Sala Santa Cecilia, Auditorium Parco della Musica a Roma . Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta da James Colon. In programma: Gounod: Faust, Menotti: Concerto n.1 in fa maggiore per pianoforte e orchestra (pianoforte: Lorenzo Di Bella), Mùssorgskij/Ravel: “Quadri di una esposizione” («Картинки с Выставки»)
La strada correva veloce, mentre ascoltavo Isoradio per tenermi informato sul traffico, tra una Laura Pausini e un Adriano Celentano. Non mi sono fermato neppure all'Autogrill per il rito del caffè autostradale. Sono arrivato in anticipo da Mishkyn, ma non abbiamo tenuto conto del traffico impazzito per le spese natalizie che hanno fatto confluire milioni di macchine a Roma: pochi minuti per fare 200 chilometri, un'eternità per fare il breve tratto che divide la casa di Paolo all'Auditorium.
Siamo arrivati appena in tempo.
La sala "grande" è bella, tutta ricoperta di legno di ciliegio, sembra di stare all'interno di un enorme galeone con il tetto dalle grandi superfici bombate che sembrano vele. Architettura moderna. Bella...ma devono lavorarci ancora un po' perché dai posti più lontani ( i nostri, i più economici) non si sente molto bene. O, meglio, non si sentono tutti gli strumenti nel medesimo modo. Il piano si sente bene, anche i violini e il sax... ma i legni e gli ottoni non si sentono molto chiaramente. In generale sembra che il suono sia coperto, come chiuso da un enorme coperchio. Sembra soffocato.
Silenzio. Entra il direttore. Gounod..... io quasi dormo.... :-) Carino, scritto bene, ma sembra di maniera, un soprammobile da mettere nel salotto "buono". Una pagina scritta in bella calligrafia. Un bel vestito da usare la domenica.....quasi quasi è meglio dormire.....
Finalmente finisce la bella musica e intrepretano con grande ardore il Concerto n. 1 in fa maggiore per pianoforte e orchestra di Menotti. Il pianista Di Bella è capace, ha studiato, è preparato. In sala c'è il compositore che credevo morto, e che invece ringraziava il pubblico dall'alto dei suoi 900 anni, come Noè. Deve essere emozionante poter suonare difronte al compositore, un onore. Un compositore stagionato, mi deve aver fatto sicuramente le corna per quello che ho pensato, ma non solo lui, l'età media del pubblico in sala era sui 110 anni, con qualche eccezione: io, Paolo e rispettive mogli/amanti russe.... Una ragazza russa l'ho scorta mentra faceva la fila per andare al bagno, giovane anche lei. Ho pensato: chissà se Menotti conosce Baba Yaga e se è mai stato in Russia? Chissà se ha ascoltato Laura Pausini in autostrada? A che pensava mentre scriveva il Concerto? Già......a che pensava?
Forse aveva digerito male, forse aveva litigato con la moglie. Questo concerto proprio non lo capisco.... ci vorrebbero persone intelligenti per capirlo, come Zarevich, io sono un povero tonto che pulisce i tegami con il sapone di Marsiglia e spazza per terra..... non ci capisco nulla..... Mah.....forse è meglio la Pausini, almeno si sa che dice.
Pausa. Svetik ed io andiamo al bagno. Lunga fila. Ma in questo auditorium non sanno che i bagni sono utili, che sono indispensabili? Sono pochi e piccoli. Mentre aspetto e faccio la fila penso alla Russia, a Menotti, alla ragazza russa, al ristorante indiano dove andremo a mangiare la sera, e a quanto sono mediocre, me lo diceva sempre mia mamma che dovevo studiare, vorrei capire di più ma Dio mi ha reso invalido nel cervello. Perfino il cavallo francese che monto il lunedì e il mercoledì ha più testa di me. Finalmente faccio la pipì e tutti i pensieri negativi spariscono dentro il water.
Adesso arriva la musica vera: Quadri di un esposizione.
Beh....non hanno "sonato" malaccio. Si sono impegnati. Peccato che quella dannatissima tromba sbagliava quasi tutti gli attacchi, specialmente sul piano erano somiglianti più a piccoli "peti" che a vere note. Pensavo a mio zio Aldo che mi diceva quanto fosse difficile fare gli attacchi sulle note lunghe sul pianissimo, a causa di quel maledetto bocchino, che bisogna padroneggiare, per quel colpo di lingua traditore. Me lo diceva in quel pomeriggio d'estate, con i suoi occhi da maiale e i capelli sporchi e raccolti in una coda sul dietro. Immaginavo la sua lingua rosa dentro il bocchino della tromba, seduto in mezzo agli orchestrali del teatro di Brescia. Ecco: mentre pensavo questa cosa sento un altro piccolo "peto", come di un bambino innocente.
Maledetti, anche i legni sbagliano. Un flautista ha, in un passaggio, una nota del registro medio calante: Zarevich, non mi ricordo che nota fosse, non ho la partitura e nemmeno l'orecchio assoluto....ma era calante.
Gli archi sono la parte migliore. Anche il direttore è bravo, un bel gesto che anticipa le entrate, un gesto semplice, serio, poco teatrale..... mi piace. Gli ottoni e i legni dovrebbero andare a lavorare per punizione una settimana in miniera. Anzi, dovrebbero suonare in ginocchio sopra dei ceci. Finchè non riescono a fare una entrata in battere contemporaneamente. Quei vigliacchi entrano sfasati, come un piccolo singhiozzo. Più metronomo, signori! Ma noooooo, no, no. Sono troppo cattivo, solo che volevo sentire i Berliner ed invece ho sentito solo degli operai della musica. Ma nel complesso li salvo, passati tutti. Tutti promossi. Evviva! Fra poco è Natale.
Ultima modifica di Argonauta il 11 Dic 2006 20:22, modificato 1 volta in totale
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Miayyyy! Myrrr....rrr....