Arca Russa

Letteratura e Teatro - «UN TRENO CHIAMATO RUSSIA» Di Natalia Kljuchareva

Myshkin - Domenica, 09 Gennaio 2011, 17:58
Oggetto: «UN TRENO CHIAMATO RUSSIA» Di Natalia Kljuchareva
Natalia Kljuchareva Наталья Ключарева
«UN TRENO CHIAMATO RUSSIA»
Casa Editrice «Atmosphere libri» 2010


Nikita gira in lungo e in largo la Russia a bordo di un treno. Vuole incontrare persone. Nei suoi incontri, ha come l'impressione di avere a che fare con persone che vogliano testare se stesse in esperimenti autoinflitti, o persone che si mettono alla prova in condizioni di vita a dir poco estreme, solo per sapere quale soglia di sopravvivenza siano in grado di tollerare. Il campionario umano non potrebbe essere più variegato: una attrice porno, un frate, un travestito, un terrorista, un militare che sta traducendo il misconosciuto filosofo neomarxista Slavoj Žižek.

Alcuni di questi personaggi hanno perso la voglia di lottare. È capitato a un operaio, incredulo sull'abbandono cui lo stato lo ha costretto in seguito alla chiusura della miniera nella quale lavorava, e ora si rende conto che il villaggio in cui è nato è lo stesso posto nel quale dovrà morire. Altri personaggi insistono nella sopravvivenza, come capita ad Antonina, che cerca di procurare un po' di cibo per i suoi bambini vendendo i suoi lavori a maglia di vagone in vagone. C'è poi un insegnante di geografia, Alexander, che ha speso una intera vita scrivendo alle autorità per far mettere un recinto attorno al sanatorio presso cui vive, e per far rimuovere una discarica, dove giocano i figli dei pazienti.

Come accadeva per San Pietroburgo, con Dostoevskij, la Russia della Kljuchareva è una enorme città fantasma, e Nikita non sa darsi pace, prova un intollerabile senso di colpa per le ingiustizie che è costretta a registrare durante il suo viaggio. Forse anche Nikita vuole mettersi alla prova: è in fuga dal suo amore per Yasya. Tutti i personaggi di questo romanzo, in fin dei conti, sono in fuga. E quando Alya, una ragazza dai capelli grigi, chiede a Nikita di raccontare almeno una storia positiva sulla Russia, non ha risposta. A meno che non si voglia arrivare fino al villaggio di Gorki, dove forse l'idea di una rivoluzione ha ancora attecchito.



Natalia Kljuchareva è nata in Russia a Perm nel 1981, è stata un giornalista televisivo di Yaroslav e si poi si trasferì a Mosca dove lavora in una casa editrice.
Un treno chiamato Russia, il suo primo romanzo, è stato acclamato dalla critica e dal pubblico.

Zarevich - Giovedì, 01 Aprile 2021, 12:59
Oggetto: «UN TRENO CHIAMATO RUSSIA» Di Natalia Kljuchareva
Tutti i negativi della nostra realtà odierna sono raccolti in questo piccolo lavoro leggibile tutto d'un fiato. Il giovane eroe viaggia in carrozze comuni attraverso la vastità della nostra patria, descrivendo l'ingiustizia delle autorità, i disagi e le privazioni delle persone che incontra. Lo stato d'animo dell'eroe sull'orlo di una profonda depressione, il desiderio di correggere e aiutare si riversa in una profonda ribellione, che si conclude con un'incantevole fantasmagoria, il cui finale l'autore lascia il lettore a speculare.


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