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«DA' ALL'ERMITAGE IL TUO COLORE PREFERITO»
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«DA' ALL'ERMITAGE IL TUO COLORE PREFERITO»
«А КАКОЙ ЦВЕТ ЭРМИТАЖА ПО ДУШЕ ВАМ?»

A San Pietroburgo si dice di nuovo che bisogna che il Palazzo d’Inverno abbia il suo colore originale, storico, il color rosa sabbia. Per l’ennesima volta ha sollevato il problema il direttore dell’Ermitage Mikhail Piotrovskij che già da diversi anni porta avanti l’idea di ridare al Palazzo d’Inverno il colore che scelse Rastrelli alla metà del diciottesimo secolo.
Bisogna dire che negli anni della sua esistenza il Palazzo ha cambiato colore diverse volte. Se ai tempi degli zar Paolo I° e Nicola I° si conservò il colore rosso e bianco, nella seconda metà degli anni 1850-1860 con Alessandro II° la facciata subì dei cambiamenti, il rosso divenne piu' intenso. Ai tempo dell’imperatore Alessandro III° il rosso divenne ancora piu' cupo con l’aggiunta di pigmento colorante. Nicola II° fu d’accordo a dipingere la facciata con “il colore della cinta del suo Giardino”. Il recinto di ferro eretto negli anni 1899-1901 secondo il progetto dell’architetto Melzer, poggiava su un potente basamento alto quasi 3 metri di arenaria rossa. Dello stesso colore doveva essere il Palazzo d’Inverno.

Il Palazzo d’Inverno conservò questo color terracotta quasi fino alla fine degli anni ’20 del secolo scorso. Piu' tardi furono sperimentati altri colori: nel 1927 si tentò di usare il grigio, negli anni 1928-1930 si scelse una gamma di marrone grigiastro. Nel 1934 su iniziativa dei dirigenti del Comitato Esecutivo di Leningrado per la prima volta furono usati colori ad olio addirittura arancione con rilievi in bianco. L’esperimento non riuscì e non solo per motivi estetici, ma anche perché i colori ad olio danneggiavano le mura, gli stucchi. Nel 1940 venne presa la decisione di ripulire la facciata dai colori ad olio e nel 1941 ricominciò la ricerca di una soluzione adeguata. A questo lavoro presero parte noti architetti, pittori, restauratori. Venne proposta la variante di una composizione di tre colori. Ma iniziò la Grande Guerra patriottica e per proteggere il Palazzo d’Inverno dai bombardamenti e dalle cannonate lo si pitturò con un colore a colla grigio.

Subito dopo la fine della guerra, negli anni 1945-1947, su decisione del Comitato Esecutivo di Leningrado iniziarono i lavori di riparazione del Palazzo d’Inverno e si volle dare un nuovo colore agli edifici che si affacciano sulla Piazza dei Palazzi. Ed è allora che le facciate del Palazzo d’Inverno ebbero il coloro che hanno adesso, un verde pastello o turchese, mentre le colonne, i cornicioni, le inquadrature delle finestre furono verniciate di bianco e gli stucchi, i capitelli in ocra. L’ultima volta il Palazzo d’Inverno è stato pitturato nei colori ormai abituali circa due anni fa.

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В Санкт-Петербурге снова заговорили о необходимости перекрасить Зимний дворец в его исторический цвет – песочно- розовый. В очередной раз дискуссию на эту тему поднял директор Эрмитажа Михаил Пиотровский, который уже несколько лет вынашивает идею вернуть Зимнему цвет, в который его окрасил Растрелли в середине восемнадцатого века.
Стоит отметить, что за время своего существования дворец неоднократно менял цвет. Если при Павле I и Николае I окраска дворца сохранялась охристо-белой, то во второй половине 1850-1860-х гг., при императоре Александре II, колорит фасадов дворца несколько изменился: охра стала более плотной. При императоре Александре III колер окраски дворца приобрел еще более плотное охристое выражение с добавлением красного пигмента. Николай II одобрил проект окраски фасадов в колорите «новой ограды Собственного сада». Металлическая ограда (возведена в 1899-1901гг. по проекту архитектора Р.Ф. Мельцера) покоилась на внушительном (около трех метров высотой) цоколе из красного песчаника, под цвет которого и было дано распоряжение окрасить Зимний дворец.
В таком красно-терракотовом виде Зимний дворец оставался почти до конца 1920-х гг. Позднее проводился ряд экспериментов и поисков новой расколеровки фасадов: в 1927 году — попытка окрасить его в серый цвет,  в1928-1930 гг. — в коричнево-серую гамму. В 1934 году по инициативе руководящих работников Ленгорисполкома была впервые предпринята попытка окраски Зимнего дворца масляной краской, причем, экспрессивным, чуть ли не оранжевым, цветом, с выделением белой краской ордерной системы. Но этот эксперимент был признан явно неудачным не только по эстетическим соображениям, но и по причине негативного воздействия масляной краски на камень, штукатурку и лепной декор. В 1940 году принимается решение об удалении масляной краски с фасада, а в 1941 году вновь продолжаются поиски вариантов окраски Зимнего дворца. В этой работе принимают участие известные архитекторы, художники, реставраторы. Причем, тогда появляется предложение об окраске фасадов дворца в три колера. Однако наступает Великая Отечественная война и для маскировки от артиллерийских обстрелов и бомбежек Зимний дворец окрашивают обратимой клеевой серой краской.
Сразу после окончания войны, в 1945-1947 гг., по решению Ленгорисполкома проводят ремонт и перекрашивают здания на Дворцовой площади. Именно тогда было принято решение об окраске Зимнего дворца: стен — окисью хрома с добавлением изумрудного пигмента; колонн, карнизов, междуэтажных тяг и обрамлений окон — белым цветом; лепного декора, картушей, капителей — охрой. Последний раз Зимний красили около двух лет назад, сохранив в целом оттенок, ставший привычным.

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Quando si parla di palazzi storici di questa importanza credo proprio che si dovrebbe prendere molto, ma molto tempo prima di attuare un'eventuale decisione.
Il direttore dell'Ermitage propone un ritorno al colore originale di Rastrelli, e questa, a rigor di logica sembrerebbe la strada da seguire. Tuttavia ci sono anche altri fattori da considerare.
La Pietroburgo del XVIII secolo non era certo la stessa di oggi, e tutto un insieme di fattori di ordine estetico e architettonico sono mutati.
Il palazzo è lo stesso ma il contesto generale è mutato, e gli avvenimenti storici che si sono susseguiti nel tempo hanno lasciato un segno.
Mi viene in mente un paragone con la musica. Oggi molte orchestre decidono di suonare le composizioni dei secoli passati secondo intenzioni "filologiche", quindi riducendo il numero dei musicisti, usando strumenti antichi o spostando l'intonazione degli stessi. Si pensa che queste esecuzioni siano più vicine agli originali di quelle fatte con un'orchestra moderna.
Ma è davvero così?
Quella che si suona è sempre una musica scritta nel 1700 ma eseguita da uomini del 2000 (con cultura,sensibiltà e tecnica diverse) solo su strumenti antichi. Quindi, per quanto ci si impegni con accorgimenti tecnici di vario genere essa non sarà mai esattamente come l'avrebbe eseguita un orchestra di quel periodo. In fondo è sempre un "pastiche", un'imitazione.
Tornando al bel palazzo dell'Ermitage personalmente sono dell'opinione che debba restare dell'attuale colore.
Queste le mie motivazioni:
1-Il colore attuale, per quanto diverso dall'originale, è decisamente molto bello. Di solito si cambiano le cose brutte, ma le cose belle andrebbero lasciate inalterate. Quel colore "verde-pastello tendente al turchese" non solo si sposa alla perfezione con il colore bianco delle colonne e l'ocra dei capitelli ma rappresenta anche una tonalità mediatrice tra il colore delle acque della Neva e quello del cielo. Insomma lo trovo estremamente armonico e piacevole a vedersi. E' un colore "nordico" adatto ad una città dalle caratteristiche atmosferiche come Pietroburgo.

2-Se si volesse tornare al colore originario sarebbe in ogni caso un falso. Chi conosce l'esatta tonalità voluta da Rastrelli? Un "rosa-sabbia" può essere un pò più chiaro, un poco più tendente al rosa, troppo verso il sabbia... ma chi ci assicura che quel tono sarà uguale al 100% a quello del 1762? Esiste un documento che ci dice la ricetta per quel colore?
Falso per falso meglio il colore attuale!

3-Mikhail Piotrovskij, l'attuale direttore, ha forse voglia di passare alla storia come "colui che ha ridonato all'Ermitage il suo colore originario"? Il desiderio di lasciare un'indelebile traccia nella vita culturale russa è un'ambizione comprensibile e si concretizzerebbe senza dubbio se tutte le guide turistiche e i libri di storia dell'arte parlassero di lui!

  



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«E VOI QUALE COLORE SCEGLIERESTE PER L’ERMITAGE?»

  




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