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«LA FURIA VENDICATIVA»
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Messaggio «LA FURIA VENDICATIVA» 
 
«LA FURIA VENDICATIVA»

«SE HILLARY CLINTON SARA’ PRESIDENTE AUMENTERA’ LA PRESSIONE USA CONTRO LA RUSSIA»

Dal discorso pre-elettorale di Hillary Clinton durante la convention dei Democratici, si può dedurre che la politica di pressione dell'attuale amministrazione di Barack Obama sulla Russia continuerà, ritiene il dottore di Economia e ricercatore capo dell'Istituto di Studi su USA e Canada dell'Accademia Russa delle Scienze Vladimir Vasiliev.
Di recente alla convention dei Democratici a Philadelphia Hillary Clinton ha dichiarato di essere orgogliosa di sostenere «gli alleati della NATO contro qualunque minaccia che devono affrontare, compresa la minaccia russa.»
Il discorso della Clinton è stato impostato come una sorta di risposta all'intervento del candidato repubblicano Donald Trump di 1 settimana fa.
«Come candidati, per esempio riguardo la posizione sull'aborto, è un problema loro. Come si relazionano con la Russia ci riguarda. Nel suo discorso Trump ha trascurato la Russia e l'Ucraina: non sono state persino menzionate. Trump ha definito la NATO un'organizzazione obsoleta ed ha sostenuto la necessità di riprogrammare la sua attività: la questione principale ora è la lotta contro il terrorismo», — Vladimir Vasilyev ha ricordato.
Inoltre in questo e in altri discorsi Trump ha fatto capire che è possibile cooperare con la Russia per trovare un terreno comune e lottare insieme contro il terrorismo. Inoltre, l'esperto russo ha ricordato che nella conferenza stampa di mercoledì Trump si è detto disposto a riconoscere la riunificazione della Crimea con la Russia e valutare la cancellazione dalle sanzioni contro Mosca.
«Pertanto era importante capire se la Clinton avesse toccato la questione russa nel suo discorso. Ne ha parlato e di fatto l'ha messa al 2° posto nella lista delle minacce dopo lo «Stato Islamico». Queste parole, anche se poche, in realtà significano veramente molto ed hanno un grande senso. La Clinton ha chiarito di continuare tutta la politica antirussa di Obama e a quanto pare rafforzerà questo corso,» — ha detto Vasiliev.
Secondo l'analista, Trump mostra simpatia verso la Russia o almeno ha un atteggiamento pragmatico.
Secondo Vasiliev, «Hillary Clinton è vendicativa.»
«Proprio la Clinton come segretario di Stato ha avviato la «politica di reset» con la Russia, ma questo corso è stato un fallimento. Nel 2014 in un'intervista la Clinton ha ammesso che la politica di reset è stata un errore. Da allora nutre un'ostilità personale nei confronti del presidente Putin. Se la Clinton andrà alla Casa Bianca prenderà forma questo suo risentimento», — predice Vladimir Vasiliev.
Nel discorso di Philadelphia Hillary Clinton ha inoltre promesso di sconfiggere i terroristi del Daesh.
«Ad oggi si tratta di una dichiarazione», — ritiene il politologo russo. «Come gli USA ora lottano contro lo «Stato Islamico», come è iniziato con Obama, lo farà la Clinton. L'insuccesso di questa lotta proseguirà. La Clinton dice che la lotta sarà lunga, nè incerta né titubante: andrà avanti. Non ci sarà nessuna cooperazione con la Russia», — conclude l'analista.


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Zarevich
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Ringraziano per l'utile discussione di Zarevich :
altamarea (02 Agosto),  
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Messaggio Re: «LA FURIA VENDICATIVA» 
 
«HILLARY CLINTON SARA’ UN PRESIDENTE DI GUERRA, LO DIMOSTRA LA SUA CARRIERA POLITICA»

Hillary Clinton non vede l'ora di diventare il «presidente di guerra» degli Stati Uniti: le prove di questa affermazione si possono trovare nella sua vasta esperienza politica, scrive «Foreign Policy».
"In base ad ogni valutazione ragionevole la Clinton può essere definita un «falco», se serve una catalogazione. Anche se si è opposta all'uso della forza nei casi in cui lo riteneva una cattiva idea, ha costantemente approvato l'inizio di nuove guerre e l'espansione di altri conflitti," — osserva il giornale.
Secondo il punto di vista dell'autore dell'articolo, nel corso della sua carriera politica ci sono state diverse situazioni ben note in cui doveva decidere se autorizzare la Casa Bianca all'impiego della forza militare.
Nel 2002 in qualità di senatore dello Stato di New York, la Clinton ha votato a favore dell'invasione americana dell'Iraq.
Secondo lei, occorreva dimostrare che "il presidente George W. Bush ha una posizione autorevole nell'amministrazione del Paese o in guerra", e per dimostrare a Saddam Hussein che tutto lo Stato americano è unito.
Successivamente ha rinnegato la sua posizione. Inizialmente prendeva le distanze affermando di credere che la campagna irachena si limitasse all'invio di consiglieri militari.
Ha poi affermato di aver agito sulla base dei fatti e delle convinzioni del momento e che aver avuto «fiducia in Bush è stato un errore».
Nel 2009 la Clinton ha sostenuto il rafforzamento di 3/4 delle forze armate degli Stati Uniti in Afghanistan.
Nel 2011 la Clinton ha sostenuto con veemenza il cambio del regime di Gheddafi in Libia. L'amministrazione Obama aveva appoggiato in pieno l'operazione libica, cercando allo stesso tempo di tenere nascoste le sue vere intenzioni: inizialmente Washington dichiarava che l'intervento in Libia aveva lo scopo di proteggere i civili, non di rovesciare Gheddafi.
Ci sono inoltre indiscrezioni che nel 2012 lei insieme al direttore della CIA David Petraeus avrebbe suggerito alla Casa Bianca di organizzare un programma segreto per sostenere i ribelli siriani nella lotta contro Bashar Assad.
"Oltre alle invasioni militari dirette, la Clinton come segretario di Stato ha generalmente sostenuto le dimostrazioni di forza", — scrive il "Foreign Policy".
Nel 2010 aveva sostenuto personalmente una manovra aggressiva di una portaerei americana nel Mar Giallo, anche se Obama non ha dato il suo placet a questa iniziativa.
Così se Hillary Clinton sarà eletta presidente degli Stati Uniti, che già da 15 anni si trovano in stato di guerra, il Paese sarà guidato da un leader che ha sostenuto tutte le recenti campagne militari, riassume l'autore dell'articolo.

«SPUTNIK»

  

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Zarevich
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