impossibilità di continuare a lavorare in Unione Sovietica in libertà e autonomia, lo porterà ad abbandonare l’Unione Sovietica, nel 1980, dove non farà più ritorno fino alla morte. Da esule fu negli Stati Uniti e girò l’Europa, ma fu in Italia che trovò la sua seconda patria, e in particolare in Toscana e Firenze. Proprio in Toscana, grazie alla collaborazione con Tonino Guerra e con la Rai, poté realizzare il film Nostalgija, nel 1983.  Nel 1985  è a Stoccolma per le riprese del suo ultimo film, Sacrificio. Poi, dopo la scoperta del suo male incurabile, si trasferisce per essere curato a Parigi, sempre lontano dai figli, e in particolare dal piccolo Andrej,  a cui il governo, per tre lunghi anni, si rifiutò di rilasciare il visto per raggiungere il padre. Negli anni dell’esilio, dal 1980 in poi, scrisse una serie di lettere ai politici più influenti del mondo occidentale (Mitterrand, Thatcher, Schultz) chiedendo di intermediare con le autorità sovietiche per poter riabbracciare i figli. Il 10 luglio 1984, attraverso una lettera inviata dall'Italia direttamente al presidente Ronald Reagan, chiede ufficialmente asilo politico agli Stati Uniti, ma sarà la Francia di Mitterand ad aiutarlo ospitandolo e finalmente riuscendo a convincere l’Unione Sovietica di Mikhail Gorbačëv a concedere il lasciapassare ai figli per Parigi.

Nel 1983 Tarkovskij scrisse anche al Presidente Pertini, mentre si trovava in Italia per la lavorazione del film Nostalgija. Questo è il testo della sua lettera.


 Image


Roma, 25 gennaio 1983

Illustre e caro presidente Pertini,

Come forse sa, sono da poco più di un anno ospite dell’Italia, Paese che ammiro e amo, dove sto completando la realizzazione di un film, Nostalgija, prodotto dalla Rete Due della Rai e dalla Gaumont. Se trovo il coraggio di scriverLe questa lettera, e di raccontare una piccola parte dei miei problemi, è solo perché confido che il Suo autorevole intervento possa, almeno temporaneamente, alleviare la mia situazione. Premetto che io non sono, nel mio Paese, un ‘dissidente’: la mia reputazione politica, in Russia può, anzi, esser definita molto buona. Da oltre vent’anni lavoro nel cinema sovietico, e ho sempre cercato, con la mia volontà e il mio talento, di far sì che la cinematografia sovietica fosse più largamente apprezzata. Purtroppo in vent’anni, e non certo per causa mia, sono riuscito a realizzare solo cinque film.

Il motivo principale – dal momento che le mie opere non sono state mai film politici o contrari all’Unione Sovietica, ma solo film poetici – è stato la mia determinazione a girare soltanto film miei, cioè scritti e pensati da me, ‘film d’autore’, come si dice in Italia, e non film ordinati dai capi della cinematografia sovietica.

Di conseguenza, girare un film, nel mio Paese, è diventato per me sempre più difficile. E ogni volta che un mio film veniva presentato al pubblico, i capi della cinematografia sovietica cercavano sempre di ostacolarne il successo, ad esempio impedendo alla stampa di parlarne. Il pubblico sovietico, specie i giovani, amano i miei film. E così accade, generalmente, negli altri Paesi, fuori dalla Russia. Ma questo successo non è gradito alle autorità, e la stampa sistematicamente lo ignora.

Non ho ottenuto, nell’Unione Sovietica, nessun premio o riconoscimento per il mio lavoro. Nessuno dei miei film è stato mai premiato a festival sovietici. Eppure, in tutto il mondo, venivano accolti favorevolmente, e premiati nei festival, guadagnando prestigio al cinema sovietico. Venivano venduti all’estero, per esservi distribuiti, ma su queste cifre non mi era riconosciuto alcun compenso. E nemmeno mi si offriva, conoscendo il grande amore che ho per l’insegnamento, la possibilità di insegnare in qualcuno dei molti istituti di cinematografia che esistono a Mosca.

Ogni volta che sono venuto in Occidente per rappresentare il cinema sovietico, ho sempre ricevuto molte proposte di lavoro, anche nell’ambito dei teatri e dei centri di cinematografia. Ma, come forse sa, per noi è impossibile qualunque tipo di contratto che non sia autorizzato dai capi della nostra cinematografia. E dunque, solo per un caso fortunato, dopo una battaglia durata quasi quattro anni, il ministro Ermas, capo del ‘Goskino Urss’ ) il Comitato di Stato per la Cinematografia), ha acconsentito un contratto con la Rai, per questo film scritto e diretto da me. Ogni tentativo è stato fatto per procrastinare e per scoraggiare la Rai: ma la Rai è stata molto paziente fino alla conclusione del contratto. E di questo io sono sinceramente grato.

Ora il mio film, Nostalgija, è in fase di montaggio. Per il mese di aprile è invitato al Festival di Cannes. Non so se riuscirà ad andarci, perché i capi della cinematografia sovietica non vogliono che il film venga rappresentato a Cannes e cercano di impedirlo. Da un mese circa, insistono con telefonate per richiamarmi a Mosca con vari pretesti, pur di farmi sospendere il lavoro o di delegare il montaggio e il completamento dell’opera ad altre mani.

C’è perfino un telex ufficiale della Sovinfilm (organismo che fa parte del ‘Goskino’, e che è diretto da Surikov), alla Rete Due della Rai, con il quale mi si convoca a Mosca, insieme a due dirigenti Rai, per ridiscutere aspetti produttivi del film. A questo telex la Rai ha risposto che i miei impegni di montaggio me lo impediscono. Ma un secondo telex della Sovinfilm insiste sull’imprescindibilità della mia presenza a Mosca. Alla nuova richiesta, la Rai ha risposto invitando i funzionari della cinematografia sovietica a Roma, per discutere qui degli eventuali problemi.

Quello che ora mi aspetta io lo so. Finito questo film, se mai riuscirò a finirlo restando a Roma, mi faranno rientrare in Unione Sovietica lasciandomi senza lavoro. Come potremo vivere, la mia famiglia e io, proprio non lo so.

Deve sapere, caro presidente Pertini, che a Mosca io ho tre figli, una ragazza di 23 anni, un ragazzo di 21 (già abbastanza autonomi) e un bambino di 12, Andrej, che attualmente abita presso mia suocera, Anna Egorkina. Mia suocera è una donna molto anziana, quasi inabile. Il piccolo è di salute malferma, soffre di difficoltà cardiache. Poiché mia moglie Larisa ha ottenuto il permesso di raggiungermi a Roma, dove lavora con me come aiuto regista, Andrej viene praticamente tenuto a Mosca come ostaggio. Mi hanno proibito di portarlo con me in Italia.
Spero di essere riuscito a farLe capire qual è, oggi, la mia situazione.

Intanto, in Italia, mi si offrono concrete possibilità si continuare a lavorare. Mi chiedono di fare la regia di un’opera al Teatro Comunale di Firenze. Mi giungono nuove proposte di film: mi si propone, ad esempio, di realizzare per il cinema un Amleto, che è sempre stato il mio sogno. Anche la Rai e il Centro Sperimentale di Cinematografia mi invitano a fare nuovi lavori.
Ma, soprattutto, amici italiani mi offrono la grande possibilità di organizzare una scuola di perfezionamento per professionisti del cinema (registi, sceneggiatori, operatori, montatori), un’iniziativa che potrà risultare molto utile al cinema italiano ed europeo. Inutile dire che questa proposta mi interessa enormemente.

A questo punto, vedendomi chiusa ogni altra strada, io mi permetto di pregarLa, presidente Pertini, affinché Lei si rivolga con una lettera al capo del Governo sovietico, Andropov, per chiedergli che acconsenta – in nome dell’amicizia e della collaborazione fra i nostri due Paesi – a prolungare la mia permanenza in Italia per un periodo di due o tre anni, così che io possa dedicarmi a lavorare come docente in questa scuola di cinematografia che sto promuovendo.

Nello stesso tempo La supplico di rivolgere, alle autorità del mio Paese, un invito ufficiale perché consentano a mia suocera Anna Egorkina, a mia moglie Larisa e al mio figlio più piccolo, Andrej, di venire presso di me a Roma, per lo stesso periodo di tempo: così che io possa occuparmi da vicino della loro sussistenza e della salute del bambino. Ho 50 anni. Ho desiderio e bisogno di lavorare. Continuerò a riconoscere e rispettare le autorità del mio Paese, ma desidero ricambiare la generosità di questo Paese, che ora mi ospita, offrendogli ancora per qualche anno il mio lavoro. Mi auguro, presidente Pertini, che il Suo autorevole intervento meriti ascolto presso i capi del mio Paese.
Le sono fin d’ora grato per quanto potrà fare.

Con l’espressione della stima più sincera.

Andrej Tarkovskij

  



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Messaggio «OMAGGIO AD ANDREJ TARKOVSKIJ» 
 
Sapevo dell'esistenza di questa lettera ma non l'avevo mai letta.
La scrittura è pacata, mite, senza urla o richieste forti. Ma traspare una situazione emotiva intensa e drammatica, di una persona che ha sofferto molto.
  



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