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«LA NATIVITA’ DI CRISTO»
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Messaggio «LA NATIVITA’ DI CRISTO» 
 
«LA NATIVITA’ DI CRISTO» «РОЖДЕСТВО ХРИСТОВО»
Icona della Scuola di Mosca (XVI secolo)
Икона Московской школы (XVI век)

La Natività di Cristo (Рождество Христово) è uno dei più grandi capolavori dell'Ermitage di San Pietroburgo. XVI secolo. Scuola di Mosca. La leggerezza e la tenerezza della pittura, la luminosità dei colori, l'eleganza e lo sfondo azzurro cielo, insoliti per le icone russe, sono simbolo di altezza, purezza e potere divino. «Il visibile dell'invisibile» («Видимое невидимого») era chiamato icone. Ogni evento che osserviamo è ordinario, ordinario, completamente terreno. Ma ognuno è pieno di un significato diverso, altri segreti. Eventi che si svolgono in momenti diversi si collegano miracolosamente qui, ora. Non c'è tempo per tali eventi.
Cosa vediamo? Quali significati si nascondono in ogni immagine?
Una visione radiosa e tenera: la Madre di Dio con un mantello viola giace su un letto rosso brillante. Il viola è il colore della regalità. E il rosso è il colore del sangue, della vita e della redenzione. Nelle vicinanze in fasce bianche. Il bianco è un simbolo della luce divina, il colore della purezza e della semplicità. Nella tradizione cattolica, la Vergine Maria è raffigurata seduta, china sul bambino. Pertanto, si ricorda che non ha sperimentato la sofferenza e si sottolinea la sua purezza. Nella tradizione ortodossa, nelle prime icone fino al XVII secolo, la Madre di Dio è raffigurata sdraiata. Non guarda suo figlio, perché non le appartiene più. Appartiene al mondo. Ed è l'intercessore di tutti coloro che la chiedono, che la pregano, che si lamentano con lei. «Dio Signore ha brillato su di noi non a immagine di Dio, per non far tremare la debole natura umana, ma in forma di schiavo, per liberare questa natura schiava».
Mucca e cavallo. Nella pittura europea: un bue e un asino. Con il loro respiro scaldavano il bambino, lo calmavano e lo divertivano.
La Vergine partorisce, il bambino piange, gli angeli si rallegrano. Danno buone notizie. I pastori furono i primi ad essere informati: gente semplice, fiduciosa, pura di cuore. Vennero ad inchinarsi e portarono i loro doni: uova, un bastone e un flauto. Sono un simbolo di pastori spirituali che sanno prendersi cura del loro gregge e suonare il flauto, cioè cantare melodie spirituali per insegnare alle persone ad ascoltare e ascoltare la musica divina e comprendere visioni meravigliose.
Gli angeli cantano in cielo: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli, e pace in terra, benevolenza verso gli uomini!».
La stella è sorta. Era luminoso e i suoi raggi brillavano anche durante il giorno. Sembrava fluttuare nell'aria bassa sopra il suolo. Celeste è nato sulla terra. Si dice che lo Spirito Santo sia apparso sotto forma di una stella. E i saggi dell'Oriente, i magi, andarono. Bisogna andare senza indugio a vedere il re. Hanno molta strada da fare dal sapere cosa è relativo al sapere cosa è assoluto.
Melchiorre, Baldassarre, Kaspar portarono doni. L'oro è un simbolo del potere reale, della regalità. Incenso significa preghiera, è simbolo di sacerdoti, pietà, splendore divino. Smirne protegge dalla corruzione e dalla corruzione, ma ricorda anche la disponibilità a morire. La Trinità è una divinità preziosissima, un'anima pia e una carne perfettamente pura. I Magi ci hanno insegnato a fare doni, cioè a ricordarci la loro simpatia, devozione, tenerezza. A Natale sono tutti un po' matti.
C'è un altro personaggio importante su questa icona: Giuseppe. Sembra confuso, profondamente scosso. È un testimone dell'incredibile. Sentiva che il tempo si era fermato. Tutto intorno gelò: il vento, e gli uccelli in volo, e le stelle nel cielo. Il bambino è nato e il tempo è tornato. Tutto è andato come al solito. Giuseppe è sconvolto e imbarazzato.
E accanto a lui c'è un vecchio con un bastone, con un bastone. Chi è lui? Cosa ha detto? Gli scienziati stanno ancora discutendo. Potrebbe essere Giacobbe, figlio di Giuseppe? Forse il profeta Isaia? O forse il tentatore, lo spirito del dubbio (uncino significa menzogna): «Non credere, non c'è altro mondo che quello visibile, se non il mondo qui»?
Questo è un grande palcoscenico, un incontro di due mondi: il mondo del dubbio, della tentazione, della tentazione e il mondo dello spirito, il mondo che salva il nostro. La Madre di Dio guarda Giuseppe con tenerezza, compassione, triste. Il suo sguardo è per aiutarlo. «Un altro mondo esiste. Non è soggetto alle leggi terrene. Fidati. Solo amore».
La Natività di Cristo è il soggetto preferito di molti artisti e compositori. Il compositore russo Dmitrij Bortnjanskij gli ha dedicato un toccante kontakion: un inno, una preghiera speciale in onore di questa icona e in onore della grande festa.
«E la luce risplende nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno compresa». Non più oscurità, solo luce. Cristo è nato! Vieni a incontrarlo!

  

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Zarevich
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