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«Wow! Considerazioni Multitasking Assortite»
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Messaggio «Wow! Considerazioni Multitasking Assortite» 
 
«Wow! Considerazioni multitasking assortite»

di Nestor Halak


Nelle recenti elezioni tailandesi, ha stravinto il candidato sostenuto e finanziato dagli americani: accade ancora comunemente, il soft power americano, dopo decenni di onorata carriera, non si è afflosciato. Abbiamo visto tutti cosa è successo in Turchia quando l’ amministrazione locale ha deciso di difendere gli interessi nazionali al posto di quelli americani: prima un tentativo di colpo di stato sventato solo grazie all’intervento russo, adesso provano a togliere di mezzo Erdogan con le elezioni. E poi c’è chi dice che le elezioni non servono a nulla.

Il potere americano si è fondato e continua a fondarsi non solo e non tanto sulla minaccia economica e militare, ma soprattutto sul potere di seduzione culturale attraverso tutta una serie di istituzione tra le quali spiccano i mass media e l’industria hollywoodiana.

Il potere dell’America è sostanzialmente un potere teatrale e si fonda sulla suggestione e sulla rappresentazione più che sulla realtà oggettiva, e nonostante la decadenza dell’economia statunitense, funziona ancora benissimo anche per l’aumento esponenziale dell’importanza della rappresentazione rispetto alla realtà nella vita di tutti noi dovuto all’uso e all’abuso delle nuove tecnologie elettroniche.

Pensate solo alla fonti alle quali si poteva ispirare la figura umana tratteggiata da Alberto Sordi in Un americano a Roma negli anni cinquanta: il cinema, le riviste, i giornali, la pubblicità, il sentito dire e comparatelo con le fonti di suggestione disponibili oggi, soprattutto internet e la televisione che ci intrattengono in ogni momento del giorno e della notte senza interruzione alcuna.

A causa di tutto ciò la realtà continua a perdere di importanza rispetto alla narrazione mediatica. L’”americano a Roma” di oggi è per un verso molto più raffinato di quello di Sordi, ma per un altro è molto meno spontaneo e ragionevole, tra la realtà e il mito, gli pare più reale il mito: Sordi “punisce” gli spaghetti che l’hanno provocato, l’”americano” di oggi il Big Mac se lo fa piacere davvero perché al contrario degli anni 50, quando bastava tornare a casa per essere immersi in una realtà per nulla “americana”, tutta la sua vita è immersa nella narrazione e la sua autostima consiste nell’essere smart, cool, connesso, al passo coi tempi o, come direbbe lui, a 360 gradi, acca ventiquattro.

E’ elettronico, virtuale, multitasking, aperto al nuovo, ideologicamente irreprensibile odia l’odio, e il razzismo anche se lo crede impossibile contro i bianchi  e quando riesce a staccare lo sguardo da un qualche schermo,  dice ochei ogni tre parole e wow (leggi uao) a commento di qualsiasi cosa. Temo che tra un po’ arriverà anche a dire oh my god! Sordi non ce l’avrebbe fatta.

Ma la realtà è molto ostinata e anche se anche fai di tutto per ignorarla non si arrende. Se un viaggiatore atterra al Kennedy di New York dopo essere passato per il nuovo aeroporto di Hong Kong o quello di Bangkok, capisce di cosa sto parlando e se è sveglio può cominciare a chiedersi dove si collochi oggi l’”America”, quella dove tutto è più grande, più nuovo, più scintillante, più all’avanguardia, se non abbia per caso cambiato continente.

Se ci scendevi 50 anni fa in Asia, entravi nel terzo mondo: molta America contemporanea, guardata con occhi oggettivi e non con quelli del sogno, comincia a fare la stessa impressione. Eppure ancora ci sono lotterie per la carta verde. Gli americani sono ancora i maestri del teatro, dell’illusione, della prestidigitazione. La parte più riuscita di Matrix, che per molti versi è un film piuttosto mediocre – un succedersi di balletti e effetti speciali – è in fondo proprio questa: il suggerimento che possa esistere una “pillola” che ti fa vedere le cose per come realmente sono, al di la della suggestione dei media.

Gli americani sono riusciti a vendere il genocidio degli indiani per l’epopea del buon vecchio West, il bombardamento atomico di civili per un atto umanitario, l’occupazione militare dell’Italia  per la “liberazione” dell’Italia, la mafia di New York per una storia di eroi romantici. Nulla di tutto ciò discredita mai il sistema nel suo complesso, che rimane infinitamente buono e giusto, protetto com’è dai sacri principi della “costituzione”, il problema è solo che alcuni essere umani nascono intrinsecamente cattivi e vanno eliminati. Tutta qui la filosofia di Hollywood. Se qualcosa di vagamente simile succede in qualsiasi altra nazione (eccezion fatta per i fratelli Anglo), la descrizione che ne fa Hollywood muta immediatamente nella condanna senza appello del sistema di potere di quello stato, del suo sistema sociale e persino della popolazione arretrata e, tra noi possiamo dircelo, anche razzialmente  inferiore.

Sono persino riusciti ad imporre in tutto il mondo una bevanda fatta d’acqua zuccherata colorata col caramello, un poco come hanno fatto i francesi col vino. Solo che i francesi si sono inventati qualità metafisiche vendendo a prezzi astronomici qualcosa di molto comune che nessuno sa veramente distinguere, mentre gli americani hanno incartato con un sogno un prodotto di nessun valore.

Negli Stati Uniti può essere tranquillamente assassinato il presidente, poco dopo il capo dell’opposizione, un paio di leader dei movimenti per la liberazione dei negri, ma la colpa non sarà mai del sistema marcio e corrotto come avverrebbe se gli stessi fatti accadessero in qualsiasi altro posto al mondo, ma  sempre per la follia criminale di un singolo, cattivo per nascita, sfuggito al sistema e al controllo delle anche troppo bonarie forze dell’ordine. Ogni volta si ripete lo stesso cliché ed ogni volta chiunque solleva dubbi è etichettato come complottista.

Immaginatevi se in Cina qualcuno uccidesse Xi e due giorni dopo l’assassino venisse a sua volta ucciso in diretta televisiva mentre è nelle mani della polizia. Se i cinesi sostenessero che sia il primo che il secondo assassino sono solo dei pazzi criminali che hanno agito da soli, senza complici e per motivazioni personali qualche giornale main stream ci crederebbe o fingerebbe di crederci anche solo per un secondo? O le “teorie del complotto” non sarebbero tali ma diventerebbero la verità sacrosanta al di la delle “menzogne del regime tirannico e corrotto”?

Eppure è proprio la Cina che negli ultimi anni ha cominciato a fare concorrenza agli Stati Uniti sul loro stesso campo, quello del soft power. Nonostante tutti i media ufficiali facciano del loro meglio per spargere fango sul dragone, molti aspetti della Cina contemporanea e della cultura cinese hanno cominciato a far breccia nell’immaginario occidentale, ovviamente  a seguito dello straordinario successo economico. I soldi son pur sempre soldi ed al cane che ha denari si dice Signor Cane.

I grattacieli più alti hanno cominciato ad essere costruiti a Shanghai anziché a New York, i treni più veloci, i telefonini più fighi. A forza di arricchirsi e acquisire potere, la gente ha preso a seguirli nell’immaginario come ha sempre fatto con l’America. Adesso si conosce perfino in che anno zodiacale cinese siamo entrati: cinquant’anni fa i più nemmeno sapevano che esistevano dei segni cinesi. Cosa che non è mai riuscita ai russi quella di rendersi appetibili, al contrario sembrano proprio negati per la propaganda, terribilmente goffi e fuori tempo massimo anche al tempo dell’Unione Sovietica con quei loro faccioni  di Marx e Lenin esposti sulla Piazza Rossa.

Ma il vero colpo di genio della propaganda occidentale si è avuto quando, attorno agli anni ottanta, il potere a cominciato ad abbandonare i vecchi e noiosi benpensanti che facevano misurare i costumi da bagno delle ragazze in spiaggia dalla polizia e si è appropriato delle rivendicazioni dei contestatori distorcendole a suo favore. Che bisogno c’era, infatti, di intestardirsi a contrastare la liberazione sessuale o le tematiche ambientaliste quando era molto più facile farle proprie?

Per gli antichi contestatori erano i governi, collusi con le multinazionali del potere economico, ad inquinare il mondo, per i moderni gretini, magicamente sono le popolazioni ad essere diventate colpevoli: tutti quei pezzenti che vogliono dormire in case calde d’inverno, mangiare bistecche, viaggiare, andare in ferie,  invece di starsene a casa ad obbedire agli ordini delle virostar e mangiarsi gli insetti. Questi morti di fame che con i loro asciugamani sudati e i loro sandali dozzinali portano via la sabbia dalle spiagge sarde che dovrebbero invece essere riservate alla gente per bene!

Del resto se il senso di colpa aveva funzionato così bene nella dottrina cristiana del peccato, originale o meno, perché dovrebbe fallire col peccato climatico? Specie se lo chiamiamo col nome “scientifico” di “impronta ecologica”. Se un tempo si riusciva a far sentire più colpevole un contadino che saltava la comunione la domenica piuttosto che un re che mandava a morire qualche migliaio di persone per portar via un pò di terre a quell’antipatico di suo cugino, perché non dovrebbe funzionare altrettanto per chi non chiude il rubinetto quando si lava i denti?

Si sa che un  tempo lontano, prima dei Gates e dei Bassotti, le epidemie venivano perché Dio si era offeso della cattiveria umana: possono dunque ben venire adesso perché non siamo sufficientemente devoti alla Pfizer che ci ama tanto. Qualche ritratto di Bourla potrebbe cominciare a piangere lacrime di siero genico.

Come possiamo veder bene in questi giorni, la logica inappuntabile dei media sostiene che la pioggia eccessiva non è che la prova del riscaldamento climatico di origine antropica, ma d’altra parte anche la siccità è la prova del riscaldamento climatico di origine antropica. Qualunque cosa succeda ne è la prova: la preposizione è perfettamente non falsificabile e visto che noi tutti siamo colpevoli di quel riscaldamento, non resta che pregare insieme e fare processioni di penitenti. Noi popolani maligni, che continuiamo ostinatamente a respirare, mica quei santi oligarchi che ci ammoniscano e ci avvisano del pericolo, mica i nostri dirigenti che in televisione abbracciano quel guitto di Zelensky  e gli inviano miliardi delle nostre tasse e migliaia di tonnellate di armi ecosostenibili mentre a noi chiedono sacrifici.

Una volta si diceva: piove governo ladro! Dando ai potenti la colpa anche di ciò che non controllavano affatto (peraltro recentemente qualcosa di simile è tornato a circolare su basi più “scientifiche”, come le scie chimiche, ma in ambienti molto più ristretti), ora se piove si da la colpa al popolo minuto e il popolo se la prende volentieri.

Siamo rimasti solo noi, pochi increduli, che oramai l’inganno lo fiutano quasi per istinto, automaticamente, senza nemmeno pensarci, così come si guida una macchina. I più si bevono le allerta colorate  con gli occhi incollati agli schermi ed esclamano uao!


(fonte: https://comedonchisciotte.org/wow-c...king-assortite/)
  



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