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«GIUSEPPE BALSAMO CAGLIOSTRO»
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«GIUSEPPE BALSAMO CAGLIOSTRO» «ДЖУЗЕППЕ БАЛЬЗАМО КАЛИОСТРО»

Il racconto di Aleksej Tolstoj «IL CONTE DI CAGLIOSTRO» (1921)
Рассказ Алексея Толстого «ГРАФ КАЛИОСТРО» (1921)

Capitolo 1°

Nel distretto di Smolensk, in mezzo a colline ricoperte da campi di grano e boschetti di betulle, sul greto alto di un fiume, sorgeva la residenza signorile di Biancafonte, antico feudo dei principi Tulupov.
La casa in legno degli avi, ubicata in una minuscola conca, era stata sprangata e abbandonata.
La casa nuova, con colonne in stile greco, era rivolta verso il fiume e i campi retrostanti.
La facciata posteriore, con le due dèpendances, si spingeva sin entro il parco, ov'erano dei laghetti con isolotti e fontane.
Inoltre, qua e lа nel parco ci si poteva imbattere in una donna di pietra con in mano una saetta, o in un'urna con sullo zoccolo l'epigrafe POSA AL MIO PIE' E CONTEMPLA / QUANTO FUGACE E' IL TEMPO, ovvero in malinconiche rovine, avvinte dall'edera.
La casa e il parco erano stati terminati un lustro addietro, allorchй la proprietaria di Biancafonte, la principessa Praskov'ja Pavlovna Tulupov, vedova di un comandante di brigata, improvvisamente era venuta meno nel fior degli anni.
La proprietа era toccata in ereditа al suo cugino di terzo grado Aleksej Alekseevitch Fedjascev, che in quel periodo prestava servizio a Pietroburgo.
Aleksej Alekseevitch lasciò il servizio militare e si stabilì nella tranquillitа e nell'isolamento di Biancafonte, unitamente alla sua zietta, anche lei una Fedjascev.
Egli era d'indole molto tranquilla e sognante, ancora assai giovane: in fondo, non aveva che diciannove anni.
Il servizio militare lo aveva lasciato di buon grado, giacchè il chiasso dei ricevimenti di Corte, le sbronze nel reggimento, il riso delle belle donne alle feste danzanti, il profumo della cipria e il fruscio dei vestiti gli procuravano il batticuore e un dolore alle tempie.
Serenamente, con piacere Aleksej Alekseevitch si abbandonт alla solitudine dei campi e dei boschi.
Talora usciva a cavallo ad osservare i lavori agricoli; talaltra se ne stava seduto con una canna da pesca sulla riva del fiumicello, all'ombra di un salice cavernoso.
Qualche volta, in un giorno di festa, ordinava alle ragazze campagnole di danzare nel parco intorno al laghetto, mentre lui dalla finestra si godeva quello spettacolo pittoresco.
Nelle sere invernali si dedicava assiduamente alla lettura.
Nel contempo Fedos'ja Ivanovna faceva i suoi solitari; il vento ululava negli alti solai della casa; il vecchio fuochista, facendo scricchiolare le assi del pavimento, andava su e giщ per il corridoio e rovistava all'interno delle stufe.
Così vivevano, pacificamente e senza agitazioni.
Ma ben presto Fedos'ja Ivanovna si avvide che ad Alexis - così lei chiamava Aleksej Alekseevitch - stava succedendo qualcosa di strano.
Era diventato pensieroso, distratto e pallido in volto.
Fedos'ja Ivanovna provò ad accennargli: - Non sarebbe ora, mio caro, di pensare un po' a sposarti? Non vorrai mica stare tutto il tempo a guardare me, vecchia baggiana? In questo modo, sai, potresti finire male...
Apriti cielo! Alexis pestò addirittura i piedi: - Basta, zietta...
Non ho voglia, nè oggi nè mai, d'impantanarmi nella noia della vita quotidiana: tutto il giorno girare in vestaglia e giocare a tressette con gli ospiti...
E chi vorreste che sposassi, se mai decidessi di darvi ascolto? - Il principe Shachmatov ha cinque figlie, - disse la zia, tutte fior di ragazze.
Il principe Patrikeev ne ha quattordici...
Gli Svinin poi hanno Sascen'ka, Mascen'ka, Varen'ka...
- Ah, zietta, zietta, le fanciulle da voi menzionate posseggono eccellenti qualitа, ma solo a pensarci...
Ecco, il mio cuore è infiammato da passione, ci uniamo in matrimonio, e poi: questa persona, di cui un guanto o una giarrettiera deve gettarmi in subbuglio, questa medesima persona con le chiavi in mano corre nel ripostiglio, si affaccenda nella dispensa, oppure ordina delle tagliatelle e se le mangia davanti a me...
- Ma perchè davanti a te mangerа proprio le tagliatelle, Alexis? E anche se fossero le tagliatelle, che cosa c'è di male? - Solo una passione sovrumana potrebbe annientare il mio dolore...
Ma una donna, capace di tanto, non esiste su questa terra...
Ciт detto, Aleksej Alekseevitch lanciò un lungo e languido sguardo sulla parete, dove era appeso il grande ritratto, in tutta la figura, di una bella donna, di Praskov'ja Pavlovna Tulupov.
Quindi, chiusa sospirando la vestaglia di seta con disegni cinesi, riempм la pipa di tabacco, si sedette nella poltrona accanto alla finestra e cominciт a fumare, espirando rivoli di fumo.
Ma, evidentemente, si era lasciato sfuggire qualcosa e qualcosa la zia aveva inteso, chè, guardando trasecolata il nipote, disse: - Se sei un uomo, ama un essere umano e non, mi perdoni Iddio, un sogno che toglie il sonno...
Aleksej Alekseevitch non rispose.
Fuori della finestra, da cui guardava annoiato, nel cortile coperto di un'erbetta ricciuta, un vitello rossiccio succhiava l'orecchio di un altro vitello.
Il cortile declinava dolcemente verso il fiume, sulla riva fra le bardane erano sedute delle oche, bianche come fiocchi di neve; una si alzò, battè le ali, poi si rimise a sedere.
C'era silenzio ed afa in quell'ora pomeridiana.
Al di lа del fiume, sopra i campi di grano fluttuavano e tremolavano invisibili onde di calore.
Sulla strada, che sbucava dal boschetto di betulle, veniva un contadino a cavallo: eccolo scendere verso il guado il cavallo affondт nell'acqua sino alla pancia e si mise a bere; poi il cavaliere, spaventando le oche, agitando gomiti e calcagni, si lanciò al galoppo in salita, gridò qualcosa a una ragazza della corte, che trasportava una bracciata di paglia, scoppiт a ridere, ma, visto il padrone alla finestra, saltò giù da cavallo e si tolse il berretto.
Era il messo, che una volta alla settimana veniva mandato sulla strada maestra a ritirare la posta.
A Fedos'ja Ivanovna recava una lettera, al padrone un pacco di libri.
Fedos'ja Ivanovna andт a cercare gli occhiali.
Aleksej Alekseevitch si diede ad esaminare i libri.
La sua attenzione fu attratta, nel ventottesimo numero della Rivista di economia, da un articolo sulle cause dell'ipocondria.
La prima sventurata cagione dell'ipocondria è un'esaltazione amorosa, furibonda e prolungata, ovvero passioni che tengano lo spirito in uno stato ininterrotto di afflizione.
Una persona, sovraffatta da simili passioni, alle quali sbocco non vede, brama l'isolamento, precipita sovente nel dolore più profondo, fintantochè i nervi dello stomaco e dell'intestino non cadono in prostrazione.
Lette queste righe, Aleksej Alekseevitch richiuse il libro.
Dunque lo attendeva l'ipocondria: per la passione, che gli bruciava in petto, non esisteva sbocco.

  



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Il racconto di Aleksej Tolstoj «IL CONTE DI CAGLIOSTRO» (1921)
Рассказ Алексея Толстого «ГРАФ КАЛИОСТРО» (1921)

2° Capitolo

Un sei mesi prima Aleksej Alekseevitch, rifinendo la sistemazione di alcune stanze, aveva visitato la vecchia casa alla ricerca di un qualche oggetto.
Il sole calava in un tramonto di gelo.
Sui campi ghiacciati giа cominciava a fumigare una tormenta.
Una vecchia cornacchia, gracchiando, si alzò da una betulla adorna di brina e cosparse di neve Aleksej Alekseevitch, che, indossando un pellicciotto spelacchiato, percorreva lungo il fiume una stradella appena spalata nella neve.
Sul fiume, accovacciata accanto a un buco nella crosta del ghiaccio, una fanciulla campagnola, dal viso tondo e le sopracciglia nere, attingeva acqua; issò il secchio sul bilanciere e se ne andò, volgendosi a riguardare il padrone.
Nel villaggio, tra i mucchi di neve, si accendeva una luce qua e lа dietro le finestrelle ghiacciate; si udivano il cigolio delle porte e le voci nitide nella sera di gelo.
Un quadro mesto, ma rassicurante.
Aleksej Alekseevitch, salendo sul terrazzino della vecchia casa, ordinт di schiodare la porta ed entrò.
Tutto il dentro era coperto di polvere, vetusto, fatiscente.
Il cosacchino, che faceva strada, illuminava col fanale ora tracce di indoratura su una parete, ora i rottami di mobili ammucchiati in un angolo.
Un grande ratto attraversò la stanza.
Tutto ciò che vi era di prezioso, evidentemente, era stato asportato da quella casa.
Aleksej Alekseevitch si apprestava giа a tornare indietro, quand'ecco che, gettato uno sguardo nella saletta bassa, intravvide, appeso sbilenco sulla parete, il grande ritratto, in tutta la figura, di una giovane donna.
Il cosacchino sollevò il fanale.
La tela era velata dalla polvere, ma i colori erano vividi.
Aleksej Alekseevitch esaminò il volto - di una bellezza mirabile, i capelli incipriati, pettinati lisci, le alte arcate sopraccigliari, la bocca piccola e appassionata con gli angoli lievemente rivolti all'insù, il vestito chiaro, che lasciava scoperto fino a metа un seno verginale.
Una mano, che posava tranquillamente al di sotto del seno, teneva tra l'indice e il pollice una rosa.
Aleksej Alekseevitch intuò trattarsi del ritratto della compianta principessa Praskov'ja Pavlovna Tulupov, sua cugina di terzo grado, da lui vista solo una volta, ancora da bambino.
Il ritratto fu immediatamente trasportato in casa e appeso nella biblioteca.
Per molti giorni Aleksej Alekseevitch dinanzi a sè non vide che questo ritratto.
Sia che leggesse un libro - egli amava molto le descrizioni di viaggi in paesi selvaggi -, sia che prendesse degli appunti in un quaderno, sia che semplicemente vagasse con le babbucce, ornate di perline, sul parquet lustrato a cera, Aleksej Alekseevitch si soffermava a lungo con lo sguardo sul mirabile ritratto.
Poco a poco prese a gratificare questa immagine delle meravigliose qualitа della bontа, dell'intelligenza e dell'appassionatezza.
Dentro di sè cominciava a chiamare Praskov'ja Pavlovna l'amica delle ore solitarie, l'ispiratrice dei suoi sogni.
Una volta la vide in sogno tale e quale nel ritratto, - immobile e altera, solo la rosa che teneva in mano era viva.
Aleksej Alekseevitch si tendeva per strappare il fiore da quelle dita, ma senza riuscirvi.
Si ridestò col cuore che batteva angosciosamente e con la testa in fiamme.
Da quella notte non potè più guardare il ritratto senza provare un turbamento.
L'immagine di Praskov'ja Pavlovna s'era impadronita della sua fantasia.

  



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Il racconto di Aleksej Tolstoj «IL CONTE DI CAGLIOSTRO» (1921)
Рассказ Алексея Толстого «ГРАФ КАЛИОСТРО» (1921)

3° capitolo

Fedos'ja Ivanovna tornò nella stanza con la lettera in mano e gli occhiali inforcati sul naso, si sedette di fronte ad Aleksej Alekseevitch e disse: - Pavel Petrovitch mi scrive...
- Quale Pavel Petrovitch, zietta? - Ma come, mio caro Alexis: Pavel Petrovitch Fedjascev, il maggiore in seconda!...
Allora, mi scrive tante cose diverse, ma questa qui fa proprio al caso tuo: Molto scalpore ha destato qui a Pietroburgo il famoso conte Foenix, alias Cagliostro.
Alla principessa Volkonskij ha curato una perla malata; al generale Bibikov ha ingrandito il rubino di un anello sino a undici carati e, per giunta, ha eliminato una bollicina d'aria che v'era dentro; a Kostitch, un giocatore, ha mostrato in una coppa di punch un famoso mazzo di carte, e proprio il giorno dopo Kostitch ha vinto oltre centomila rubli; alla dama di Corte Golovin ha evocato, da un medaglione, l'ombra del defunto marito, che le ha parlato e l'ha addirittura presa per un braccio ragion per cui la povera vecchietta и completamente uscita di senno...
Insomma, i prodigi non si contano più...
Anche l'Imperatrice si disponeva ad invitarlo a Palazzo, senonchй и avvenuto un fatto spassosissimo: il principe Potmkin è stato colto da una passione selvaggia per la moglie del conte Foenix, di origine boema, - io non l'ho vista, ma dicono che sia una gran bellezza.
Potmkin ha donato al conte molti denari, tappeti, gingilli; vedendo però che con i soldi non riusciva a toglierselo di mezzo, ha pensato di rapire la bella durante una festa in casa sua.
Ma proprio quella sera il conte Foenix, insieme alla moglie, se l'è svignata da Pietroburgo in direzione ignota, e la polizia li sta tuttora cercando inutilmente....
Aleksej Alekseevitch ascoltт la lettera con grande attenzione, poi la rilesse lui stesso.
Un lieve rossore comparve sulle sue guance.
- Tutti questi prodigi - disse, - sono la manifestazione di una inspiegabile forza magnetica.
Se potessi incontrare quell'uomo...
Oh, se solo potessi incontrarlo... - Prese a camminare su e giù per la stanza, lanciando esclamazioni.
Troverei le parole per implorarlo...
Che faccia su di me questo esperimento...
Che realizzi interamente il mio sogno...
Che i sogni si trasformino nella vita e la vita si diradi come nebbia.
Per lei non lesinerei nulla!...
Fedos'ja Ivanovna guardava il nipote con occhi sbarrati, smorti dalla paura.
Effettivamente c'era di che spaventarsi: Aleksej Alekseevitch si era gettato nella poltrona e con un lungo sorriso guardava attraverso la finestra due ragazze che si erano avvicinate con un cestino di funghi, senza vedere nè i funghi, nè le ragazze, nè la campagna, ove lungo il solco divisorio tra i campi di grano s'era impennata un'alta colonna di polvere e camminava, vorticando e spaventando gli uccelli sulle betulle a margine della strada.

  



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Elena Moròzova Елена Морозова
«CAGLIOSTRO»  «КАЛИОСТРО»
Collana: «Vita degli Uomini Eccellenti» (ЖЗЛ: «Жизнь Замечательных Людей»)
Casa Editrice «Molodaja Gvardia» Mosca 2011 (Pagine 352)
Издательство «Молодая гвардия» Москва 2011

Giuseppe Giovanni Battista Vincenzo Pietro Antonio Matteo Balsamo, noto con il nome di Alessandro, Conte di Cagliostro o più semplicemente Cagliostro (1743-1795), è stato un avventuriero, esoterista e alchimista italiano. Dopo una vita errabonda spesa tra imbrogli nelle varie corti europee, fu condannato dalla Chiesa cattolica al carcere a vita per eresia e rinchiuso nella fortezza di San Leo.
Масон, пророк и вызыватель духов, этот сицилиец, чье настоящее имя Джузеппе Бальзамо, обладал поистине неистощимой изобретательностью и незаурядными гипнотическими способностями, позволившими ему заморочить голову едва ли не всей просвещенной Европе. Но, уверовав в свою звезду, Калиостро не заметил, как стал разменной монетой в политических играх сильных мира сего, напуганных французской революцией. Пышный шлейф слухов, сопровождавший каждый шаг Калиостро, уже при жизни превратил его в личность загадочную, ставшую неистощимым источником вдохновения для писателей, поэтов, мистиков и оккультистов. В настоящей книге, основанной на обширном документальном материале, Бальзамо-Калиостро представлен человеком своего времени, не только талантливо эксплуатировавшим извечные человеческие страсти, но и сумевшим уловить духовные искания своих современников. А верить или не верить в бессмертие божественного чародея Калиостро - дело самого читателя.



Ultima modifica di Zarevich il 13 Lug 2018 20:22, modificato 5 volte in totale 

CAGLIOSTRO.jpg
Descrizione: Elena Moròzova
«CAGLIOSTRO»
Serie: «Vita degli Uomini Eccellenti»
Casa Editrice «Molodaja Gvardia» Mosca 2011 (Pagine 352) 
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Zarevich
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In qualche modo Cagliostro riuscì a farsi beffe di tutta l'Europa dei lumi e delle sue teste coronate; infatti, se non si dovrebbe giudicare affrettatamente il valore delle richerche mediche e spirituali da lui condotte a partire da un certo momento della sua vita, è tuttavia innegabile, che almeno all'inizio della sua carriera, C. non è stato nient'altro che un falsario ed un imbroglione. Non tutta l'Europa però si lasciò irretire dalla seduzione del presunto mago-guaritore; Cagliostro infatti giunse fino in Russia, dove l'Imperatrice Caterina II si rifiutò di riceverlo, costringendolo a lasciare per sempre il paese.
  



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«GIUSEPPE BALSAMO CAGLIOSTRO» «ДЖУЗЕППЕ БАЛЬЗАМО КАЛИОСТРО»

Un massone, un «profeta» e uno spiritualista, un siciliano il  cui vero nome è Giuseppe Balsamo, possedeva davvero l’inventiva, l’ingegnosità e la fantasia inesauribile e le capacità straordinarie ipnotiche che gli permise di ingannare quasi tutta l’Europa illuminata. Avendo creduto nella sua stella, Cagliostro non si accorse come diventò una moneta divisionale nei giochi politici dei potenti. La vita lo trasformò nella personalità enigmatica e misteriosa. È la fonte inesauribile per scrittori, poeti e mistici e occultisti.  

Nel 1921 Aleksej Tolstoj scrisse il racconto «Il Conte di Cagliostro» («Граф Калиостро»). Sul racconto di Aleksej Tolstoj fu realizzato il film «La Formula dell’Amore» («Формула Любви»). È un bel film del 1984 del regista russo Mark Zakhàrov (Марк Захаров). Si tratta di una favola basata su una leggenda dell'avventure di Giuseppe Balsamo Cagliostro nella Russia del 1780, nell’epoca del regno dell’Imperatrice Caterina II.

Si dovrebbe aggiungere che il celebre poeta e scrittore russo Mikhail Kuzmìn nell’anno 1919 scrisse il suo bel romanzo «La Vita meravigliosa di Giuseppe Balsanmo, del Conte di Cagliostro» («Чудесная жизнь Иосифа Бальзамо, графа Калиостро»).

  

La Formula dell’Amore 1.jpg
Descrizione: Un bel film del 1984 del regista russo Mark Zakhàrov. Si tratta di una favola basata su una leggenda dell'avventure di Giuseppe Balsamo Cagliostro nella Russia del 1780, nell’epoca del regno dell’Imperatrice Caterina II. 
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La Formula dell’Amore 1.jpg

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Descrizione: Un bel film del 1984 del regista russo Mark Zakhàrov. Si tratta di una favola basata su una leggenda dell'avventure di Giuseppe Balsamo Cagliostro nella Russia del 1780, nell’epoca del regno dell’Imperatrice Caterina II. 
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La Formula dell’Amore 2.jpg

La Formula dell’Amore 3.jpg
Descrizione: Un bel film del 1984 del regista russo Mark Zakhàrov. Si tratta di una favola basata su una leggenda dell'avventure di Giuseppe Balsamo Cagliostro nella Russia del 1780, nell’epoca del regno dell’Imperatrice Caterina II. 
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La Formula dell’Amore 3.jpg







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Zarevich
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Messaggio «GIUSEPPE BALSAMO CAGLIOSTRO» 
 
Nel 1743, nella città italiana di Palermo, nacque il famoso mistico, avventuriero e ipnotizzatore italiano Giuseppe Balsamo, meglio conosciuto come Conte Cagliostro. Ha imparato le basi della chimica e della medicina in un monastero benedettino e all'inizio ha lavorato part-time vendendo farmaci miracolosi. Cagliostro coltivava pietre preziose, indovinava i numeri vincenti della lotteria, scambiava carte del tesoro ed elisir di eterna giovinezza. L'imperatrice russa Caterina II ha prima avvicinato il conte alla corte, ma dopo che le frodi sono state scoperte, ha scritto e messo in scena personalmente la commedia incriminante «L’ ingannatore» («Обманщик»). Cagliostro fu arrestato a Roma e condannato al rogo pubblico. La sentenza fu presto commutata in ergastolo. Morì nelle segrete del castello di San Leo, o per epilessia o per veleno. Alexander Dumas, il padre, ha dedicato quattro romanzi a questo brillante personaggio storico. E nel 1921, in Russia fu pubblicata la storia di Aleksej Tolstoj «Conte Cagliostro» («Граф Калиостро»). Si dice che prima della sua creazione, l'autore abbia studiato attentamente tutte le fonti disponibili relative alle tecnologie magiche. La stessa conoscenza è stata molto utile per lo sceneggiatore Grigorij Gorin e il regista Mark Zakharov durante la creazione del film «La Formula dell’Amore» («Формула любви») nel 1984.
  




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Messaggio Re: «GIUSEPPE BALSAMO CAGLIOSTRO» 
 
Vincentius Antonovich ha scritto: [Visualizza Messaggio]
In qualche modo Cagliostro riuscì a farsi beffe di tutta l'Europa dei lumi e delle sue teste coronate; infatti, se non si dovrebbe giudicare affrettatamente il valore delle richerche mediche e spirituali da lui condotte a partire da un certo momento della sua vita, è tuttavia innegabile, che almeno all'inizio della sua carriera, C. non è stato nient'altro che un falsario ed un imbroglione. Non tutta l'Europa però si lasciò irretire dalla seduzione del presunto mago-guaritore; Cagliostro infatti giunse fino in Russia, dove l'Imperatrice Caterina II si rifiutò di riceverlo, costringendolo a lasciare per sempre il paese.

Fece bene (vedi la storia della Collana)
  



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