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«NIKOLAJ GUMILIOV: IL POETA RUSSO»
Autore Messaggio
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Messaggio «NIKOLAJ GUMILIOV: IL POETA RUSSO» 
 
- "В бассейне серебряных рыб":  sì, io...   già mi sono bloccato...  io scrivo come parlo...  pressappoco...  era notte e la notte mne ne spizza...   così mi è venuta voglia di tradurla e l'ho postata senza stare a fare domande...  pensavo che tanto poi sarebbero piovute le critiche...  alla lettera è "nella fontana dei pesci argentati" però non capivo quale potesse essere il soggetto, nel senso: che cosa sta "nella fontana dei pesci argentati"...  così ho pensato che magari significasse "В бассейне (было много) серебряных рыб", ma così, senza fondamento, giusto perché mi faceva comodo...   quindi qui ci vuole il parere dei russi!

- башни è il plurale di башня...   io mi sono "inventato" i mastii (mastio, maschio, tipo il Maschio Angioino) per far vedere che ho letto qualcosa...  mi piaceva l'assonanza mastii - massi...   boh...   non so che effetto fa...    Confused

- beh, l'acino d'uva è una bacca...   la risposta vera è che mi piaceva di più "bacche" e ho messo bacche perché se traduco così, come dire...  se non devo "rendere conto", allora è più facile prendersi delle libertà...  la risposta "falsa" è che se è vero che per un russo l'uva è meno comune delle bacche , allora traducendo in italiano meglio bacche, che per noi sono meno comuni dell'uva...  Cool

- Стремительно non so se l'ho proprio ignorato...  anche qui qualche parere degli amici russi non guasterebbe...   ho pensato che "piovere giù" potesse già dare il senso di стремительно...  ma è una soluzione di comodo...  

Myshkin ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Ma solo al sogno estranei (qui il concetto sembra essere quello di essere ormai lontani dal sogno, rappresentato da tutta la parte precedente della poesia... o sbaglio?)
    

- sì, è lo stesso significato che volevo dare io ma forse la mia versione confonde un po' su questo punto...  

- la tua traduzione è valida quanto la mia, hai fatto una scelta stilistica diversa, la tua sa più di antico, non mi piace soltanto l'ultima quartina...

E scordato non abbiamo,
benché ci sia dato l'obliar,
Quel tempo, in cui amavamo,
quando sapevamo volar.


perché mi sono reso conto che anche io tendo a trovare le rime nelle desinenza dei verbi, però la soluzione è "troppo" facile, alla fine verrebbero tutte rime fra verbi, cerco di evitarlo...  

sono riuscito a fare quasi tutti novenari...   come nell'originale...   ma farli addirittura rimare...   magari lavorandoci uno ci riesce, non lo so...   però finché lo facciamo per nostro piacere...   ho cercato più che altro di compensare con assonanze interne...   ma a un certo punto, a forza di rileggere, non mi rendo più conto se quello che ho scritto è bello, è brutto, è ridicolo...   e non ho la più pallida idea di come è percepito dagli altri...   tanto con me si può essere sinceri, anche perché se mi dicono "la tua traduzione fa schifo" non solo non mi offendo, ma per qualche perverso meccanismo interiore ritrovo orgoglio e penso che la mia traduzione non è niente male...
  



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Messaggio «NIKOLAJ GUMILIOV: IL POETA RUSSO» 
 
Confessioni d'un malandrino
di S. A. Esenin

(traduzione di Renato Poggioli)

Non a ciascuno è dato di cantare,
non a ciascuno è dato di cadere
come una mela ai piedi di qualcuno.

Eccovi la suprema confessione,
quella che vi può fare un malandrino.

Mi piace spettinato camminare
col capo sulle spalle come un lume,
e così mi diverto a rischiarare
il vostro triste autunno senza piume.

Mi piace che mi grandini sul viso
la fitta sassaiuola dell'ingiuria:
mi agguanto solo per sentirmi vivo
al guscio della mia capigliatura.

Ed in mente mi torna quello stagno
che le canne ed il muschio hanno sommerso,
e mio padre e mia madre che non sanno
d'avere un figlio che compone versi.
 
Ma mi vogliono bene come ai campi,
alla pelle e alla pioggia di stagione,
raro sarà che chi m'offende scampi
da loro e dalle punte del forcone.

Poveri genitori contadini!
Certo siete invecchiati e ancor temete
il signore del cielo e gli acquitrini...
Genitori che mai non capirete
che oggi il vostro figliolo è diventato
il primo fra i poeti del paese...

Quando correva scalzo sul bagnato
vi si copriva l'anima di brina:
ora invece in iscarpe verniciate
e col cilindro in testa egli cammina.

Ma sopravvive in lui la frenesia
d'un vecchio mariolo di campagna,
e ad ogni insegna di macelleria
alla vacca s'inchina, sua compagna.

E quando in piazza incontra un vetturino,
gli torna in mente il suo concio natale,
e vorrebbe la coda del ronzino
reggere come strascico nuziale.

Voglio bene alla patria,
l'amo senza confine,
benché afflitta di tronchi rugginosi.
M'è caro il grugno sporco dei suini
ed i rospi nell'ombra sospirosi.

Son malato d'infanzia e di ricordi
e di freschi crepuscoli d'aprile.
Sembra quasi che l'acero si curvi
per riscaldarsi al rogo e poi dormire.

Dai nidi di quell'albero le uova
per rubare salivo fino in cima.
Ma sarà la sua chioma sempre nuova
e dura la sua scorza come prima?
 
E tu, mio caro amico,
vecchio cane fedele?
Fioco e cieco t'ha reso la vecchiaia,
e giri a coda bassa nel cortile,
ignaro delle porte dei granai.

Mi son cari i miei furti di monello,
quando rubavo in casa un po' di pane,
e si mangiava come due fratelli,
una briciola l'uomo ed una il cane.
 
Io non sono cambiato,
il cuore ed i pensieri son gli stessi,
e come fiori in grano, in viso gli occhi.
Sui tappeti magnifici dei versi
voglio dirvi qualcosa che vi tocchi.
 
Buona notte!
La falce risonante della luna
si cheta mentre l'aria si fa bruna.
Dalla finestra mia voglio stasera
pisciare contro il disco della luna.

L'azzurro della notte è cosi terso:
qui forse anche morire non fa male.
Che importa se il mio spirito è perverso
e dal mio dorso penzola un fanale?

O Pegaso decrepito e bonario,
il tuo galoppo è ora senza scopo.
Giunsi come un maestro solitario
e non canto e celebro che i topi.

Dalla mia testa come uva matura
gocciola il folle vino delle chiome...
Voglio essere una gialla velatura
gonfia verso un paese senza nome.

------------------------------------------------------



Nella canzone di Branduardi "pisciare" è diventato "gridare"...  ci sono altre differenze, ma quelle hanno ragioni metriche...  

All'inizio ci sono varie rime fra verbi...

I miei due versi preferiti:

Son malato d'infanzia e di ricordi
e di freschi crepuscoli d'aprile.


Libertà:

...e così mi diverto a rischiarare
il vostro triste autunno senza piume...


L'originale dice:

Ваших душ безлиственную осень
Мне нравится в потёмках освещать.


Alla lettera:

Delle vostre anime l'autunno senza foglie
Mi piace nell'oscurità illuminare.


"autunno senza piume" per far rima con "lume" è una scelta coraggiosa...
  



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Messaggio «NIKOLAJ GUMILIOV: IL POETA RUSSO» 
 
Sai, la penso esattamente come te sulle rime... ho fatto quell'esperimento sull'ultima quartina per vedere come potrebbe suonare ricercando la rima a tutti i costi, ma non mi ha convinto per niente, mi sembra che il risultato sia una eccessiva banalizzazione...

Il mio difetto è che non avendo una padronanza del mezzo espressivo - i versi, la metrica - tendo sempre a contenere il più possibile le licenze e a preservare il signficato originale di quasi ogni parola, e questo è un grosso limite....

Effettivamente su diversi punti sarebbe fondamentale e illuminante il parere dei madrelingua...

...a proposito, che fine hanno fatto tutti? Le discussioni languono, o sbaglio?  Sleeping
  



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Messaggio «NIKOLAJ GUMILIOV: IL POETA RUSSO» 
 
Non sbagli...  le discussioni languono ma io che posso dire...  da che pulpito...   ognuno avrà i suoi motivi... l'unica ragione che mi sentirei di mettere in discussione è pensare di non avere niente da dire o cose del genere...   se una discussione non interessa allora non scrivete...  ma se, per assurdo, vi appassiona, allora scrivete! anche solo per dire che vi appassiona...  

Anche io non ho alcuna particolare padronanza...  vado così "a orecchio" e sono certo che anche tu sapresti riconoscere subito che, ad esempio, quelli sono novenari e trovare degli "equivalenti" in italiano...  se prendi il primo verso:

Ты помнишь дворец великанов

Ty pòmnish' dvorèc velikànov

pronunciandolo t'accorgi dove cadono gli accenti: tatàta tatàta tatàta...   come vedi sono 9 sillabe con accenti sulla 2a 5a e 8a...  

la fònte dei pésci argentàti...   è uguale...   tatàta tatàta tatàta...    

La traduzione è un fenomeno complesso, a volte mi pare che ci sia "troppa" teoria...  mi esprimo in maniera superficiale perché non ho mai studiato seriamente in vita mia, però posso dire che mi è capitato di leggere meravigliose dottissime introduzioni seguite da pessime traduzioni...   tu leggi la meravigliosa dottissima introduzione e immagini che uno o una che hanno una così profonda conoscenza e di traduttologia e di poesiologia e dell'opera di quello specifico autore chissà che traduzioni altrettanto meravigliose ha fatto...  e invece capita che fanno hahare...   come lo spieghi?
  



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Messaggio «NIKOLAJ GUMILIOV: IL POETA RUSSO» 
 
E poi perché dovresti "contenerti"? A chi devi rendere conto?  Se quello di prima s'è permesso di scrivere "autunno senza piume" per dire "senza foglie" e nello stesso verso ha tolto completamente il riferimento alle anime eccetera...   allora pure noi!
  



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Messaggio «NIKOLAJ GUMILIOV: IL POETA RUSSO» 
 
Certo che mi interessa e mi appassiona l’argomento!
Mi dovete scusare, ma mi sono approfittata della prima giornata quasi primaverile per fare una lunga passeggiata nel parco, ma anche trovandomi nel parco vi ho letti tramite il cellulare ma certamente senza poter rispondere come si deve. E poi ultimamente mi sono appassionata anche ai tablets pc e accendo più raro il pc normale, per questo più spesso leggo che rispondo.

Mi piace moltissimo anche la variante di Myshkin:

E scordato non abbiamo,
benché ci sia dato l'obliar,
Quel tempo, in cui amavamo,
quando sapevamo volar.


Penso che la traduzione della poesia non deve mai essere l’unica, quella giusta e unicamente possibile, possono essere diverse varianti della traduzione e tutte potranno avere il diritto alla vita.

Roberto ha scritto: [Visualizza Messaggio]

La traduzione è un fenomeno complesso, a volte mi pare che ci sia "troppa" teoria...  mi esprimo in maniera superficiale perché non ho mai studiato seriamente in vita mia, però posso dire che mi è capitato di leggere meravigliose dottissime introduzioni seguite da pessime traduzioni...   tu leggi la meravigliosa dottissima introduzione e immagini che uno o una che hanno una così profonda conoscenza e di traduttologia e di poesiologia e dell'opera di quello specifico autore chissà che traduzioni altrettanto meravigliose ha fatto...  e invece capita che fanno hahare...   come lo spieghi?


Penso che l’arte della traduzione letteraria e poetica non è una scienza oppure disciplina universitaria a cui si può insegnare ed è inutile cercare metodi per spiegare come si deve e come non si deve tradurre. Come un vero scrittore scrive perché non può non farlo e il poeta compone i suoi versi perché questi vanno da lui da soli, così anche traduzione va dal cuore e non dal ragionamento logico e dotto..

Io penso che c´è molta teoria anche in tutto il settore della traduzione. Qualche tempo fa leggevo vari manuali di traduzione e poi ho smesso di farlo, notando che questo non mi da quasi nulla. E ho pensato  che meglio prendere un libro e tradurlo da sola oppure prendere la traduzione fatta e fare confronto con l’originale. Soltanto traducendo è possibile imparare a tradurre, insomma come si dice «теория мертва, мой друг, а древо жизни вечно зеленеет».

P.S. "Autunno senza piume" come lo capite? io a dir il vero non lo capisco.
  



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Messaggio «NIKOLAJ GUMILIOV: IL POETA RUSSO» 
 
Io non ti scuso...   non so Myshkin ma io no...  e dov'è finita Luba? E Angelo? e Ettore che legge questi messaggi perché non scrive qualcosa? Scherzo...

Ovvio che la traduzione "giusta" in letteratura non esiste, un po' meno ovvio che la traduzione letteraria non si possa insegnare...   guarda che ho trovato:

«Мертва теория, мой друг, а дерево жизни вечно зеленеет». Этот романтический парадокс хотя и часто служит утешением, но переводчика не спасает. Его работа всегда имела и должна иметь теоретическую базу. Другое дело, что переводчики этого чаще всего не осознают. Хотя, безусловно пользуются определенными, выработанными на основе опыта (своего или чужого) принципами, которые и есть по сути теоретические установки. Ни один здравомыслящий переводчик не станет переводить официальную речь мэра молодежным жаргоном [appunto, quindi non è una cosa che è necessario insegnare]. Он останется в рамках литературной нормы.
Даже если оратор не всегда ее выдерживает (например, сбивается на диалект). Значит,   переводчик   явно   придерживается     концепции    нормативно-содержательного соответствия. Пусть он называет это иначе или вообще никак не называет.
     Для нас принципиально важно понять другое: нужно ли переводчику знать теорию перевода? Сформировалась как особая наука она недавно, долгое время переводчики без нее обходились и как-то не очень страдали [appunto! da millenni si fanno bellissime traduzioni letterarie senza una conoscenza consapevole della teoria che starebbe dietro la pratica della traduzione]. Они и до сих пор очень часто предаются иллюзии, что знания конкретных приемов на каждый случай и личного опыта достаточно, чтобы быть профессионалом. И что множество сложных переводческих решений никак не объяснимы с точки зрения теории, не обобщаемы и принимаются с помощью    профессиональной     интуиции    и   творческого   вдохновения переводчика. Это действительно иллюзия. Современная теория перевода показывает, что у сложных случаев, как правило, и сложное объяснение, но оно есть. [ma è proprio questo il punto! qui si dà per scontato che poiché deve esistere per forza una spiegazione teorica, per quanto complessa sia, le teorie elaborate dalla moderna traduttologia sono valide e producono risultati, ma non è affatto così! è come se io pretendessi di dimostrare la validità di una mia teoria scientifica dicendo che deve pur esistere una spiegazione teorica di come funziona l'universo! sì, esiste ma non è la tua teoria, caro!]

se pensi poi che esistono le scuole di scrittura creativa...

autunno senza piume = autunno senza foglie, ha usato "piume" per dire "foglie"...  non esiste un uso del genere in italiano, è una trovata esclusiva del traduttore...
  



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Messaggio «NIKOLAJ GUMILIOV: IL POETA RUSSO» 
 
Penso che l’arte della traduzione letteraria e poetica non è una scienza oppure disciplina universitaria a cui si può insegnare ed è inutile cercare metodi per spiegare come si deve e come non si deve tradurre. Come un vero scrittore scrive perché non può non farlo e il poeta compone i suoi versi perché questi vanno da lui da soli, così anche traduzione va dal cuore e non dal ragionamento logico e dotto[/color]..

Io penso che c´è molta teoria anche in tutto il settore della traduzione. Qualche tempo fa leggevo vari manuali di traduzione e poi ho smesso di farlo, notando che questo non mi da quasi nulla. E ho pensato  che meglio prendere un libro e tradurlo da sola oppure prendere la traduzione fatta e fare confronto con l’originale. Soltanto traducendo è possibile imparare a tradurre, insomma come si dice «теория мертва, мой друг, а древо жизни вечно зеленеет».


Sono d'accordo con Assol.


Ho provato anch'io a cimentarmi nella traduzione.
La prima strofa

Citazione:

Ricordi il palazzo dei giganti
la vasca coi pesci argentati
viali d'altissimi platani
e i mastii di massi pietrosi ?


Io la tradurrei così :

Citazione:

Ricordi il palazzo dei giganti,
nella vasca i pesci argentati,
i viali d'altissimi platani
e le torri di massi pietrosi ?  


La seconda mi sembra ok.

Nella terza:

Citazione:

Ricordi, un anfratto fra nubi
celava un poggiolo, là dove
- manciate di bacche - le stelle
piovevano giù sulla terra?


apporterei queste variazioni:

Citazione:

Ricordi, un anfratto fra nubi
celava un poggiolo,

(qui non saprei come interpretare - mi sembra che anche Roberto ha avuto non pochi dubbi)

dove le stelle, come grappoli d'uva,
Impetuasamente cadevano giù
?


Successivamente prenderò in considerazione le restanti strofe. Book
  




____________
Ettore - TV
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Messaggio «NIKOLAJ GUMILIOV: IL POETA RUSSO» 
 
Bene! Non quoto il messaggio di Ettore perché verrebbe una gran confusione di messaggi dentro messaggi...

Nella vasca/fonte i pesci argentati: mi piace di più!

i viali d'altissimi platani : prima "i" c'era, o forse "e"...  l'ho tolta perché così viene un novenario ma devo dire che qui il decasillabo non mi disturba...

e le torri di massi pietrosi: certo "torri" è meglio di "mastii" (ci vuole una bella faccia tosta a usare "mastii"), anche qui con la congiunzione e il mutamento dell'articolo in "le", il verso diventa un decasillabo...  però c'è da dire che accettando tutte le tue correzioni viene una quartina tutta di decasillabi che non mi dispiace proprio per niente...

Ricordi, un anfratto fra nubi
celava un poggiolo,
...    forse come ha detto Assol c'erano degli anfratti nelle rocce e c'erano delle nubi basse, o magari solo un po' di nebbia? e poi qui hanno trovato quello che io ho chiamato "poggiolo", come una terrazza naturale formata dall'anfratto da cui si poteva godere lo spettacolo delle stelle...   ma non si sa niente di più su questa poesia? dov'era il poeta? in che periodo dell'anno?
  



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Messaggio Re: Nicolaj Gumilev 
 
Roberto ha scritto: [Visualizza Messaggio]
...  ma non si sa niente di più su questa poesia? dov'era il poeta? in che periodo dell'anno?


Ho trovato questo - http://www.mtvn.ru/show.html?id=1028

Стихотворение «Ты помнишь дворец великанов»:

Как конь золотистый у башен,
Играя, вставал на дыбы,
И белый чепрак был украшен
Узорами тонкой резьбы.

Ты помнишь, у облачных впадин
С тобою нашли мы карниз,
Где звезды, как горсть виноградин,
Стремительно падали вниз?

(Жемчуга. 1918. С. 50–51)

У этих строф Анна Андреевна написала: «Шведская башня в Ц[арском] С[еле]», а позже в записных книжках вспоминала, что все это они действительно видели — вдвоем.

  



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Messaggio «NIKOLAJ GUMILIOV: IL POETA RUSSO» 
 
Non riesco a trovare un'immagine questa torre...   non riesco a trovare niente...   comunque a questo punto le rocce e gli anfratti non c'entrano, giusto?
Allora come interpreti "облачных впадин"?  E in che senso облачных?
  



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Messaggio «NIKOLAJ GUMILIOV: IL POETA RUSSO» 
 
Sì, le roccie non c'entrano, mi hanno ingannato proprio "облачные впадины"
Forse si tratta di questa torre -
http://www.tzar.ru/museums/palaces/...ape/tower_ruins
http://fotki.yandex.ru/users/levali...?page=0#preview
Карниз si vede molto bene.

Accidenti! c'è anche Белая Башня
http://www.tzar.ru/museums/palaces/...ark/white_tower
http://www.tsarselo.ru/content/0/read152.html
  



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Messaggio «NIKOLAJ GUMILIOV: IL POETA RUSSO» 
 
Assol ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Sì, le roccie non c'entrano, mi hanno ingannato proprio "облачные впадины"
Forse si tratta di questa torre -
http://www.tzar.ru/museums/palaces/...ape/tower_ruins
http://fotki.yandex.ru/users/levali...?page=0#preview
Карниз si vede molto bene.

Accidenti! c'è anche Белая Башня
http://www.tzar.ru/museums/palaces/...ark/white_tower
http://www.tsarselo.ru/content/0/read152.html


Ma allora come interpreti облачные???

E poi parla di torri, al plurale, fatte con blocchi di pietra...  e vicino dovrebbe esserci...  quel cavallo dorato che è, una statua?
  



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Messaggio «NIKOLAJ GUMILIOV: IL POETA RUSSO» 
 
Облачные nuvolosi, nebbiosi, o vani (проемы какого-то помещения или арки), o forse immaginazione che essendo sul cornicione della torre si trovi come se tra le nuvole e впадины si riferiscono alle nuvole.

Вблизи «Башни-руина» действительно есть статуя «Рыцарь, смерть и дьявол», но вроде конь не встает на дыбы, кстати, в статье о башне (первая ссылка) написано,  что её стены были покрыты росписью, возможно там был и конь.
  



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Messaggio «NIKOLAJ GUMILIOV: IL POETA RUSSO» 
 
Анна Ахматова познакомилась с Николаем Гумилевым в рождественский Сочельник в 1903 году. Царскосельской гимназистке было тогда 14 лет. Как вспоминала ее ближайшая подруга, Валерия Срезневская, "она была стройной девушкой, с красивыми белыми руками и ногами и густыми черными волосами, прямыми как водоросли, и с большими светлыми глазами, странно выделявшимися на фоне черных волос". Такой Аню впервые увидел 17-летний Гумилев, встретив ее с подругой у Гостиного двора с елочными игрушками в руках. Вторая их встреча произошла на катке. Он был поражен ее сноровкой и физической выносливостью. Теперь они виделись постоянно. Излюбленным местом прогулок была Турецкая башня в Царском Селе, искусная имитация руин. Словно ласточки устраивались они на самой верхотуре. Позже Гумилев напишет об этих счастливых минутах:

Ты помнишь, у облачных впадин
С тобою нашли мы карниз,
Где звезды, как горсть виноградин,
Стремительно падали вниз?

------------------------------------------------------------------------------------------------


24 декабря 1903 г. Гумилев познакомился с Анной Горенко, будущим поэтом Анной Ахматовой. Вторая их встреча произошла вскоре на катке. Некоторые стихи Гумилева этого периода были посвящены А. Горенко и позже вошли в его первый сборник "Путь конквистадоров". На экземпляре сборника, подаренном Ахматовой П. Н. Лукницкому, они помечены ее рукою - "мне".

Тогда же Гумилев начал жадно читать новейшую литературу, увлекся русскими модернистами - К. Бальмонтом и В. Брюсовым.

На пасху 1904 г. Гумилевы давали бал, на котором в числе гостей первый раз была А. Горенко. С этой весны начались регулярные встречи. Позже, в книге стихов Гумилева "Жемчуга" 1910 г. появилась строфа:

Ты помнишь, у облачных впадин
С тобою нашли мы карниз.
Где звезды, как горсть виноградин,

Стремительно падали вниз

Об этой строфе Лукницкий пишет в дневнике:

"Башня (Турецкая) в Царском Селе - искусственные руины. АА и Николай Степанович там встречались наверху
(30 ноября 1926, г. Царское Село. АА.)".
  



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