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«IL BATTESIMO DELLA RUS'»
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Messaggio «IL BATTESIMO DELLA RUS'» 
 
Carissimi,
profondamente indignato dalla assenza di 1 - dico 1 riga sui giornali italiani (la Rai poi ...) posto questo mio per ritornare sull'annosa questione delle mire occidentali verso la frattura del Patriarcaro di Mosca.
Non contenti di aver provocato i danni della frattura storica dei popoli slavi fratelli ora si attua la carta del raskol ortodosso. Che baci del prezzolato e servo Iushenko a Bartolomeo e che freddezza con il Patriarca.
Smutnoe vremja ....
  



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Ringraziano per l'utile discussione di Karenin :
Zarevich (28 Luglio),  
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«IL BATTESIMO DELLA RUS'»
  



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Огненный ангел
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Messaggio «IL BATTESIMO DELLA RUS'» 
 
«IL BATTESIMO DELLA RUS'»

Ero a Kiev qualche giorno fa e già c'erano i manifesti di benvenuto al Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I... In Nascia Gazeta però c'era questo evento! L'anno prox invece tocca a Novgorod la Grande fare il compleanno ed io sono al lavoro di una trilogia su questa seconda capitale della Rus' di Kiev di cui il primo libro è già uscito e si chiama L'ORO DI NOVGOROD dove si parla della fondazione della città. Vorrei invece portare alla vs. attenzione un personaggio importante per Kiev e Novgorod, Jaroslav Mudryi. Il brano è tratto dal secondo volume in scrittura. Ciao! Vi prego di darmi le vs. opinioni.

Jaroslav, detto “il Saggio”
    
Per l’anno 1019 le CTP (abbreviazione generica usata per le Cronache Russe, fonti primarie di storia antico-russa) scrivono: “Jaroslav s’insediò a Kiev e mentre era in una riunione coi suoi armati si asterse il sudore come segno della grande fatica spesa per una vittoria finalmente raggiunta.” Ed in verità quegli ultimi erano stati degli anni densissimi di avvenimenti per lui nelle Terre Russe, ma ora finalmente era al vertice del potere. Riassumiamo allora gli eventi più noti. Suo padre, Vladimiro di Kiev, una trentina di anni prima aveva introdotto il Cristianesimo e causato un tale sconvolgimento nella compagine multietnica dell’immensa pianura europea nord-orientale che, se non si correva subito ai ripari ricucendo e ricompattando, non si sarebbe potuto contare su un dominio sicuro. Il nostro Jaroslav aveva però le idee chiare! In Svezia aveva visto come si fa a prendersi il potere: Bastava tagliare i viveri all’avversario! Con un tal progetto in mente nel 1015 si rifiutò di mandare a Kiev il tributo passato da Novgorod, dove intanto risiedeva come rappresentante di suo padre, che ammontava a ben 2000 grivne d’argento. Una somma enorme pari – più o meno – a 400 kg di argento! Vladimiro naturalmente si infuriò all’incauta mossa del figlio: Novgorod era suo dominio personale nel quale Jaroslav doveva soltanto imparare a comportarsi da sovrano! Era così quasi in strada verso nord per la spedizione punitiva contro il figlio ribelle quando improvvisamente venne a mancare. Predslava, sorella di Jaroslav, immediatamente mandò un corriere lungo il Dnepr con la ferale notizia sollecitando il fratello a correre al sud affinché prendesse il posto di suo padre. Se ci chiedessimo perché Predslava agisse così, ci sono delle circostanze che ci permettono di ricostruire l’accaduto un po’ meglio. Eccole: A Kiev si trovava detenuto il fratellastro maggiore Svjatopolk il quale, con la morte di Vladimiro, ritornava libero automaticamente e quindi pronto ad occupare di diritto il trono contando persino sull’appoggio del suocero Boleslao, sovrano polacco! Sembra che si trovasse in prigione, insieme al vescovo che aveva portato con sé sua moglie, perché accusato di voler togliere di mezzo Vladimiro e voler “svendere” Kiev ai polacchi. Insomma il progetto ritornava in auge e Predslava addirittura era stata promessa in sposa a Boleslao, a quel tempo già vedovo! E come mai costei non avvisò Mistislav, il fratello che precedeva Jaroslav per età e che si trovava a Tmutorokan sul Mar d’Azov? Attaccamento verso Jaroslav? Maggiore vicinanza di Novgorod?
Purtroppo dai documenti non sono rilevabili dei motivi chiari che spieghino la scelta più precisamente, ma è facile immaginare che, per quanto riguarda Tmutorokan, la città e il suo territorio fossero importanti per le relazioni con Costantinopoli e nell’intermediazione commerciale internazionale ancora condotta con i buoni uffici dei cazari locali. Su questo terreno Mstislav stava lavorando bene. Anzi! Aveva arruolato in diverse occasioni i cavallerizzi cazari fra gli uomini armati personali nelle sue spedizioni contro i nomadi e, badate bene, aveva persino sposato la figlia del suo avversario delle steppe, Rededia, dopo averlo vinto in duello. Richiamarlo perciò significava mettere in forse dei vitali equilibri in una zona ancora poco conosciuta, ma molto importante per Kiev. Al contrario Novgorod poteva essere lasciata a sé per un po’, visto lo status giuridico di “dominio personale” rispetto a Tmutorokan che era invece un udel a sé! Per di più tutto ciò mette in rilievo già da ora le manovre e gli intrighi che Jaroslav sapeva creare per raggiungere i suoi scopi reconditi. Il personaggio è figlio di Roghneda di Polozk (lettura russa del nome scandinavo Ragnhild, a sua volta figlia del variago Rogvolod-Ragnvald, anch’esso nome scandinavo) e di Vladimiro e nella genealogia tradizionale era il terzogenito, preceduto da Izjaslav (già morto avvelenato, si disse, per ordine di suo padre nel 1001) e da Mstislav. Era nato con una gamba offesa (talvolta è chiamato Lo Zoppo ossia Hromèz) e il difetto fisico fu riscontrato sui resti umani riesumati dal sarcofago a lui attribuito nella chiesa di Santa Sofia di Kiev confermando l’identità della salma fino allora dubbia. Non solo! Quel che più e importante per noi è che dalle ricerche autoptiche più accurate di M. Gherasimov e di altri antropologi fatte negli anni ‘30 del secolo scorso risultò che, sebbene nelle CTP si dica che morisse all’età di 70 anni, il suo cadavere era quello di un uomo di ca. 60 e perciò, a calcoli fatti, indiscutibilmente più giovane di Mstislav! E, siccome conosciamo la sua storia fino alla fine, ci dobbiamo chiedere come mai riuscisse a restare al potere per oltre 40 anni. Chi lo sostenne? E perché mai? A spese di quali compromessi? Alla fin fine il nostro s’era indebitamente arrogato il diritto di sedere sul trono kieviano e lo aveva fatto proclamare a gran voce (con il tacito assenso di Novgorod) per screditare i fratelli maggiori persino nelle CTP commissionate da lui ai “suoi” monaci!
Per ora lo vediamo correre a Kiev, lasciando al suo posto il cugino Costantino, figlio del suo fidato zio Dobrynja (che aveva anche aiutato, ma senza successo, Vladimiro in un progetto simile di usurpazione), quale suo personale rappresentante (namestnik). Di qui, non appena gli era nato Elia, aveva affidato subito a Costantino il figlioletto affinché fosse educato per prendere all’età giusta il posto paterno a Kiev. Il ragazzino sfortunatamente era morto precocemente e Jaroslav a causa di liti personali aveva fatto imprigionare il cugino (morto nel 1022) mentre aveva mandato in tutta fretta a Novgorod il secondogenito Vladimiro.
Secondo la cosiddetta Prima Cronaca Novgorodese, Jaroslav concesse alla città del nord dei privilegi e delle condizioni alle quali i kieviani d’ora in poi si sarebbero attenuti nei rapporti coi novgorodesi. Nella Cronaca però non è detto con chiarezza quali furono le concessioni date. Essa recita per il 1016 soltanto così: “… Jaroslav si recò a Kiev, si sedette sul trono di suo padre Vladimiro e assegnò agli anziani (della sua compagnia armata) 10 grivne (valore in peso d’argento di ca. 150 g) ciascuno, ai contadini (che avevano partecipato alla sua lotta per il potere) 1 grivna ciascuno e ai novgorodesi (armati forniti dai bojari) 10 grivne ciascuno e rimandò tutti a casa dando ai primi un Codice (Pravda) e ai secondi uno Statuto (Ustav) dicendo: Agite secondo queste mie direttive scritte e seguitele con attenzione! E questa è la Pravda Russkaja!”
In realtà la Pravda e l’Ustav sono prodotti molto più tardi rispetto alla data qui ascritta e le CTP non sono affidabili in questo frangente. Piuttosto appare chiaro che c’è un qualche piano che Jaroslav, malgrado le apparenze, sta realizzando in linea con la politica della città del nord, secondo accordi previi che riusciamo ancora a leggere fra le righe nelle CTP. Malgrado ciò Novgorod, benché continuasse a rivendicare i particolari privilegi passati da Jaroslav, non riuscì mai a mostrare un documento che li attestasse. Siccome abbiamo visto Jaroslav mandare il primogenito e non un knjaz-fratello di età inferiore come accadeva per qualsiasi altro territorio dipendente, dobbiamo chiederci se ciò avvenisse proprio per evitare che nel nord si consolidasse una rivale dinastia locale. Questa sì è una concessione importante e particolare! D’altro canto, quando Mosca conquistò la città e la incorporò nel suo dominio nel XV sec. la svuotò di tutte le sue istituzioni “repubblicane” e non può essere escluso che fra le altre carte in seguito distrutte dal tempo e dagli incendi chissà che non scivolasse nelle fiamme il famigerato e fastidioso Ustav. Insomma il mistero rimane se non riusciamo a trovare un’interdipendenza fra le due città, fra Jaroslav e i bojari, magari basata sul ricatto.
Innanzitutto è evidente dai documenti che il Principe Anziano (Velikii Knjaz) di Kiev non era un sovrano assoluto, come voleva il modello cristiano alla moda promosso da Vladimiro, ma soltanto il più autorevole della famiglia rjurikide e… soltanto per il fatto di risiedere nella capitale! Inoltre ogni suo agire alla fine risultava limitato dal consenso dei maggiorenti kieviani! E’ vero che Kiev, dopo la trasformazione edilizia voluta da Vladimiro,  aveva acquisito in quegli anni la fama di vera metropoli ricca e colta frequentata da stranieri di alto rango e cultura e vantava gli edifici più sfarzosi delle Terre Russe, ma ciò non bastava per farla riconoscere da tutti la sede del potere centrale. E’ vero che quando si era affermato il Cristianesimo le mode e gli usi copiati da Costantinopoli avevano preso più piede tanto che le kieviane erano ormai famose per il loro modo di vestire, oltre che per la loro bellezza e per la loro libertà sessuale. E comunque tantissime altre abitudini e costumi erano apparse in città. Kiev da vera metropoli faceva immaginare uno stato ricco e potente e perciò, oltre ad attirare la curiosità dei visitatori, attirava anche la cupidigia dei sovrani vicini e lontani. Purtroppo tutto poggiava su un pilastro molto delicato: I mezzi materiali che il Velikii Knjaz e l’élite che lo sosteneva spendevano per lo sfarzo e l’ostentazione, per quanto ne sappiamo, si ricavavano di sicuro dai traffici commerciali e, se questi non funzionavano, addio Rus’ di Kiev! Non immaginiamoci però governanti affannati solo ad accumulare ricchezze quanto invece individui preoccupati di procurarsi i mezzi necessari per esercitare il loro potere su tante genti diverse e, nel caso russo, cercando di tenere insieme l’asse Kiev-Novgorod. Ciò a quell’epoca, e forse anche oggi, equivaleva a mantenere un esercito permanente per il controllo fisico delle vie mercantili e delle merci oltre che a tenere i fratelli e i cugini, principi residenti nelle altre città confederate, sotto perenne e attento controllo. Siccome poi l’armata per lo più era composta di Variaghi mercenari che pretendevano fior di quattrini, l’attività maggiore dell’apparato a capo del quale c’era il Velikii Knjaz di Kiev non poteva che essere la guerra continua e il saccheggio senza limiti! Era una situazione che a lungo andare non dava un buon ritorno in prestigio internazionale, cosa molto importante, finché Valdimiro non vide la soluzione più conveniente nell’abbandonare il Paganesimo per abbracciare il Cristianesimo! Con questa insolita operazione ideologica l’esistenza dell’élite si giustificava come una “missione per condurre gli uomini di buona volontà alla salvezza eterna” e perciò, lasciando mano libera alla Chiesa (che vantava credenziali centenarie sull’argomento), si accantonavano gli scontri in armi, ci si liberava dei Variaghi e la ricchezza generata dai tributi e dai commerci sarebbe fluita verso Kiev senza altri problemi! Per di più si era ammessi a commerciare con gli altri sovrani emergenti dell’Occidente cristiano!
Certo! Si era aggiunta una nuova struttura passiva, la Chiesa, al sistema di potere che trasformava il knjaz in un santo capo-mercante armato… Rimanevano aperte delle opzioni fondamentali: Come fare al meglio la raccolta e la ripartizione delle merci da vendere? E come favorire i traffici senza sembrare pirati o dei principi oppressori? La sua bisavola Olga di Kiev aveva già organizzato la raccolta, ma non il resto e quindi c’era bisogno di un modello affidabile da riprodurre in scala russa…

  



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Messaggio «IL BATTESIMO DELLA RUS'» 
 
A parte il fatto che un testo abbastanza lungo e complesso come questo è per me un po' difficile a leggere ed il fatto ch'io non conosca molto bene la storia, mi pare interessante e logico.
Una domanda: Tmutorokàn' o Tmutarakàn'? Io conoscevo soltanto la seconda variante.
  




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Огненный ангел
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Messaggio PATRIARCA ALESSIO II 
 
Si è spento un grande uomo, fautore dell'unità del popolo russo dopo il disfaciamento dell'Urss
Che la terra ti sia lieve ! Si aprano le Porte dell'Immenso !

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Messaggio Re: ALESSIO II 
 
MOSCA (RUSSIA) - È morto il patriarca di tutte le Russie, Alessio II, capo della potente chiesa ortodossa. L'annuncio della morte, avvenuta in mattinata, è stato dato dal portavoce del Patriarcato di Mosca Vladimir Vigilianski. Lo riferisce l'agenzia Itar-Tass. Da tempo circolavano a Mosca voci su uno stato di salute precario dell'alto prelato, che pare si fosse anche ricoverato brevemente in Germania in estate. Alessio II è morto nella sua residenza fuori Mosca nel villaggio di Peredelkino, famoso punto di ritrovo dell'intellighenzia russa, dove è tra l'altro sepolto lo scrittore Boris Pasternak.
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Патриарх Московский и всея Руси Алексий Второй, 18 лет возглавлявший Русскую Православную Церковь, скончался на 80-м году жизни в своей резиденции в Переделкино. Священный синод РПЦ собирается на экстренное заседание в Москве в связи с кончиной патриарха. По заявлению РПЦ, новый патриарх должен быть избран в течение 6 месяцев после кончины Алексия Второго.
«Святейший Патриарх скончался час - полтора часа назад в своей резиденции в Переделкино», - заявил «Интерфаксу» глава пресс-службы Московской патриархии священник Владимир Вигилянский.
Священный синод РПЦ собирается на экстренное заседание в Москве в связи с кончиной патриарха. Новый Патриарх Московский и всея Руси должен быть избран на Поместном соборе не позднее мая будущего года, то есть в течение полугода после кончины главы Русской православной церкви, свидетельствует устав РПЦ.

  




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Zarevich
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Messaggio Re: PATRIARCA ALESSIO II 
 
Stamane, alle ore 5, durante la prima messa del giorno di San Nicola,  è stato ricordato Il Patriarca di tutte le Russie Alessio II, che aveva più volte epresso il desiderio  di visitare la tomba del Santo a Bari.
  



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Messaggio Re: PATRIARCA ALESSIO II 
 
Le mie condoglianze per un uomo così significativo per la Russia contemporanea.
Di certo non sarà dimenticato facilmente. Tra l'altro so che la festività di san Nicola cadrà nelle prossime
settimane e che verrà celebrata solennemente anche nelle chiese russo ortodosse presenti in Italia.
Sapete dirmi che giorno si terrà?
  




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Терпение и труд всё перетрут. Thumbup
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Messaggio Re: PATRIARCA ALESSIO II 
 
Gli ortodossi festeggiano San Nicola il 19 dicembre e a Bari ( nella bella chiesa di rito ortodosso)si terranno celebrazioni importanti officiate da Padre Vladimir Kuchomov ( che vive stabilmente in questa città) che è il Rappresentenate ufficiale della chiesa di Mosca. Sarebbe prevista la presenza di alti prelati russi.
I cattolici, invece, festeggiano il Santo il 6 di dicembre.
  



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Messaggio Re: PATRIARCA ALESSIO II 
 
Apprendiamo con vivo dispiacere che Sua Santità Alessio II Patriarca di Mosca e di tutta la Russia si è addormentato nel Signore

Il decesso del Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Alessio Secondo è una perdita irrimediabile e un immenso dolore per tutti i credenti ortodossi, per tutti i cristiani, per tutta la società russa. Il Primo Gerarca della Chiesa Ortodossa Russa ha cessato di vivere il 5 Dicembre, all’età di 79 anni compiuti, nella sua residenza a Peredelkino, vicino a Mosca.
Ha capeggiato la Chiesa Ortodossa Russa per 18 anni. La sua affermazione religiosa ebbe inizio nel Monastero di Valaam dove quasi 70 anni fa il piccolo ragazzo Alesha Ridigher fu portato dai genitori. Già allora ai monachi locali era chiaro che gli era riservato in sorte la funzione di capeggiare la Chiesa Ortodossa Russa in un periodo particolare della sua storia,- ritiene il vescovo di Egorievsk Mark, portavoce del Patriarcato di Mosca.
Il Santissimo Patriarca Alessio Secondo assunse la direzione della Chiesa russa nel momento iniziò il processo della sua ripresa nella vita sociale del paese. Vediamo che ora si continua a ricostruire intensamente monasteri, chiese ma quel che piu' conta è che la Chiesa è tornata nell’anima di molte persone, e non solo russe. Molti successi che hanno contrassegnato la vita della chiesa e della società, sono legati al nome del Santissimo Patriarca Alessio Secondo. Ed ora continuiamo a vivere secondo gli insegnamenti che ci ha dato il Santissimo Patriarca.
L’attività di Alessio Secondo al servizio di Dio è stata coronata dalla riunificazione della Chiesa Ortodossa Russa e della Chiesa Russa all’Estero. Per alcuni decenni il Patriarca ha lavorato con impegno alla ripresa del dialogo tra i due rami della chiesa ortodossa russa. Di conseguenza era stato firmato l’atto di comunione canonica delle chiese. La cerimonia della sottoscrizione si era svolta il 17 Maggio 2007 in un’atmosfera solenne nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. Era un periodo difficile per tutto il mondo ortodosso ma grazie agli sforzi del Patriarca Alessio, alla sua volontà e alla sua fede ci siamo riuniti e in seno alla nostra chiesa è ripresa la pace!,- ha detto il vescovo Mark.
Questo avvenimento si è verificato in larga misura grazie alla saggezza, alla pazienza, e direi anche alla rassegnazione del Santissimo Patriarca Alessio che tentava di riunire tutti i figli della chiesa russa.
La costruzione di nuove chiese ortodosse e la ricostruzione di quelle già esistenti non solo in Russia ma anche in tutto il mondo, la creazione della concezione sociale della fede ortodossa russa nel XXI secolo, un atteggiamento particolare verso la gioventu' e i suoi problemi, un dialogo delicato ed efficace tra la Chiesa e lo Stato, gli sforzi per la ripresa spirituale della Russia — tutto ciò è solo una piccola parte delle grandiose opere che Alessio Secondo ha fatto in tempo a realizzare durante la sua presidenza della Chiesa Ortodossa Russa.
Definiamo i nostri tempi periodo di secondo Battesimo delle Russia. Il primo era stato compiuto dal Grande Principe Vladimir. La seconda ripresa della vita spirituale iniziò nell’anno del festeggiamento del Millennio della Cristianizzazione della Russia.
Il Patriarca Alessio Secondo è stato colui che ha compiuto questo secondo Battesimo della Russia, che ha fatto uscire la Russia dall’impasse ateistica, che ha ridato al Paese e ai suoi cittadini la fede ortodossa e i valori cristiani.

  




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Zarevich
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Messaggio «IL BATTESIMO DELLA RUS'» 
 
«LA GIORNATA DEL BATTESIMO DELLA RUSSIA»

Il 28 luglio in Russia si celebra la Giornata del Battesimo della Russia che quest'anno ha avuto lo status di festa statale.  La nuova festa russa offre un buon motivo per riflettere non solo sulla scelta storica  dei nostri ascendenti ma anche sulla determinazione del nostro cammino della vita. La cristianizzazione della Russia determinò il destino storico del nostro paese, perciò questa data è diventata festa statale. Festa importante non solo per i russi  che si considerano credenti ortodossi, ma anche per tutti i russi  a prescindere dalla fede e dall'appartenenza religiosa. Il fatto è che mediante la cristianizzazione della Russia venne fatta la scelta storica. Essa determinò lo sviluppo del paese per molti secoli. La cultura, le tradizioni che abbiamo oggi sono un frutto di quella scelta fatta dal Principe Vladimir (Князь Владимир). La cristianizzazione  è la nascita spirituale dell'uomo.  Ma è anche la scelta di un determinato modello culturale, modello di sviluppo del popolo. La via verso la celebrazione a livello nazionale della Giornata del Battesimo della Russia che ora sarà celebrata il 28 luglio, è stata aperta nel 1988 - anno in cui era stato festeggiato in modo solenne il Millennio della cristianizzazione del Paese. In quei giorni sembrava che fosse crollato il muro  che separava il popolo dal suo passato storico.  Lo status di festa statale istituito quest'anno dimostra che nella coscienza della società  la Chiesa è diventata ciò che ai tempi del Santo Principe Vladimir - ossia il sostegno spirituale della Patria.

Russia marks Christening Day
This Wednesday Russia marks the Day of Christening of the Ancient Russia for the first time. The Federation Council introduced this holiday because, as they believe, Christianity kept the Russian state strong through centuries. The date was chosen because on this day the Orthodox Christian Church commemorates St. Vladimir, a Russian duke who made Christianity Russia’s official religion in 988. In Moscow, the holiday will be marked by church services, exhibitions, fairs and concerts.



Ultima modifica di Zarevich il 28 Lug 2018 03:10, modificato 1 volta in totale 





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Zarevich
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Messaggio «IL BATTESIMO DELLA RUS'» 
 
Aleksej Kàrpov Алексей Карпов
«VLADIMIRO IL SANTO» «ВЛАДИМИР СВЯТОЙ»
Serie: «Vita degli Uomini Eccellenti» (ЖЗЛ «Жизнь Замечательных Людей»)
Casa Editrice «Molodaja Gvardia» Mosca 2015 (Pagine 454)
Издательство «Молодая Гвардия» Москва 2015

Il libro è dedicato al Gran Principe di Kiev Vladimir I Svjatoslàvich (cioè il figlio di Svjatoslàv) anche conosciuto Russia come San Vladimir o Vladimir il Grande (958 – 15 luglio 1015). Fu figlio illegittimo di Svjatoslàv (Святослав) che lo concepì con la propria serva Malùsha (Малуша). Il fratello di Malusha, Dobrynja (Добрыня) fu il tutore di Vladimir e, in seguito, il suo più fido consigliere.
Nella storia russa non c’è un nome più significante che Vladimir il Santo.
Nel X secolo il principato russo di Kiev è pagano, tranne alcuni gruppi cristiani di Variaghi (Варяги), di origine scandinava. Era cristiana Olga (Ольга), moglie del Gran Principe Igor (Игорь); ma lui è rimasto pagano, come il figlio Svjatoslav (Святослав) e i figli di questi. Vladimiro (Владимир), escluso dalla successione perché figlio illegittimo di Svjatoslav, nel 980 toglie il regno e la vita al fratellastro Jaropolk (Ярополк), il quale aveva fatto lo stesso col fratello Oleg (Олег). Sono i metodi del tempo. Così sale al trono chi sarà chiamato «il santo» dalla voce popolare. Dapprima Vladimiro appoggia i culti pagani. Ma poi cristianizzerà lo Stato, attraversando vicende che sono narrate vivacemente da un documento attribuito al monaco Nestore: la «Cronaca degli Avvenimenti Passati» («Повесть Временных Лет»). Qui troviamo un Vladimiro dapprima violento e sensuale, e poi diverso, nuovo, che si interessa di ebraismo, islam e cristianesimo. La politica lo spinge poi ad allearsi con l’Impero cristiano di Costantinopoli, e ad aiutarlo coi suoi soldati a domare una rivolta. Vladimiro salva l’Impero, e vuole in cambio come moglie la principessa Anna, sorella degli imperatori Basilio II e Costantino VIII. Pare che le nozze si celebrino già durante il conflitto, ma poi Basilio II rifiuta di lasciar partire Anna. Allora Vladimiro occupa finalmente la città imperiale di Cherson (Херсон), in Crimea (luglio 989), e si porta a casa Anna: Basilio ha ceduto.
Eccolo a Kiev come principe cristiano, avendo ricevuto il battesimo a Cherson. All’epoca le due Chiese di Roma e di Costantinopoli sono unite, sebbene in continuo dissenso. Il papa Giovanni XV manda ambasciate a Vladimiro, e così Roma è «presente» alla nascita del nuovo regno cristiano (e infatti il culto per Vladimiro sarà poi riconosciuto da entrambe le Chiese). Ma a Kiev prevale l’influenza religiosa bizantina; sicché, con lo scisma d’Oriente avvenuto nel 1054, la Chiesa di Kiev seguirà Costantinopoli.
La sua vita austera negli ultimi anni – sempre facendo i confronti – e la sua mitezza lo rendono ancora più popolare, motivando l’appellativo di «santo» dopo la morte. E il suo nome verrà tramandato nel tempo da un vasto fiorire di leggende e ballate popolari.



Ultima modifica di Zarevich il 28 Lug 2018 03:18, modificato 1 volta in totale 





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Zarevich
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Messaggio «IL BATTESIMO DELLA RUS'» 
 
Il leader russo Vladimir Putin, il 28 luglio 2018 parteciperà alle celebrazioni in occasione del 1030esimo anniversario del Battesimo della Rus'. Sulla Collina Borovitskij presso il monumento del Principe Vladimir verrà celebrata la preghiera, che sarà preceduta da una messa e una processione. In precedenza è stato riferito che il patriarca il 28 luglio celebrerà la Divina liturgia in occasione del 1030esimo anniversario del Battesimo della Rus'. La liturgia si terrà nella piazza del Cremlino a Mosca.
  




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Zarevich
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Messaggio «IL BATTESIMO DELLA RUS'» 
 
Russia - Alla vigilia del Battesimo della Rus'

Mosca, 27 luglio 2018 – È andata in onda sul canale televisivo «Inter» la trasmissione «La nostra fede», dedicata al 1030 ° anniversario del Battesimo della Rus’. Alla vigilia del Giorno del Battesimo della Rus’, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill si è rivolto ai telespettatori.
Il santo monaco Antonio, e poi Teodosio, sono coloro che hanno fondato e sviluppato la vita monastica nella Lavra. Hanno trasferito in Russia la tradizione del monachesimo athonita. È difficile persino immaginare come si sviluppò la vita monastica in Russia, se non per l'impresa dei due santi. Ma insieme a queste tradizioni dell’Athos - tradizioni liturgiche, tradizioni culturali (quando dico culturale, intendo la manifestazione esteriore della religiosità – i paramenti, la struttura del culto, ecc.) - qui insieme a tutte le forme esterne acquisite sull’Athos, hanno portato lo spirito dell’Athos, direi così, il sistema dei valori monastici. Essi formarono una filosofia dell'esistenza generale dei monaci russi sulla base dell'esperienza del Sacro Monte Athos. E tutto ciò che è accaduto nella storia dello sviluppo della vita monastica in Russia è collegato all'esistenza della Lavra delle Grotte di Kiev. Era un esempio. Era la guida dello sviluppo di tutta la vita monastica. E quindi il suo significato storico non può essere sottovalutato.
Voglio dire che la sua importanza non può essere sottovalutata oggi, perché continua quelle grandi tradizioni che sono state ricevute dai santi monaci Antonio e Teodosio.
Continua queste tradizioni anche dinanzi alle sfide del nostro tempo, porta avanti con coraggio, saggezza e devotamente il suo ministero a beneficio di tutta l’Ortodossia russa.
Quando dico «russo», non intendo i russi. Intendo i russi intesi dall'antica Bisanzio, da cui abbiamo ricevuto la fede ortodossa.
I bizantini chiamavano «Rus» tutti coloro che vivevano nelle vaste distese dalla sponda settentrionale del Mar Nero fino alle coste del Mar Baltico. Questo popolo, che a quel tempo era multinazionale, perché c'erano tribù diverse - sia le tribù slave che le tribù normanne - questo popolo multietnico, voglio sottolineare, i bizantini chiamavano «Rus». Tradotto nella nostra lingua - «russo».

Oggi c’è una situazione molto difficile in Ucraina. Nel senso che il nemico della razza umana sta cercando di seminare le erbacce e dividere l'Ortodossia in Ucraina. E se si guarda a quello che sta succedendo anche da un punto di vista puramente sociologico, ciò che sta accadendo in questa sfera, si può essere certi che le persone siano profondamente radicate nella tradizione della Chiesa ortodossa russa, nel senso di Rus, di cui ho appena detto, e non lasciano la Chiesa. Proferiscono la loro fede fino al punto che a volte questa confessione è accompagnata da danni fisici, spirituali e morali. Ma i figli fedeli della nostra Chiesa svolgono con zelo il loro ministero. E per la maggior parte di loro, e anche per tutti coloro portano questa confessione, l’esempio della Lavra delle Grotte di Kiev, l'esperienza spirituale che le persone attingono nel monastero dei Santi Antonio e Teodosio delle Grotte è senza dubbio un'enorme forza spirituale.

La Lavra delle Grotte di Kiev oggi rimane una roccaforte dell'Ortodossia canonica sul suolo ucraino. E non solo sul suolo ucraino.

  




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Zarevich
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