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«IL PACIFICATORE. DIO ME LO PERDONI!»
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«IL PACIFICATORE. DIO ME LO PERDONI!»
«МИРОТВОРЕЦ. ПРОСТИ МЕНЯ, ГОСПОДИ!»

Barack Obama è il Premio Nobel della pace per il 2009. Premio Nobel della pace per il 2009 è diventato il Presidente degli USA Barack Obama. Il Comitato Nobel con sede ad Oslo motivando la sua scelta ha dichiarato che Obama ha creato una nuova temperie politica e ha apportato un valido contributo al lavoro per la creazione di un mondo senza armi nucleari.



Ultima modifica di Zarevich il 24 Apr 2018 10:55, modificato 1 volta in totale 





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Zarevich
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Messaggio «IL PACIFICATORE. DIO ME LO PERDONI!» 
 
Aboliamo il Premio Nobel! Dopo aver escluso l’Accademico Skulacev dal novero dei premiati ed aver incluso una scrittrice sconosciuta per la letteratura (?) ora si da il Premio der la Pace al Presidente Usa. Chissaà, forse per non aver ricevuro il Dalai Lama ed essersi così prostrato ai piedi dei cinesi o forse per la brillante guerra in Iraq, lungi da voler terminarla o forse per le brillanti operazioni contro i civili in Afganistan. Oh, cereto, io sono troppo ignorante per capirne il senso vero del Premio a Obama. Ah, ma è un premo preventivo, sulla fiducia. Probabilmente, dopo l'Accordo di Monaco, porevano ben fdarlo anche a Hitler il premio Nobel per la Pace .....
  



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Saluto Zarevich e Karenin.
Avete visto, cari amici, quelli del Nobel sono in vena di fare scherzi!
Si da il Nobel per la pace ad un presidente di una nazione che anche in questi giorni sta uccidendo civili innocenti in Afganistan.
Obama è responsabile per quelle vittime. Ma che bravi questi "accademici" svedesi e norvegesi!
Forse a loro non importa niente dei morti afgani e iracheni, quelli non contano niente.
Che il premio Nobel fosse una "farsa" lo si era capito già da tempo, le cronache ci dicono che già nel 1973 un premio Nobel per la pace era stato assegnato ad un certo Kissinger che quanto a crimini vanta un curriculum di prima categoria...e di premi Nobel controversi ce ne sono stati moltissimi, così la sorpresa è tutto sommato attenuata.

Ma se Obama è uomo di pace allora io sono Napoleone Bonaparte!!
  



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Concordo con te Karenin anche se mi sembra che il paragone con Hitler non è proprio giusto. Obama ha fatto nascere una nuova speranza nel mondo, forse è stato premiato per incentivarlo a proseguire nel suo programma di cambiamento, fatto stà che il mondo ai nostri tempi ha un grande bisogno sperare. Poi non credo che gli Accademici chiamati a decidere chi premiare siano in possesso della verità assoluta (nessuno purtroppo la possiede), anche loro vivono il tempo attuale e decidono di conseguenza. Perchè dunque non alimentare questa piccola fiammella di speranza? Credo che questo sia il motivo del premio, adesso vedremo se Obama sarà o no all'altezza, al futuro dunque la sentenza, staremo a vedere.
A parte Cristo, Gandhi, S. Francesco e pochi altri, non credo la pace sia presente nella condizione umana, spesso chi la cerca a tutti i costi alimenta il suo contrario.
  



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Vorrei chiedere all'amico Zarevic che ha titolato l'argomento "Il Pacificastore. Dio me lo perdoni!
Ma secondo te Dio, soprattutto il Dio delle tre grandi religioni monoteiste derivanti da Abramo è un Dio di pace?
E, (sempre secondo te) esiste un "Dio" di pace? Chissà, forse in una religione del remoto futuro (questo secondo me)
  



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Shocked Con un’insolita decisione, il comitato per i Nobel ha effettivamente messo fine alle sue ricerche durate quasi sette mesi tra i vari pretendenti e ha deciso infine di conferire il premio a Barack Obama. La decisione ha provocato ovviamente le più diverse reazioni: dallo stupore ad una risata fragorosa. Mr. Green
La dichiarazione del presidente di questo organismo, tale Thorbjorn Jagland, è a dir poco stupefacente:

E’ importante per il Comitato dare un riconoscimento alle persone che lottano e idealiste, ma non possiamo fare questo tutti gli anni. Talvolta dobbiamo addentrarci nel regno della realpolitik. In fin dei conti è sempre un misto di idealismo e realpolitik ciò che può cambiare il mondo”.  Rolling Eyes

Obama se l'è proprio meritato questo nobel, infatti ha aumentato le risorse devolute dallo stato per la guerra in Afghanistan aumentando il numero dei soldati dispiegati in quel paese; le sue truppe poi continuano imperterrite ad occupare l’Iraq; e sta oltretutto per uscire un trattato, il cui contenuto ad oggi è ancora segreto, che prevederà di dislocare sette basi nordamericane in Colombia.  Crying or Very Sad
E’ chiaro, il comitato per i nobel periodicamente assume decisioni deliranti, non so esattamente quale sia il fattore scatenante: l'ignoranza di tutti gli avvenimenti mondiali, le pressioni opportunistiche, o la sbronza della sera prima.
Mah...io non ho parole. Sad ... se a suo tempo è stato concesso il premio nobel della pace a Henry Kissinger, probabilmente uno dei maggiori criminali di guerra (che se ne va tranquillamente per il mondo), perché, in fondo, avrebbero dovuto negarlo a Obama?
Il presidente degli Stati Uniti, quando ha appreso incredulo di aver ricevuto il premio ha detto:

"ciò rappresenta la riaffermazione della leadership nordamericana in nome delle aspirazioni dei popoli di tutte le nazioni”.

Nessuno contesta il fatto che Barack Obama abbia i suoi meriti e che ci sia stata una parziale inversione di tendenza rispetto alla precedente amministrazione. Però, secondo me, il modo e i criteri con cui vengono
attribuiti i nobel per la pace sono a dir poco folli.  Exclamation
Obama detiene il ruolo di presidente degli USA da soli 9 mesi, si merita allora lo stesso premio che guadagnò un tempo un signore dal nome Martin Luter King?
E' assurdo Exclamation ...un premio così importante andrebbe riservato solo a casi eccezionali, a persone che se lo meritano per aver portato realmente la pace da qualche parte. Obama ha iniziato bene, è un bravo oratore e l'America è con lui, però fino ad adesso ci sono state più parole che fatti. Qualcosa si è mosso, ma non basta ancora....la strada è lunga. E' troppo comodo prendersi il Nobel quando si è solo all'inizio, lasciamolo lavorare per qualche anno e poi vedremo se si merita di essere premiato oppure criticato.
Non mi stancherò mai di dire che bisognerebbe cercare di giudicare i fatti e non le belle parole che usano i capi di stato per dialogare tra loro. Vediamo se gli eserciti verranno ritirati da Irak e Afghanistan, se Guantanamo verrà chiusa per sempre e i responsabili delle atrocità ivi commesse saranno effettivamente puniti per quello che hanno fatto. Vediamo se oltre al linguaggio sta cambiando anche la sostanza della politica estera americana. Io starò a vedere con interesse se le cose cambieranno oppure se si tratta della solita illusione di rinnovamento che di tanto in tanto pervade l'animo degli americani.
  




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Терпение и труд всё перетрут. Thumbup
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Cicerin ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Il presidente degli Stati Uniti, quando ha appreso incredulo di aver ricevuto il premio ha detto:

"ciò rappresenta la riaffermazione della leadership nordamericana in nome delle aspirazioni dei popoli di tutte le nazioni”.

Disse proprio questo?
Non ho parole, anzi, sono attonito per tanta superbia.
  




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Огненный ангел
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Caro Cicerin come non darti ragione seguendo il tuo ragionamento! Ma purtroppo la realtà impone altre conclusioni, tutti sanno dell'occupazione dell'Iraq, della guerra in Afganistan, delle basi in Colombia, del tentativo imperialistico della politica americana, al (per fortuna) ex scudo missilistico in Europa, alla soggezione all'infame politica israeliana e chi più nè ha più nè metta.
Secondo me Obama nei primi nove mesi del suo mandato ha dimostrato un buon impegno in favore della pace, aspettiamo ancora qualche tempo per giudicare. Vorrei chiedere: Obama può ritirare tutti i soldati dall'Iraq senza che mezza America insorga? Può andare via subito dall'Afganistan senza che tornino subito i taliban? Può permettere che regimi populisti e totalitari mettano in forse l'equilibrio e gli interessi USA in America latina? JFK è stato giustiziato per molto meno di quello che promette Obama.
Premi Nobel nè sono stati dati tanti e ancora (speriamo) tanti nè verranno dati, questo non sarà il più giusto ma (mi sembra) nemmeno il più scriteriato, è stata premiata la speranza.
Quanto facciamo in fretta a dimenticare l'era Bush e dei Teo-Con che lo sostenevano, dei pazzeschi programmi di McCain e di Sara Palin. Questo Presidente solo per il fatto che stà cercando di dare l'assistenza sanitaria a 50 milioni di persone, per aver annullato lo scudo in Europa, per non aver ancora incrementato il numero di soldati in Afganistan, per aver cercato il dialogo con l'Iran e un cambiamento nella politica estera USA, per la speranza che ha dato e stà dando al Mondo merita il premio, la pace non si ottiene scrivendone la parola ma costruendola poco alla volta accettando anche qualche compromesso.
  



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Per chi avesse voglia di leggere copio e incollo.

Obama: perché si è meritato il Nobel
di Enrico Beltramini
Obama si è guadagnato il Nobel nel 2007, in campagna elettorale, quando si disse disposto a incontrare i "nemici" dell'America e fu duramente attaccato. La critica sulla tempistica dell'assegnazione non è fondata. Anche altre volte il premio è stato conferito per "cogliere l'attimo".
Barack Obama vince il premio Nobel, il terzo presidente degli Stati Uniti in carica dopo Theodore Roosevelt (1906), che fu premiato per il suo contributo alla conclusione della Guerra russo-giapponese, e Woodrow Wilson (1919), per la creazione della League of Nations. Il comitato che presiede l’attribuzione del premio Nobel per la pace è composto da cinque persone che risiedono ad Oslo; costituisce l’appendice norvegese di una delle più nobili e riservate istituzioni moderne. Ovviamente, come altri comitati privati, decide in piena autonomia. Ha deciso di attribuire il premio a Obama e a noi non resta altro che commentare la sua decisione.

In America come nel resto del mondo, la notizia è stata accolta con favore ma anche con sorpresa. In particolare, è stata avanzata una critica di tipo pratico alla decisione del comitato di nominare Obama. Essa riguarda il timing, il tempo. L’onorificenza sarebbe stato attribuita troppo presto, quando ancora il presidente americano sta muovendo i suoi primi passi in politica estera, quando ancora l’amministrazione sta definendo la sua missione.

Questo tipo di critica non è fondato, né sul piano del metodo né su quello del merito. Circa il metodo, nel corso della sua storia il Nobel per la pace è stato attributo sia a chi ha lavorato attivamente e lungamente a favore della pace, intesa latu sensu. Sia a chi stava lavorando nella costruzione di contesti che avrebbero concluso conflitti laceranti e risolto situazioni controverse e complicate. Esempi del primo tipo sono Nelson Mandela,  Elie Wiesel e Lech Walesa; Madre Teresa e Jimmy Carter. Esempi del secondo tipo sono Menachem Begin e Anwar Sadat; e Yassir Arafat, Shimon Peres e Yitzhak Rabin. In quest’ultimo caso, il premio non è alla carriera; è più il tentativo di catturare l’attimo, lo Zeitgeist.

Che il premio sia stato attribuito ad Obama secondo questa seconda linea di ragionamento lo dimostra il testo del comunicato, il quale spiega le motivazioni del comitato che assegna il premio. "Obama has as President created a new climate in international politics”. Diplomazia multilaterale, enfasi sul ruolo delle Nazioni Unite, dialogo come strumento di soluzione dei conflitti internazionali. E poi ancora – e soprattutto – “the vision of a world free from nuclear arms has powerfully stimulated disarmament and arms control negotiations

Grazie ad Obama – continua la dichiarazione del comitato – gli Stati Uniti stanno ora giocando un ruolo più costruttivo su grandi temi come il clima, la democrazia e  diritti civili.

Dalla lettura del comunicato si intende che il premio è stato attribuito ad Obama per i risultati che questi ha già conseguito sul piano internazionale. Diciamo quindi che la motivazione della scelta del premio ad Obama  sta nel quadro di una tradizione consolidata.

Quanto al merito, l’attribuzione del premio al presidente americano diventa senz’altro più comprensibile se retrodatiamo la nostra analisi. Se la facciamo iniziare non il giorno del’insediamento di Obama, ma prima. C’è un episodio che impressionò l’opinione pubblica americana, e che forse oggi contribuisce a rendere un po’ più comprensibile la decisione del comitato del Nobel.

Dobbiamo tornare al 2007. In quel momento, Obama è l’unico dei candidati alla Casa Bianca che corre su una chiara, inequivocabile e inflessibile piattaforma contro la guerra in Iraq. Tuttavia, nel corso di uno dei dibattiti tra i candidati democratici, fa un passo ulteriore. Abbraccia la via della diplomazia. Ricordiamo l’episodio. E’ il luglio 2007 e l’evento è il YouTube Debate. Ai candidati democratici è chiesto se incontrerebbero i leader di Siria, Iran e Venezuela durante il loro primo mandato presidenziale. Ovviamente, tutti rispondono negativamente.

Tutti, meno Obama. Il quale elabora: "the notion that somehow not talking to countries is punishment to them -- which has been the guiding diplomatic principle of this (Bush) administration -- is ridiculous". Fu attaccato duramente. Innanzitutto, da Hillary Clinton: "There is a clear difference between the two approaches these candidates are taking: Senator Obama has committed to presidential-level meetings with some of the world's worst dictators without precondition during his first year in office", dettò sarcasticamente l’allora senatore di New York.

E’ la famosa e annosa discussione sull’incontro con i nemici dell’America con o senza precondizioni. Ricordate? Clinton sosteneva che gli incontri si preparano, è questo ha a che fare con il lavoro della diplomazia. Mentre le precondizioni sono il bagaglio a mano indispensabile di una superpotenza. E’ il prestigio dell’America, diceva la Clinton, che va salvaguardato, non la pace.

Clinton iniziò a dipingere Obama come un politico naïve e inesperto, dotato di una visione romantica dei rapporti internazionali. Fu seguita nella sua critica un po’ da tutti i protagonisti della campagna elettorale. Da Joe Biden, da John Edwards e, ovviamente da John McCain. L’accusa di ‘peso leggero’ della politica internazionale è nata in quel momento.



Quella risposta procurò a Obama una sequela interminabile di attacchi: in primis, lo spot televisivo della Clinton, quello della telefonata notturna; e poi quello di McCain su Obama rock star. Tutti attacchi scagliati per far male lì, sull’idea che è la diplomazia, non l’esercizio del (super)potere. E’ alquanto ironico il fatto che oggi Biden sia il vicepresidente degli Stati Uniti, e Hillary Clinton addirittura il capo della diplomazia americana. E ancora più ironico è il fatto che – sorprendentemente per gli standard americani – un candidato alla presidenza si sa distinto su una linea di sicurezza nazionale assolutamente originale e inconsueta. Invece di assumere una postura muscolare, rassicurante, tradizionale, abbia preferito assumersi il rischio di promuovere una strategia sofisticata e non immediatamente comprensibile e pagante. E abbia vinto.

Ecco allora che – in questo contesto – la decisione del comitato di Oslo non risulta poi così incomprensibile. Essa non è soltanto un riconoscimento al presidente impegnato in una nuova strategia diplomatica, ma al politico che si è giocato la carriera per imporre questa strategia. Con il Nobel certamente è stato premiato il cambio di prospettiva politica sugli armamenti e l’orientamento alla cooperazione internazionale. Ma anche il coraggio politico di un candidato che non ha scelto la strada più facile per arrivare alla presidenza.

Ovviamente il premio è un ringraziamento per la fine dell’era Bush e un clima diplomatico più rilassato e pacificato. Ma è anche il pagamento di una cambiale contratta da una parte dell’opinione pubblica internazionale nei confronti di un giovane senatore dell’Illinois. Il quale, mentre cercava di diventare presidente, già poneva le basi dell’era post-Bush..
  



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A me sembra, sinceramente, che Obama sia diventato una specie di mamifesto ambulante: idee innovative, il primi presidente nero, ecc.
Mi astengo in questa sede dal criticare e dall'elogiare il suo operato e le sue idee, ma dargli il nobel per la pace mi sembra un'assurdità, per il semplice fatto che non c'è alcun motivo reale per farlo
  



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Ho trovato questo vecchio post e ho deciso di rinnovarlo perché è molto interessante e utile. Si dovrebbe leggerlo e rileggerlo per capire della nostra vita di oggi.
Zarevich

  




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Zarevich
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