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Oggetto: «ANGOLO DI MUSICA»
Sono triste((


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Oggetto: «ANGOLO DI MUSICA»
Perché sei triste?

 
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Oggetto: «ANGOLO DI MUSICA»
Versione russa di Jingle Bells (con cartoline dei tempi sovietici).
E spero che essa rallegrerà un po' Romashka.


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Oggetto: Re: ANGOLO DI MUSICA
Cabarè su Mozart
Alfonzò e György Markos (con baffi e occhiali /figlio di Alfonzó e comico contemporaneo) tanti anni fa.
certe volte i scherzi sono internazionali... :lol:

 
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Oggetto: Re: ANGOLO DI MUSICA
Assol ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Perché sei triste?
Non lo so))
Иногда бывает. Нипочему)))

 
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Oggetto: Re: ANGOLO DI MUSICA
Anche a me Иногда бывает =)
Ma Нипочему vuol dire "non c'è un perché"?

 
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Oggetto: Re: ANGOLO DI MUSICA
giusto)))

 
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Oggetto: Re: ANGOLO DI MUSICA
Romashka ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Sono triste((


Perché rimanere tristi? Qualche volta basta un semplice sorriso:


 
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Oggetto: Re: ANGOLO DI MUSICA
Ah, si! mi ricordo questo sorriso))))

 
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Oggetto: «ANGOLO DI MUSICA»
Romashka ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Sono triste((


Se sei triste balla un TUCA TUCA con me.... :mrgreen:

 
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Oggetto: Re: ANGOLO DI MUSICA
Umore gotico................

Cocorosie- Gallows

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Cocorosie- Lemonade

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Oggetto: Re: ANGOLO DI MUSICA
Galgario ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Vorrei creare un angolo di musica, aspetto/iamo le canzoni preferite vostre (russi ed italiani).
La fila, la comincio io con una canzone di Angelo Branduardi.

ANGELO BRANDUARDI- CONFESSIONI DI UN MALANDRINO


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Angelo Branduardi
Confessioni di un Malandrino (1980, Concerto)

Mi piace spettinato camminare
con il capo sulle spalle come un lume
così mi diverto a rischiarare
il vostro autunno senza piume.
Mi piace che mi grandini sul viso
la fitta sassaiola dell'ingiuria
mi agguanto solo per sentirmi vivo
al guscio della mia capigliatura.
Ed in mente mi torna quello stagno
che le carne e il muschio hanno sommerso
ed i miei che non sanno di avere
un figlio che compone versi;
ma mi vogliono bene come i campi
alla pelle ed alla pioggia di stagione,
raro sarà che chi mi offende
scampi alle punte di forcone.
Poveri genitori contadini,
certo siete invecchiati e ancor temete
il Signor del cielo egli aquituini,
genitori che mai non capirete
che oggi il vostro figlio è diventato
il primo tra i poeti del Paese
e ora in scarpe verniciato
e col cilindro in testo egli cammina.
Ma sopravvive in lui la fresina
di un vecchio mariuolo di campagna
e ad ogni insegna di macelleria
la vacca si inchina sua compagna.
E quando incotra un vetturino
gli torna in mente il suo concio natale
e vorrebbe la coda del ronzio
regger come strascico nuziale.
Voglio bene alla patria
benchè afflitta di tronchi rugginosi
m'è caro il grugno sporco dei suini
e i rospi all'ombra sospirosi.
Son malato di infanzia e di ricordi
e di freschi crepuscoli d'Aprile,
sembra quasi che l'acero si curvi
per riscaldarsi e poi dormire.
Dal nido di quell'albero, le uova
per rubare, salivo fino in cima
ma sarà la sua chioma sempre nuova
e dura la suo scorza come prima;
e tu mio caro amico vecchio cane,
fioco e cieco ti ha reso la vecchiaia
e giri a coda bassa nel cortile
ignaro delle porte dei granai.
Mi sono cari i miei furti di monello
quando rubavo in casa un po'di pane,
e si mangiava come due fratelli
una briciola l'uomo ed una il cane.
Io non sono cambiato,
il cuore ed i pensieri sono gli stessi,
sul tappeto magnifico dei versi
voglio dirvi qualcosa che vi tocchi.
Buona notte alla falce della luna
si cheta mentre l'aria si fa bruna,
dalla finestra mi voglio gridare
contro il disco della luna.
La notte è cosi tersa,
qui forse anche morire non fa male,
che importa se il mio spirito è perverso
e dal mio dorso penzuola un fanale.
O Pegaso decrepito e bonario,
il tuo galoppo è ora senza scopo,
giunsi come un maestro solitario
e non canto e celebro che i topi.
Dalla mia testa come uva matura
giocciola il folle vino delle chiome,
voglio essere una gialla velatura
gonfia verso un paese senza nome.


Confessioni di un malandrino (Sergej Esenin - Angelo Branduardi)
Я нарочно иду нечёсаным,
С головой, как керосиновая лампа, на плечах.
Ваших душ безлиственную осень
Мне нравится в потёмках освещать.
Мне нравится, когда каменья брани
Летят в меня, как град рыгающей грозы,
Я только крепче жму тогда руками
Моих волос качнувшийся пузырь.

Так хорошо тогда мне вспоминать
Заросший пруд и хриплый звон ольхи,
Что где-то у меня живут отец и мать,
Которым наплевать на все мои стихи,
Которым дорог я, как поле и как плоть,
Как дождик, что весной взрыхляет зеленя.
Они бы вилами пришли вас заколоть
За каждый крик ваш, брошенный в меня.

Бедные, бедные крестьяне!
Вы, наверно, стали некрасивыми,
Так же боитесь бога и болотных недр.
О, если б вы понимали,
Что сын ваш в России
Самый лучший поэт!
Вы ль за жизнь его сердцем не индевели,
Когда босые ноги он в лужах осенних макал?
А теперь он ходит в цилиндре
И лакированных башмаках.

Но живёт в нём задор прежней вправки
Деревенского озорника.
Каждой корове с вывески мясной лавки
Он кланяется издалека.
И, встречаясь с извозчиками на площади,
Вспоминая запах навоза с родных полей,
Он готов нести хвост каждой лошади,
Как венчального платья шлейф.

Я люблю родину.
Я очень люблю родину!
Хоть есть в ней грусти ивовая ржавь.
Приятны мне свиней испачканные морды
И в тишине ночной звенящий голос жаб.
Я нежно болен вспоминаньем детства,
Апрельских вечеров мне снится хмарь и сырь.
Как будто бы на корточки погреться
Присел наш клён перед костром зари.
О, сколько я на нём яиц из гнёзд вороньих,
Карабкаясь по сучьям, воровал!
Все тот же ль он теперь, с верхушкою зелёной?
По-прежнему ль крепка его кора?

А ты, любимый,
Верный пегий пёс?!
От старости ты стал визглив и слеп
И бродишь по двору, влача обвисший хвост,
Забыв чутьём, где двери и где хлев.
О, как мне дороги все те проказы,
Когда, у матери стянув краюху хлеба,
Кусали мы с тобой её по разу,
Ни капельки друг другом не погребав.

Я всё такой же.
Сердцем я все такой же.
Как васильки во ржи, цветут в лице глаза.
Стеля стихов злачёные рогожи,
Мне хочется вам нежное сказать.

Спокойной ночи!
Всем вам спокойной ночи!
Отзвенела по траве сумерек зари коса…
Мне сегодня хочется очень
Из окошка луну обоссать

Синий свет, свет такой синий!
В эту синь даже умереть не жаль.
Ну так что ж, что кажусь я циником,
Прицепившим к заднице фонарь!
Старый, добрый, заезженный Пегас,
Мне ль нужна твоя мягкая рысь?
Я пришёл, как суровый мастер,
Воспеть и прославить крыс.
Башка моя, словно август,
Льётся бурливых волос вином.

Я хочу быть жёлтым парусом
В ту страну, куда мы плывём.

http://music-action.livejournal.com/569863.html#cutid1

 
Oggetto: «ANGOLO DI MUSICA»
La bellissima traduzione è di Renato Poggioli, che si è preso le sue libertà... e ha fatto bene...

Image

Il fiore del verso russo
a cura di Renato Poggioli
Anno :1998
Pagine :657
Prezzo :23,24€
ISBN :88-368-0505-1

A distanza di ormai cinquant’anni dalla sua prima edizione, questa celebre antologia della poesia russa del Novecento mantiene intatta la sua validità, sia come studio approfondito e organico delle figure che più hanno contribuito a rendere quella poesia una delle massime espressioni della letteratura del nostro secolo, sia come testimonianza esemplare di aderenza ‘poetica’ delle traduzioni allo spirito, prima ancora che alla lettera, dei testi antologizzati. Se è vero, dunque, che proprio a Renato Poggioli e a questo suo storico Fiore si deve la più organica divulgazione – in anni in cui in Russia imperava ancora la repressione staliniana – dei testi di questi grandi scrittori, è pure vero che il mezzo secolo da allora trascorso, se ha potuto aggiungere alcune voci a quelle qui antologizzate (e pensiamo in particolare a Josif Brodsky) e se ha potuto contribuire ad un ulteriore approfondimento delle ragioni delle poetiche di qusti grandi scrittori, nulla ha potuto togliere alla qualità della ricerca di Poggioli ed alla freschezza, davvero straordinaria, delle sue traduzioni; e non è certo un caso che proprio ad esse si sia rivolto Carmelo Bene nelle sue memorabili lettura teatrali di poeti russi.
Una particolare attenzione viene dedicata a Blok e ad Esenin, ma l’antologia non trascura nessuna delle grandi figure del primo Novecento, dalla Achmatova alla Cvetaeva, da Chlebnikov a Mandelstam, da Pasternak a Majavovskij. Ne scaturisce un quadro davvero grandioso, un grande affresco storico e poetico, di potente espressività, di grande chiarezza critica, e – fatto da non sottovalutare – di facile orientamento, grazie ai diversi capitoli dedicati ai vari movimenti poetici e grazie alle notizie bio-bibliografiche su ciascuno dei protagonisti.

 
Oggetto: «ANGOLO DI MUSICA»
«QUANDO NOI ERAVAMO IN GUERRA…» «КОГДА МЫ БЫЛИ НА ВОЙНЕ…» «WHEN WE WERE IN WAR…»

«Quando noi eravamo in guerra…» («Когда мы были на войне…») è una poesia del noto poeta russo David Samojlov (Давид Самойлов, 1920-1990) dalla sua raccolta di poesie «Le Voci dietro alle colline» («Голоса за холмами») scritte negli anni 1981-1985. La poesia di David Samojlov porta un altro titolo «La canzoncina di un ussaro» («Песенка гусара»). Il cantautore russo Viktor Stoljaròv (Виктор Столяров, nato 1956) nel settimanale «Огонёк» («Lumicino») dove è stata pubblicata la poesia «La canzoncina di un ussaro» di David Samojlov, l’ha letta e ha composto la melodia su questi versi. La sua canzone Viktor Stoljaròv l’ha chiamata secondo la prima riga della poesia di David Samojlov «Quando noi eravamo in guerra…» («Когда мы были на войне…»). La canzone ha cominciato subito a godere di vasta popolarità sotto forma di «un’antica canzone cosacca». Il testo della poesia di David Samojlov è stilizzato, in stile russo antico e rappresenta un monologo, nell'interno dell'animo, di un combattente, di un soldato o un ufficiale russo di cavalleria. Durante l’intervallo per fumare una pipa, con l’indifferenza ostentata, lui cela o nasconde il suo stato d'animo con gran rincrescimento, il suo dolore legato al tradimento della sua amica del cuore. Lui cerca la sua morte in guerra, ha voglia di andare incontro a morte certa per liberarsi della sua sofferenza. La canzone è molto bella, amata da tutti i Russi. La cantano molti, spesso tutto insieme a tavola. La cantano i Cosacchi come la loro canzone cosacca.

Canta Viktor Soròkin (Виктор Сорокин) insieme al Coro dei Cosacchi: Mosca
https://www.youtube.com/watch?v=mHCwjHhUvIc

Canta Viktor Soròkin (Виктор Сорокин) insieme al Coro dei Cosacchi di Kuban’. Filmato alla città di Belgrado, durante la tournèe (anno 2011) del Coro dei Cosacchi in Serbia, il concerto per i nostri fratelli serbi!
https://www.youtube.com/watch?v=b0y...t=RDb0yO3bzckaE

Canta Viktor Soròkin (Виктор Сорокин) insieme al Coro dei Cosacchi di Kuban’. Mosca 2016
https://www.youtube.com/watch?v=ZtX...t=RDb0yO3bzckaE

Canta Viktor Soròkin (Виктор Сорокин) insieme al Coro dei Cosacchi di Kuban’. Mosca
https://www.youtube.com/watch?v=yMg...t=RDb0yO3bzckaE

«QUANDO NOI ERAVAMO IN GUERRA…» «КОГДА МЫ БЫЛИ НА ВОЙНЕ…» «WHEN WE WERE IN WAR…»

Когда мы были на войне, = Quando noi eravamo in guerra,
Когда мы были на войне, = Quando noi eravamo in guerra,
Там каждый думал о своей = Lì ognuno pensava alla sua
Любимой или о жене. = Amata o a sua moglie.
Там каждый думал о своей = Lì ognuno pensava alla sua
Любимой или о жене. = Amata o a sua moglie.

И я, конечно, думать мог, = Ed io, certo, potevo pensarci,
И я, конечно, думать мог, = Ed io, certo, potevo pensarci,
Когда на трубочку глядел, = Quando guardavo la pipa,
На голубой её дымок, = Il suo filo di fumo.
Когда на трубочку глядел, = Quando guardavo la pipa,
На голубой её дымок, = Il suo filo di fumo.

Как ты когда-то мне лгала, = Un giorno mi dicevi una bugia,
Как ты когда-то мне лгала, = Un giorno mi dicevi una bugia,
Что сердце девичье своё = Che il tuo cuore da ragazza
Давно другому отдала. = Da tempo appartiene ad un altro.
Что сердце девичье своё = Che il tuo cuore da ragazza
Давно другому отдала. = Da tempo appartiene ad un altro.

Но я не думал ни о чём, = Ma io non penavo a niente,
Но я не думал ни о чём, = Ma io non penavo a niente,
Я только трубочку курил = Io fumavo solo una pipa
С турецким горьким табачком. = Con l’amaro tabacco turco.
Я только трубочку курил = Io fumavo solo una pipa
С турецким горьким табачком. = Con l’amaro tabacco turco.

Я только верной пули жду, = Io aspetto soltanto una sicura pallottola,
Я только верной пули жду, = Io aspetto soltanto una sicura pallottola,
Чтоб утолить печаль свою = Per mitigare la mia tristezza,
И чтоб пресечь нашу вражду. = E per stroncare la nostra inimicizia.
Чтоб утолить печаль свою = Per mitigare la mia tristezza,
И чтоб пресечь нашу вражду. = E per stroncare la nostra inimicizia.

Когда мы будем на войне, = Quando noi saremo in guerra,
Когда мы будем на войне, = Quando noi saremo in guerra,
Навстречу пулям полечу = Andrò incontro alle pallottole
На вороном своем коне, = Con il mio cavallo moro,
Навстречу пулям полечу = Andrò incontro alle pallottole
На вороном своем коне. = Con il mio cavallo moro.

Но видно смерть не для меня = Ma è evidente che la morte non sia per me
Но видно смерть не для меня = Ma è evidente che la morte non sia per me
И снова конь мой вороной = E di nuovo il mio cavallo moro
Меня выносит из огня = Mi porta fuori dal fuoco.
И снова конь мой вороной = E di nuovo il mio cavallo moro
Меня выносит из огня = Mi porta fuori dal fuoco.



 

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