«IL SERAFINO DALLE SEI ALI» di Mikhail Vrùbel’
«ШЕСТИКРЫЛЫЙ СЕРАФИМ» Михаила Врубеля
Il «Museo Russo» di San Pietroburgo

È uno dei fenomeni più complessi dell’arte russa del periodo a cavallo di due secoli fu l’opera di Mikhail Vrubel’ (Михаил Врубель, 1856-1910). Una delle opere più perfette di Mikhail Vrubel è «Il Serafino dalle sei ali» («Шестикрылый Серафин», 1904). L’opera si ispira alla figura della poesia di Aleksandr Pushkin «Il Profeta» («Пророк»). Il Serafino sotto il nome Azraìl («Азраил») che fende con la spada il petto del profeta e vi ripone il «carbone infuocato» affinché egli potesse «bruciare col verbo i cuori degli uomini» («глаголом жечь сердца людей»).
A volte questa tela di Mikhail Vrubel la chiamano anche «L’Angelo con la spada e l’incensiere» («Ангел с мечом и кадилом»). L’immagine del Serafino è penetrata con il freddo e la severità. Il Serafino ha lo sguardo penetrante e gelido. A una mano tiene l’incensiere con la fiamma e all’altra mano tiene la spada. Con tutto il suo aspetto il Serafino rammenta del mondo celeste da dove è sceso. Lui, come l’angelo della morte, dice che niente è eterno in questo mondo terrestre. Il suo sguardo dice dell’avvicinamento del momento della resa dei conti. Leggete la poesia di Aleksandr Pushkin per capire meglio il quadro di Mikhail Vrubel'!
Il quadro si trova al «Museo Russo» di San Pietroburgo.
Zarevich

Aleksandr Pushkin Александр Пушкин
«IL PROFETA» «ПРОРОК»

In un cupo deserto io vagavo
Dalla sete dello spirito oppresso,
Ed ecco un serafino con sei ali
Mi apparve ad un tratto da presso.
Lieve come un sogno si avvicinò
E gli occhi stanchi mi sfiorò.
Si aprirono le profetiche pupille
Come alle aquile impaurite.
Poi toccò le mie orecchie,
E di suoni esse furono empite:
E vidi in alto degli angeli il volo
E udii il cielo che fremeva,
E scorsi il moto delle serpi marine
E il vinco delle valli che cresceva.
Poi si accostò alla mia bocca,
Strappò la mia lingua veemente,
Ma frivola, vuota e maligna,
E l’aculeo del saggio serpente
Nella mia bocca agghiacciata
Ficcò con la destra sanguigna.
Poi il petto mi aprì con la spada,
Ne tolse il mio cuore tremante,
E nel petto aperto egli depose
Un carbone ardente e fiammante.
Come salma nel deserto giacevo,
Ma la voce divina intendevo:
«Alzati, guarda e ascolta, o profeta,
Fa’ ciò che ho scritto nella mente,
Percorri terre e mari senza tregua,
Con la parola accendi il cuore della gente».


1826

MIKHAIL VRUBEL’ SUL NOSTRO FORUM «ARCA RUSSA»:
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