Arca Russa

Cinema e TV - «IL MUSULMANO»

Myshkin - Lunedì, 14 Maggio 2007, 08:05
Oggetto: «IL MUSULMANO»
«IL MUSULMANO» «МУСУЛЬМАНИН», film di Vladimir Khotinènko (Владимир Хотиненко) - 1995

Nikolaj Ivanov (Evghenij Mironov) è un soldato russo che ritorna a casa, nella campagna dove è nato e cresciuto, dopo essere stato prigioniero in Afghanistan per sette anni. Le esperienze che ha vissuto in quegli anni lo hanno cambiato, e lui ha abbracciato la fede islamica, diventando un musulmano. A casa ritrova la madre e il fratello, che nel frattempo è stato anche in galera ed è semi-alcolizzato, mentre il padre si è impiccato credendo che non sarebbe più tornato. Lui parla poco, o quasi mai. Non fuma, non beve vodka insieme a tutti gli altri, prega continuamente sul suo tappetino alla maniera islamica, canta le sue preghiere ad alta voce come un muezhin. Ben presto la sua diversità attira le attenzioni di tutti gli abitanti, che cominciano a guardarlo male e sparlare di lui, chiamandolo "il musulmano". Perfino il fratello non lo accetta e in varie occasioni arrivano a picchiarsi e darsele di santa ragione. Kolja è tranquillo, si fa gli affari suoi, lavora, prega, e non disturba nessuno, ma nonostante questo la comunità non lo accetta. Come finisce non vorrei dirlo, per non rovinare la visione a quanti avranno l'opportunità di guardarlo. Una nota particolare la merita il bravissimo Evghenij Mironov, per la sua straordinaria interpretazione. Il film vale la pena vederlo già solo per la sua parte. Mi convinco sempre più che Zhenja Mironov sia uno dei migliori attori teatrali e cinematografici contemporanei. Lo ammiro moltissimo.

Zarevich - Sabato, 27 Dicembre 2008, 13:57
Oggetto: Re: «IL MUSULMANO»
«IL MUSULMANO» «МУСУЛЬМАНИН», film di Vladimir Khotinènko (Владимир Хотиненко) - 1995

Zarevich - Domenica, 24 Ottobre 2021, 17:03
Oggetto: «IL MUSULMANO»
Nikolai Ivanov torna a casa, dopo anni di prigionia in un paese completamente diverso, con leggi e costumi diversi. Una volta che ha adottato queste leggi - per salvare la propria vita, ma continua a professarle già volontariamente, perché queste leggi e usanze sono diventate familiari. E queste non sono solo parole: questa è davvero la necessità della sua anima, è il fondamento del suo mondo, che gli dà la forza di resistere ai vizi e alle tentazioni. Ma il suo villaggio natale, che considera casa, si è rivelato completamente non nativo come voleva vedere, come si aspettava di vedere. Ancora di più, è un estraneo qui, qualunque cosa accada. Non importa quello che fa, non importa come agisce, non trova nulla di correlato in quello e in coloro che lo circondano a casa.


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