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La Democratica UE Censura L’informazione
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La democratica Unione Europea censura i media russi Sputnik e RT, privando di fatto i lettori europei, italiani compresi, della possibilità di avere un altro punto di vista sui fatti. Si tratta di una vera e propria censura, che va a colpire la libertà d’espressione e il diritto all’informazione dei semplici cittadini.

In tempo di guerra non è ammesso avere accesso a punti di vista alternativi, questo è il volere dell’Unione Europea che ha bloccato i media russi Sputnik e RT. Proprio in tempo di guerra però sarebbe saggio e importante per i lettori avere la possibilità di consultare più fonti e informazioni possibili.

Quello che si respira in Europa e in Italia oggi è un vero clima d’odio nei confronti dei semplici cittadini russi. Il celebre direttore d’orchestra Gergiev è stato allontanato dal Teatro alla Scala per non avere preso le distanze dal governo russo; anche una delle voci liriche più belle al mondo Netrebko non potrà più esibirsi sul palco del teatro milanese; lo Spallanzani interrompe i progetti di collaborazione con il centro russo di ricerca Gamaleya, proprio quello che ha prodotto il vaccino anti-Covid Sputnik. A dare fastidio è anche il genio Dostoevskij: l’Università Bicocca ha proposto, poi facendo retromarcia, di annullare il corso di Paolo Nori sullo scrittore russo.

La cultura, la scienza, il giornalismo dovrebbero vivere al di là della politica. Ognuno deve fare il proprio mestiere: i cantanti cantare, gli scienziati fare ricerca e i giornalisti fare informazione. Sputnik Italia ha raggiunto per un’intervista Bruno Ballardini, saggista, uno dei massimi esperti di comunicazione strategica.

- L'UE blocca i canali e i siti russi di Sputnik e RT. Bruno Ballardini, che ne pensa di quest'azione europea?

- È un grosso errore. Significa trattare i cittadini europei come dei bambini impedendo loro di giudicare da soli i fatti confrontando le versioni. È la prova definitiva che anche la NATO sta facendo propaganda, ma per essere sicura di convincere tutta l’opinione pubblica con la sua versione arriva a censurare le altre fonti discordanti. Non gli basta avere già il controllo totale dei nostri media. È assolutamente ridicolo: se io fossi sicuro di dire la verità non avrei paura di confrontarmi con la menzogna…

- Perché togliere la possibilità ai lettori di informarsi dove vogliono e di conoscere un punto di vista alternativo?

- È evidente che si vuole far prevalere una sola narrativa: quella americana, che tende a cancellare perfino l’informazione storica con tutti i fatti che sono accaduti dal 2014 a oggi. In questi giorni abbiamo assistito perfino all’intervento del capo del nostro partito di maggioranza contro il corrispondente RAI2 da Mosca che aveva solo cercato di ricordare quei fatti per far comprendere meglio la dinamica di ciò che accade oggi, non certamente per giustificare Putin. Ebbene, è stato chiesto l’intervento della Commissione di Vigilanza RAI per prendere provvedimenti contro il giornalista. Enrico Letta stesso su Twitter ha scritto: "Sulla guerra russa in Ucraina confesso che in questa fase non sono interessato al dibattito storico, che pure un giorno andrà fatto". Questo significa non voler sentire altre ragioni se non le proprie. È la posizione della NATO, che non vuole interrogarsi sui propri errori in vista di un dialogo. È un fatto di una gravità inaudita.

- Come spiega il clima d'odio verso i semplici cittadini russi che si registra in Europa e nelle istituzioni europee in seguito al conflitto? Direttori d'orchestra cacciati, collaborazioni scientifiche interrotte (vedi lo Spallanzani che rompe ogni tipo di progetto che aveva con il centro russo Gamaleya), giornalisti censurati ...

- È ridicolo. Fa parte della propaganda e delle strategie tese a demonizzare i russi in generale, come se il popolo si identificasse col suo governo. È come se qualcuno fuori dall’Italia mi identificasse con Mario Draghi o Enrico Letta! Ma scherziamo? Io ho amici americani che sono molto distanti dalle posizioni della loro amministrazione e sanno che quando critico l’America non critico certamente loro. L’amicizia fra i popoli dovrebbe superare la politica, e alla fine la politica dovrebbe accettare la volontà di pace dei popoli. Nessuno vuole fare la guerra. Ma il sindaco di Milano che chiede le dimissioni del direttore d’orchestra russo, e l’università di Milano-Bicocca a cui viene soltanto l’idea di cancellare il corso su Dostoevskij, mi fanno vergognare di essere italiano.

(fonte: https://it.sputniknews.com/20220302...e-15401602.html)
  



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