Arca Russa

Notizie - «2017 L'ANNO INCROCIATO ITALIA-RUSSIA»

Zarevich - Mercoledì, 26 Ottobre 2016, 17:47
Oggetto: «2017 L'ANNO INCROCIATO ITALIA-RUSSIA»
«2017 L'ANNO INCROCIATO ITALIA-RUSSIA»
«2017 ПЕРЕКРЁСТНЫЙ ГОД ИТАЛИЯ РОССИЯ»

Il responsabile dei Musei Musicali della Russia Mikhail Bryzgalov ha annunciato che il 2017 sarà dedicato l’anno incrociato del turismo culturale Italia-Russia. Secondo le parole di Bryzgalov, l’accordo tra le istituzioni dei due paesi è stato già raggiunto. Attualmente si lavora sull’elaborazione degli itinerari turistici. «Sputnik» si è rivolto all'ex Ambasciatore italiano in Russia e presidente della Fondazione culturale Aquileia, Antonio Zanardi Landi, per un approfondimento.

- Ambasciatore, come valuta l'iniziativa di dedicare un intero anno incrociato Italia-Russia al turismo culturale?
- Mi pare una cosa non buona ma ottima! Per noi in Italia si colloca in un momento molto opportuno perché nel 2011 abbiamo avuto l'anno incrociato della cultura, abbiamo avuto il semestre (che in realtà è durato quasi un anno) delle eccellenze italiane in Russia e poi abbiamo anche avuto l'anno incrociato del turismo. Dunque, mi sembra che l'anno del turismo culturale dopo un'interruzione di due anni potrà aiutare ad approfondire e a rendere concreti i benefici dei nostri sforzi precedenti. Inutile dire che si tratta di un'iniziativa anche molto utile e che cade in un periodo molto complicato delle relazioni tra l'Europa e la Federazione Russia. Io ritengo che questo sia un momento veramente giusto per cercare di resettare il rapporto culturale tra l'Italia e la Russia che è sempre stato così vivo, così positivo.
- Cosa vuol dire l'anno incrociato del turismo culturale?
- Io penso che voglia dire trasformare il turista in vero visitatore. Cioè in qualcuno che non viene in Italia solo per prendere il sole o per avere delle esperienze turistiche in qualche modo superficiali, ma chi vuole capire quello che è l'Italia, quello che è la storia italiana e vuole capire quello che può essere il futuro di questo paese e dunque le relazioni tra la Russia e l'Italia. E credo che lo steso si possa ribadire per il turismo in Russia dove gli italiani tendono a non andare per fare vacanza pura, questo è già un fenomeno presente. Penso che l'anno incrociato possa rafforzare questo desiderio di capire lo spirito e la storia di un paese come la Russia.
- Lei che ha vissuto in Russia per tre anni potrebbe consigliare un percorso particolare non solo paesaggistico ma soprattutto culturale che potrebbe suscitare l'interesse degli italiani?
- Ho girato la Russia purtroppo molto poco rispetto a quello che avrei voluto. Ho avuto comunque delle emozioni molto forti e ho trovato gli spunti di riflessione estremamente suggestivi. Se dovessi consigliare ad un italiano che va in Russia di andare a vedere una cosa (a parte quelle ovvie come il Cremlino o San Pietroburgo, dove hanno lavorato gli architetti italiani), suggerirei di andare a vedere quella fantastica Chiesa dell'Intercessione a Bogoljùbovo sul fiume Nerl', vicino alla città di Vladimir dove la chiesa si trova in mezzo a questo territorio molto solitario circondato dai laghi che porta il segno fortissimo del romanico italiano. Per me andare d'inverno, a 20 gradi sotto zero camminando su questa neve ghiacciata e trovare un simbolo così forte delle relazioni tra i due paesi 700-800 anni fa, è stato veramente molto emozionante, molto di spinta ad approfondire e a studiare, a cercare di dare un piccolo contributo alla comprensione tra i nostri paesi. E da quella visita è nata l'iniziativa di pubblicare il libro che si chiama «Mille anni di architettura italiana in Russia», che racconta il lavoro di tanti architetti e anche semplici scalpellini e maestranze italiane che sono venuti in Russia nel corso degli ultimi 850 anni.
- Il Suo incarico da Ambasciatore italiano in Russia ha coinciso con l'anno del turismo Italia-Russia che ha battuto il record per le iniziative congiunte. La Fondazione Aquileia pensa in qualche modo di aderire all'anno del turismo culturale?
- Certamente. Aquileia è un esempio tipico del turismo culturale perché Aquileia ha i resti di una delle più grandi città romane d'Italia. Sono dei resti che sono rimasti dopo l'invasione di Attila, dopo secoli di abbandono. Per visitare Aquileia bisogna capire questa città, è una visita che in qualche modo non è ovvia. Per girare Aquileia e comprendere la sua storia c'è bisogno di una guida, bisogna rimanerci un giorno o due. Credo però che da una permanenza così breve, leggendo un po' prima e andando a visitare in maniera più intelligente i musei e gli scavi, si possa riportare un'esperienza culturale fortissima. Aquileia ha in se una storia di estremo interesse perché è nata come base logistica per l'espansione dell'Impero romano nei Balcani, è stata una porta dell'Impero aperta verso l'Oriente ma rapidissimamente in due-tre secoli è diventata una porta d'ingresso — una porta che ha ricevuto dall'Oriente influssi, spunti culturali e artistici, oltre che grano, olio, vino che arrivavano dall'Egitto, dalla Tunisia o dall'Algeria. Trovo estremamente interessante questo concetto della porta aperta per la conquista che diventa porta aperta per l'accoglienza di idee e di culture diverse. Io ritengo che il turista russo, che è un visitatore molo colto, se comparato a quello di tanti altri paesi, possa apprezzare in pieno il messaggio di rapporto tra l'Occidente e l'Oriente, di creazione di una cultura che tenga conto delle influenze di entrambi mondi: italiano e quello russo.
- La Fondazione Aquileia sta considerando di realizzare progetto di collaborazione con i musei russi nell'ambito dell'anno incrociato?
- Questo è il mio sogno a cui sto lavorando da un anno e non sono ancora riuscito a concretizzare ma è un progetto a cui tengo di più. Io vorrei riuscire a portare a Mosca, in uno dei grandi musei come il «Pushkin», la Galleria Tretjakov, il Cremlino, con cui abbiamo avuto di esperienze di lavoro cosi positive, una mostra sia fortemente evocativa di quello che è stata la realtà delle grande città romane, vorrei cercare di avere questa mostra a Mosca come occasione, spunto di parlare di questi temi che ci interessano, del turismo culturale, della visita ai luoghi italiani che consentano di aumentare la capacità di comprensione reciproca. Dunque è un progetto a cui io tengo moltissimo e spero di metterlo in atto nel corso del 2017.
- Oggi viviamo in un contesto storico estremamente complicato, pieno di guerre, tensioni, sanzioni e controazioni. A Suo avviso, la cultura può fare qualcosa per salvare questo mondo?
- Certo, la cultura e la comprensione sono gli elementi fondamentali. Negli ultimi anni abbiamo cercato di portare in Russia le opere più importanti dell'arte italiana e usarle come «chiavi» per aprire certi discorsi. Siamo rimasti assolutamente entusiasti dall'effetto e dalle ricadute più che positive. Vorrei ricordare che noi come ambasciata italiana in Russia in tre anni siamo passati da 300 mila visti a 900 mila. Dunque, un aumento dell'interesse reciproco veramente altissimo. Gli anni attuali sono contrassegnati dal segno apposto, sembra che i nostri paesi non vogliono capirsi, rifiutino la comprensione. Questa è una tendenza pessima che va in qualche modo contrastata con tutte le nostre forze. Abbiamo visto l'atteggiamento del nostro Presidente del consiglio che pochi giorni fa a Bruxelles ha fatto una mossa che ci fatto molto piacere e che mi sembra sia un inizio molto promettente. Io credo che sia molto importante aumentare il numero dei visitatori russi in Italia e il numero dei visitatori italiani in Russia, aiutare entrambi a capire qual è stata la storia dei nostri paesi, attrarne delle indicazioni per il futuro. Mi sembra che l'idea dell'anno incrociato del turismo culturale sia la più bella cosa che possa essere promossa in questo periodo.


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