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«IL GIARDINO»
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Messaggio «IL GIARDINO» 
 
«IL GIARDINO» «САД» 2008 Russia
Film di Serghej Ovciaròv (Сергей Овчарòв)
Adattamento cinematografico della piece di Anton Cechov «Il Giardino dei Ciliegi» («Вишнёвый Сад»)
Il film è presentato dalla Russia al Festival Internazionale del Cinema di Mosca 2008
http://www.arcarussa.it/forum/viewtopic.php?t=1674

La tenuta della proprietaria terriera Liubov Ranevskaja. La primavera, i ciliegi sono in fiore. Ma il bel giardino fra poco sarà tagliato e la tenuta sarà venduta per i debiti. Per rinunciare a ciò che le è più caro, la tenuta, la signora Ranevskaja con sua figlia arrivano da Parigi e qui si incontrano tutte le generazioni delle dimoranti del nido nobile.
I personaggi appartengono a tre epoche diverse: gli uni vivono del giorno di ieri e sono assorbiti dai ricordi dei tempi passati da un pezzo, gli altri sono occupati degli interessi immediati e contingenti e si propongono di trarre profitto anche dall’aria, i terzi rivolgono il loro sguardo verso avanti lontano non vedendo cosa succede sotto il loro naso.

La geniale verità di Cechov, stupefacente, sbalorditiva e disarmante.
Cechov sinceramente considerava la sua piece come un’allegra commedia, come un vaudeville ed era meravigliato quando dei registi e dei critici tenacemente la definivano un dramma. «Il Giardino dei Ciliegi» è eссentriada stringente. La piece di Cechov ricorda per la struttura l’italiana Commedia dell’arte con i suoi Colombina, Pantalone, Piero, Arlecchino.
Da Cechov come nella Commedia dell’arte i padroni sono ridicoli perché sono troppo aristocratici, se ne vantano anche se non possiedono nulla, continuamente parlano dell’altezza, anche se a volte non sono portatori di quell’altezza.
I loro servitori imitano i loro padroni e continuamente fanno delle buffonate, degli sketch, delle pantomime, dei lazzi.
«Il Giardino dei Ciliegi» di Anton Cechov è una commedia alta in cui il riso è fra le lacrime e le lacrime sono fra il riso. Cechov narra dell’alto, di tutta l'umanità, dell’umanesimo, ne narra in modo psicologico, sensibile, ma con una condotta da discolo e da spettacolo.
I personaggi del Giardino molto piangono, ma ancora di più ridono e birichinano come i villeggianti tipici.
Nel giorno in cui vendono il giardino, il loro amore e dolore, loro ballano e si divertano di tutto cuore. Quasi tutti loro sono poveri, i padroni e i servi, ma i grossi soldi sempre li manipolano con il loro senso come un abile burattinaio con le marionette comiche.
Nella piece non ci sono ruoli di secondo piano, ma il personaggio principale senza dubbio è il cameriere Firs, dimenticato dai padroni nel finale. Tutti se ne sono andati e hanno chiuso la casa venduta ma hanno dimenticato Firs come una cosa non più utile. Nel giardino tagliano gli alberi, ma Firs non chiama in aiuto i lavoratori e non chiede loro di liberarlo.
Lui semplicemente e intenzionalmente, come un capitano, affonda insieme con “la nave”, annegando.
Nel Giardino dei Ciliegi Firs non è solo il cameriere. Lui è il padre e la madre di quei bambini che lo hanno lasciato. Solo Firs è restato fedele al giardino e alla casa quando tutti si sono rassegnati alla sorte.
Tutti gli altri personaggi sono gli eroi positivi, ma le loro piccole “debolezze” pesavano più del consentito.
Tutti loro non hanno saputo superare la prova di fedeltà al loro “Paradiso”, al Giardino dei Ciliegi e alla Casa. Non solo … loro hanno rovinato il loro Eden e insieme a quello il suo custode e guardiano. Loro hanno lasciato l'Eden anche con sollievo. Ora non c'è più bisogno di essere malati nell’anima per il giardino, per la casa.
Tutti i personaggi si amano a senso unico, cioè senza reciprocità. Tutti hanno l’amore non corrisposto. Solo nell’anima di Firs c’è l’armonia vera. Lui è felice, lui acquista l’equilibrio morale. La ricchezza è quando si può servire al vicino. Solo la spiritualità vera e un'arte che esalta la vita e può salvare il mondo dell’uomo.
CECHOV E’ GENIALE!

CECHOV FILMATO
http://www.arcarussa.it/forum/viewtopic.php?p=10257



Ultima modifica di Zarevich il 26 Giu 2017 18:46, modificato 1 volta in totale 

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Film di Serghej Ovciaròv
Adattamento cinematografico della piece di Anton Cechov «Il Giardino dei Ciliegi» 
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Film IL GIARDINO di Serghej Ovciarov 1.jpg
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Film di Serghej Ovciaròv
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Zarevich
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Messaggio Re: «IL GIARDINO» 
 
Sì, Cechov è geniale!
Speriamo di vedere presto questo film.  La tua lettura del "Giardino dei ciliegi" è molto precisa, e è quella che condivido.
E' strano che alcuni autori abbiano visto nell'ultima scena, dove Firs resta solo nella casa deserta, un'uscita infelice e un travalicare dei limiti del buon gusto, anziché scorgerne il forte simbolismo e in un certo senso l'essenza stessa dell'opera.
  



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Messaggio Re: «IL GIARDINO» 
 
Mi sono sempre domandato se Checov si fosse ispirato ad un luogo preciso, se  cioè ci fosse stato un vero "giardino dei ciliegi" abbattuto da qualche parte nella Russia e a questo si fosse ispirato..... oppure se un giardino del genere non è mai esistito...
  




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Messaggio Re: «IL GIARDINO» 
 
Cechov compose la sua ultima opera, il "Giardino dei ciliegi", negli ultimi anni della sua vita, durante la sua lunga permanenza a Jalta, iniziata nel 1899. Tra l'altro questo fu l'unico suo lavoro teatrale di cui riuscì a seguire di persona le prove mentre si trovava a Mosca, nel dicembre del 1903.
E' assai verosimile che in Crimea Cechov avesse spesso occasione di vedere giardini in fiore, ed anche ciliegi, ma a quanto ne so io, ed è anche quello che credo, non mi risulta che per la sua piece Cechov abbia tratto l'ispirazione dalla storia di un giardino reale.
  



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Messaggio Re: «IL GIARDINO» 
 
Se non sbaglio non erano piante di ciliegie, ma  di amarene..... chiedo conferma!
  




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Messaggio Re: «IL GIARDINO» 
 
Sì, visciole, per l'esattezza. Ma la traduzione è giusta, l'albero dovrebbe pur sempre essere un ciliegio.
  



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Messaggio Re: «IL GIARDINO» 
 
Sì sono d'accordo con te....molto probabilmente per ragioni pratiche si identifica come "ciliegio" tutte e due le specie, ma in realtà la ciliegia dolce  deriva dalla varietà "avium" mentre quella acida è la varietà "cerasus". La cosa interessante è che in Italia la varieta "cerasus" ( quella di Cechov) è cespugliosa, dal tronco piccolo... quindi o lo scrittore si è "sbagliato" (una licenza poetica, perdonami Cechov!) ...oppure in Russia gli alberi di visciole sono grandi e di una varietà diversa dalla nostra....
  




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Messaggio Re: «IL GIARDINO» 
 
Caro Argo! La tua domanda è molto interessante.
Non penso che Cechov intendeva dire del giardino concreto, anche se nella sua tenuta Mèlikhovo c’è il giardino dei ciliegi e tutti pensano che sia proprio quel giardino di cui scriveva. Se tu leggi con attenzione la piece, capirai che il Giardino dei Ciliegi è un simbolo della reminiscenza del passato. È una nostalgia. Il giardino è quello che si può perdere nella vita. La figlia della Signora Ranevskaja le dice: «Non piangere, mamma, noi pianteremo un altro giardino».
Tutti se ne andando e chiudono le porte. La vita è finita, è finita in questa tenuta, in questa casa, in questo giardino. Comincia la nuova vita.
La tenuta con il giardino l’ha comprata Lopàkhin. È una generazione completamente nuova e altra. Lopakhin è il “nuovo russo” che può comprare tutto.
Ma il giardino resta nella memoria, nel ricordo che non si può vendere o comprare.
Dove si trovava quel giardino?
Petja dice: «Tutta la Russia è il giardino dei ciliegi». Il senso di queste parole è quello che sempre si troveranno degli uomini i quali taglieranno il giardino e nello stesso tempo si troveranno quelli che lo pianteranno di nuovo. È il senso della nostra storia. Chi ha orecchi intenda.
E’ Chechov, Anton Pavlovich.
  




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Zarevich
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Messaggio «IL GIARDINO» 
 
Nuova versione de «Il giardino dei ciliegi» di Anton Cechov. La tenuta del proprietario terriero Lyubov Ranevskaja. Primavera, i ciliegi sono in fiore. Ma il bel giardino sarà presto abbattuto e la tenuta venduta per debiti. Per separarsi per sempre dalla tenuta, la signora e sua figlia Anja vengono da Parigi, e qui si incontrano tutte le generazioni degli abitanti del nido nobile. Gli eroi del film appartengono a tre epoche diverse: alcuni vivono nel passato e sono assorbiti dai ricordi di tempi lontani, altri sono impegnati in affari momentanei e cercano di trarre profitto anche dal nulla, e altri ancora guardano lontano, senza vedere cosa sta succedendo sotto il loro naso.
  




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Zarevich
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