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«VIAGGIO SENTIMENTALE NELLA PATRIA»
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Messaggio «VIAGGIO SENTIMENTALE NELLA PATRIA» 
 
Fiodor Ròkotov (1735-1808) Фёдор Рокотов
«IL RITRATTO DI ALEKSANDRA STRUJSKAJA» (1772)
«ПОРТРЕТ АЛЕКСАНДРЫ СТРУЙСКОЙ» (1772)
Olio, 59,8х47,5cm
Galleria Tretjakov di Mosca
  
http://nearyou.ru/rokotov/1Struiska.html

Fiodor Ròkotov (Фёдор Рокотов, 1735-1808) è un magnifico ritrattista russo. Anche se la sua scuola è occidentale, si basa e si costruisce sulla scuola pittorica occidentale, nei suoi ritratti si nota già quell’incoparabile carattere russo che poi svilupperanno molti altri pittori: Levìtskij, Kiprènskij ed altri ancora. Non si conosce il suo anno di nascita. Circa il 1735, così ritengono gli esperti. Di conseguenza, quando il Palazzo di Caterina a Zarskoje Selo fu costruito, ne finì la costruzione , Fiodor Rokotov aveva circa 21 anni. Erano tempi di incredibili cambiamenti. Era il periodo dell’Illuminismo, il periodo di nuove riforme. Venne aperta l’Università di Mosca, fu fondata l’Accademia di Belle Arti a San Pietroburgo, si fa prima vaccinazione contro il vaiolo, appaiono le prime banconote, al posto delle monete, delle monete d’oro e d’argento. Il ritratto di Aleksandra Strujskaja, eseguito da Fiodor Rokotov. Era moglie di uno dei più brillanti rappresentanti della sua epoca, di Nikolaj Strujskij (Николай Струйский). Pubblicava i libri nella sua provincia. Allora l’arte della stampatura non era ancora troppo sviluppata. Nikolaj Strùjskij stampava così bene i suoi libri nel governatorato di Pènza (Пенза) da dare la possibilità a Caterina la Grande, a cui egli donava i suoi libri, di inviarli a Voltaire e di scrivergli: «Guardate che libri si stampano da me, a 1000 verste da Pietroburgo, in campagna». Nikolaj Strujskij era una persona brillante, persino un po’ esaltata. Poteva passare giornate intere, anche 2-3 giorni, a scrivere versi. Certamente Nikolaj Strujskij è una creatura della sua epoca. C’erano i servi della gleba, ed egli si permetteva di trattare i contadini a suo piacimento, anche torturarli. Ma nonostante questo, quanto fece nel campo della stampa fa iscrivere il suo nome nella storia della Russia. Completamente diversa era sua moglie. Aleksandra Strùjskaja (Александра Струйская), il suo cognome da ragazza era Kòsneva (Коснева). Era una donna eccezionale, mite, intelligente, ottima padrona di casa, che in virtù del modo di vita solitario e del carattere instabile del marito. Conduceva da sola tutti i suoi affari.  

  




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Zarevich
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Aleksej Venezianov (1780-1847) Алексей Венецианов
«IL MATTINO DELLA PADRONA» (1823)
«УТРО ПОМЕЩИЦЫ» (1823)
«MORNING OF A LANDOWNER» (1823)
Olio, 41,5х32,5
Museo Russo di San Pietroburgo
http://nearyou.ru/venetsian/r23morn.html

Della tenuta di Aleksej Venezianov (Алексей Венецианов, 1780-1847) nei pressi di Tver, purtroppo non è rimasto niente. Aleksej Venezianov affermava che solo la natura può insegnare al pittore, a fare di lui un cantore della propria terra, del carattere nazionale. Ma la scuola di Aleksej Venezianov fece nascere non solo un senso di orgoglio, di gioia, ma fu motivo di molti dispiaceri, perché gli accademici di Pietroburgo non potevano rassegnarsi, non potevano e non volevano rassegnarsi al fatto che stava nascendo qualcosa di nuovo, di inconsueto, di insolito, che contrastava con quanto s’insegnava all’Accademia ai giovani pittori. Per Aleksej Venezianov la scuola non era semplicemente una scuola. Non erano solo allievi. Erano persone che amava, erano figli.
Il quadro che fu eseguito nel 1823, fu dipinto in campagna e si chiama «Il Mattino della padrona» («Утро помещицы»). Si chiama anche: «La padrona occupata nelle faccende» («Помещица, занимающаяся хозяйством»), «La padrona che consegna il lino» ha altri nomi ancora. Il soggetto è semplicissimo, come tutti i soggetti di Aleksej Venezianov. Perché cercava il cuore della sua opera, la sua anima e non io ciò che egli rassicurava, ma in ciò come il tutto avveniva, cosa volesse esprimere con quel quadro tutt’altro che complicato, con quella storia molto semplice. Osservate quelle persone. E capirete che c’è in esse qualcosa di inverosimile, ciò che si può definire il contatto spirituale tra queste tre persone dipendenti l’una dall’altra. La padrona che, da come la conosciamo di qualcosa di terribile, di opprimente, e queste povere contadine. Le persone erano diverse. Un paese non potrebbe esistere se non ci fosse l’armonia tra persone diverse. E se capire e rilevare quest’accordo spirituale e quest’uguaglianza di sentimenti che vediamo nel quadro, cogliendo questo particolare, si potrà sentire come il ritmo del paese, il ritmo dei caratteri concordasse col ritmo della natura, e il ritmo della natura si accordasse al ritmo di Venezianov e dei suoi allievi. E come insieme tutto questo creasse uno stato di armonia che, osservandolo attentamente, si nota, e dopo averlo rilevato, si può capire com’era la nostra Russia.  

  




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Zarevich
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Ivan Shishkin (1832-1898) Иван Шишкин
«LA PIOGGIA NEL BOSCO DI QUERCE» (1891)
«ДОЖДЬ В ДУБОВОМ ЛЕСУ» (1891)
«RAIN IN AN OAK FOREST» (1891)
Olio, 124x203
Galleria Tretjakov di Mosca
http://nearyou.ru/shishkin/train.html

Il quadro che vediamo non è di quel Ivan Shìshkin (Иван Шишкин, 1832-1898) che conosciamo per le sue foreste nordiche di Elàbuga sul fiume Kàma, i favolosi boschi, impenetrabili, pieni di misteri. Questo non è così trasparente, e non è proprio caratteristico per il Shìshkin che conosciamo. Come molti Russi e la gente nel nostro paese, come il pittore che disegnò la carta dei cioccolatini chiamati «Il goffo orsacchiotto» («Мишка косолапый»). Ivan Shìshkin ha un quadro che si chiama «La Mattina nel bosco di pini» («Утро в сосновом лесу»). Una grande mamma orsa e due orsacchiotti giocano. È un quadro che ha reso abbastanza famoso Ivan Shìshkin. Tra l’altro, gli orsacchiotti non sono di Ivan Shìshkin, ma del pittore Konstantin Savìtskij (Константин Савицкий, 1844-1905), e nel quadro che vedremo le figure pure non sono disegnate da Ivan Shìshkin, ma da Konstantin Savìtskij  Egli non si azzardava a fare ciò che non sapeva fare bene come i paesaggi foreste del Nord russo. Con questa tela «La Pioggia nel bosco di querce» («Дождь в дубовом лесу») volesse dimostrare ai suoi avversari che era capace di fare tutto. Volete che sia così? Prego. Volete la finezza nella pittura? Volete un paesaggio francese? Posso fare pure questo. Ma anche con questo stile francese Ivan Shìshkin ha saputo trasmettere quel fantastico, incomparabile stato della natura, la natura della fascia media della Russia, dopo la pioggia, con la nebbiolina azzurra, che è in grado di dipingere solo un pittore che lo sente veramente. Sorge la domanda: perché Ivan Shìshkin avendo una simile alta tecnica di magistrale pittore (non si può altrimenti dipingere simili paesaggi se non si ha una simile assoluta tecnica della pittura), perché non ha voluto accogliere la sfida di coloro che lo criticavano e dedicarsi ad una raffinata arte della pittura, e non restare nelle sue foreste russe di Elàbuga consacrando ad esse la sua anima e la sua arte? Questa qualità è molto preziosa. Essa porta all’artista molti dispiaceri, è criticato, cacciato. Ma allo stesso tempo è ciò che conserva il pittore così come l’ha voluto Dio. Ivan Shìshkin poteva dipingere diversamente? Certamente. Lo vedremo in questo quadro r in altri paesaggi. Poteva, e allo stesso tempo non poteva. Non poteva superare sé stesso. Non voleva cantare nel coro. Egli esisteva nella sua tonalità, aveva la sua strada che non abbandonava, solo s’addentrava, sempre più in profondità. Vediamo i suoi paesaggi da dentro. Non sono paesaggi orizzontali, ci danno una sensazione interiore, verticale, profonda. Il quadro «La Pioggia nel bosco di querce» («Дождь в дубовом лесу») è una fantastica combinazione della forza di Ivan Shìshkin, della sua incredibile tecnica e allo stesso tempo della possibilità di dipingere in modo del tutto diverso, non alla Shìshkin. Se prendiamo Ivan Shìshkin come pittore noto in tutto il mondo, osservando questo quadro, non tutti penseranno che sia Ivan Shìshkin. Ma questo quadro colpisce. Una sensazione di lunghezza temporale, quando si osserva a lungo una tela, come va fatto con qualsiasi paesaggio russo. Perché non si può apprezzare un paesaggio russo se non gli si dedica del tempo. Come non è possibile capire la Russia senza restarvi per un certo periodo di tempo. Non si può sentire la Russia da bordo del pullman o dell’aereo. Per i paesaggi di Ivan Shìshkin e di altri pittori russi occorre del tempo. E questo paesaggio, quando lo si osserva attentamente e a lungo, incomincia a parlare come qualsiasi paesaggio di un vero maestro quando l’armonia tra chi dipinge il quadro, si concentra in una nota.

  




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Zarevich
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«VIAGGIO SENTIMENTALE NELLA PATRIA»
L'autore di questo progetto artistico unico si presenta all'attenzione del pubblico dipinti dei tuoi pittori preferiti del XIX secolo. Vedremo un panorama dei movimenti e dei gusti artistici di questo tempo, gli incredibili destini degli artisti e dei loro eroi, la storia della creazione di capolavori della pittura russa e emergerà un'immagine tridimensionale della cultura russa, in particolare della pittura. Grazie alla presentazione profondamente personale e interessata del materiale, all'intonazione vivace e diretta, i dipinti di talentuosi artisti russi si avvicineranno così tanto a noi che potremo ascoltare la «musica della pittura russa», capire cosa ci è stato nascosto dai nostri spesso percezione superficiale e momentanea. E di conseguenza, prova un sentimento di benedetta inclusione nel patrimonio unico del tuo grande paese e un'orgogliosa consapevolezza di te stesso come parte del suo grande popolo e della sua storia! Questo progetto è senza dubbio l'atto culturale e civico più importante, una sorta di ascetismo di Nikita Mikhalkov, che contribuisce a rafforzare l'autocoscienza nazionale.

  

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