Arca Russa

Letteratura e Teatro - SERGHEJ DOVLATOV (1941-1990)

Zarevich - Sabato, 14 Luglio 2007, 12:08
Oggetto: SERGHEJ DOVLATOV (1941-1990)
SERGHEJ DOVLATOV (1941-1990) СЕРГЕЙ ДОВЛАТОВ

Nato nel 1941 nella città di Ufà dove era evacuato con la famiglia all’inizio della guerra. Dal 1945 viveva a Leningrado. Negli anni 1959-1962 studiava la filologia finnica all’Università di Leningrado. Lavorava come giornalista. Scriveva la prosa ma non era pubblicato. Nel 1976 alcuni suoi racconti furono pubblicati all’estero nei mensili degli emigranti russi «Kontinent» («Континент»), e «Vremia i My» («Время и мы»), e per questo fu condannato ed espulso dall’Unione dei Giornalisti dell’URSS. Nel 1978 emigrò dall’Unione Sovietica in Austria e poi in USA. Viveva a New York dove aveva fondato il giornale «Il Nuovo Americano» («Новый Американец»). Negli anni ’80 acquista un gran successo come scrittore e cominciò ad essere pubblicato nel prestigioso mensile «New-Yorker». Morì nel 1990 a New York. Durante 12 anni di vita da emigrato pubblicò 12 libri che erano pubblicati in USA ed in Europa.
Dopo il 1991 tutti i libri di Serghej Dovlàtov furono pubblicati in Patria. È uscita la raccolta completa di opere di Serghej Dovlatov.
Serghej Dovlatov è uno dei più popolari e leggibili autori russi della fine del Novecento. I suoi racconti lunghi e le novelle sono tradotti in quasi tutte le lingue europee. Alcuni racconti lunghi sono filmati. La sua prosa è incredibilmente ridicola e allo stesso tempo è triste. Dovlatov è uno dei classici della letteratura russa del secolo passato e come ogni classica è diventata proverbiale. Le sue parole e frasi sono state proverbiali e citate.
Tutto quello che è scritto da Dovlatov si divide a due parti pari: scritto “qui”, in Russia e scritto “lì”, in America.
Vi presento la raccolta completa di opere di Serghej Dovlatov in 4 volumi.

Serghej Dovlatov VOLUME I

Nel primo volume entra la sua prosa precoce del periodo di Leningrado. I racconti dalle raccolte «La demarche degli Entusiasti» («Демарш энтузиастов») e «Due Storie Sentimentali» («Две сентиментальные истории»): «L’asinello deve essere magro» («Ослик должен быть худым») e «L’Altra Vita» («Иная жизнь»). Concludono il volume dei racconti della vita nell’emigrazione e pubblicati nel mensile «Compromesso» («Компромисс»).

Serghej Dovlatov VOLUME II

Il secondo volumi contiene quattro libri: «Zona» («Зона»), «Oasi di protezione» («Заповедник»), «I Nostri» («Наши»), «La Marcia dei Solitari» («Марш одиноких»).

Serghej Dovlatov VOLUME III

Nel terzo volume entrano: il libro «Il Mestiere» («Ремеслò»), la parte prima «Il Libro invisibile» («Невидимая книга») e la parte seconda «Il Giornale Invisibile» «Невидимая газета»), il romanzo «La Straniera» («Иностранка»), la raccolta «La Valigia» («Чемодан») dei racconti scritti a Leningrado, il libro dei racconti incompiuti «Il Frigorifero» («Холодильник»), Tre Racconti scritte in America in 1988.

Serghej Dovlatov VOLUME IV

Nel quarto volume entrano: il racconto lungo «La Filiale» («Филиал»), «Le Agende» («Записные книжки»), ed anche gli articoli su letteratura, recensioni, interviste, conferenze ed altra pubblicistica.

Myshkin - Sabato, 14 Luglio 2007, 21:17
Oggetto: Re: SERGHEJ DOVLATOV
E' vero, i libri di Dovlatov sono abbondantemente tradotti e pubblicati ovunque, anche in Italia.
Io ho "La valigia", "Noialtri, "Compromesso" e "Il Parco di Pushkin", che non ho visto elencato, però.

Zarevich - Sabato, 14 Luglio 2007, 21:29
Oggetto: Re: SERGHEJ DOVLATOV
Serghej Dovlatov è un titano
I suoi libri sono leggibili e rileggibili
E' un davvero classico della fine del Novecento russo

Zarevich - Martedì, 24 Marzo 2009, 13:24
Oggetto: SERGHEJ DOVLATOV (1941-1990)
Anna Kovalòva e Lev Lurjè
Анна Ковалова и Лев Лурье
«DOVLATOV»
«ДОВЛАТОВ»
Casa Editrice «Amphora» San Pietroburgo 2009 (Pagine 441)
Издательство «Амфора» Санкт-Петербург 2009

Questo libro è una biografia del famoso scrittore russo Serghej Dovlàtov (Сергей Довлатов 1941-1990), scritto sulla base dei ricordi dei suoi amici, degli studenti dello stesso anno, degli insegnanti e dei giornalisti ed anche dei racconti degli uomini della vita quotidiana dello scrittore. La prima parte del libro si compone dalle interviste con i suoi parenti e con gli amici più vicini fatte nei vari anni a San Pietroburgo, a Tallin, e negli USA. Queste interviste diventarono la base del film girato per il TVCanale 5 di San Pietroburgo nel quadro del ciclo documentario «La storia viva» («Живая история»).

Myshkin - Martedì, 24 Marzo 2009, 16:33
Oggetto: SERGHEJ DOVLATOV (1941-1990)
Questo post mi ha ricordato che sebbene abbia almeno tre o quattro romanzi di Dovlatov, non ho ancora scelto di leggerne uno, anteponendogli sempre altre letture.
Prima o poi dovrò decidermi. Mi chiedevo quali fossero i suoi romanzi più famosi, o meglio più significativi.

Zarevich - Martedì, 24 Marzo 2009, 17:38
Oggetto: SERGHEJ DOVLATOV (1941-1990)
Secondo me è meglio cominciare dai suoi racconti. Sono meravigliosi!!!
Suppongo che siano tradotti in italiano.

Myshkin - Martedì, 24 Marzo 2009, 17:52
Oggetto: SERGHEJ DOVLATOV (1941-1990)
Suppongo che siano tradotti anche i racconti, benché non ne sia sicuro.
Io però ho questi suoi libri:

- "Il parco di Puskin"
- "Compromesso"
- "Noialtri"
- "La valigia"

Per il momento devo accontentarmi di scegliere tra questi titoli

Myshkin - Mercoledì, 25 Marzo 2009, 12:15
Oggetto: SERGHEJ DOVLATOV (1941-1990)
Già, mi ero anche dimenticato di questo post!
Rileggendolo però, ho capito che nessuno dei libri di Dovlatov che avevo acquistato sembra essere tra i suoi lavori più significativi.
E' un peccato, anche se sono convinto che tutti i suoi lavori siano di qualità e degni di attenzione.
Vorrà dire che quando deciderò di leggerli mi affiderò al caso.

Myshkin - Domenica, 02 Ottobre 2011, 17:46
Oggetto: SERGHEJ DOVLATOV (1941-1990)
E' di poche settimane fa la notizia, riportata da Russia Oggi, secondo la quale entro l'estate del prossimo anno dovrebbe aprire nella riserva di Mikhajlovskoe, la tenuta di famiglia del grande poeta russo Alexander Pushkin, un memoriale-museo per lo scrittore dissidente Serghej Dovlatov, scomparso nel 1990 a New York.
Seguendo il link qui sotto i si può leggere l'interessante articolo su Russia Oggi, e vedere alcune fotografie della casa in cui visse Dovlatov nel periodo in cui lavorò come guida al Parco di Pushkin nell'estate del 1977, e che dovrebbe diventare per l'appunto la casa-museo di Dovlatov. Per altro, tutta l'esperienza di Dovlatov di quell'anno come guida alla tenuta-museo di Pushkin, è confluita nel romanzo autobiografico molto bello "Il parco di Pushkin".

Myshkin - Lunedì, 03 Ottobre 2011, 20:43
Oggetto: SERGHEJ DOVLATOV (1941-1990)
Il libro invisibile
Titolo originale: Nevidimaja kniga
A cura di Laura Salmon
Sellerio editore Palermo 1979
208 pagine
EAN 9788838922336

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Dovlatov è morto giovane, meno che cinquantenne nel 1990 nel suo esilio di New York. Forse nessuno meglio di lui è riuscito a raccontare l’Homo sovieticus, i suoi caratteri essenziali quali erano quelli degli ultimi decenni del comunismo prima della caduta, quando il regime era diventato soprattutto il regno della stupidità. E chissà quali vette d’umorismo avrebbe raggiunto se avesse potuto descrivere le sue trasformazioni successive. Poiché – come nota Laura Salmon, curatrice di questo volume – Dovlatov possedeva in modo sublime ciò che Pirandello considera il vero umorismo, cioè «il sentimento del contrario». Un «riso tra le lacrime» che pare aver colto il vero cuore della società in cui viveva, consistente, appunto, nel contrario di quanto preteso dal dogma di Stato: che gli esseri umani sono per natura buoni e stupidi naturalmente. Invece a Dovlatov appaiono maliziosi, forse maligni per natura, e molto intelligenti. È come se l’oppressione burocratica li costringesse a una bizzarra anarchia morale, una perpetua instabilità da emarginati, quale unico mezzo di sopravvivenza quando gli unici possibili legami civili ufficiali con gli altri sono quelli della stupidità. E questo contrasto tra il dogma e la realtà, rende tutti quanti, privilegiati ed oppressi, straordinariamente umani e straordinariamente divertenti. Così leggere le tante situazioni comiche, i tanti personaggi spontaneamente surreali, i dialoghi assolutamente imprevedibili, è come fare un amaro ed allegro viaggio, un on the road in un luogo spensierato perché oltre ogni speranza. Il libro invisibile, come le altre sue opere, è una «commedia autobiografica» e racconta dei tentativi fallimentari dell’autore di essere pubblicato in un ambiente in cui, più che la censura che ha il pregio di essere definita e netta, agisce un altro, più micidiale e condizionante meccanismo: «L’inettitudine totale non era spendibile. Il talento era sospetto. La genialità terrorizzava. La moneta più gradita era una moderata competenza letteraria». Ma parlare di sé è in realtà il pretesto per presentare il numero infinito di incontri, in cui, per l’occasione, si è articolata la ricerca di questo geniale e solitario narratore di storie, che parte dall’URSS anni Ottanta ma, come Gogol’ muoveva dalla Russia zarista, in cerca dell’animo umano universale.

http://www.sellerio.it/it/catalogo/Libro-Invisibile/Dovlatov/842

Myshkin - Lunedì, 03 Ottobre 2011, 20:45
Oggetto: SERGHEJ DOVLATOV (1941-1990)
Straniera
Titolo originale: Inostranka
A cura di Laura Salmon
Sellerio editore Palermo 1999
192 pagine
EAN 9788838914713

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Nel commentare la pubblicazione di Straniera negli Stati Uniti, il grande scrittore della follia americana Kurt Vonnegut si felicitava per il miscuglio di cultura mentalità costumi e lingua scoperto e fermato sulla carta dall'opera di Dovlatov: ne aspettava anche gli importanti sviluppi, bloccati poi dalla scomparsa prematura dello scrittore russo. Ma di questo miscuglio - che è poi il frutto dell'innervarsi improvviso, a partire dagli anni Settanta, di fuoriusciti ebrei-sovietici (non necessariamente dissidenti, non necessariamente disperati, non necessariamente in cerca di fortuna e di occasioni), nel ventre della città di New York, a formare un paesaggio umano parzialmente autonomo e impermeabile lungo la Centottava Strada - un miscuglio che, almeno dalle pagine di Dovlatov, sembra nato per la letteratura, il lungo racconto Straniera è un bozzetto compiuto. Intorno alla casuale e libertaria vicenda di Marusja Tartarova (figlia di due papaveri della nomenklatura, emigrata per capriccio, abituata al privilegio, da tutti corteggiata, compagna di un innamorato e tempestoso ispanico) si inseguono i «giorni perduti» allegramente dei russi ebrei americani di più recente acquisto: schegge di una storia diversa in caduta libera nel pianeta del mercato e dell'efficienza. La storia - come Dovlatov cita l'inglese Walpole è commedia per chi è intelligente, tragedia per chi ha dei sentimenti. Straniera è uno sguardo dalla parte dell'intelligenza su una delle strane vicende della storia.


http://www.sellerio.it/it/catalogo/Straniera/Dovlatov/550

Myshkin - Lunedì, 03 Ottobre 2011, 20:47
Oggetto: SERGHEJ DOVLATOV (1941-1990)
La valigia
Titolo originale: Čemodan
A cura di Laura Salmon
Sellerio editore Palermo 1999
204 pagine
EAN 9788838914652


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«Leggendo e rileggendo Dovlatov viene in mente Cechov» hanno osservato i critici di questo scrittore ebreo russo prematuramente scomparso in esilio poco dopo la caduta del regime sovietico, ma originale e appartato rispetto allo stesso mondo della dissidenza. Tanto appartato e originale da aver fatto dire di sé che era sopra ogni cosa un «dissidente dalla vita». E si potrebbe aggiungere, più estemporaneamente, che leggendo e rileggendo Dovlatov, venendone a conoscere - attraverso i suoi libri a sfondo sempre fortemente autobiografico - l'atteggiamento di vita, amaro e dissipatorio, viene forse in mente anche il grande americano Carver. Dovlatov racconta sempre di piccoli episodi quotidiani, dai quali trae, mescolando il grottesco della vita con una bizzarra natura filosofica dei suoi personaggi (il più delle volte drop out che si arrangiano a vivere in Russia come in America), pessimistiche lezioni: le quali risultano al lettore contemporaneamente di irresistibile umorismo e assolutamente veritiere. Nella Valigia, Dovlatov raccoglie tutti gli oggetti che intendeva esule, portare via da Leningrado: a ogni oggetto corrisponde un episodio e un personaggio della sua vita vagabonda. «Pensai: ma davvero è tutto qui? E risposi: sì, è tutto qui».


http://www.sellerio.it/it/catalogo/Valigia/Dovlatov/569

Myshkin - Lunedì, 03 Ottobre 2011, 20:49
Oggetto: SERGHEJ DOVLATOV (1941-1990)
Compromesso
Titolo originale: Kompromiss
A cura di Laura Salmon
Sellerio editore Palermo 2000
296 pagine
EAN 9788838915796


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«Dovlatov semplicemente ride. Senza secondi fini, senza sottofondo». «In Dovlatov il lettore occidentale riconoscerà anche se stesso. In questa universalità dell'umorismo dovlatoviano risiede, forse, la qualità fondamentale della sua prosa». Vanno assunti pressoché testualmente, come guida alla lettura, questi giudizi di critici su uno scrittore russo contro ogni corrente, morto prematuramente nel '90, da sempre dissidente ed emigrato in America con l'ultima ondata, molto amato dalla critica, meno dai suoi colleghi dell'emigrazione. E ad essi va utilmente aggiunta l'esclamazione di Kurt Vonnegut alla presentazione newyorkese di un libro di Dovlatov: «siamo felici che lei sia tra di noi». Poiché infatti a spiegare l'amore che suscita questo che è ormai da considerarsi un caso letterario internazionale bisogna ricorrere al ritemprante senso di felicità che esala dalle sue commedie quotidiane, lo splendente umorismo che filtra dai suoi infiniti aneddoti (paragonato senza mediazioni all'umorismo di Cechov). Tanto che, se il lettore astraesse dal luogo e dal tempo del loro svolgimento (la repubblica estone dell'URSS, nell'era di Breznev), questi compromessi potrebbero benissimo raccontare come nasce universalmente una non-notizia, come è fatto veramente il mondo della non-comunicazione.


http://www.sellerio.it/it/catalogo/Compromesso/Dovlatov/583

Myshkin - Lunedì, 03 Ottobre 2011, 20:52
Oggetto: SERGHEJ DOVLATOV (1941-1990)
Noialtri
Titolo originale: Naši
A cura di Laura Salmon
Sellerio editore Palermo 2000
196 pagine
EAN 9788838915925



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La grazia di Dovlatov - ha scritto un critico - è quella di combinare due generi tra loro contrari, unire l'epico al comico, col risultato di costruire una specie di epica dell'assurdità, in cui l'assurdo più che inquietudine dà gioia e contorno, e funziona a volte come una terapia. Noialtri sono le quattro generazioni di famiglia, ebrei russi da Vladivostok a New York, passando per il Caucaso a Leningrado, e correndo nel tempo dagli zar all'esilio dall'Unione Sovietica. Ciascuno dei quali è un piccolo eroe dell'irregolarità, dell'irripetibile autenticità e identità della vita, che l'autore indossa e muove come maschere mutevoli della libertà. Noialtri è l'intimo, la rete dei rapporti diretti, la comunicazione e lo scambio. Tutto ciò che è contrapposto al Loro, alla banalità e alla regolarità, al potere che è sempre, qualunque ne sia la forma, dalla Russia sovietica all'America delle corporation, una volontà di invasione. Contro questa, e contro la dimensione totalitaria che ogni potere inserra e verso cui inevitabilmente tende, l'anarchico Dovlatov, ridendo, mette in guardia.


http://www.sellerio.it/it/catalogo/Noialtri/Dovlatov/607

Myshkin - Lunedì, 03 Ottobre 2011, 20:54
Oggetto: SERGHEJ DOVLATOV (1941-1990)
Regime speciale
A cura di Laura Salmon
Titolo originale: Zona. Zapiski nadziratelja
Sellerio editore Palermo 2002
292 pagine
EAN 9788838917769


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«Secondo Solenicyn il campo di prigionia è l'inferno. Io invece penso che l'inferno siamo noi». Questi «appunti di un sorvegliante» giocano su due piani, come a mostrare, nella comparazione tra «mondo di dentro» e «mondo di fuori» il carattere inestricabilmente paradossale, intrinsecamente comico del mondo. Il piano autobiografico dei ricordi dalla prigionia per criminali comuni dove Dovlatov andò a fare la guardia militare dopo la sua espulsione dall'università; e il piano della invenzione, nelle lettere che finge di scrivere agli editori dell'esilio di New York, e in cui racconta delle traversie nel tentativo di farsi pubblicare i racconti di Regime speciale, della sua gioventù sovietica e della sua vita in esilio. Come un contrappunto, un controcanto, o forse meglio, come un'eco ripetuta tra vita di liberi e vita di prigionieri, allo schizzo, al personaggio, all'episodio del campo di prigionia, si alterna lo schizzo, il personaggio, l'episodio dalla vita quotidiana. Sicché Regime speciale non è un racconto di prigionia. Il soggetto è l'incanto, come nelle altre prove del grande umorista russo, divertito e triste, familiare e stupito di fronte all'umanità, umanità di dentro e umanità di fuori: come un assassino efferato possa essere un buon amico quale non si trova tra la gente perbene, e come dentro si possa ridere e gioire di cuore e annoiarsi e intristirsi fuori. Come sia labile il confine, come sia in realtà sottile la differenza. E non solo tra prigione e libertà, ma anche tra russi in URSS e russi in America. Perché, dice Dovlatov del fine del suo romanzo, «in generale vi viene professata una sola, banale idea: che il mondo è assurdo». E il risultato è un irresistibile umorismo, dove il lampo, ingenuo in apparenza e paradossale, caratteristico della scrittura di questo grande, la battuta fulminea nel più classico stile russo, la situazione esasperata e grottesca, la tolleranza divertita, il comico, fanno ridere, ma non altro che di noi e della nostra condizione. Col sospetto che sia Dovlatov a ridere di noi.


http://www.sellerio.it/it/catalogo/Regime-Speciale/Dovlatov/654

Myshkin - Lunedì, 03 Ottobre 2011, 20:58
Oggetto: SERGHEJ DOVLATOV (1941-1990)
Il Parco di Puškin
Titolo originale: Zapovednik
A cura di Laura Salmon
Sellerio editore Palermo 2004
216 pagine
EAN 9788838919947



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Anarchico, vagabondo, individualista, solidale con ogni eversione solitaria: le narrazioni di Dovlatov posseggono un'incantevole forza di immedesimazione per il lettore. Voce narrante e protagonista insieme di storie che hanno l'inconfondibile marchio del vissuto, la prosa rapida e classica di Dovlatov dà un «ordine lirico» - è stato detto - a un caos naturale. E trascina in viaggi, lungo il percorso di una trama, in un mondo popolato di umoristi naturali, che esprimono la totale insensatezza esistenziale, la definitiva casualità che stringe nel paradosso ogni genere di personalità: siano essi i confusi emigrati ex dissidenti (come nei romanzi ambientati nell'America dell'esilio) siano gli stralunati ubriaconi, mezzi intellettuali mezzi barboni, suoi amici nell'URSS anni Settanta, come in questo romanzo. Nel parco letterario Puškin, per sbarcare il lunario, è finito a fare da guida uno scrittore dissidente e fallito: dissidente dal mondo e fallito a ogni possibile impresa, il negativo esatto di quello che Puškin rappresenta per la mitologia dominante. Nei suoi giorni ciondolanti incontra persone di ogni tipo, ma ciascuna di incerta identità, arcipelago di io separati contraddittori e fragili: l'alcolista razzista, mite e generoso; il dotto che ha letto tutti i libri ma è paralizzato dall'abulia; il funzionario del KGB che si scopre saggio paternalista e dissidente; il capellone perturbatore dell'ordine che nella sbronza si rivela un erudito. Due sole convinzioni illuminano il protagonista-narratore: l'ostilità verso la santità, cioè l'idea che il bene sia facile, naturale e riconoscibile; l'avversione contro ogni attivismo. Finché a sconvolgere quella folle armonia, alcolica e dissipata, piomba la moglie che sta per lasciare l'URSS alla volta di Chicago, approfittando di uno spazio apertosi per l'emigrazione. E le peripezie di Parco di Puškin mostrano il loro senso vero: la riflessione drammatica, di un grande scrittore, sul rapporto con la propria patria, con la propria lingua, col potere.


http://www.sellerio.it/it/catalogo/Parco-Pu-Kin/Dovlatov/740

Myshkin - Lunedì, 03 Ottobre 2011, 21:00
Oggetto: SERGHEJ DOVLATOV (1941-1990)
La marcia dei solitari
Titolo originale: Marš Odinokich
A cura di Laura Salmon
Sellerio editore Palermo 2006
252 pagine
EAN 9788838921483


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Il genio di Dovlatov, uno dei grandi umoristi della letteratura russa, un autentico classico, consisteva nella capacità di sentire e di esprimere la paradossalità universale. La quotidianità dell’esistenza dell’uomo sovietico, per esempio, ma anche l’american way of life come vissuta da un emigrato di ultima generazione venuto in America per poter pubblicare, fino al paradosso connaturato in uno scarafaggio (che lui diceva di aver trovato in America per la prima volta). Di conseguenza, i suoi protagonisti erano lui stesso, in primo luogo, e la sua esistenza di anarchico drop out nelle maglie ormai rilasciate dell’ultima URSS o alle prese con le strane mistiche capitalistiche del nuovo mondo della libertà; e poi gli stralunati artisti e vagabondi suoi compagni. Una specie di perenne generazione beatnik di matrice e cultura sovietica a cui ha dato l’immortalità, che non può esistere più dopo la fine dell’Unione Sovietica, ma costituisce un bacino illimitato di umorismo e di storie non meno della burocrazia zarista immortalata da Gogol'. Con la particolarità che Dovlatov potè rappresentarla, per così dire, dagli Urali all’Atlantico, nell’atto di arrangiarsi in URSS come in America, dopo l’emigrazione. Con un effetto di scettico distacco, di superiorità più unica che rara a tutte le etichette, tutti i sogni, tutti gli slogan, che dota il suo umorismo di un segno filosofico di saggezza anticonformista e la sua scrittura del miracolo narrativo di rendere in forma scritta il racconto orale. La marcia dei solitari è la raccolta dei suoi editoriali, scritti per il giornale «Il Nuovo Americano» da lui fondato per la colonia degli ebreo-russi emigrati in USA. Un’altra stagione nonconformista, anzi anticonformista rispetto alla retorica degli altri fogli per immigrati concorrenti, di cui i fondi del direttore raccontano l’avventura.


http://www.sellerio.it/it/catalogo/Marcia-Solitari/Dovlatov/806

Myshkin - Lunedì, 03 Ottobre 2011, 21:03
Oggetto: SERGHEJ DOVLATOV (1941-1990)
Il giornale invisibile
Titolo originale: Nevidimaja gazeta
A cura di Laura Salmon
Sellerio editore Palermo 2009
180 pagine
EAN 9788838922510


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In Russia, dov’era nato e vissuto in età comunista, e in America dov’erano stati pubblicati i suoi libri durante l’esilio finale, Dovlatov è considerato un classico. I suoi romanzi e i suoi racconti sono infatti ritenuti la migliore testimonianza letteraria dell’Homo sovieticus d’epoca poststaliniana, quando cioè alla cupa tragedia del totalitarismo si andava sostituendo l’assurdo comico di una società in irreversibile autoconsunzione. Una situazione che – secondo Dovlatov – produceva una umanità caratteristica, esaltando all’eccesso quel certo anarchismo estetizzante, quel ribellismo individualistico, e soprattutto l’immensa riserva di autoironia propri del popolo russo, o almeno di quello spezzone di Russia in cui Dovlatov si ambientava, fatto di intellettuali e pseudo tali, dalla vita alcolica e picaresca, sempre sospesi tra il dissenso e il desiderio di sbarcare il lunario con il minimo di fatica. Personaggi che sembrano il fortunato innesto sul tronco del grande umorismo classico russo di una poetica dell’emarginazione alla Charles Bukowski. Scene di coinvolgente comicità, fatte di quadri staccati tenuti insieme in collages estremamente naturali, volti a rappresentare il caos insito nella condizione umana; storie sempre autobiografiche, allegramente pessimistiche, quasi che la vecchia URSS fosse lo scenario più adatto a esprimere l’assurdo dell’esistenza. Con un’attenzione spasmodica verso il linguaggio reale; tanto che i suoi dialoghi sono detti «una fotografia del linguaggio»: quindi la più pura raffigurazione di un tipo umano quale distillato da circostanze storicamente irripetibili. Nel Giornale invisibile si racconta di ciò che succede tra russi intorno al tentativo di fondare un periodico a New York, per la colonia degli immigrati. Perché l’Homo sovieticus, in patria o in esilio resta tale in realtà, come se fosse, assai più che il frutto di una società storica, una delle alternative dell’essere uomini. E tra le più divertenti a osservarla.


http://www.sellerio.it/it/catalogo/Giornale-Invisibile/Dovlatov/890

Myshkin - Lunedì, 03 Ottobre 2011, 21:05
Oggetto: SERGHEJ DOVLATOV (1941-1990)
La filiale
Titolo originale: Filial
A cura di Laura Salmon
Sellerio editore Palermo 2010
216 pagine
EAN 9788838925238


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Con Dovlatov, si ride di noi stessi. Il suo umorismo, che oggi è un classico che ha reso l’autore uno dei riferimenti obbligati della letteratura russa dell’ultimo Novecento, ha questo movimento tipico: si è portati dentro una cornice, usuale e quotidiana; vi si susseguono scene, descritte con pieno realismo; all’improvviso, la più banale e fiduciosa delle frasi suscita una risposta paradossale e sposta di scatto l’attenzione sulla componente di assurdità che c’è in ogni situazione. Come se d’un tratto si spegnesse la luce mentre si è in un gruppo, o ci si trovasse intrappolati in un dialogo tra sordi. Così, chi ride di questo umorismo filosofico non si ritrova mai in una posizione di superiorità, ma si sente parte di una condizione umana condivisa. E l’umorismo diventa il veicolo di una tragedia: la rivelazione dell’autoinganno in cui quasi sempre viviamo. Dovlatov scrive dell’assurdo che conosce: cioè di se stesso – un sé molto letterario – nel mondo sovietico e poi nella vita degli emigrati russi in America. Nella Filiale racconta di un argomento sorprendente per chi conosce i suoi temi: l’amore. Nel 1981 a Los Angeles si tiene un convegno di scrittori emigrati sul «Modello civile, culturale e spirituale della Russia del domani». Nella camera d’albergo dove dorme il protagonista, inviato di una radio di emigrati russi, bussa inattesa Tasja, l’amore dei vent’anni artistici di Leningrado, mai più rivista dai felici Sessanta. E il romanzo comincia a correre su due piani: da un lato, il presente del convegno, contrassegnato dalle nevrotiche dinamiche di scrittori narcisisti e litigiosi, e dalle incursioni di Tasja che scavano nell’intimo del protagonista come un’incresciosa autoanalisi; e, dall’altro, il passato dell’amore, che riappare mediante baluginanti flashback. Per narrare come l’amore – sublime autoinganno – rovinò una vita già complicata dai tempi, dalle circostanze e dall’essere umani.


http://www.sellerio.it/it/catalogo/Filiale/Dovlatov/952

Zarevich - Martedì, 05 Dicembre 2017, 12:53
Oggetto: Re: SERGHEJ DOVLATOV (1941-1990)
Valerij Popov Валерий Попов
«ДОВЛАТОВ» «DOVLATOV»
Collana: «Vita degli Uomini Eccellenti» (ЖЗЛ: «Жизнь Замечательных Людей»)
Casa Editrice «Molodaja gvardia» Mosca 2015 (Pagine 368)
Издательство «Молодая гвардия» Москва 2015

La fama letteraria di Serghej Dovlatov non era lunga.
Questo libro è la prima biografia dello scrittore russo scritto dal suo conosciuto, del noto scrittore pietroburghese Valerij Popov. Il libro è stato pubblicato dalla nota casa editrice «Molodaja gvardia» nella sua bella collana «Vita degli Uomini Eccellenti». L’autore del libro in modo veritiero si scambia le proprie impressioni. Descrive la vita complicata di Serghej Dovlàtov, descrive la storia della creazione delle sue opere letterarie e descrive dei rapporti dello scrittore con molti suoi contemporanei.


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