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LA STAGFLAZIONE CHE VOLEVANO È ARRIVATA – ECCO COSA SUCCEDER
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LA STAGFLAZIONE CHE VOLEVANO È ARRIVATA – ECCO COSA SUCCEDERÀ


Dei miei 16 anni di attività come economista alternativo e scrittore politico, ne ho trascorso circa la metà ad avvertire che il risultato finale del modello di stimolo della Federal Reserve sarebbe stato un crollo stagflazionistico. Non un crollo deflazionistico o inflazionistico, ma un crollo stagflazionistico. Le ragioni erano molto specifiche: alla creazione di debito generalizzato si contrapponeva la creazione di altro debito, mentre molte banche centrali, allo stesso tempo, svalutavano le loro valute attraverso misure di QE. Inoltre, gli Stati Uniti si trovano nella posizione unica di dover fare affidamento sullo status di riserva mondiale del dollaro, che si sta riducendo.

Era solo questione di tempo prima che le forze della deflazione e dell’inflazione si incontrassero a metà per creare la stagflazione. Nel mio articolo “I progetti di legge sulle infrastrutture non portano alla ripresa, ma solo ad un maggiore controllo federale,” pubblicato nell’aprile del 2021, avevo affermato che:

“La produzione di moneta fiat non coincide con la produzione reale all’interno dell’economia… Trilioni di dollari in programmi di lavori pubblici potrebbero creare più posti di lavoro, ma inflazioneranno anche i prezzi quando il dollaro andrà in declino. Quindi, a meno che i salari non vengano costantemente adeguati all’aumento dei prezzi, le persone avranno un lavoro, ma non saranno comunque in grado di permettersi un tenore di vita confortevole. Questo porta alla stagflazione, dove i prezzi continuano a crescere mentre i salari e i consumi ristagnano.

Un altro paradosso da considerare è che, se l’inflazione dovesse dilagare, la Federal Reserve potrebbe essere costretta (o dichiarare di essere costretta) ad aumentare i tassi di interesse in modo significativo in un breve lasso di tempo. Una cosa del genere significherebbe un immediato rallentamento del flusso di prestiti overnight alle principali banche, un immediato rallentamento dei prestiti alle grandi e piccole imprese, un immediato crollo delle opzioni di credito per i consumatori e un crollo generale della spesa dei consumatori. Questa potrebbe essere la ricetta che aveva creato la recessione del 1981-1982, la terza peggiore del XX secolo.

In altre parole, la scelta è tra stagflazione e depressione deflazionistica.”


Oggi è chiaro cosa ha scelto la Fed. È importante ricordare che, per tutto il 2020 e il 2021, i media mainstream, la banca centrale e la maggior parte dei funzionari governativi avevano detto al pubblico che l’inflazione era “transitoria.” Improvvisamente, negli ultimi mesi, la situazione è cambiata e ora persino Janet Yellen ha ammesso di essersi “sbagliata” sull’inflazione. Si tratta però di un depistaggio, perché la Fed sa esattamente cosa sta facendo e lo ha sempre saputo. La Yellen ha negato la realtà, ma sapeva di negarla. In altre parole, sulla crisi economica non si è affatto sbagliata, ha mentito.

Come avevo sottolineato lo scorso dicembre nel mio articolo “The Fed’s Catch-22 Taper Is A Weapon, Not A Policy Error” (Il paradossale taper della Fed è un’arma, non un errore politico):

“Innanzitutto, no, la Fed non è motivata dai profitti, almeno non principalmente. La Fed è in grado di stampare ricchezza a volontà, non le interessano i profitti, ma il potere e la centralizzazione. Sacrificherebbe ‘la gallina dalle uova d’oro’ dei mercati statunitensi per ottenere più potere e un globalismo generalizzato? Assolutamente sì. I banchieri centrali sacrificherebbero il dollaro e farebbero saltare la Fed come istituzione per imporre alle masse un sistema valutario globale? Non c’è il minimo dubbio: già in passato hanno messo a rischio l’economia statunitense per ottenere una maggiore centralizzazione.”

La Fed sapeva da anni che l’attuale percorso avrebbe portato all’inflazione e quindi alla distruzione del mercato, ed ecco la prova: il presidente della Fed, Jerome Powell, già nell’ottobre del 2012 aveva effettivamente messo in guardia proprio da questo risultato:

“Sono preoccupato per ulteriori acquisti. Come altri hanno sottolineato, la comunità degli investitori sta ipotizzando un bilancio di quasi 4.000 miliardi di dollari e acquisti fino al primo trimestre del 2014. Ammetto che si tratta di una reazione molto più forte di quella che avevo previsto, e non mi sento a mio agio per un paio di motivi: in primo luogo, la domanda: perché fermarsi a 4.000 miliardi di dollari? Nella maggior parte dei casi il mercato ci acclamerà per aver fatto di più. Per il mercato non sarà mai abbastanza. I nostri modelli ci diranno sempre che stiamo aiutando l’economia e, probabilmente, riterrò sempre che questi benefici siano sovrastimati. E potremo dire a noi stessi che il funzionamento del mercato non è compromesso e che le aspettative di inflazione sono sotto controllo. Cosa ci fermerà, se non una crescita economica molto più rapida, che probabilmente non è in nostro potere produrre?

Quando sarà il momento di vendere, o anche di smettere di comprare, la risposta potrebbe essere piuttosto forte; ci sono tutte le ragioni per aspettarsi una risposta forte. Ci sono quindi un paio di modi di vedere la cosa. Si tratta di circa 1.200 miliardi di dollari di vendite; se si considerano 60 mesi, si ottengono circa 20 miliardi di dollari al mese. Sembra una cosa fattibile, in un mercato in cui la norma per la metà del prossimo anno è di 80 miliardi di dollari al mese. Un altro modo di vedere la cosa, però, non riguarda tanto la vendita, quanto la durata; è anche l’uscita dalla nostra posizione di volatilità corta.”


Come tutti sappiamo, la Fed ha aspettato che il suo bilancio fosse molto più ampio e che l’economia fosse MOLTO più debole di quanto non fosse nel 2012 per dare il via alle misure di restrizione. Sapevano già da tempo cosa sarebbe successo.

Non è una coincidenza che il culmine della cuccagna degli stimoli della Fed sia arrivato proprio dopo l’incredibile danno arrecato all’economia e alla catena di approvvigionamento globale dai lockdown per la Covid. Non è una coincidenza che questi due eventi abbiano lavorato insieme per creare un perfetto scenario di stagflazione. E non è una coincidenza che gli unici a beneficiare di queste condizioni siano i sostenitori dell’ideologia del “Grande Reset” presso il World Economic Forum e altre istituzioni globaliste. Si tratta di un collasso programmato da molti anni.

L’obiettivo è quello di “resettare” il mondo, cancellare ciò che resta dei sistemi di libero mercato e stabilire quello che chiamano il sistema di “economia condivisa.” Si tratta di un sistema in cui le persone che sopravviveranno al crollo saranno rese totalmente dipendenti dal governo attraverso un reddito di base universale (UBI) e un sistema che limiterà l’uso di tutte le risorse in nome della “riduzione delle emissioni di carbonio.” Secondo il WEF, non possiederete nulla e vi piacerà.

Il collasso è progettato per creare condizioni di crisi così spaventose da indurre la maggior parte del pubblico a sottomettersi ad uno stile di vita collettivistico con standard notevolmente ridotti. Ciò verrebbe realizzato attraverso l’UBI, i modelli di moneta digitale, la tassazione del carbonio, la riduzione della popolazione, il razionamento di tutti i beni e un sistema di credito sociale. L’obiettivo, in altre parole, è il controllo completo attraverso un autoritarismo tecnocratico.

Tutto questo dipende dallo sfruttamento degli eventi di crisi per creare paura nella popolazione. Ora che la destabilizzazione economica è arrivata, cosa succederà? Ecco le mie previsioni…

La Fed aumenterà i tassi di interesse più del previsto, ma non abbastanza da fermare l’inflazione

Oggi stiamo vedendo il risultato tossico di oltre dieci anni di massiccia creazione di denaro fiat e siamo nella fase in cui la Fed rivelerà il suo vero piano. Aumentare i tassi di interesse velocemente o lentamente. I rialzi rapidi comporteranno un crollo quasi immediato dei mercati (oltre a quello a cui stiamo già assistendo), quelli lenti un processo prolungato di inflazione dei prezzi e di incertezza generale.

Credo che la Fed aumenterà i tassi più del previsto, ma non abbastanza da rallentare effettivamente l’inflazione dei beni di prima necessità. Ci sarà un calo generale degli articoli di lusso, del commercio ricreativo e dei prodotti non essenziali, ma la maggior parte degli altri beni continuerà a salire di costo. Sarà un vantaggio per i globalisti mantenere in corsa il treno dell’inflazione per un altro anno o più.

Alla fine, però, la banca centrale dichiarerà che i tassi di interessi attuali non sono sufficienti a fermare l’inflazione e tornerà ad una strategia alla Volcker, spingendo i tassi così in alto che l’economia smetterà di funzionare.

I mercati crolleranno e la disoccupazione aumenterà bruscamente

I mercati azionari dipendono totalmente dagli stimoli della Fed e dal denaro facile attraverso i prestiti a basso tasso di interesse – questo è un dato di fatto. Senza tassi bassi e QE, le aziende non possono effettuare riacquisti di azioni. In altre parole, gli strumenti per gonfiare artificialmente le azioni stanno scomparendo. Ne stiamo già vedendo gli effetti con un calo dei mercati del 20% o più.

La Fed non capitolerà. Continuerà ad aumentare i prezzi indipendentemente dalla reazione del mercato.

Per quanto riguarda i posti di lavoro, Biden e molti economisti mainstream lodano di continuo il basso tasso di disoccupazione come prova che l’economia americana è “forte,” ma si tratta di un’illusione. Le misure di stimolo per la Covid hanno temporaneamente creato una dinamica in cui le imprese avevano bisogno di aumentare il personale per far fronte all’eccesso di spesa al dettaglio. Ora gli assegni Covid sono finiti e gli Americani hanno esaurito le loro carte di credito. Non c’è più nulla che tenga a galla il sistema.

Le imprese cominceranno a tagliare molti posti di lavoro nella seconda metà del 2022.

Il controllo dei prezzi

Non ho dubbi che Joe Biden e i Democratici cercheranno di imporre controlli sui prezzi di molti beni, visto che l’inflazione continua, e ci sarà una manciata di Repubblicani che sosterrà questa tattica. I controlli sui prezzi, in realtà, portano ad una riduzione dell’offerta perché eliminano tutti i profitti e quindi tutti gli incentivi per i produttori a continuare a produrre beni. Di solito, a quel punto, il governo interviene per nazionalizzare l’industria manifatturiera, ma si tratta di una produzione inferiore agli standard e con un rendimento molto più basso.

Alla fine, le forniture si riducono ulteriormente e i prezzi aumentano ancora di più sul mercato nero, perché nessuno può mettere le mani sulla maggior parte dei beni.

Il razionamento

Sì, il razionamento a livello di produzione e distribuzione è destinato ad accadere, quindi assicuratevi di acquistare subito ciò che vi serve prima che succeda. I razionamenti si verificano in seguito a controlli dei prezzi o a interruzioni della catena di approvvigionamento e, di solito, coincidono con una campagna di propaganda governativa contro gli “accaparratori.”

Si tratta di esempi esagerati riguardanti persone che acquistano vagonate di merce per alzarne il prezzo sul mercato nero. Poi, non molto tempo dopo, accuseranno di “accaparramento” i survivalisti e tutti coloro che hanno acquistato beni PRIMA della crisi, semplicemente perché avevano pianificato il futuro.

Il razionamento non serve solo a controllare la fornitura di beni di prima necessità e quindi, indirettamente, a controllare la popolazione; serve anche a creare un’atmosfera di biasimo e sospetto fra la gente e a far sì che questa faccia la spia o attacchi chiunque si sia preparato in anticipo. Le persone preparate rappresentano una minaccia per l’establishment, quindi aspettatevi di essere demonizzati dai media e, per proteggervi, cercate di organizzarvi con altre persone preparate.

Siate pronti, d’ora in poi le cose andranno solo peggio

Potrebbe sembrare che io preveda il successo del programma del Grande Reset, ma, in realtà, credo che i globalisti, alla fine, falliranno. Questo non li fermerà dal fare questo tentativo. Inoltre, gli scenari sopra descritti sono solo previsioni a breve termine (entro i prossimi due anni). Ci saranno molti altri problemi che deriveranno da queste situazioni.

Naturalmente, le rivolte per il cibo e altri sommovimento popolari diventeranno più comuni, forse non quest’anno, ma entro la fine del 2023 saranno sicuramente un problema.

Questo coinciderà con il ritorno dei disordini politici negli Stati Uniti, quando le fazioni di sinistra, incoraggiate dalle fondazioni globaliste, chiederanno un maggiore intervento del governo sulla povertà. Allo stesso tempo, i conservatori chiederanno meno interferenze governative e meno tirannia.

In fondo, le persone preparate potrebbero essere chiamate con molti brutti nomi, ma finché ci organizzeremo e lavoreremo insieme, sopravviveremo. Molte persone impreparate NON sopravviveranno. Cercate di capire che le condizioni economiche che ci attendono sono storicamente distruttive; non c’è modo di evitare gravi conseguenze per gran parte della popolazione, se non altro perché si rifiuta di ascoltare e di prendere le misure adeguate per la propria protezione.

Il negazionismo è finito. Il crollo è arrivato. È ora di agire, se non l’avete già fatto.

Brandon Smith

Fonte: alt-market.us
Link: https://alt-market.us/the-engineere...t-happens-next/
17.06.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org


(fonte: https://comedonchisciotte.org/la-st...cosa-succedera/)
  



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