Arca Russa

Letteratura e Teatro - «FRANCESCO PAOLO PERCOCO»

Anonymous - Sabato, 29 Novembre 2008, 18:59
Oggetto: «FRANCESCO PAOLO PERCOCO»
«LE NOTTI BIANCHE DI SAN PIETROBURGO» I ciottoli splendono di luce e di riflessi accarezzati dal ciangottìo dell'onda morente che, infilandosi nelle sabbia oscura, giunge esausta alla foce della Neva. Nel crepuscolo del Baltico, il sole, mai stanco della propria bellezza , s'infessura in uno sciame sinuoso di nuvole residue di uno scroscio improvviso, che ne smagliano l'immagine in diradanti filamenti ora lilla ora viola e lo fanno rispecchiare nel mare di mercurio. Il placido remar d'ali dei gabbiani, aggiunge la sua quiete al meriggio che si ferma. Francesco Paolo Percoco

Zarevich - Sabato, 06 Dicembre 2008, 12:20
Oggetto: «FRANCESCO PAOLO PERCOCO»
Cari amici!
Il nostro amico, l’utente del nostro forum FRANCESCO PAOLO PERCOCO, mi ha presentato il suo nuovo libro: «QUELLE STRANE NOTE DEL LEONCAVALLO» che vorrei presentarvi. Grazie, caro amico! Il libro, appena uscito, tratta delle vicende di un musicista appena uscito dal Conservatorio San Pietro a Maiella, che si deve guadagnare il pane. Per questo frequenta salotti delle più svariate famiglie sino a quando non diventa maestro di Cappella in una chiesa. Contrariamente a quanto può apparire, il libro è divertente. C'è un legame con la Russia perchè (in un flash) questo musicista durante uno dei suoi concerti conosce un generale russo che è finito in Italia in quanto assolutamente contrario al conflitto Russo-Nipponico.

FRANCESCO PAOLO PERCOCO ФРАНЧЕСКО ПАОЛО ПЕРКОКО
«QUELLE STRANE NOTE DEL LEONCAVALLO»
«ТАКИЕ СТРАННЫЕ ЗАМЕТКИ О ЛЕОНКАВАЛЛО»
«Arduino Sacco Editore» 2008

INTRODUZIONE
Francesco Paolo Percoco è un narratore di evidente talento: lo spunto per una storia da lui narrata è sempre la Storia, ossia fatti certi e documentati avvenuti nel passato, dai quali prendere quell’umanitа che solo lo scrittore-poeta sa cogliere e comunicare in forma coinvolgente. Se il libro che il lettore sfoglia in questo momento ha tutto l’aspetto di un romanzo d’invenzione, è perchè la microstoria che vi si narra и straordinaria al pari di quella di un bigman protagonista della Grande Storia (e pensiamo ai precedenti volumi di Percoco su san Nicola o sull’emiro saraceno di Bari). In realtа tutti i fatti narrati sono veri perchè tratti da un vero diario, ma hanno il sapore dell’eccentricitа perchè il protagonista che li annotò era indubbiamente un eccentrico per i tempi e i luoghi in cui visse. E diciamo allora chi era Ercole Cavallo. Ultimo dei cinque figli di Fortunato Cavallo e Maria Annunziata Pizzi, Ercole era nato nella orgogliosa cittadina barocca di Francavilla Fontana (vicino Brindisi) il 10 maggio 1878 in una casa benestante eretta di fronte al palazzo simbolo del luogo, il Castello della famiglia Imperiali, oggi sede del Municipio. Sul finire dell’Ottocento Ercole, che aveva già avviato gli studi musicali a Francavilla, si trasferi nella capitale Napoli per studiare privatamente con illustri maestri: Vincenzo Romaniello per il pianoforte e Nicola D’Arienzo per la composizione. Tornato nel 1904 a Francavilla, si sposò con la tarantina Anna Spagnolo Turco e si traferi definitivamente a Bari. Nel dinamico capoluogo di regione, dove era appena stato inaugurato il teatro dei fratelli Petruzzelli, Cavallo aprò una scuola privata di musica in via Nicolai e contemporaneamente istrui alla musica i tre figli superstiti (su sette), oltre a suonare l’organo nella chiesa di San Domenico e in altre parrocchie di Bari e provincia. Negli ultimi anni, malato, tornò nella sua casa di Francavilla dove mori nel 1954. Le composizioni superstiti di Ercole Cavallo, 16 manoscritti e 7 edizioni a stampa, raccolte amorevolmente dalla famiglia del nipote Percoco, sono state depositate presso il Centro Ricerche Casa Piccinni di Bari e ne è stato redatto un catalogo in una tesi di laurea.
Ercole Cavallo acquisò una certa celebritа in Puglia per la scuola femminile di musica da lui istituita, che riempiva un vuoto in precedenza colmato soltanto dai monasteri femminili (una notevole attivitа musicale nel secolo XIX si era svolta per esempio nel monastero di Casamassima).
Una caricatura a colori di buona mano, eseguita da Esperus intorno al 1930, raffigura un centauro con gli occhiali (gioco su Cavallo con il suo viso) che pedala con gli zoccoli su una bicicletta ricolma di fogli e spartiti, inseguito da una torma di ragazze entusiaste, le allieve della sua scuola, mentre da una nuvola in cielo Giuseppe Verdi commenta «Non cè che lui». L’epigrafe della caricatura recita: “Il dò che Napoli a letto sta / Salta a CAVALLO e viene e va…/ Più che ERCOLE fatiche ha fatto / Per la Riforma finisce matto!!!”. Quest’ultimo rigo, ribadito da un rotolo in mano al centauro con la scritta “Metodo meccanico” ed una fascia “Riforma musicale”, si riferisce alla invenzione che arrecò a Cavallo un breve raggio di notorietа nazionale. Per la veritа l’estroso musicista pugliese di invenzioni didattiche ne brevettт almeno tre. Nel 1915 divulgò per la prima volta la sua ideazione di Carta-Guida per Musica ad uso di “principianti, dilettanti, studiosi, compositori ed insegnanti” (su una carta millimetrata si organizzava con facilità l’incerta scrittura delle note musicali dei principianti studenti di musica). Seguò nel 1916 un’opera ben più consistente, il Metodo Meccanico pratico-rapido-facile per l’Educazione Musicale dell’orecchio-dell’occhio-della memoria, stampato a Bari presso lo Stabilimento Tipografico Trizio a spese dell’autore (riedito nel 1922). Questo metodo, che consentiva di facilitare la lettura e la comprensione di qualsiasi brano musicale a prima vista, ebbe una appendice – orgogliosamente stampata da Cavallo – di Autorevoli attestazioni di plauso della stampa-di Casa Reale-di Direttori di RR. Conservatori-Maestri-Critici-Cultori di musica e studiosi. Infine nel 1922 venne pubblicata a Bari, sempre a spese dell’autore, la Riforma Pedagogica Musicale, presentata come continuazione e completamento del Metodo Meccanico. Musicisti, critici e giornali nazionali si interessarono a queste invenzioni che oggi possono apparire tenere e bizzarre, prendendole invece molto sul serio. Teniamo conto che la Puglia era da secoli terra fertile di musicisti e di idee innovative in campo musicale. Il più diffuso metodo di apprendimento dei fondamenti della musica, il cosiddetto “Metodo Bona”, era stato inventato da un musicista di Cerignola, Pasquale Bona, nella prima metа dell’Ottocento. I diagrammi, i quadranti, gli schemi, le bacchette mobili, le tavole e insomma tutto l’armamentario didattico escogitato da Ercole Cavallo ci parlano di un’epoca in cui Bari era allineata con il resto d’Italia e d’Europa nella consapevolezza della centralitа della pedagogia della musica per l’elevazione culturale del popolo. Oggi, di fronte a mouse e tastiera di computer, sembrano attrezzi marziani recuperati da una navicella dispersa nella galassia, arnesi di un mondo scomparso.
Spiegata così l’eccentricitа del nostro personaggio e delle sue invenzioni musicali, può forse risultare più comprensibile e meritevole di indulgenza la cronaca parziale della sua vita che Percoco ha tratto dalle scarne annotazioni del diario del nonno Ercole ed ha trasformato, con la sua capacitа narrativa, in un avvicente Journal intime. Il diario originale, che esiste davvero, comincia a Francavilla Fontana nel settembre 1889 e prosegue attraverso i ricordi degli studi liceali, poi quelli musicali a Napoli e infine la prima sistemazione a Bari nei primi anni del Novecento. A pensarci bene, non conosco altre testimonianze diaristiche sulla cittа di San Nicola negli anni in cui si inaugurava il Teatro Petruzzelli (1903) e si rinnovava decisamente la pianta urbanistica del secolare borgo murattiano. Ma non conosco neppure diari personali di alunni dei maestri del celebre conservatorio San Pietro a Majella di Napoli di quell’epoca e forse di nessuna epoca dopo le settecentesche Memorie dell’abate Pecorone cantore della Real Cappella di Napoli. Oggi i diari intimi riscuotono un rinnovato interesse anche in Italia (in paesi come l’Inghilterra e la Francia sono da secoli una larga fetta dell’editoria popolare) e si moltiplicano i progetti di ricerca e i centri di raccolta di queste testimonianze storiche. La rilettura letteraria di Francesco Paolo Percoco consentirа anche al diario di Ercole Cavallo di giungere a tanti lettori d’oggi e parlare loro di un mondo, di un sud che altrimenti non avrebbero mai potuto scoprire.
Dinko Fabris
Docente presso il Coservatorio Musicale Nicolò Piccinni di Bari

Zarevich - Sabato, 06 Dicembre 2008, 17:43
Oggetto: «FRANCESCO PAOLO PERCOCO»
«QUELLE STRANE NOTE DEL LEONCAVALLO»
(Le avventure di un giovane musicista (Ercole Cavallo 1878-1954) tra fine ottocento e primi del novecento.)
Trattengo tra le dita una rosa appassita, schiacciata tra le pagine di un quaderno a righe scritto con inchiostro ormai marroncino: il fiore sembra conservare gelosamente i suoi ricordi, con i petali ancora scarlatti che s'intrecciano con uno sfilacciato nastrino di seta rossa che una volta era avvolto intorno al gambo ormai dissolto. Frammenti fragilissimi di un amore che doveva essere stato grandissimo, ritrovati casualmente in un cassetto di una scrivania americana del primo ‘900, ma mai ricercati perché ne ignoravo l’esistenza.
Avrò aperto e rovistato in questo cassetto mille volte, rimestato tra le sue carte altre mille volte, sbirciato tra caleidoscopi e binocoli di cartoncino, bussole, rotelle conta passi, piccoli pesi di vecchie bilance, minuscoli block notes con disegnate, ora a penna ora matita, con o senza pentagramma, note su note musicali, foglietti volanti con una scrittura criptica che mai sono riuscito a decifrare.
Solo ora guardo con tenerezza questa nuvola di bambagia ingiallita e diradata, che apro con tanta tenerezza, racchiusa tra le pagine riempite con una calligrafia impossibile sino all’inverosimile, dove il batuffolo si è rincantucciato per tanti anni.
Nulla di più potevo aspettarmi se non l'immagine di mio nonno e di tante cose così come a lui accadute e che lui ora si diverte a raccontare. Le pagine di questo quadernetto sono ora per me come la cassetta di un film, un magnifico film che proietto nella mente mentre scorro i fogli bruniti.
“Libro di Memorie – Ricordo” e, più giù sotto, un’immagine a rilievo che raffigura una lira formata da violette intrecciate a un mirto ancora oggi verdissimo, con tre corde dorate tuttora come ieri ormai cent’anni or sono, e tra esse un “ t’amo “ scritto in minutissima grafia che una volta scoperto e letto appare alla mente come un enorme manifesto.
Portandomi questo quaderno sul petto, guardo il cielo dove le nuvole, spinte dal vento dolce, s’intrecciano e si diradano come bambagia sgranata ed ecco che mi pare che dalla rosa evapori, come un effluvio, una figura che si forma e si dissolve, si riforma e si scioglie ancora, disegnando un signore vestito inappuntabilmente, con le due punte di un bianchissimo fazzoletto che sbirciano dal taschino della giacca, un sottile bastone da passeggio ancorato sul gomito; un artista tormentato dalla musica, signorile, sottilmente arguto, se vogliamo, stravagante ma piacevolmente gradito a chi gli era intorno.

Zarevich - Martedì, 20 Febbraio 2018, 20:54
Oggetto: «FRANCESCO PAOLO PERCOCO»
Dieci anni fa, nel 2008, è venuto da noi Francesco Paolo Percoco, avvocato e scrittore italiano di Bari. Io ho scritto sul nostro forum il post dedicato al libro Francesco Paolo Percoco «QUELLE STRANE NOTE DEL LEONCAVALLO». Poi Signor Francesco Paolo Percoco ha scritto sul nostro forum il post dedicato a San Nicola:
«SAN NICOLA È IL SANTO PIU’ VENERATO DAI RUSSI»
http://www.arcarussa.it/forum/viewt...ghlight=percoco
Francesco Paolo Percoco ha scritto «Il fiore sulla Muraglia», un bel romanzo storico in cui l'autore mescola realtà e fantasia per raccontare il sogno di Sawdan al Mazаri (l'ultimo emiro di Bari), e Storie dell'anima, di una balena e di un fiore, raccolta di poesie ed una favola.

«LA LUNA ORNATA»
Come ornato di orecchini
appare il tuo volto
sospeso su un tralcio sottile
e tremolante tra trasparenze
di pizzi antichi.
Ora ogni soffio attende il sogno.
L’aurora non può entrare perché
impedisci l’ardor del sole
nei profumi che invaghiscono nel tuo notturno.

2011
Francesco Paolo Percoco


Powered by Icy Phoenix based on phpBB © phpBB Group