----------------------------------- Zarevich Domenica, 06 Aprile 2008, 16:57 «GHEORGHIJ NELEPP: INCREDIBILE» ----------------------------------- «GHEORGHIJ NELEPP INCREDIBILE» «ГЕОРГИЙ НЭЛЕПП НЕВЕРОЯТНЫЙ» Da giovane si cimenta nell'esecuzione di canzoni popolari ed i suoi amici gli consigliano di dedicarsi seriamente al canto. A Leningrado lo nota il Compositore Aleksander Glasunòv (Александр Глазунов), a quel tempo direttore del Conservatorio di Leningrado che lo ammette al Conservatorio stesso. Il Diploma al Conservatorio di Leningrado si ottiene con un ciclo di studi della durata di 5 anni, Gheòrghij Nèlepp (Георгий Нэлепп) si diploma in soli tre anni e un anno prima della fine degli studi, viene scritturato dal Teatro dell'Opera e del Balletto Kirov (Mariìnskij) di Leningrado. Viene classificato come tenore drammatico ma il suo insegnante di canto, professor I. Tomars, gli consiglia di passare alla vocalità di tenore lirico aiutandolo a prepararsi nella parte di Vladimir Lènskij che è anche il primo ruolo che Nelepp canta in Teatro. Nei primi dieci anni della sua carriera teatrale Nelepp esegue molti ruoli sia del repertorio russo sia del repertorio straniero Il Fabbro Vakùla ne «Gli Stivaletti» («Черевички»), Ghermann ne «La Dama di picche» («Пиковая Дама»), Andrej in «Mazeppa» («Мазепа») di Ciajkovskij, Sadkò in «Sadkò» («Садко»), Il Principe Gvidòn de «La Favola dello Zar Saltan» («Сказка о Царе Салтане») di Rimskij-Korsakov, Andrej Khovànskij nella «Khovànscina» («Хованщина») di Mùssorgskij, Riccardo in «Un ballo in maschera». L'ultimo ruolo eseguito da Nelepp al teatro Kirov fu Il Principe Jurij nell'opera di Ciajkovskij «L'Incantatrice» («Чародейка»). Nell'anno 1944 viene scritturato a Mosca dal Teatro Bolshoj dove canta quasi lo stesso repertorio che aveva eseguito a Leningrado. A Mosca, Nelepp debutta la parte di Sobìnin nell'opera di Glìnka «Ivan Sussànin» («Иван Сусанин»), e di seguito Radames, Don José in «Carmen», Jenik ne «La sposa venduta» di Smetana, Il Capitano Neselassòv in «Nikita Vershynin» («Никита Вершинин») di Dmitrij Kabalèvskij, Kakhòvskij ne «I Decabrìsti» («Декабристы») di Shapòrin e Florestano del «Fidelio». E' molto importante sottolineare che Nelepp non fu mai intimorito dal fatto di sottoporsi a dei veri e propri «tours de force» di canto esibendosi pressochè quotidianamente. Una volta cantò, addirittura nello stesso giorno due opere al mattino nel ruolo di Don José nella «Carmen» e la sera nella parte di Jenek de «La sposa venduta». Tuttavia era sufficiente che non si sentisse in perfetta forma per far si che non cantasse e per questa ragione capitava spesso che disertasse delle recite. Di lui si diceva, «se Nelepp canta, canta come un treno senza fermate», ma poi non appariva per qualche mese in teatro e i colleghi malignavano sostenendo che fingesse. Era un tipo tranquillo, silenzioso, di poche parole molto chiuso in sé stesso. Lavora con molti direttori d'orchestra, tra i quali Arij Pazòvskij, Aleksandr Mèlik-Pashajev, Boris Khajkin. Nel corso dei suoi 27 anni di carriera lirica Nelepp canta in circa 50 ruoli diversi. Si cimentò anche nella musica da camera, nelle canzoni dei compositori russi, soprattutto Aleksandr Dargomyzhskij e Mikhail Glinka e fu amatissimo dal pubblico. Era dotato di una voce molto potente, metallica e a volte molto scura. Una voce particolare. Gheorghij Nelepp e «La Dama di Picche» Ora focalizziamo l'attenzione sull'interpretazione che possiamo considerare di riferimento per il ruolo di Hermann ne «La Dama di Picche»; infatti nessuno dei ruoli interpretati da Nelepp è tanto particolare quanto la sua esecuzione del ruolo di Hermann Nelepp è Hermann, e Hermann è Nelepp. Vi è una perfetta simbiosi tra il cantante e il ruolo sopracitato. Dopo Nelepp ci furono molti cantanti, che forse hanno anche cantato meglio, con più effetto, ma soltanto la voce di Nelepp si identificherà sempre con il più demoniaco e misterioso personaggio di tutta l'opera russa. L'Hermann di Nelepp ha evidentemente una duplice personalità in ciò sta tutto il mistero della sua interpretazione. Leggendo la novella di Aleksandr Pushkin e poi il libretto dell'opera, che differisce molto dall'originale, non si riesce a capire "chi" sia realmente Hermann, se il giocatore di carte, l'amante appassionato o il freddo e nevroticamente ossessionato calcolatore. Al primo sguardo l'interpretazione di Nelepp è confidenziale e benevola. Nelepp non si lascia andare alla passione come gli altri cantanti in questa parte, lui è tranquillo, delicato, romantico, la sua voce è flautata. In realtà Hermann agisce per calcolo «Tre carte …. Tre carte ….. tre carte ….». Le parole vengono sussurrate molto dolcemente ma nel contempo nelle stesse si avverte un gelo ferale. Mentre sussurra a Lisa belle parole d'amore, lui pensa alla Contessa e pronuncia le parole «Bella, Dea, Angelo….» ma in realtà sta pensando ossessivamente alle tre carte vincenti e proclama la sua «dichiarazione d'amore» alla contessa cercando di carpirne il segreto «Se mai il Vostro cuore ha conosciuto il sentimento dell'amore, se ne ricordate le estasi, …. Se mai qualcosa di umano ha palpitato nel Vostro petto, Vi scongiuro per i sentimenti di moglie, di madre, per tutto ciò che c'è di sacro nella vita, di non respingere la mia preghiera! Svelatemi il Vostro segreto! Che cosa ve ne fate?» Parlando degli interpreti che hanno cantato in questo ruolo, noi spesso parliamo di tecnica vocale, di respirazione di «acuti»; con Nelepp non si possono usare gli stessi criteri. Quando lui cantava, nessuno in sala fissava l'attenzione sulla sua vocalità, sulle note e sui passaggi difficili. Nessuno si preoccupava di applaudirlo per i suoi magnifici «si naturali», perché questo avrebbe rovinato la vera essenza dell'immagine da lui data di Hermann. La voce risultava dolcissima, ma il pubblico avvertiva contemporaneamente il gelo e la durezza contenuti in essa. Dopo Nelepp al Bolshoj la parte di Hermann fu cantata da Vladimir Atlàntov (Владимир Атлантов), con risultati completamente diversi, esattamente opposti a quelli di Nelepp. Atlantov dipinge un Hermann nevrotico e ossessionato fin dall'inizio e quindi risulta da subito prevedibile e non enigmatico al contrario di Nelepp che alterna momenti di simulata dolcezza e tranquillità a momenti di freddo «calcolo» Atlantov dipinge un Hermann povero e completamente in balia della sua sorte, mentre l'Hermann di Nelepp non è assolutamente vittima! Anche Atlantov affronta il ruolo in maniera formidabile. L'ho visto a teatro molte volte e secondo me Atlantov a tutt'oggi è imbattibile oltre a possedere una voce più bella! Così esistono due versioni interpretative del ruolo di Hermann una di Nelepp e l'altra di Atlantov. Ghiaccio e fiamma. Tutti gli Hermann dopo di loro, risultano delle imitazioni prive di ogni originalità, delle lontane somiglianze, degli stravolgimenti di stile, insomma dei "surrogati" di Hermann. Vorrei giungere ad una conclusione aggiungendo che in merito alla vecchia incisione de «La Dama di picche» che vede Nelepp quale protagonista, tutte le parti femminili, secondo me, non meritano alcuna menzione. Una particolare attenzione va rivolta invece ai due baritoni, Pavel Lissitzian (Павел Лисициан) come Il Principe Jelètskij e Aleksej Ivanòv (Алексей Иванов) come il Conte Tòmskij. Piotr Ciajkovskij Пётр Чайковский «LA DAMA DI PICCHE» «ПИКОВАЯ ДАМА» Opera in 4 atti e sette quadri Libretto di Modest Ciajkovskij sulla novella di Aleksandr Pushkin Prima Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, 1890 PERSONAGGIO E INTERPRETI Hermann Gheorghii Nèlepp Lisa Evghènia Smolènskaja La Contessa Evghenia Verbìtskaja Il Conte Tòmskij Aleksej Ivanòv Il Principe Jelètskij Pavel Lissitziàn Polina Veronica Borissènko Cekalìnskij Aleksander Peregùdov Sùrin Vsevolod Tiutiùnik Ciaplìtskij Fiodor Godòvkin Major-Domo Veniamin Shvetsòv La governante Elena Kornèeva In pastorale Zlatogòr Aleksej Ivanòv Milovzòr Veronica Borissènko Prilèpa Vera Fìrsova Coro e Orchestra del Teatro Bolshoj di Mosca Direttore Aleksandr Mèlik-Pashàev Registrato 1952 «MELODIA»