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«DI CHE COSA PARLA L’ICONA RUSSA»
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Messaggio «DI CHE COSA PARLA L’ICONA RUSSA» 
 
«I SANTI RUSSI» La Mostra delle icone russe
«РУССКИЕ СВЯТЫЕ» Выставка русских икон
16 luglio - 21 agosto 2016
La Sala di Esposizioni di Mosca «IL MANEGGIO»
http://moscowmanege.ru/ru/

Alla Sala di Esposizioni di Mosca «IL MANEGGIO» («МАНЕЖ») dal 16 luglio 2016 è aperta la Mostra delle icone russe «I SANTI RUSSI» («РУССКИЕ СВЯТЫЕ») sulla quale sono presentate 300 icone dalla collezione privata del noto collezionista Feliks Komaròv. Le icone dei Santi Russi: il Gran Principe Vladimir che battezzò la Russia, i principi-martiri Boris e Gleb, San Sergio di Ràdonezh, San Basilio, lo zarevich Dimìtrij… La collezione di Feliks Komaròv è enorme. Il Maneggio presenta solo 308 icone dalla sua collezione e le icone solo dei santi russi. I nostri amici italiani i quali saranno in agosto a Mosca, dovranno senz’altro visitare questa bella Mostra fino al 21 agosto 2016.  
http://tvkultura.ru/article/show/article_id/154425/



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Il Maneggio a Mosca .gif
Descrizione: «I SANTI RUSSI» La Mostra delle icone russe
16 luglio - 21 agosto 2016
La Sala di Esposizioni di Mosca «IL MANEGGIO» 
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Il Maneggio a Mosca .gif

Mostra delle icone russe I Santi Russi 1.jpg
Descrizione: «I SANTI RUSSI» La Mostra delle icone russe
16 luglio - 21 agosto 2016
La Sala di Esposizioni di Mosca «IL MANEGGIO» 
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Descrizione: «I SANTI RUSSI» La Mostra delle icone russe
16 luglio - 21 agosto 2016
La Sala di Esposizioni di Mosca «IL MANEGGIO» 
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Descrizione: «I SANTI RUSSI» La Mostra delle icone russe
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La Sala di Esposizioni di Mosca «IL MANEGGIO» 
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Descrizione: «I SANTI RUSSI» La Mostra delle icone russe
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16 luglio - 21 agosto 2016
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Zarevich
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Icona «BORIS E GLEB»
Икона «БОРИС И ГЛЕБ»
Il «Museo Russo» di San Pietroburgo

Testimonianza di una cultura artistica antica russa e di alto livello è l’icona dei fratelli «Boris e Gleb» («Борис и Глеб», XIV secolo). È una delle più raffinate, «aristocratiche» icone russe. Boris e Gleb, figli del Gran Principe Vladimir I, uccisi nel 1015 dal fratello Svjatopòlk detto il Dannato durante una guerra dinastica, vennero canonizzati e considerati protettori della famiglia principesca. La loro biografia ci è narrata dalle due «Vite di Boris e Gleb» pervenutaci, la prima opera di San Nestor e la seconda di Giacomo il monaco. In esse si narra che Vladimir I, il primo santo ortodosso della storia della Russia, lasciò sul letto di morte il proprio regno diviso tra i suoi dodici figli. Sviatopolk detto il Dannato (Святополк Окаянный, 978-1019), il primogenito, a cui era toccato in sorte il granducato, si rifiutò di eseguire la decisione paterna e inviò i propri sicari nell'intento di uccidere gli altri fratelli e annettersi conseguentemente i loro possedimenti. Boris, principe di Rostòv (Ростов), Gleb, governatore della città di Mùrom (Муром). Boris e Gleb sono venerati dalla Chiesa Ortodossa Russa quali campioni della non violenza, poiché preferirono morire piuttosto che arrecare danno alle mire del fratello. Sono martiri «страстотерпцы» ovvero «che soffrirono la passione». La loro festa comune si celebra il 2 maggio. Singolarmente vengono ricordati nell'anniversario della loro morte, Boris il 24 luglio e Gleb il 5 settembre. La rappresentazione frontale dell’icona, la staticità delle figure di Boris e Gleb, il ritmo preciso delle linee, severamente armonizzate, la decorativa plasticità del colore conferiscono solennità alle figure dei Santi Boris e Gleb. La composizione dell’icona fa eco all’imponenti membrature del tempo. Sull’origine dell’icona non esiste una precisa indicazione. Alcuni specialisti la attribuiscono alla scuola delle città di Vladimir e di Suzdal’, altri, alla prima scuola di Mosca. Se sarete in una chiesa russa ortodossa, non dimenticherete di trovare l’icona dei due fratelli Boris e Gleb per salutare con un inchino e accendergli una candela.  
Zarevich



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Descrizione: Icona «BORIS E GLEB»
Il «Museo Russo» di San Pietroburgo 
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Descrizione: Icona «BORIS E GLEB»
Il «Museo Russo» di San Pietroburgo 
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ICONA «SANTI BORIS E GLEB A CAVALLO»
ИКОНА «СВЯТЫЕ БОРИС И ГЛЕБ НА КОНЯХ»
Metà del XIV secolo. Scuola di Mosca.
«La Galleria Tretjakov» Mosca

Ancora un’icona dei «Santi Boris e Gleb a cavallo» questa volta dalle collezioni della Galleria Tretjakov.  
Lo stile della pittura di Mosca andò formandosi gradatamente nel XIV secolo allorché Mosca, divenuta grosso centro politico e culturale della Russia, si mise a capo della lotta contro gli oppressori mongoli e tartari. Più tardi, dopo l’unificazione della Russia sotto la guida di Mosca e la costituzione di un unico Stato, allo stile moscovita si conformano le tradizioni della pittura sacra di tutta la Russia.
L’icona «BORIS E GLEB A CAVALLO» (340 circa), un'icona proveniente dal Cremlino di Mosca, risale al periodo in cui andava formandosi la scuola di Mosca (Московская школа). Boris e Gleb sono personaggi storici, figli del Principe Vladimir il Santo, che promosse la conversazione al cristianesimo della Russia. I fratelli Boris e Gleb periti per mano del fratello carnale Svjatopolk che temeva la loro rivalità nell’ascesa al potere assoluto, vennero canonizzati della Chiesa Ortodossa Russa come primi santi mariti della Russia. Essendo Boris e Gleb considerati protettori dei guerrieri e delle imprese belliche, impensabili senza una lotta unanime contro il nemico, il pittore volle sottolineare l’armonia che unisce i due cavalieri «in muto colloquio». I colori tenui e tranquilli armonizzano tra di loro mentre le linee fluide denotano una sottile concordanza. Questa armonia di linee e di colori esprime poeticamente i sentimenti di amore fraterno e di unione spirituale. Se avrete la possibilità di visitare la Galleria Tretjakov a Mosca, non dimenticherete di trovare nelle sale dell’Arte antica russa questa bell’icona «Boris e Gleb a cavallo» («Борис и Глеб на конях»). Vi assicuro che non potrete distogliere lo sguardo dai due principi Boris e Gleb.
Zarevich

  

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Descrizione: ICONA «SANTI BORIS E GLEB A CAVALLO»
Metà del XIV secolo. Scuola di Mosca.
«La Galleria Tretjakov» Mosca 
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Zarevich
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«L’ARTE RUSSA ANTICA»
«ДРЕВНЕРУССКОЕ ИСКУССТВО»

L’arte della Russia antica rappresenta uno degli avvenimenti più suggestivi nella storia della cultura mondiale: sorta sotto l’immediata influenza di Bisanzio, essa assimilò le forti tradizioni slavoorientali e manifestò un suo carattere eccezionalmente originale ed irripetibile.
L’arte russa antica abbraccia un periodo considerevole, dalla fine del X secolo alla fine del XVII secolo; il suo sorgere è legato alla nascita del primo Stato degli slavi orientali, la Russia di Kiev (Stato feudale del IX-inizio del XII secc.). Nei secoli X-XI la Russia di Kiev era uno Stato di notevoli dimensioni, potente, ricco di legami commerciali e culturali con l’Inghilterra, la Francia ed altri paesi dell’Europa e dell’oriente. Un fatto di enorme importanza nello sviluppo della Russia antica fu la conversione al cristianesimo, avvenuta nel X secolo. La storia dell’arte russa antica nei secoli è costellata di dure prove. La terribile invasione dei tartaro-mongoli, che devastarono molti dei centri culturali della Russia, causò la distruzione di monumenti artistici di inestimabile valore. Ad russa antica è fra le più interessanti e complete dell’unione Sovietica; essa si arricchisce costantemente, grazie alle numerose spedizioni che il Museo organizza in molte regioni del paese. La collezione illustra tutta la storia dell’arte della Russia un periodo di splendore dell’arte russa antica durante la fioritura di Mosca, fra il XIV e il XV secolo, segui una crisi alla fine del XVII secolo ed, infine, un quasi totale oblio delle sue tradizioni nel XVIII secolo, quando la Russia attraversò una profonda svolta politico-sociale e culturale. Lo sviluppo del paese era troppo impetuoso e l’eredità della Russia medioevale troppo pesante perché la cultura dei secoli passati ricevesse il giusto riconoscimento. Soltanto fra il XIX e il XX secolo si iniziò a comprendere il reale valore artistico dell’arte della Russia antica.
Una delle opere più notevoli dell’arte russa antica, l’icona «L’angelo dai capelli d’oro». L’icona, datata XII secolo, è considerata una delle più antiche opere d'arte medioevali. Sotto l’aspetto pittorico l’icona si contraddistingue per una raffinata soavità e per un’originale musicalità; la tecnica d’esecuzione di quest’opera e lo stesso soggetto rivelano un profondo legame con la tradizione bizantina. Per quanto riguarda l’origine dell’icona, sussistono diversi pareri: molti specialisti sono inclini a credere che sia stata dipintà da uno dei maestri greci che lavoravano a quel tempo in Russia.
Fra i più antichi capolavori della pittura medioevale troviamo ancora la «Madonna della Commozione» (XIII sec.), proveniente dalla città nordica di Belozersk. Il tipo di rappresentazione iconografica chiamato «Commozione» era estremamente diffuso in Russia; il soggetto dava la possibilità di creare una figura nobile, umana e nello stesso tempo piena di abnegazione e di tragicità. Nello stile dell’esecuzione sono chiaramente avvertibili quei tratti di monumentalità, presenti in particolar modo nell’arte del periodo precedente all’invasione mongola. Sulle margini dell’icona, medaglioni pittoreschi rappresentanti i profeti e i santi.
Testimonianza di una cultura artistica antica e di alto livello è l’icona «Boris e Gleb» (XIV see.), una delle più raffinate, «aristocratiche» icone russe. Boris e Gleb, figli del principe Vladimir, uccisi nel 1015 dal fratello Svjatopolk durante una guerra dinastica, vennero canonizzati e considerati protettori della famiglia principesca. La rappresentazione frontale, la staticità delle figure, il ritmo preciso delle linee, severamente armonizzate, la decorativa plasticità del colore conferiscono solennità alle figure dei santi. La composizione dell’icona fa eco alle imponenti membrature del tempio.
Sull’origine dell’icona non esiste una precisa indicazione. Alcuni specialisti la attribuiscono alla scuola di Vladimir e Suzdal, altri, alla prima scuola di Mosca, della quale vi sono oggi poche opere.
Nell’ammirare le eccezionali qualità cromatiche delle antiche icone è opportuno ricordare il meticoloso, minuzioso lavoro dei restauratori, che hanno saputo restituire a questi capolavori dell’antichità il loro primitivo splendore. In passato gli iconografi ricoprivano la pittura con olio di lino cotto il quale col passar del tempo si scuriva, formando uno strato sotto il quale le sembianze dei santi si scorgevano appena. Nella maggior parte dei casi le icone venivano corrette da maestri di generazioni successive. A volte sull’icona si sovrapponevano alcuni strati di pitture di epoche successive. L’ultimo di questi strati, naturalmente, giungeva ai posteri notevolmente scurito. Il compito dei restauratori consiste appunto nello «scoprire» l’icona, ripulendola, per riportare alla luce quello che era il suo aspetto originario. Una testimonianza del difficile destino delle opere d’arte antico-russe è la meravigliosa icona «Deisus» (XIV see.), della scuola di Pskov. L’icona si trova nella prima sala. (Deisus - implorazione. Giovanni Battista e la Madonna invocano da Cristo il perdono del genere umano). È possibile notare una differenza stilistica nell’esecuzione delle varie parti dell’icona: le vesti dipinte con estrema nitidezza, con le loro rifiniture dorate (il cosiddetto «asist»), non si armonizzano del tutto con il volto del Cristo, dipinto evidentemente in un’epoca posteriore. «Scoprire» completamente l’icona si è rivelato tuttavia impossibile a causa dei rilevanti danneggiamenti subiti dallo strato originario della pittura.
Le icone della scuola di Novgorod, risalenti ai secoli XIV-XV, il periodo di massimo splendore di questa scuola (Novgorod è una città situata a Nord-Ovest del paese). Le opere di questa scuola sono caratterizzate da una composizione a pili soggetti, da dinamicità e libertà nella resa del movimento, da colori pieni e vivaci, ricchezza di pose e di gesti, mimica dell’eroe: tratti che si sostituiscono alla monumentale staticità delle opere delle epoche precedenti. Uno splendido esempio dell’arte di questo periodo è il «Miracolo di San Giorgio col drago» (XV sec.), un’opera da annoverarsi fra i capolavori a livello mondiale. Tipica per le sue qualità artistiche è l’icona della scuola di Novgorod «La discesa all’inferno» (fine XIV sec.). Nell’iconografia della Russia antica il tema della «Resurrezione di Cristo» veniva di solito risolto con questo soggetto: Cristo, calpestando le porte dell’inferno, ne trae fuori i progenitori del genere umano, Adamo ed Èva, i re Davide e Salomone ed altri profeti ed avi. A volte nelle icone si riflettevano avvenimenti storici, anche se affiancati da elementi leggendari. Prendiamo ad esempio l’icona «L’assedio di Novgorod dai suzdalesi» (seconda metà del XV sec.)

  




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Zarevich
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Messaggio Russian Icons 
 
I am russian artist. My name is Maria Erkina. I have my own studio in Moscow where I am working with my studens - children 5 - 12 years old. I have my own works - design, graphics, picture, portray and so on.
But my best works is in icons painting.
My site - erkina.ru
I also work with design companies for office refurbishment and instalation of office partitions where I play the chief role as a main designer and develope logotype, brand company style that to be induct in office.
  

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«ICONA RUSSA» «РУССКАЯ ИКОНА»
Album in italiano. Альбом на итальянском языке.
Casa Editrice «Mednyj vsadnik» San Pietroburgo 2011 (Pagine 128)
Издательство «Медный всадник» Петербург 2011

L'album dei souvenir introduce le origini e l'esistenza dell'icona in Russia, l'icona di Novgorod dei secoli XII-XVII, l'icona di Pskov dei secoli XIII-XVI, l'icona di Mosca dei secoli XIV-XVII, l'icona di Tver dei secoli XIII-XVII, le icone Miracolose in Russia, i famosi pittori di icone dell'antica Russia, Elenchiamo i marchi di icone agiografiche e festive. La pubblicazione è accompagnata da un gran numero di illustrazioni. Album in italiano.

  

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Descrizione: «ICONA RUSSA» Album in italiano.
Casa Editrice «Mednyj vsadnik» San Pietroburgo 2011 (Pagine 128) 
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Dmitrij Antonov Дмитрий Антонов
«NIMBO E CROCE» «НИМБ И КРЕСТ»
Come leggere le icone russe
Как читать русские иконы
Casa Editrice «ACT» Mosca 2023 (Pagine 304)
Издательство «АСТ» Москва 2023

Dmitrij Antònov (Дмитрий Антонов) - Dottore in scienze storiche, direttore del Centro per gli studi visivi del Medioevo e dei tempi moderni, Facoltà di studi culturali. Davanti a te non c'è una normale enciclopedia della pittura di icone russe. Lo scopo principale di questo libro è fornire ai lettori le chiavi per navigare nel mondo delle icone e dei dipinti murali. Comprendere la logica delle immagini e vedere le informazioni nascoste nei dettagli. L'autore mostra passo dopo passo come si possono «leggere» le icone e come capire le interessanti sfumature nascoste in ogni trama. Il primo capitolo introduce il lettore alla storia della venerazione delle icone, dall'era del primo cristianesimo ai giorni nostri. La seconda descrive i principi geometrici che consentono ai pittori di icone di parlare dello spazio e degli oggetti raffigurati. I capitoli seguenti trattano dei segni, degli elementi sottili che compongono ogni racconto visivo, e dei motivi che si ripetono nelle diverse composizioni. L'autore considera variazioni insolite di alcune trame. Infine, l'ultimo capitolo tratta di curiose curiosità e leggende popolari legate alle icone. Il libro sarà interessante per coloro che desiderano acquisire una conoscenza generale della pittura di icone russa e per coloro che sono professionalmente impegnati nella storia della cultura, dell'arte e della religione. Non una normale guida alla pittura di icone russe. Lo scopo principale del libro è fornire ai lettori le chiavi per navigare nel mondo delle icone e dei dipinti murali. Comprendere la logica delle immagini e vedere le informazioni nascoste nei dettagli. L'autore mostra passo dopo passo come si possono «leggere» le icone e come capire le interessanti sfumature nascoste in ogni trama. In ogni capitolo, oltre alle informazioni generali, si parla di dettagli rari e fatti interessanti relativi alle icone russe. Il libro è stampato su carta patinata opaca, risguardi a colori, copertina con stampa a caldo sotto la pellicola.

  

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Descrizione: Dmitrij Antonov «NIMBO E CROCE» Come leggere le icone russe
Casa Editrice «ACT» Mosca 2023 (Pagine 304) 
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«LE ICONE RUSSE» «РУССКИЕ ИКОНЫ»
Nella Sala delle Colonne Bianche del Museo Fabergé di San Pietroburgo dal 4 ottobre al 31 dicembre 2023 si terrà la mostra «La bellezza della santità e la santità della bellezza». Icone russe in stipendi preziosi dalle riunioni della famiglia Karisalov e dal Museo Fabergé. L'esposizione è dedicata all'arte del prezioso stipendio — un tipo originale di arte decorativa che si è sviluppata nel Medioevo, ma fiorì nel periodo XVIII — inizio XX secolo nei centri più significativi per lo sviluppo della cultura russa. La mostra presenterà più di 300 icone in stipendi di gioielli realizzati nei laboratori di famosi gioiellieri di Mosca e San Pietroburgo: Karl Fabergé, Pavel Ovchinnikov, Antipa Kuzmichev, Fiodor Rückert e altri. Tra questi ci sono molti reperti associati alla famiglia imperiale.

  

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