Arca Russa

Opera - «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij

Myshkin - Giovedì, 02 Novembre 2006, 10:03
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
«BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Due versioni a confronto
Roma 22 e 23 novembre ore 20.30 - Auditorium, Sala Santa Cecilia

Capolavoro di epocale importanza, il Boris Godunov di Modest Musorgskij è non solo l'Opera russa giustamente più celebre, ma un capitolo di fondamentale rilevanza nella stessa storia della musica di quel paese. Composta rinnegando di proposito gli stilemi dell'opera italiana e tedesca, e con la precisa intenzione di reinventare un lemma musicale il più vicino possibile alla lingua russa parlata, il Boris è, insieme al Don Carlo di Verdi, l'opera che affronta il gran tema del Potere e dei suoi effetti sulle passioni umane. Su libretto dello stesso Musorgskij, che si basò sull'omonimo dramma di Pushkin, racconta le vicende del boiardo, poi Zar dal 1598 al 1605, Boris Godunov, che per ultimo guidò la Russia prima della lunga dinastia dei Romanov. Musorgskij realizzò due versioni dell'opera: la prima, del 1869, non fu approvata, e la seconda, rimaneggiata con forti modifiche e aggiunte, ricevette una trionfale accoglienza di pubblico alla sua prima rappresentazione, avvenuta nel 1874. I critici, però storsero il naso, specialmente sull'orchestrazione di Musorgskij, per l'epoca ruvida e sgradevole, tanto che negli anni successivi il Boris Godunov ha conquistato le platee del mondo intero nella più "colorata" versione di Rimskij-Korsakov. Nel 1940, Dmitri Shostakovich, grandissimo ammiratore del suo connazionale, mise lui stesso mano sia al Boris che all'altra meravigliosa opera di Musorgskij, la Khovantschina, realizzandone una versione più vicina alle sonorità "moderne" dell'originale, che tanto infastidirono i puristi dell'epoca. Sarà interessantissimo, dunque, confrontare le due orchestrazioni nell'occasione unica di questa doppia esecuzione del Boris, affidata alla bacchetta di Valery Gergiev e all'Orchestra del Teatro Mariinsky di San Pietroburgo, affiancati dal Coro dell'Accademia di Santa Cecilia.

(fonte www.santacecilia.it)

Zarevich - Giovedì, 02 Novembre 2006, 12:24
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Ho capito che Valerij Ghèrghiev arrivi con la sua orchestra del Teatro Mariinskij senza solisti. Ma chi saranno solisti? Il Coro è dell'Accademia di Santa Cecilia. Forse daranno solo dei pezzi orchestrali e corali?
Due versioni di Boris, di Rimskij-Korsakov ed anche di Shostakovich sono famose e eseguite spesso in Russia ed anche all'estero. Io preferisco la versione di Rimskij-Korsakov. Ho capito che Ghèrghiev possa presentare dei brani di due versioni. Senza solisti? Principe! Lev Nikolajevich! Ti consiglio di visitare quel concerto. L'Orchestra di Ghèrghiev del Teatro Mariinskij e Ghèrghiev stesso sono sempre una rivelazione musicale.

Myshkin - Giovedì, 02 Novembre 2006, 13:01
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
L'unico nome che ho letto per isolisti è quello di Nikolaj Znaider. Altro non c'è scritto.
Pensavo appunto di andare al secondo concerto, quello della versione di Rimskij-Korsakov.

Aladino - Giovedì, 02 Novembre 2006, 13:05
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
ma Znajder non e' un violinista??

Myshkin - Giovedì, 02 Novembre 2006, 13:08
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Sì, è un violinista. Ma è l'unico nome che figura. Solo, non so se suonerà a quel concerto o agli altri, sono un po' avari di questi "dettagli".
Ma visto che è in programma anche il Concerto di Brahms in re maggiore per violino e orchestra, suppongo che suoni lì.

Zarevich - Giovedì, 02 Novembre 2006, 13:31
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Nikolaj Znajder è un violinista
Suppongo che ci sarà un altro concerto di Gherghiev con Znajder.

Zarevich - Giovedì, 02 Novembre 2006, 13:38
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Ecco, ho trovato sul sito del Teatro Mariinskij.
E' scritto solo del giro di concerti a Roma
Столетию со дня рождения Шостаковича будет посвящена и большая часть выступлений Мариинского театра на фестивале в академии Санта-Чечилия (Рим, Италия; 18 – 27 ноября).
Many of the Mariinsky Theatre´s performances at the Accademia Santa Cecilia festival will also be dedicated to the Shostakovich century (Rome, Italy; 18 – 27 November).

Zarevich - Giovedì, 02 Novembre 2006, 14:12
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
«BORIS GODUNOV» «БОРИС ГОДУНОВ»

L’Opera lirica di Modest Mùssorgskij (Модест Мусоргский), su libretto proprio, basata sul dramma omonimo di Aleksandr Pushkin e sulla «Storia dello Stato Russo» di Nikolaj Karamzìn.

PROLOGO. Quadro primo. Febbraio 1598.
Cortile del Convento di Novodièvicij. Il popolo, incitato da un ufficiale di polizia, supplica Boris di accettare la corona di zar. Il segretario della Duma (Parlamento russo), Scelkàlov, annuncia che il candidato resta irremovibile e, mentre un corteo di pellegrini si reca al convento per convincerlo, la folla è convocata dalle guardie al Cremlino. (Il notevole complesso architettonico del Novodièvicij. Convento è uno dei più significativi monumenti storici a Mosca. La pittura murale del secolo 16 si conserva all'interno della Smolensk Cattedrale del Convento.

Quadro secondo. 1º settembre 1598.
Mosca, la Piazza delle Cattedrali del Cremlino. La folla inginocchiata attende il momento solenne dell'incoronazione di Boris. La processione è salutata da una folla esultante, mentre le campane suonano a festa. Il Principe Shujskij, consigliere di Godunov, incita il popolo che acclama sempre entusiasticamente il nuovo zar. Boris, tuttavia, è tormentato e infelice: nel suo animo si annidano cupi presentimenti. («Скорбит душа!» «La mia anima si rattrista»). Chiedendo a Dio di benedire il proprio regno, egli promette in cuor suo di essere per il popolo russo un sovrano giusto e generoso. Tra le ovazioni della folla, Boris esce dalla Cattedrale Uspènskij (dell’Assunzione) e si dirige verso i suoi appartamenti. (La Cattedrale dell’Assunzione fu non solo il tempio più importante della Russia, ma anche il luogo pubblico principale. Qui venivano resi pubblici gli atti statali, i principi indipendenti giuravano fedeltà al grande principe di Mosca, qui venivano incoronati tutti gli zar russi e più tardi gli imperatori.

ATTO PRIMO. Quadro primo. Anno 1603. Una cella del Monastero dei Miracoli del Cremlino (Чудов Монастырь в Кремле). Il monaco Pìmen sta terminando di scrivere la cronaca del regno («Ещё одно последние сказанье» «Ancora uno, l’ultimo racconto»), mentre il novizio Grigorij si desta, sconvolto da un sogno. (Il Monastero dei Miracoli non esiste più).

ATTO SECONDO. Gli appartamenti dello zar al Cremlino. Il Palazzo dei Tèrem (Теремной Дворец). Ksenija, la figlia di Boris Godunov, piange la morte del fidanzato confortata dal fratello e dalla nutrice con filastrocche infantili. L’entrata di Boris interrompe il gioco. Egli è angosciato dall’insicurezza del regno e turbato dai rimorsi («Достиг я высшей власти» «Ho il potere supremo»). Un boiaro denuncia congiure. Il principe Shujskij annuncia l’apparizione di un Pretendente che si fa passare per Dmitrij. Nel drammatico colloquio Shujskij narra la morte del fanciullo e Boris, rimasto solo, ne vede il fantasma («И скорбью сердце полно» «Ah, soffoco!»). (Il Palazzo dei Terem. Ogni piano si trovavano i Laboratori della Zarina. Al secondo piano c’erano locali di servizio, e camere provvisorie per la famiglia dello zar. Il terzo piano era riservato alle camere personali dello zar: piccole stanze, ognuna con tre finestre rivolte a sud, dal lato della Moscova. Il quarto piano o solaio a volte veniva chiamato Teremòk (piccolo terem) dorato, perché il tetto era coperto di oro in foglietti, argento e varie vernici. Dalla Piazza delle Cattedrali si vedono solo la facciatadella Camera d’Oro della Zarina e le cupole delle chiese del palazzo).

ATTO QUARTO. Quadro primo. 13 aprile 1605. Una sala del Palazzo a Faccette del Cremlino (Грановитая Палата»). La Duma dei boiari decreta la morte del falso Dmitrij, che preme alla frontiera. La deliberazione è interrotta da Shujskij, che annuncia il turbamento dello zar, e dallo stesso Boris che fa il suo ingresso delirando. Poi si ricompone per ricevere un monaco depositario di un grande segreto. È Pimen, che narra il miracolo di un pastore cieco che ha riacquistato la vista pregando sulla tomba dello zarevic («Однажды, в вечерний час» «Una volta sul far della sera»). Boris, distrutto dall’emozione, muore dopo aver dato gli ultimi consigli a Fiodor («Прощай, мой сын, умираю» «Addio, figlio mio, muoio»), additandolo come successore ai boiari. (Il Palazzo a Faccette. Qui si organizzavano le feste, si celebravano gli avvenimenti di importanza statale, si ricevevano gli ambasciatori stranieri).

Myshkin - Giovedì, 02 Novembre 2006, 16:53
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Molto interessante, caro Zarevich. Un'ottima sintesi.
Naturalmente appena possibile ci parlerai anche del terzo atto, per completezza.

Zarevich - Giovedì, 02 Novembre 2006, 17:10
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Si', parlero' dell'atto polacco

Myshkin - Giovedì, 02 Novembre 2006, 17:54
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Rileggendo meglio, credo che le due versioni saranno eseguite entrambe, una dopo l'altra. Rimane da capire chi saranno i solisti.

Zarevich - Giovedì, 02 Novembre 2006, 20:49
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Ritengo che Gherghiev porterà i solisti del Teatro Mariinskij

Zarevich - Giovedì, 02 Novembre 2006, 22:10
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Purtroppo noi non sappiamo la verità.
Boris uccise o non uccise il piccolo Zarèvich Dimìtrij. A questa domanda non dà nessuna risposta né Pushkin né Mùssorgskij e neanche Karamzìn perché la cronaca tace. Le sofferenze crudeli dello Zar assassino o non assassino …
E’ molto importante saperlo!!!
Che cosa era nella storia prima di Boris e subito dopo la sua morte. Pushkin e Mùssorgskij lo sapevano e questa “prefazione” e questa “postfazione” si sente e si vede nell’opera letteraria e lirica.
Se volete io potrei raccontarvi in breve, in due parole, che cosa è successo poi, dopo la morte di Boris.

Myshkin - Giovedì, 02 Novembre 2006, 23:04
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Ma certo che vogliamo, cosa aspetti?
E per quale ragione mai la nostra Irina dovrebbe essere contraria? Very Happy

Zarevich - Venerdì, 03 Novembre 2006, 05:41
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Il Falso Dimìtrij (Grìshka Otrèpjev Гришка Отрèпьев) entra a Mosca poco dopo la morte di Boris. Raggiunto il loro scopo e dopo aver soppresso anche il figlioletto di Boris, Fiodor (Borìsovich) Godunòv, Zar per pochi giorni!!!!, i boiari uccidono anche il falso Dimìtrij e propongono al trono il principe Vassìlij Shùjskij (1606-1610). Da questo momento iniziò un lungo periodo di lotte. E’ il periodo detto «Смутное Время» («Tempo confuso»). Dai torbidi emerge un usurpatore, il Falso Dimìtrij II (1608-1610), appoggiato dai Polacchi. Chi fosse il falso Dimìtrij II non si sa. Il falso Dimìtrij II si avvicinò con l’esercito polacco a Mosca e si fermò presso il villaggio Tùscino (Ora è il quartiere di Mosca dove si trova l’aeroporto). Nella storiografia il Falso Dimìtrij II si chiama «Ladro di Tùscino». Marina venne da lui in Tùscino e lo dichiarò suo marito!. Per difendersi, lo Zar Vassìlij Shùjskij chiamò in aiuto gli Svedesi, il che provocò l’invasione e la conquista di Mosca da parte del re di Polonia Sigismondo III Waza.
I boiari depongono Vassìlij Shùjskij e per salvare la Russia chiamano sul trono russo il figlio di Sigismondo, il principe Wladislàw Waza. Wladislàw accetta di prendere la religione ortodossa per essere lo Zar russo. Era molto generoso e non condivideva né favoriva le aspirazioni di suo padre. I boiari, la Dùma (l’assemblea dei boiari) nella situazione senza zar, facevano conto su Wladislaw, ma il papà era un osso duro e voleva lui stesso diventare lo Zar russo. In Polonia cominciò il conflitto fra il figlio e il padre. Wladislaw a Cracovia abbraccia la croce ortodossa.
In Russia la situazione diviene ancora più intricata dopo l’uccisione del falso Dimitrij II «Ladro di Tùscino». Il Paese viene invaso dai Polacchi e comincia la guerra. Marina con il suo amante polacco Zalùski fugge nella città di Kolòmna. I Polacchi entrano in Mosca e conquistano il Cremlino e lo Stato Russo cessa di esistere. I giochi dei boiari fecero andare al diavolo tutto. I Polacchi hanno invaso tutta la Russia. Infiammati dal patriarca Ermogene, contadini e popolo si sollevano sotto la guida del sindaco della città di Nìzhnij Nòvgorod (sul Volga), Mìnin, e del principe Pozhàrskij, e Mosca viene liberata nell’ottobre del 1612. (Il Monumento sulla Piazza Rossa vicino alla Cattedrale di San Basilio «Minin e Pozharskij»).
Nel gennaio 1613 la Dùma pone sul trono il sedicenne Mikhaìl (Fiodorovich) Romànov (1613-1645), lontano parente dei Rùrik. (Tutta la dinastia russa fino al figlio di Ivan il Terribile, Zarevich Dimitrij, era la dinastia di Rùrik, dei Rùrikovichi). Boris Godunòv non era Rùrikovich!. Quindi con Mikhaìl Romànov ha inizio la dinastia dei Romànov. E qui si deve ricordare l’opera di Glinka «Ivan Sussànin» («La Vita per lo Zar»).
Cosa ne fu di Marina?
Marina alla città di Kolòmna era stata arrestata con il suo amante ed era rinchiusa nella fortezza di Kolòmna. Nella fortezza di Kolomna c’è una torre che si chiama «La Torre di Marina». Marina ebbe un bambino!!! ….. aspirante al trono … ma chi era il padre …. è un segreto. Ma questa è un’altra storia…

Myshkin - Venerdì, 03 Novembre 2006, 11:03
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Molto molto interessante, davvero.

Non ho capito bene una cosa:
Citazione:
Dai torbidi emerge un usurpatore, il Falso Dimìtrij II (1608-1610)

Ma il falso Dimitrij II aveva due anni?

Il lungo periodo dei torbidi si conclude con la congiura di Ivan Chovanskij, la famosa "Khovanscina"?

Zarevich - Venerdì, 03 Novembre 2006, 12:11
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
No, due anni del regno

Angelo di fuoco - Venerdì, 03 Novembre 2006, 15:48
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Zarevich ha scritto: 
Purtroppo noi non sappiamo la verità.
Boris uccise o non uccise il piccolo Zarèvich Dimìtrij. A questa domanda non dà nessuna risposta né Pushkin né Mùssorgskij e neanche Karamzìn perché la cronaca tace. Le sofferenze crudeli dello Zar assassino o non assassino …
E’ molto importante saperlo!!!
Caro Zarevich, non so se la mia posizione sia troppo semplicistica, ma mi sembra che almeno Mùssorgskij dia una risposta positiva alla domanda se Borìs avesse fatto uccidere lo zarevich. Sono l'allucinazione ("и мальчики кровавые в глазах") е la frase "упокой душу преступного царя Бориса" che mi fanno pensare così. Che ne dici?

Zarevich - Venerdì, 03 Novembre 2006, 21:01
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Nient’affatto. Né Mussorgskiij né tanto meno Pushkin ci danno alcuna risposta. Boris uccise o non uccise il piccolo zarevich?
Boris ha una spina nel cuore e soffre tormenti per un soffiamento e una calunnia.
La frase «и мальчики кровавые в глазах» («negli occhi i bambini insanguinati» lui la pronuncia dopo il discorso con Shujskij il quale gli aveva appena raccontato dello zarevich ucciso. Boris vede il fantasma e dice «Via, via … non io, non sono io il tuo assassino, via, via, fanciullo, non io …»
E poi: “Signore, tu non vuoi la morte del peccatore, abbi pietà dell’anima colpevole dello Zar Boris”.
L’assassino non avrebbe potuto pronunciare queste parole.

Zarevich - Domenica, 05 Novembre 2006, 17:24
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
La parte di Boris è una delle più difficili e delle più misteriose della musica operistica. È un osso duro da rodere per ogni basso. Oltre alle difficoltà vocali questa parte esige l'arte del recitare, la recitazione drammatica. Il “progenitore” fu Fiodor Scialjàpin (Фёдор Шаляпин 1873-1938), un cantante formidabile. Scialjàpin è stato il primo ad impersonare il ruolo di Boris Godunov sulla scena operistica e la sua interpretazione è divenuta un modello.
Nel Novecento ci sono stati moltissimi cantanti russi e stranieri che hanno impresso le loro orme nell’interpretazione del Boris. Fra i cantanti stranieri una particolare menzione meritano due bassi bulgari, Boris Chrìstov e Nikolaj Ghiaùrov i quali erano eredi delle tradizioni russe, soprattutto Ghiaùrov che studiò canto in Russia. Si dovrebbe menzionare anche Gorge London, il famoso basso inglese, ed anche il basso finnico Martti Talvela.
Di tutti i numerosi cantanti russi si dovrebbe menzionarne tre i quali erano ognuno - sui generis - il Boris eccezionale.
Tutti e tre erano completamente diversi.
I bassi del Teatro Bolshoj degli anni 40-60.
Esistono le registrazioni integrali dell’Opera “Boris Godunov” con questi cantanti.
Se volete ascoltare l’Opera di Mùssorgskij, consiglierei SOLO le rappresentazioni con questi cantanti.
Zarevich

Myshkin - Domenica, 05 Novembre 2006, 17:42
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
"Guarda caso" mi ritrovo un film del 1956 del Boris Godunov interpretato proprio da Aleksandr Pirogov! Che fortuna, eh? Very Happy
Sarà il mio programma musicale principale. Potrò confrontare varie esecuzioni, a partire da questa, passando per il concerto del 23 novembre a Roma, per finire con la rappresentazione del nostro amico Kolja che presto avrò l'onore di vedere e ascoltare a Reggio Emilia.

Zarevich - Domenica, 05 Novembre 2006, 17:57
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Sì. È un famoso film-opera con Aleksandr Pirogòv
Film 1954 “Mosfilm”, Regia di Vera Strojeva
Coro e Orchestra del Teatro Bolshoj di Mosca
Direttore: Vassìlij Nebolssìn
A proposito, la parte del Falso Dimitrij canta Gheorghij Nèlepp, L’Innocente invece è Ivan Kozlòvskij.

Zarevich - Lunedì, 06 Novembre 2006, 09:13
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Consiglierei questa registrazione con Mark Reizen (2CD)

Modest Mùssorgskij 1839-1881 Модест Мусоргский
«Boris Godunòv» «Борис Годунов»
Dramma musicale popolare in un prologo e quattro atti
Versione di Nikolaj Rìmskij-Kòrsakov
Libretto proprio, dalla tragedia omonima di Aleksandr Pushkin
e dalla “Storia dello Stato Russo” di Nikolaj Karamzìn
Personaggi e Interpreti:
Boris Godunòv, Zar di Russia (Basso) – Mark Reizen
Fiodor (Ms), figlio di Boris – Bronislàva Zlotogòrova
Ksènija (Soprano), figlia di Boris – Elena Krùglikova
La nutrice di Ksènija (Alto) – Evghenia Verbìtskaja
Il principe Vassìlij Shùjskij, boiaro (Tenore) – Nikànder Khanàjev
Andrej Scelkàlov, segretario della duma (Baritono) – Ilja Bogdànov
Pìmen, monaco e cronachista (Basso) – Maksim Mikhajlov
Il pretendente Grigòrij, novizio affidato a Pimen (Tenore) – Gheorghij Nèlepp
Marina Mniszech, figlia di un nobile polacco di Sandomir (Ms) – Maria Maksàkova
Varlaàm (Basso), vagabondo ex monaco – Vassìlij Lubèntsov
Missaìl (Tenore), vagabondo ex monaco – Vassìlij Jakuscènko
L’ostessa della taverna al confine lituano (Ms) – Aleksandra Tùrchina
l’Innocente (Tenore) – Ivan Kozlòvskij
Nikìtich, guardia (Basso) – Serghej Krassòvskij
Mitjukha, uomo del popolo (Baritono) – Ivan Sipajev
Un boiaro di corte (Tenore) – Aleksandr Peregùdov
Coro e Orchestra del Teatro Bolshoj di Mosca
Direttore: Nikolaj Golovànov 1948

Zarevich - Domenica, 19 Novembre 2006, 08:32
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
РИМ, 18 ноя - РИА Новости.
Концертным исполнением незавершенной оперы Дмитрия Шостаковича "Игроки" в субботу в итальянской столице открылся музыкальный фестиваль "От Рима до Санкт-Петербурга", посвященный 100-летию со дня рождения великого композитора.
На протяжении десяти дней в главном концертном комплексе Вечного города "Аудиториум" (Auditoium) пройдут концерты оркестра и солистов оперы Мариинского театра, а также хора и оркестра Итальянской музыкальной академии "Санта Чечилия" (Santa Cecilia) под управлением народного артиста России Валерия Гергиева.
Помимо "Игроков" в программе фестиваля - знаменитая Седьмая "Ленинградская" симфония, а также проект "Один день с Шостаковичем", в рамках которого музыканты студии известного пианиста Александра Торадзе исполнят практически все фортепьянные произведения мастера.

Центральным событием фестиваля, несомненно, станет концертное исполнение оперы Мусоргского "Борис Годунов", которая сначала будет представлена в оригинальной авторской версии 1869 года, а на следующий день - в оркестровке Шостаковича.

"«Boris Godunòv» «Борис Годунов» Due versioni a confronto, ROMA 22 e 23 novembre ore 20.30
Capolavoro di epocale importanza, il “Boris Godunov” di Modest Mùssorgskij è non solo l'Opera russa giustamente più celebre, ma un capitolo di fondamentale rilevanza nella stessa storia della musica di quel paese. Composta rinnegando di proposito gli stilemi dell'opera italiana e tedesca, e con la precisa intenzione di reinventare un lemma musicale il più vicino possibile alla lingua russa parlata, il Boris è, insieme al Don Carlo di Verdi, l'opera che affronta il gran tema del Potere e dei suoi effetti sulle passioni umane. Su libretto dello stesso Mùssorgskij, che si basò sull'omonimo dramma di Pushkin, racconta le vicende del boiardo, poi Zar dal 1598 al 1605, Boris Godunov, che per ultimo guidò la Russia prima della lunga dinastia dei Romànov. Mùssorgskij realizzò due versioni dell'opera: la prima, del 1869, non fu approvata, e la seconda, rimaneggiata con forti modifiche e aggiunte, ricevette una trionfale accoglienza di pubblico alla sua prima rappresentazione, avvenuta nel 1874. I critici, però storsero il naso, specialmente sull'orchestrazione di Mùssorgskij, per l'epoca ruvida e sgradevole, tanto che negli anni successivi il “Boris Godunov” ha conquistato le platee del mondo intero nella più "colorata" versione di Rìmskij-Kòrsakov. Nel 1940, Dmìtrij Shostakovich, grandissimo ammiratore del suo connazionale, mise lui stesso mano sia al Boris che all'altra meravigliosa opera di Musorgskij, la “Khovànscina” («Ховàнщина»), realizzandone una versione più vicina alle sonorità "moderne" dell'originale, che tanto infastidirono i puristi dell'epoca. Sarà interessantissimo, dunque, confrontare le due orchestrazioni nell'occasione unica di questa doppia esecuzione del Boris, affidata alla bacchetta di Valerij Ghèrghiev (Валерий Гèргиев) e all'Orchestra del Teatro Mariìnskij di San Pietroburgo, affiancati dal Coro dell'Accademia di Santa Cecilia."

Myshkin - Domenica, 19 Novembre 2006, 13:28
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Ci siamo, ancora quattro giorni e potrò finalmente assistere al mio primo "Boris Gonunov" :smile:

Zarevich - Domenica, 19 Novembre 2006, 17:20
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Kniaz! Che versione di Boris?

Zarevich - Domenica, 19 Novembre 2006, 17:33
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Modest Mùssorgskij 1839-1881 Модест Мусоргский
«Boris Godunòv» «Борис Годунов»
Dramma musicale popolare in un prologo e quattro atti
Libretto proprio, dalla tragedia omonima di Aleksandr Pushkin
e dalla “Storia dello Stato Russo” di Nikolaj Karamzìn
Prologo
Quadro primo. Febbraio 1598. Cortile del Convento di Novodievicij (Новодевичий Монастырь). Il popolo, incitato da un ufficiale di polizia, supplica Boris di accettare la corona di zar. Il segretario della Dùma, Scelkàlov, annuncia che il candidato resta irremovibile e, mentre un corteo di pellegrini si reca al convento per convincerlo, la folla è convocata dalle guardie al Cremlino.
Quadro secondo. 1º settembre 1598. Mosca, la Piazza delle Cattedrali Cremino (Соборная Площадь Кремля). Boris ha accettato il trono. La folla, spinta dal Principe Vassìlij Shùjskij (Князь Василий Шуйский), acclama l’incoronazione. Ma, tra lo scampanio e gli inni, il nuovo zar è in preda a foschi presagi («Skorbít dushà!» «Скорбит душа»).
Atto primo.
Quadro primo. 1603. Una cella del Monastero dei Miracoli (Чудов Монастырь). Il monaco Pìmen (Пимен) sta terminando di scrivere la cronaca del regno («Ancora uno, l’ultimo racconto» «Ещё одно последнее сказанье»), mentre il novizio Grigòrij (Григорий) si desta, sconvolto da un sogno. Egli aspira alla gloria, alle battaglie, e interroga il vecchio sulla morte dello Zarevic. Assassinato da Boris, narra il cronista: avrebbe l’età tua e regnerebbe. Mentre Pìmen e i monaci si recano alla preghiera, Grigòrij invoca la giustizia divina.
Quadro secondo. Osteria presso il confine lituano. L’ostessa canta una gaia canzone («Avevo un anatroccolo» «Поймала я сиза селезня»), quando arrivano due frati questuanti, Varlaám (Варлаàм) e Missaìl (Мисаил), accompagnati da Grigòrij che, fuggito dal convento, cerca di varcare il confine. I frati bevono e Varlaám, ubriaco, canta le gesta di Ivan («Una volta nella città di Kazan» «Как во городе было во Казани»). Irrompono i gendarmi alla ricerca di Grigòrij che, dopo un vano tentativo di far arrestare Varlaám al suo posto, fugge saltando dalla finestra.
Atto secondo.
Gli appartamenti dello zar al Cremlino. Ksènija (Ксения), la figlia di Boris, piange la morte del fidanzato confortata dal fratello e dalla nutrice con filastrocche infantili («La zanzara tagliava la legna» «Как комар дрова рубил» e «La storia di questo e di quello» «Туру туру петушок»). L’entrata di Boris interrompe il gioco. Egli è angosciato dall’insicurezza del regno e turbato dai rimorsi («Ho il potere supremo» «Достиг я высшей власти»). Un boiaro denuncia congiure. Il principe Shùjskij annuncia l’apparizione di un Pretendente che si fa passare per Dimìtrij. Nel drammatico colloquio Shùjskij narra la morte del fanciullo e Boris, rimasto solo, ne vede il fantasma («Ah, soffoco!» «И скорбью сердце полно»).
Atto terzo.
Quadro primo. 1604. Una stanza nel castello di Sandomir. L’ambiziosa Marina Mniszech si abbiglia per la festa compiaciuta della propria bellezza, ma il gesuita Rangoni la richiama al dovere: dovrà unirsi a Dmìtrij per conquistare il trono moscovita e ricondurre i russi al cattolicesimo.
Quadro secondo. Nel parco del castello. Il Falso Dimìtrij, innamorato di Marina, invoca la sua presenza («A mezzanotte, nel giardino... presso la fontana» «В полночь ... в саду .... у фонтана ...») e Rangoni gli promette la felicità purché egli segua i suoi consigli. Appare Marina, corteggiata dai nobili invitati (“polacca”). Poi, rimasta sola con lui, gioca la commedia dell’ amore per spingerlo all’impresa moscovita («Dmitrij! Zarèvich» «Димитрий! Царевич!»).
Atto quarto.
Quadro primo. 13 aprile 1605. Una sala del Cremlino. La Dùma dei Boiari decreta la morte del Falso Dimìtrij, che preme alla fontiera. La deliberazione è interrotta da Shùjskij, che annuncia il turbamento dello Zar, e dallo stesso Boris che fa il suo ingresso delirando. Poi si ricompone per ricevere un monaco depositario di un grande segreto. È Pìmen, che narra il miracolo di un pastore cieco che ha riacquistato la vista pregando sulla tomba dello Zarèvich («Una volta sul far della sera» «Однажды, в вечерний час»). Boris, distrutto dall’ emozione, muore dopo aver dato gli ultimi consigli a Fiodor («Addio, figlio mio, muoio» «Прощай, мой сын, умираю»), additandolo come successore ai boiari.
Quadro secondo. Una radura nella foresta di Kròmy. I contadini insorti scherniscono un boiaro catturato e, incitati da Varlaám e Missaìl, trasformatosi in feroci sgherri, si accaniscono contro i gesuiti inviati da Dimìtrij, mentre i bambini rubano all’Innocente (Юрòдивый) la copeca ricevuta in elemosina. Compare Dimìtrij che, proclamandosi zar, promette giustizia ai perseguitati da Godunov, accoglie il boiaro immediatamente passato dalla sua parte e si avvia a Mosca, tra le acclamazioni del popolo, mentre l’Innocente piange sulla sorte della Russia («Sgorgate, lacrime amare» «Лейтесь, лейтесь слёзы горькие»).

Myshkin - Domenica, 19 Novembre 2006, 22:39
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Zarevich ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Kniaz! Che versione di Boris?

Caro Zarevich, da quello che si capisce dalla presentazione, dovrebbero essere la seconda versione originale di Mussorgskij seguita da quella di Shostakovich, a confronto.

Zarevich - Lunedì, 20 Novembre 2006, 07:18
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Kniaz!
Mercoledì 22 novembre - ore 20.30
Prima danno la versione di Mùssorgskij stesso (del 1869) in forma di concerto.
Non è la versione di Rìmskij-Kòrsakov che mi piace di più.

Giovedì 23 novembre - ore 20.30
Poi danno la versione di Shostakovich (1939-1940)
Ti consiglio di andare il 23 novembre alla versione di Shostakovich.
Non danno nessuna informazione dei cantanti. Gherghiev porta i suoi cantanti dal Teatro Mariinskij. Chi canterà la parte di Boris? Forse Aleksandr Moròzov?
http://www.mariinsky.ru/en/opera/soloist/morozov

Myshkin - Lunedì, 20 Novembre 2006, 07:44
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Zarevich, ma tu sei sicuro? Io avevo capito che rappresentavano entrambe le versioni sia il 22 che il 23.
Il festival è dedicato a Shostakovich, e dovrebbero ogni giorno rappresentare qualcosa di suo...
Comunque se è come dici tu, andrà bene lo stesso: ho preso i biglietti per giovedi 23 novembre.
Dei cantanti infatti non si sa nulla, sarà una soprpresa.

Zarevich - Lunedì, 20 Novembre 2006, 07:48
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Sai, anch'io non posso capire. Ci scrivono così poco chiaro.
Ho capito che il 22 danno la versione di Mussorgskij stesso, ed il 23 la versione di Shostakovich.

Zarevich - Lunedì, 20 Novembre 2006, 07:54
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Gherghiev potrebbe invitare Ferruccio Furlanetto

Myshkin - Lunedì, 20 Novembre 2006, 08:08
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Mah, infatti... non è che si capisca molto bene.
I cantanti poi, neanche una parola su chi verrà. Che vuol dire? Non verrà nessuno?
Impossibile, ma perché non scriverne?

Zarevich - Lunedì, 20 Novembre 2006, 08:12
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Non l'hanno ancora deciso.
Speriamo che tu ci scriverai del cast dopo lo spettacolo del 23 novembre

Myshkin - Venerdì, 24 Novembre 2006, 09:56
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Il concerto di Roma è stato molto bello. Ho assistito a questa opera, benché in forma di concerto, per la prima volta, e ne sono molto contento e soddisfatto.
Cerco di riassumere.
L’orchestra del Teatro Mariinskij di S.Pietroburgo, con il Coro dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma, diretti da Valerij Gergiev, hanno eseguito la versione del Boris Godunov di Shostakovich, del 1940.
I cantanti solisti:

Boris godunov (basso) Vladimir Vaneyev
Shuiskiy (tenore) Konstantin Pluzhnikov
Shchelkalov (baritono) Alexander Gergalov
Pimen (basso) Alexander Morosov
Falso dmitriy (tenore) Mikhail Vishniak
Ostessa (mezzosoprano) Ljubov Sokolova
Varlaam (basso) Gennadi Bezzubenkov
Missail (tenore) Evgeny Strashko
Ksenia (soprano) Irina Mataeva
Fiodor (mezzosoprano) Maria Matveeva
Nikitich (basso) Viacheslav Lukhanin
Innocente(tenore) Evgeny Akimov
Balia (mezzosoprano) Nadezhda Vassilieva
Mitiukha (basso) Andrei Spekhov

E con la partecipazione di un coro di bambini russi (circa 70).

L’orchestra e il coro hanno lavorato in perfetta armonia, molto bravi. I cantanti mi sono piaciuti quasi tutti, anche se le dimensioni della sala in cui si sono esibiti erano forse eccessive per alcune voci.
Molto bravo mi è sembrato Vladimir Vaneyev nella parte di Boris Godunov, anche se non ho riferimenti con altre esecuzioni per poter fare confronti.
Forse qualcuno tra i nostri amici potrà spendere qualche parola su questi cantanti.

Devo dire che è stato un po’ strano, almeno per me, assistere ad un opera senza scenografie, costumi e recitazione. Invece una cosa molto positiva è stata la scelta di mettere uno schermo sopra il palco dove si poteva seguire comodamente in italiano le parole dei cantanti e del coro.
Il concerto è stato grande un successo e una lunga ovazione della sala ha salutato alla fine i protagonisti di questa serata.

Zarevich - Venerdì, 24 Novembre 2006, 13:11
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Il tuo riassunto è molto interessante, caro Myshkin.
Ho capito che l’opera sia stata presentata senza “Atto polacco”.
L'ho capito perchè nel cast non si siano Marina e Rangoni.
Vladimir Vanejev, il basso del Teatro Mariinskij è molto famoso e l’ho sentito alcune volte.
L’esecuzione delle opere in forma di concerto permette di concertrarsi in musica e in canto, anche se è meglio guardare le opere liriche nel teatro con costumi e scenografie.

Camomilla - Venerdì, 24 Novembre 2006, 13:37
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Mishkin! è spiacente che hai visto lo spettacolo senza costumi e l'ATTO POLACCO. E' uno di più bello
Ma come ha cantata Pluzhnikov?

Myshkin - Venerdì, 24 Novembre 2006, 16:46
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Hai ragione Camomilla, è un peccato che non abbiano eseguito l’opera per intero. Sad
Non capisco perché, credo che sia stata una decisione dell’ultimo momento, visto che hanno annunciato subito prima del concerto che ci sarebbe stata una variazione nella durata della seconda parte.
Pluzhnikov ha cantato bene, anche se Vaneyev mi è piaciuto di più. Anche Irina Mataeva mi è piaciuta molto.
Per l’”Atto Polacco” mi rifarò con il Godunov interpretato dal nostro amico Nikolaj Dorozhkin, quando verrà in Italia. Smile

Argonauta - Venerdì, 24 Novembre 2006, 17:02
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Zarevich ha scritto: [Visualizza Messaggio]

L’esecuzione delle opere in forma di concerto permette di concertrarsi in musica e in canto, anche se è meglio guardare le opere liriche nel teatro con costumi e scenografie.


L'Opera in forma di concerto costa meno.

Myshkin - Venerdì, 24 Novembre 2006, 17:13
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Questo è indiscutibilmente vero.

Comunque in un auditorium è anche l'unica forma possibile, a differenza di un vero teatro.

Zarevich - Venerdì, 24 Novembre 2006, 20:21
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Senza dubbio che uno spettacolo in forma di concerto sia più economico. Ma questo tipo di esecuzione è in infinito. È chiaro che lo spettacolo lirico in teatro lirico sia avvantaggiato dallo spettacolo in forma di concerto. Rappresentazione scenica, apparato scenico, costumi, messinscena tutto dà un effetto teatrale.
Circa al concerto a Roma suppongo che Gherghiev voleva far federe e far ascoltare una versione di Shostakovich del capolavoro di Mussorgskij e ci ha portato lo spettacolo del Mariinskij in forma di concerto. Era un’idea musicale ma non scenica. Non so capire perché non c’era l’Atto polacco che è molto bello. Ci sono una splendida aria di Marina, il bellissimo Polonaise e un fantastico duetto di Marina ed il Falso Dimitrij, così detta “la scena vicino alla fontana” («Сцена у Фонтана»). Ma tutto l’atto polacco è come “supplemento”, la chiave dell’opera è la scena della Coronazione (“Triste è la mia anima”) e la scena della morte di Boris (“Oh, soffoco, soffoco! Date luce! Presto lo zarevich! Addio figlio mio, muoio …”).

Angelo di fuoco - Sabato, 20 Gennaio 2007, 19:59
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Colgo l'invito del principe Myshkin ed apro un nuovo argomento dedicato all'opera "Borís Godunov".
Premetto che, pur nei pochi ascolti effettuati avendo apprezzata quest'opera ed anzi avendo partecipato a qualche recita dello spettacolo quale voce bianca, non conosco molto bene né l'opera stessa né la storia della sua composizione e prassi esecutiva. Non so chi o che suggerí al compositore l'idea di comporre un'opera secondo la tragedia di Puškin. Ho letto dell'esistenza di persino 7 versioni autografe della partitura. So che durante molti anni l'opera venne eseguita nella redazione di Rimskij-Kòrsakov, basata sulla seconda versione coll'atto polacco ed altre significative modifiche. So anche che Šostakovič redasse la strumentazione (purtroppo non ricordo di quale redazione). Oggi la prima versione in sette quadri sembra prevalere nelle messinscene (Tarkovskij a Londra, Kramer a San Pietroburgo, Chernyakov a Berlino, adesso Sokurov al Bolšoj di Mosca) dei grandi teatri.
Cedo ad altri che ne sanno piú di me ed innanzitutto a Zarevich l'onore e l'onere d'illuminarci sulla storica dell'opera e sulle versioni discografiche.

Argonauta - Sabato, 20 Gennaio 2007, 20:18
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Ottimo.... Thumbup Parlare del Boris mi fa sempre piacere!

Myshkin - Venerdì, 26 Gennaio 2007, 11:17
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Riporto qui un'ottima descrizione del Boris Godunov e della sua genesi, tratta dal Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi, che spiega, tra l'altro, anche chi fu ad ispirare Modest Musorgskij a comporre un'opera sul poema di Pushkin. E' molto molto interessante.


Pietra miliare della scuola russa, destinata a influenzare una larga parte del Novecento europeo,Boris Godunov, nelle due versioni ‘autentiche’ moltiplicate dalle revisioni, è anche il prototipo del moderno ‘work in progress’. Il suo lungo e complicato cammino inizia nel settembre del 1868 in casa della sorella di Glinka, la ‘dolce colomba’ Ljudmila Sestakova che, dopo la morte del fratello, raduna attorno a sé gli artisti e gli intellettuali della nuova generazione, impegnati a realizzare una cultura autenticamente russa. In questo ambiente culturalmente e umanamente elevato, Vladimir Nikol’skij, storico e studioso di Puskin, richiama l’attenzione dell’amico Musorgskij sul dramma della follia e della morte dello zar Boris, vergato dal sommo poeta nel 1825. Il suggerimento provoca un vivo interesse: come incoraggiamento, la Sestakova invia a Musorgskij il volume di Puskin, inserendo tra le pagine stampate alcuni fogli bianchi. Musorgskij non tarderà a usarli producendo, in un quadriennio, le due versioni del suo capolavoro. Quando riceve dalla vecchia amica il prezioso testo, arricchito dai fogli candidi, il musicista non ha ancora trent’anni: ha studiato con Balakirev, si è liberato dalla sua tutela e si è lanciato alla ricerca di uno stile nazionale e popolare, lontano sia dall’opera italiana cara all’aristocrazia sia all’opera tedesca coltivata dagli occidentalisti. La produzione di liriche e l’esempio di Dargomyzskij l’hanno condotto a scoprire la potenza della parola, la ‘verità’ dei personaggi, delle situazioni, del linguaggio. Elementi da contrapporre alla mera ‘bellezza’, a tutto ciò che suona soltanto melodico e piacevole, atto a cullare l’immaginazione anziché a stimolarla. In un’ottica tanto diretta – egli stesso si definisce un cavallo lanciato in un’unica direzione – la rilettura della tragedia di Puskin è determinante. Nella vicenda, elaborata dal poeta sulla scorta del decimo e dell’undicesimo volume dellaStoria dello stato russodi Nikolaij Karamzin, il musicista trova la materia necessaria a un autentico ‘dramma popolare’: un dramma di cui l’uomo russo – frate spretato, boiaro o zar – sia protagonista.

L’epoca (tra il 1598 e il 1605) è tra le più fosche dello stato moscovita. Morto Ivan il Terribile nel 1584, restano due eredi: il maggiore, Fëdor, figlio di primo letto, e un bimbo di due anni, Dmitrij, nato dall’ultimo matrimonio dello zar (il settimo, pare) con Maria Nagaja. La corona toccò a Fëdor, sebbene fosse debole di cervello. I sudditi lo chiamavano affettuosamentedurak, ‘imbecille’, lodandone la mitezza e la religiosità. «Regnava meglio con la preghiera che con l’intelligenza», si diceva. Occorreva perciò un reggente per gli affari di stato. E questi fu, dopo un breve interregno, Boris Fëdorovic Godunov, uomo di notevole carattere e abilità, che lo stesso Ivan aveva avvicinato al trono dando in moglie a Fëdor la sorella di Boris, Irene. L’alta posizione doveva provocare invidie e malcontenti, soprattutto fra i boiari che, domati da Ivan, speravano di rialzare il capo sotto il figliolo deficiente. Non mancarono le congiure, ed è ovvio che qualcuno pensasse di richiamare il piccolo Dmitrij, prudentemente allontanato assieme alla madre nella lontana città di Uglic. I progetti, comunque, sfumarono quando il ragazzo morì a nove anni, il 15 maggio 1591, con la gola squarciata da un coltello. Chi aveva inferto il colpo mortale? Un’inchiesta ordinata dallo zar Fëdor e da Boris Godunov stabilì che Dmitrij, notoriamente epilettico, si era ferito durante una crisi con un coltello da lui stesso impugnato. Numerose testimonianze giurate, raccolte da Vasilij Suiskij, convalidarono la versione. I nemici di Boris sostennero invece che i testimoni erano stati corrotti o intimiditi per coprire il reggente assassino che, con la scomparsa del fanciullo, si sarebbe assicurata la successione. Questa, in realtà, era ancora lontana. Nel 1591 Fëdor, per quanto debole di mente, era forte di corpo, tanto che visse fino al 1598, in pieno accordo con il reggente e con la moglie Irene, da cui ebbe anche una bimba. L’accusa risuonò ancora più forte quando Boris, cinta la corona, riprese da zar la politica di Ivan diretta all’unità dello Stato. Tutti si rivoltarono: boiari e plebe all’interno del paese, mentre alle frontiere malsicure i polacchi e la chiesa cattolica attendevano l’occasione per smembrare il regno e abbattere la fede ortodossa. In questa situazione, la voce dell’assassinio dello zarevic riemerse con una fantasiosa variante: Boris aveva tentato ma fallito il colpo; il bimbo, salvato e cresciuto sotto falso nome, era vivo. La riapparizione avviene in Polonia dove il falso Dmitrij (forse un novizio fuggito da un convento), proclamatosi figlio di Ivan, ottiene la mano dell’ ambiziosa Marina Mniszech, figlia delvoivodapolacco di Sandomir, raduna un esercito di profughi russi, nobili polacchi e avventurieri e, con la benedizione del pontefice Clemente VIII, parte alla riconquista del regno. L’improvvisa morte di Boris a soli 53 anni, nell’aprile 1605, fece precipitare la situazione. I generali russi passarono al pretendente, che venne incoronato. Il primogenito di Boris, Fëdor, fu assassinato, mentre Ksenija, «la colomba pura», diventata la concubina dell’usurpatore, morirà in convento nel 1622. Dmitrij, a sua volta, venne fatto a pezzi dopo un anno di regno (e le sue ceneri sparate da un cannone) quando i russi si ribellarono alla sopraffazione polacca e cattolica. Si salvò Marina, per lanciarsi in un’avventurosa esistenza unendosi a un secondo e poi a un terzo falso Dmitrij, apparsi e scomparsi, mentre sul trono di Mosca si succedevano Vasilij Sujskij, il re di Polonia Sigismondo e infine Michele Romanov, fondatore della dinastia regnante fino al nostro secolo. Della torbida vicenda, Puskin coglie il nodo centrale, secondo l’interpretazione del grande storico cui rende un reverente omaggio sul foglio di risguardo: «Alla memoria – preziosa per i russi – di Nikolaij Michailovic Karamzin – questo lavoro ispirato dal suo genio – con devozione e gratitudine dedica Aleksandr Puskin». La narrazione, dall’ incoronazione di Boris all’uccisione dei suoi figli, non è continua come nella tragedia classica, ma è shakespearianamente spezzata in ventitre quadri (più due eliminati nella prima edizione), concisi ed essenziali, come se l’autore, aprendo uno spiraglio sul panorama della storia russa e chiudendolo immediatamente, offrisse al lettore una serie di fulminei scorci. «Questo montaggio di opposte sequenze, questo caleidoscopico svariare di siti e di ambienti», come lo descrive Angelo Maria Ripellino, è già caratteristico delle prime opere russe, dalRuslan e LjudmilaalConvitato di pietra, ricavati anch’essi da Puskin. La forma o, meglio, la libertà di forma, conviene perfettamente a Musorgskij che, utilizzando quanto gli occorre, ricava sette scene dal vasto affresco. Abbozzato e scartato un ottavo episodio (l’incontro di Marina e Grigorij presso la fontana), la prima stesura dell’opera risulta così articolata in sette quadri: 1) prologo, dove la folla e il clero invocano Boris; 2) incoronazione; 3) cella di Pimen, dove il monaco-cronista racconta al novizio Grigorij la morte dello zarevic; 4) osteria al confine lituano, dove Grigorij fugge; 5) appartamenti dello zar, con l’annuncio della rivolta e i rimorsi di Boris; 6) davanti alla cattedrale di San Basilio, dove l’Innocente rifiuta di pregare per lo zar Erode; 7) morte di Boris.

Questo è il primoBoris, l’Ur-Boriscomposto, in uno slancio di furore creativo, tra l’«ottobre 1868» (annotato dall’autore sul volume donatogli dalla Sestakova) e il 22 maggio 1869 quando termina lo spartito per canto e piano. Il 15 dicembre successivo Musorgskij appone la parola «Fine» sotto la partitura orchestrale. La stesura, come si vede, procede senza soste, in uno stato di febbrile esaltazione dettato dalla certezza di avere finalmente trovato «gli ingredienti per cuocere la zuppa» evocati nella lettera a Nikol’skij. In soli otto mesi (oltre i sette per la strumentazione) si realizza il lavoro «radicato nella patria pianura e nutrito di pane russo» che, in una precedente lettera (del 12 luglio 1867) al medesimo amico, appariva ancora una meta lontana. Oggi, percorrendo a ritroso la lunga strada dalle prime liriche aSalammbôe da qui all’incompiutoMatrimonio, appaiono chiare le tappe che guidano al primoBoris. Ma il risultato non è meno sorprendente. Tutto appare nuovo e ardito in questo compatto torso: dalla scelta di un testo sospetto alle autorità politiche e musicali alla originalità della realizzazione. Si capisce perché, davanti a quest’opera scritta di getto, si stenda ancora una strada lunga e accidentata. L’autore però è ottimista. Terminata l’orchestrazione si affretta a sottoporre la partitura ai Teatri Imperiali. Una prima risposta gli arriva dal direttore Stepan Gedeonov: «Mi ha detto – comunica Musorgskij alle sorelle Aleksandra e Nadezhda Purgold – che quest’anno non possono rappresentare nulla di nuovo, tuttavia potrebbe chiamarmi verso la metà d’agosto o ai primi di settembre per spaventarli col mioBoris». La data dell’audizione non è nota. Sappiamo invece che i membri della Commissione di lettura respinsero l’opera nella riunione del 10 febbraio 1871, mettendo nell’urna sei palle nere e una bianca. Una settimana dopo, la decisione fu trasmessa ufficialmente all’interessato, a cui però la notizia era già stata comunicata in privato dalla Sestakova. Qui le versioni divergono. Secondo la Sestakova, l’unico motivo del rigetto era la mancanza di una importante parte femminile. Nelle memorie di Rimskij-Korsakov, invece, vengono accentuati «la novità e il carattere inconsueto della musica». Da ciò l’irritazione dell’«illustre comitato che, fra l’altro, rimproverò all’autore la mancanza di una consistente parte femminile». Comunque sia, Musorgskij si dedicò immediatamente alla revisione dell’opera. Due mesi dopo la sentenza della Commissione, appone sotto la nuova scena delboudoirdi Marina la data 10 aprile 1871. L’inserimento del personaggio femminile porta con sé altri sviluppi. Il 10 agosto, con una lettera semiseria, informa l’amico Vladimir Stasov che «Boris, zar colpevole, sta perpetrando un arioso». Il mese successivo (11 settembre) ancora un annuncio a Stasov: «Abbiamo rifatto a nuovo Griska» e «si sta pensando ai vagabondi». È il primo accenno al quadro della foresta di Kromij, che lo occuperà sino a novembre. Il quadro della fontana, l’orchestrazione e i ritocchi lo impegnano sino all’estate successiva. Infine, può notare in calce alla partitura «22 giugno 1872, a Pietroburgo, M. Musorgskij» e l’11 luglio depone rispettosamente la nuova partitura ai piedi di Ljudmila Sestakova: «Accogliete il mioBorissotto la vostra protezione, affinché con voi, benedetta, esso inizi la sua stagione pubblica». I quindici mesi di lavoro intenso hanno dato all’opera una fisionomia largamente rinnovata: un quadro, quello davanti a San Basilio, è soppresso; ai rimanenti sei, quasi tutti rimaneggiati, se ne aggiungono tre nuovi. In totale, il secondoBoriscomprende nove quadri.

Prologo.Quadro primo. Febbraio 1598. Cortile del convento di Novodievic. Il popolo, incitato da un ufficiale di polizia, supplica Boris di accettare la corona di zar. Il segretario della Duma, Scelkalov, annuncia che il candidato resta irremovibile e, mentre un corteo di pellegrini si reca al convento per convincerlo, la folla è convocata dalle guardie al Cremlino.Quadro secondo. 1º settembre 1598. Mosca, la piazza del Cremlino. Boris ha accettato il trono. La folla, spinta da Sujskij, acclama l’incoronazione. Ma, tra lo scampanio e gli inni, il nuovo zar è in preda a foschi presagi (“Skorbít dúsha!”; ‘La mia anima si rattrista’).

Atto primo.Quadro primo. 1603. Una cella del Monastero dei Miracoli. Il monaco Pimen sta terminando di scrivere la cronaca del regno (“Yeshchó odnó poslyédnye skazánye”; ‘Ancora uno, l’ultimo racconto’), mentre il novizio Grigorij si desta, sconvolto da un sogno. Egli aspira alla gloria, alle battaglie, e interroga il vecchio sulla morte dello zarevic. Assassinato da Boris, narra il cronista: avrebbe l’età tua e regnerebbe. Mentre Pimen e i monaci si recano alla preghiera, Grigorij invoca la giustizia divina.Quadro secondo. Osteria presso il confine lituano. L’ostessa canta una gaia canzone (“Poyamóla ya síza selezuyá”; ‘Avevo un anatroccolo’), quando arrivano due frati questuanti, Varlaám e Misail, accompagnati da Grigorij che, fuggito dal convento, cerca di varcare il confine. I frati bevono e Varlaám, ubriaco, canta le gesta di Ivan (“Kak vo goróde by´lo vo Kazáne”; ‘Una volta nella città di Kazan’). Irrompono i gendarmi alla ricerca di Grigorij che, dopo un vano tentativo di far arrestare Varlaám al suo posto, fugge saltando dalla finestra.

Atto secondo. Gli appartamenti dello zar al Cremlino. Ksenija, la figlia di Boris, piange la morte del fidanzato confortata dal fratello e dalla nutrice con filastrocche infantili (“Kak komár drová rubíl”; ‘La zanzara tagliava la legna’ e “Túru, túru, petushók”; ‘La storia di questo e di quello’). L’entrata di Boris interrompe il gioco. Egli è angosciato dall’insicurezza del regno e turbato dai rimorsi (“Dostíg ya vy´shey vlasti”; ‘Ho il potere supremo’). Un boiaro denuncia congiure. Il principe Sujskij annuncia l’apparizione di un Pretendente che si fa passare per Dmitrij. Nel drammatico colloquio Sujskij narra la morte del fanciullo e Boris, rimasto solo, ne vede il fantasma (“I skórbyn syérdtse pólno”; ‘Ah, soffoco!’).

Atto terzo.Quadro primo. 1604. Una stanza nel castello di Sandomir. L’ambiziosa Marina Mniszech si abbiglia per la festa compiaciuta della propria bellezza, ma il gesuita Rangoni la richiama al dovere: dovrà unirsi a Dmitrij per conquistare il trono moscovita e ricondurre i russi al cattolicesimo.Quadro secondo. Nel parco del castello. Dmitrij, innamorato di Marina, invoca la sua presenza (“V pólnok... v sadú... u fontána...”; ‘A mezzanotte, nel giardino... presso la fontana’) e Rangoni gli promette la felicità purché egli segua i suoi consigli. Appare Marina, corteggiata dai nobili invitati (‘polacca’). Poi, rimasta sola con lui, gioca la commedia dell’ amore per spingerlo all’impresa moscovita (“Dmitrij! zarevic”).

Atto quarto.Quadro primo. 13 aprile 1605. Una sala del Cremlino. La Duma dei boiari decreta la morte del falso Dmitrij, che preme alla fontiera. La deliberazione è interrotta da Sujskij, che annuncia il turbamento dello zar, e dallo stesso Boris che fa il suo ingresso delirando. Poi si ricompone per ricevere un monaco depositario di un grande segreto. È Pimen, che narra il miracolo di un pastore cieco che ha riacquistato la vista pregando sulla tomba dello zarevic (“Odnázhdy, v vechérniy chas”; ‘Una volta sul far della sera’). Boris, distrutto dall’ emozione, muore dopo aver dato gli ultimi consigli a Fëdor (“Proshcháy, moy sin, umiráyu”; ‘Addio, figlio mio, muoio’), additandolo come successore ai boiari.Quadro secondo. Una radura nella foresta di Kromij. I contadini insorti scherniscono un boiaro catturato e, incitati da Varlaám e Misail, trasformatosi in feroci sgherri, si accaniscono contro i gesuiti inviati da Dmitrij, mentre i bambini rubano all’Innocente la copeca ricevuta in elemosina. Compare Dmitrij che, proclamandosi zar, promette giustizia ai perseguitati da Godunov, accoglie il boiaro immediatamente passato dalla sua parte e si avvia a Mosca, tra le acclamazioni del popolo, mentre l’Innocente piange sulla sorte della Russia (“Lyéytes, lyéytes slyózy górkiye”; ‘Sgorgate, lacrime amare’).

Come si vede, il rifacimento è radicale: il dramma dello zar, la figura del pretendente e la partecipazione del popolo acquistano nuove dimensioni. L’inserimento dell’‘atto polacco’, lamentato dai puristi come concessione melodrammatica, è in realtà un momento fondamentale. La figura dell’usurpatore si delinea, preparando la sua apparizione alle porte di Mosca. Lo stesso personaggio di Boris acquista, nel nuovo contesto, un carattere più doloroso. L’avevamo già visto, oppresso dal fato, nella scena dell’incoronazione. Lo incontriamo di nuovo nelle sue stanze, ove non può trovar pace neppure in seno alla famiglia. Non a caso il musicista rielabora a fondo questo quadro. L’aggiunta del vasto arioso, di cui si dichiara particolarmente soddisfatto, e il misterioso effetto dei carillon, ingigantiscono l’angoscia del protagonista. Egli non è soltanto l’uccisore del fanciullo, è un uomo lacerato dai rimorsi e dalla coscienza della vanità del delitto. A differenza di Macbeth, Boris appartiene al popolo: è russo anche quando il paese gli si solleva contro. La violenta esplosione della folla moscovita corona l’opera dando al popolo un ruolo di protagonista. Così l’intese l’amico Nikol’skij, che, proseguendo nella funzione di padrino delBoris, suggerì a Musorgskij di spostare la nuova scena, che avrebbe dovuto precedere la morte dello zar, alla fine dell’opera. Suggerimento adottato con entusiasmo, lasciando al fido Stasov il rammarico di non averci pensato lui! La rivolta però è vana. Musorgskij rimane il pessimista di sempre e l’ultima parola spetta all’Innocente: «Spargete amare lacrime, piangi anima ortodossa... Piangi popolo russo, popolo affamato». Non è ancora giunto il momento in cui «l’energia della nera terra contadina venga fuori». Qui, come nella successivaChovanscina, il retaggio dei miseri è il pianto. Pittura comunque sovversiva agli occhi delle autorità. Rifiutando il primoBorisper il suo anticonformismo, la direzione dei Teatri Imperiali aveva provocato la nascita di un lavoro ancor più sconcertante. Non stupisce che anche il rifacimento venga respinto. Evidentemente non era l’assenza del ruolo femminile a turbare il Comitato di lettura. Nella ‘Gazzetta Teatrale’ del 29 Ottobre 1872, la non accettazione è ufficializzata. Ma ormai la causa delBorisè quella di tutti gli intellettuali progressisiti che l’hanno ascoltato più volte, a brani o per intero, nelle case amiche. Le istituzioni concertistiche ne presentano estratti. La prima è la Società della musica russa, che dà il quadro dell’incoronazione il 5 febbraio 1872; il 3 aprile successivo Balakirev dirige la Polacca nella serata della Scuola gratuita di musica. La battaglia si arricchisce di particolari leggendari: un’enorme folla – riferisce la spuria ‘Nota autobiografica’ – assiste a un’esecuzione cameristica nei saloni dei Purgold, dove viene decisa la realizzazione di tre quadri (quello dell’osteria e i due dell’‘atto polacco’) al teatro Mariinskij di Pietroburgo. La rappresentazione, inserita fra il secondo atto delLohengrine un quadro delFreischütz, ha luogo il 5 febbraio 1873 con un successo clamoroso. La famosa Julia Platonova canta la parte di Marina e si attribuisce, in un romanzesco resoconto apparso una dozzina d’anni dopo, il merito di aver imposto l’opera ricattando la direzione dei Teatri Imperiali: «O si dàBoriso io non canterò più qui!». E la direzione capitola! Si arriva cosi alla prima esecuzione, il 27 gennaio 1874. Il successo è tanto vivo da preoccupare le autorità. Gli studenti intonano i cori di Kromij lungo la Neva. L’opera minaccia di trasformarsi in un manifesto rivoluzionario, e la direzione del teatro, dopo i tagli effettuati alla ‘prima’ con il forzato consenso dell’ autore (il più rilevante dei quali è l’intero quadro della cella nel Monastero dei Miracoli), si affretta a sopprimere il quadro della ribellione. Poi, di sera in sera, gli interventi si moltiplicano riducendo lo spettacolo all’osso. In questa forma,Borissi regge a Pietroburgo per dieci rappresentazioni nel 1874, due nel ’75, due nel ’76, cinque nel ’77 e altre tre tra ’79, ’80 e ’81. Ventidue (secondo il Calvocoressi, venticinque secondo altri), mentre a Mosca andrà in scena nel 1888, con una decina di repliche fino al ’90.

L’esito, come si vede, fu tutt’altro che mediocre nonostante l’ostilità pressoché generale della critica. Quella dei conservatori era scontata. L’autorevole Hermann Laroche, amico di Cajkovskij, ripeté le consuete accuse di ignoranza e dilettantismo riservate al Gruppo dei Cinque. Il letterato Nikolaij Strakov, irritato per le interpolazioni al testo di Puskin, definì l’opera «una mostruosità senza pari». Ai prevedibili attacchi si aggiunsero le inattese perplessità degli amici. Mentre Borodin è entusiasta, Cezar Kjui esprime su un nota rivista pietroburghese un parere offensivamente negativo: grigiore vocale, monotonia dei recitativi, sconnessione del pensiero musicale, insufficienza di senso critico e, per concludere, una «maniera frettolosa, poco esigente e vana di scrivere che ha dato risultati altrettanto deplorevoli nei casi di Rubinstein e di Cajkovskij». Frase particolarmente velenosa perché mette sul medesimo piano il ‘realismo’ nazionale diBorise il cosmopolitismo degli accademici del conservatorio. Due posizioni inconciliabili, come conferma lo stesso Cajkovskij, dopo aver studiato ‘profondamente’ la partitura: «Io mando al diavolo con tutto il cuore la musica di Musorgskij; essa è la più volgare e la più bassa parodia della musica». Il vanto di aver rilanciato l’opera spetta a Rimskij-Korsakov, l’amico che ne ammirava il genio e ne temeva la sregolatezza: «Adoro ilBorise nel medesimo tempo lo odio. Lo adoro per la sua originalità, l’arditezza, la bellezza; lo odio per la sua grossolanità, le durezze armoniche e le assurdità musicali». Le parole, riferite da Vasilij Yastrebtzev, fedele cronista di Rimskij, non sono forse testuali, ma confermano la sfasatura temporale e intellettuale tra il capolavoro diretto al futuro e i musicisti ancorati al loro presente. In quest’ottica, per ‘salvare’Boris, Rimskij lo riporta alle buone regole. A volte si tratta soltanto di minuzie tecniche; in altri casi di aggiustamenti che alterano l’originalità di Musorgskij secondo un criterio melodrammatico, in particolare esaltando i contrasti di colore strumentale e vocale. Messo da parte l’odio, l’amore perBorissi manifesta nello splendore del tessuto sonoro in cui il revisore lo avvolge. Tutto viene innalzato e potenziato: dalla scrittura più ‘eroica’ della parte dello zar, alla veste orchestrale arricchita di timbri brillanti e di smaglianti effetti. Queste qualità assicurarono alla traduzione ‘bella e infedele’ un successo tale da soppiantare a lungo il testo autentico. RilanciòBorissulle scene russe e poi su quelle europee, a partire dallo straordinario spettacolo di Djagilev e Saljapin a Parigi nel 1908. Da allora ha regnato per mezzo secolo, grazie alla preferenza di cantanti e direttori, soggetta tuttavia anch’essa a tagli e varianti di ogni genere. Tra queste si inserì anche un’aggiunta: il reinserimento del quadro del San Basilio, riorchestrato da Mikhail Ippolitov-Ivanov per renderlo omogeneo alla versione di Rimskij-Korsakov. Presentata la prima volta nel gennaio 1927 al Bol’soj di Mosca, si è mantenuta sino ai giorni nostri, sollevando però qualche dubbio. Il predominio della versione rimskiana cominciò a vacillare attorno al 1928, con la pubblicazione della partitura originale curata da Pavel Lamm. Lo stesso anno, il 16 febbraio, il ‘primoBoris’ (1869) viene montato a Leningrado, mentre il secondo (1872) riprende a circolare con frequenza sempre maggiore in Occidente, e oggi anche in patria, per lo più nella nuova edizione critica curata da David Lloyd-Jones. In Italia la ‘rimonta’ comincia con il Maggio musicale fiorentino del 1940 e culmina con lo straordinario spettacolo diretto da Claudio Abbado alla Scala nel 1979. La riscoperta del testo originale non impedì ulteriori interventi, fondati sulla convinzione che l’orchestrazione musorgskiana richiedesse qualche miglioramento. In quest’ordine di idee, Dmitrij Sostakovic elaborò nel 1940 la sua versione, portata in scena nel ‘59 al Kirov di Leningrado. Basandosi sul Lamm, Sostakovic riorchestra tanto il primo quanto il secondoBoris, compiendo così un’operazione che vuol essere meno esteriore di quella rimskiana, ma che finisce per sovrapporre al testo la personalità del nuovo revisore, senza le giustificazioni storiche che, cent’anni or sono, guidarono Rimskij-Korsakov nel rilancio di quest’opera capitale.

Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi

Zarevich - Sabato, 27 Gennaio 2007, 14:26
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Ecco un frammento del quadro di Vassilij Sùrikov "Boiarynia Moròzova"
E' L'INNOCENTE cioè ЮРОДИВЫЙ

Zarevich - Domenica, 01 Aprile 2007, 19:43
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Il 25 aprile 2007 al Teatro Bolshoj ci sarà la Prima dell’Opera di Modest Mùssorgskij “Boris Godunov”.
Perché tutti la aspettano con un interesse particolare? Tutti gli appassionati di lirica stanno in aspettativa perché lo spettacolo lo sta realizzando Aleksandr Sokùrov (Александр Сокуров), il regista cinematografico, ed è il suo primo lavoro nel teatro lirico.
Per il nuovo allestimento dello spettacolo, il Bolshoj ha scelto una delle sei varianti della redazione d’autore. Il professore Evghenij Levascev (Евгений Левашев) ricrea sugli abbozzi del compositore un autentico testo d’autore.
La messinscena di “Boris Godunov” è il debutto teatrale di Aleksandr Sokurov che ha realizzato 15 film ed è un famoso regista del cinema. Che cosa ci presenterà Aleksandr Sokurov? Siamo tutti curiosi e siamo in attesa. Aspettiamo il giorno 25 aprile, il giorno della Prima del Boris al Teatro Bolshoj.
Vorrei farvi presente i 15 film di Aleksandr Sokurov:

1."Одинокий голос человека" (1978-1987) “L’Unica voce umana”
2."Разжалованный" (1980) “Il Destituito”
3."Ампир" (1986) “L’Impero”
4."Скорбное бесчувствие" (1983-1987) “L’Insensibilità afflitta”
5."Дни затмения" (1988) “I Giorni di eclisse”
6."Спаси и сохрани" (1989) “Salva e conserva”
7."Круг второй" (1990) “Il circolo secondo”
8."Камень" (1992) “Il Sasso”
9."Тихие страницы" (1993) “Le Pagine tranquille”
10."Мать и дочь" (1996) “Madre e Figlia”
11."Молох" (1999) “Moloc”
12."Телец" (2000) “Il Toro”
13."Русский ковчег" (2002) “Arca Russa”
14."Отец и сын" (2003) “Padre e Figlio”
15."Солнце" (2004) “Il Sole”

Zarevich - Giovedì, 05 Aprile 2007, 13:13
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Alaksandr Sokùrov ha concesso l’intervista al quotidiano di Mosca “Gazeta” («Газета»)

Angelo di fuoco - Giovedì, 05 Aprile 2007, 14:21
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Ecco il testo dell'intervista. La tradurrò stasera.

"Борис Годунов" - это история счастливых людей"
Режиссер Александр Сокуров - в интервью "Газете"
25 апреля в Большом театре состоится премьера новой постановки оперы Мусоргского «Борис Годунов», которую готовит режиссер Александр Сокуров. В преддверии премьеры постановщик провел встречу с журналистами, в ходе которой уделил внимание корреспонденту "Газеты" Ярославу Седову.

- Как возникла идея вашего сотрудничества с Большим театром?

- Я давно получал предложения поработать в оперном театре и всегда от них уклонялся. Несколько лет назад попытка поставить оперу «Гамлет» Тома в «Новой опере» вместе с Женей Колобовым надолго отбила у меня желание возвращаться в оперный театр. Что же касается «Бориса Годунова», вначале Мстислав Леопольдович Ростропович предложил мне сделать дилогию Мусоргского в миланском "Ла Скала": «Бориса» и «Хованщину». Отказать Ростроповичу у меня не хватило мужества, хотя сомнений было и есть множество. У меня была возможность поехать к нему в Вену, присутствовать при его работе с Венским филармоническим оркестром, общаться с самыми утонченными музыкантами, разговаривать с Ростроповичем на любые темы - это были самые счастливые моменты моей жизни за последние годы. По экономическим причинам наш проект в "Ла Скала" перенесли на 2008 год. «Половинку» этого замысла я сейчас осуществляю по приглашению Большого театра. У нас будет двухактная композиция: первый акт - пролог, коронация, келья Пимена, сцена в корчме, царские палаты. Второй - уборная Марины Мнишек, польский бал и сцена у фонтана, сцена у собора Василия Блаженного, Боярская дума. Очень трудно связать эти картины непрерывным действием, как в кино. Но мы стараемся это сделать. Не зал должен сидеть и ждать, пока на сцене что-то произойдет, а артисты должны вести его за собой. Для меня эта работа - возможность поучиться тому, чего я не умею, чему не обучался и с чем не соприкасался.

- Вы учитывали в своей работе постановку Большого театра 1948 года, которая идет здесь сейчас?

- Да, я с огромным уважением и почтением отношусь к этому спектаклю. Я очень внимательно его смотрел, постоянно обращаюсь к нему. В нем есть абсолютно органичные для своего времени решения. Для меня это большая школа. Одновременно, должен сказать, у меня ощущение, будто я пытаюсь снимать фильм, который многие снимали до меня, артисты в этом много раз участвовали, все всё знают лучше меня, и пробиться к новому пониманию Мусоргского очень сложно.

- Не собираетесь ли вы создать фильм-оперу «Борис Годунов»?

- Нет, хотя я считаю, что было бы необходимо фиксировать и спектакли Большого театра, как делают театры всего мира, и процесс их создания. Так же, как делается фильм о создании фильма. Здесь, увы, ни театр не проявил в этом заинтересованности, ни мы не смогли организовать это своими силами.

- То, что этот спектакль ставится не на исторической сцене Большого, а на Новой, для вас минус или плюс?

- Минус. Сцена маленькая, неудобная, очень слабая в техническом отношении, здесь элементарно не хватает штанкетов для крепления декораций. Когда нужно, чтобы на сцене присутствовали все участники, нам негде размещать персонажей.

- А с какими художественными трудностями вы столкнулись?

- Царевича Федора в нашем спектакле поет ребенок. Эта идея проходила с большим трудом, театр в этом нам не помогал - и это единственное, в чем я бы позволил себе его покритиковать. Говорить о других проблемах я не считаю возможным из соображений корпоративной этики: сейчас я работаю в Большом театре и ощущаю себя частью его команды. Так вот, нам удалось добиться того, что линия отца и сына, очень важная в этой драме, становится очевидной, пронзительной. У нас нет отрицательных персонажей. Мы делаем не депрессивный спектакль. Я вообще говорю исполнителям, что «Борис Годунов» - это история счастливых людей: они получили все, чего хотели. Борис хотел добиться власти - и добился ее. Марина хотела стать русской царицей - и стала. Ее отец хотел завладеть половиной русской казны - и завладел. Это история сильных людей, достойных соперников, которые добились того, к чему стремились. Другое дело, чем это для них обернулось. Надеюсь, что артистам удастся донести эту мысль до публики.

Angelo di fuoco - Sabato, 07 Aprile 2007, 16:38
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Ecco la traduzione di quell'intervista. Correzioni e commenti sono ben accetti.


"Borís Godunòv è una storia di persone felici"
- dice il regista Alexandr Sokúrov nella sua intervista a Gazeta

Il 25 aprile al teatro Bolšoj avrà luogo la prima recita del nuovo allestimento dell'opera Borís Godunòv di Modest Musorgskij; l'allestimento viene curato dal regista Alexandr Sokurov. In questi giorni poco tempo della prima il regista ha avuto un incontro coi giornalisti, nel corso del quale ha parlato col correspondente di Gazeta Alexandr Sedòv.

- Come è nata l'idea della Sua collaborazione col teatro Bolšoj?

- Da tempo avevo ricevto proposte di lavorare nel teatro lirico e le avevo sempre evitate. Qualche anno fa il tentativo d'allestire l'Hamlet di Thomas nel teatro Nòvaja Opera assieme a Žen'a Kòlobov mi fece passare per molto tempo la voglia di tornare al teatro lirico. Per quel che riguarda Borís Godunòv, prima Leopold Mstislavovič Rostropovič mi propose di mettere in scena una dilogía Musorgskij al Teatro alla Scala: Borís Godunòv e Chovanščina. Non ebbi il coraggio di respingere la proposta di Rostropovič, malgrado i dubbî da mia parte fossero molti. Mi fu possibile andare da lui a Vienna, assistere al suo lavoro coi Wiener Philharmoniker, intrattenermi con ottimi musicisti, discutere con Rostropovič su ogni soggetto - questi furono i momenti piú felici della mia vita negli ultimi anni. Per ragioni economiche il nostro progetto alla Scala è stato posposto al 2008. Adesso su invito del teatro Bolšoj realizzo una "metà" di questo disegno. Sarà una composizione bipartita: la prima parte sarà formata dal prologo, l'incoronazione, la cella di Pimen, la scena dell'osteria, gli apartamenti dello Zar nel Kremlino di Mosca. La seconda - il camerino di Marina, il ballo polacco e la scena della fontana, la scena di San Basilio, la scena nella Duma. È molto difficile legare questi quadri sí che formino un'azione continua, come nel cinema, ma lo proveremo. Non è il pubblico che deve star seduto ad aspettare che avvenga qualcosa sul palco, ma sono gli artisti che devono trascinar con sé il pubblico. Per me questa è un'occasione d'apprendere qualcosa che non so fare, che non ho mai imparato e con che non ho avuto nessun contatto.

- Nella sua messinscena ha tenuto conto dell'allestimento del 1948 che fa parte del repertorio del Bolšoj?

- Sí, il mio rapporto con questo spettacolo è quello di grande stima e riverenza. L'ho guardato con gran attenzione, per me è un punto di riferimento che consulto regolarmente. In questo spettacolo vi sono soluzioni assolutamente organiche per il tempo in cui fu creato. Per me è tutta una scuola. Ammetto che nello stesso tempo ho la sensazione di tentar di girare un film che prima è stato girato da molti registi, gli artisti vi hanno partecipato molte volte, sanno tutto meglio di me, ed è molto difficile avvicinarsi ad una nuova comprensione di Musorgskij.

- Ha l'intenzione di girare una versione cinematografica di Borís Godunòv?

- No, ma ritengo necessario registrare anche gli spettacoli del Bolšoj ed il processo della loro creazione, come lo fanno i teatri di tutto il mondo. Cosí come si fa un "making of". Sfortunatamente, in questo caso il teatro non s'è mostrato interessato né siamo stati noi in grado d'organizzarlo colle nostre forze.

- Il fatto che questo spettacolo non venga allestito sul palco storico del Bolšoj, bensí sulla scena Nuova è per lei un vantaggio od uno svantaggio?

- Uno svantaggio. Il palco è piccolo, scomodo, molto scarsamente attrezzato sul piano tecnico, non ci sono neanche abbastanza bilance per il rinforzo delle decorazioni. Quando è necessaria la presenza di tutti gli artisti in scena non c'è spazio per tutti i personaggi.

- Quali problemi artistici ha incontrato?

- Nel nostro spettacolo lo zarevič Feodor viene cantato da un bambino. Quest'idea è stata accolta con molta riluttanza, qui il teatro non ci ha aiutati - ma questa è l'unica cosa in cui mi possa permettere di criticarlo. Adesso non ritengo possibile parlare degli altri problemi per ragioni di lealtà corporativa: ora lavoro nel Bolšoj e mi sento come una parte del collettivo. Dunque, abbiamo raggiunto che la linea di padre e figlio, importantissima in questo dramma, sia divenuta evidente e penetrante. Nel nostro concetto non ci sono personaggi negativi. Lo spettacolo che facciamo non sarà depressivo. Dico sempre agli artisti che Borís Godunòv è un dramma di persone felici: hanno ottenuto tutto ciò che volevano. Borís voleva il potere - e lo raggiunse. Marina voleva divenire zarina russa - e lo divenne. Suo padre voleva impadronirsi di mezz'erario russo - e se n'impadroní. È una storia di persone forti, degni avversarî che raggiunsero i loro scopi. Ciò che ne risultò per loro è un'altra cosa. Spero che gli artisti riescano a portare quest'idea al pubblico.

Zarevich - Sabato, 07 Aprile 2007, 16:41
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Grazie, caro Angelo!
Tu sei come sempre un ottimo amico
Grazie!
Ti regalo il bel ritratto di Fiodor Shaliapin in ruolo di Boris dal pennello di Aleksandr Golovìn

Anonymous - Lunedì, 16 Aprile 2007, 13:43
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Chi sono i cantanti? Chissa come sarà accettato il fatto che Fiodor sarà cantato da un bambino... Ci raccontate tutto, vero?

Tatiana

Zarevich - Lunedì, 16 Aprile 2007, 13:49
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Sì, certo, io scriverò tutto tutto dettagliatamente
Aspettiamo un po'
Il 28 aprile il canale televisivo "Kultura" dà in diretta dal Teatro Bolshoj la Prima di Boris Godunov.

Myshkin - Lunedì, 16 Aprile 2007, 18:45
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Angelo di fuoco ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Ecco la traduzione di quell'intervista. Correzioni e commenti sono ben accetti.

Caro Angelo, complimenti! La tua traduzione è eccellente, io avrei fatto di sicuro peggio. Thumbup

Ho raccolto il tuo invito ed ho apportato poche piccole correzioni al tuo testo, che ti ripropongo di seguito.
Se vuoi puoi integrarle (quelle che vuoi) nel tuo post, così poi eliminerò questo doppione.



"Borís Godunòv è una storia di persone felici"
- dice il regista Alexandr Sokúrov nella sua intervista a Gazeta

Il 25 aprile al teatro Bolšoj avrà luogo la prima recita del nuovo allestimento dell'opera Borís Godunòv di Modest Musorgskij; l'allestimento viene curato dal regista Alexandr Sokurov. In questi giorni, a poco tempo dalla prima, il regista ha avuto un incontro coi giornalisti, nel corso del quale ha parlato col corrispondente di Gazeta Alexandr Sedòv.

- Come è nata l'idea della Sua collaborazione col teatro Bolšoj?

- Da tempo avevo ricevuto proposte di lavorare nel teatro lirico e le avevo sempre evitate. Qualche anno fa il tentativo d'allestire l'Hamlet di Thomas nel teatro Nòvaja Opera assieme a Žen'a Kòlobov mi fece passare per molto tempo la voglia di tornare al teatro lirico. Per quel che riguarda Borís Godunòv, prima Leopold Mstislavovič Rostropovič mi propose di mettere in scena una dilogía Musorgskij al Teatro alla Scala: Borís Godunòv e Chovanščina. Non ebbi il coraggio di respingere la proposta di Rostropovič, malgrado i dubbî da parte mia fossero molti. Mi fu possibile andare da lui a Vienna, assistere al suo lavoro coi Wiener Philharmoniker, intrattenermi con ottimi musicisti, discutere con Rostropovič su ogni soggetto - questi furono i momenti piú felici della mia vita negli ultimi anni. Per ragioni economiche il nostro progetto alla Scala è stato posposto al 2008. Adesso su invito del teatro Bolšoj realizzo una "metà" di questo disegno. Sarà una composizione bipartita: la prima parte sarà formata dal prologo, l'incoronazione, la cella di Pimen, la scena dell'osteria, gli appartamenti dello Zar nel Kremlino di Mosca. La seconda - il camerino di Marina, il ballo polacco e la scena della fontana, la scena di San Basilio, la scena nella Duma. È molto difficile legare questi quadri sí che formino un'azione continua, come nel cinema, ma ci proveremo. Non è il pubblico che deve star seduto ad aspettare che avvenga qualcosa sul palco, ma sono gli artisti che devono trascinar con sé il pubblico. Per me questa è un'occasione d'apprendere qualcosa che non so fare, che non ho mai imparato e con cui non ho avuto nessun contatto.

- Nella sua messinscena ha tenuto conto dell'allestimento del 1948 che fa parte del repertorio del Bolšoj?

- Sí, il mio rapporto con questo spettacolo è quello di grande stima e riverenza. L'ho guardato con grande attenzione, per me è un punto di riferimento che consulto regolarmente. In questo spettacolo vi sono soluzioni assolutamente organiche per il tempo in cui fu creato. Per me è tutta una scuola. Ammetto che nello stesso tempo ho la sensazione di tentar di girare un film che è già stato girato prima da molti registi, gli artisti vi hanno partecipato molte volte, sanno tutto meglio di me, ed è molto difficile avvicinarsi ad una nuova comprensione di Musorgskij.

- Ha intenzione di girare una versione cinematografica di Borís Godunòv?

- No, ma ritengo necessario registrare anche gli spettacoli del Bolšoj ed il processo della loro creazione, come fanno i teatri di tutto il mondo. Cosí come si fa un "making of". Sfortunatamente, in questo caso il teatro non s'è mostrato interessato né noi siamo stati in grado d'organizzarlo con le nostre forze.

- Il fatto che questo spettacolo non venga allestito sul palco storico del Bolšoj, bensí sulla scena Nuova è per lei un vantaggio od uno svantaggio?

- Uno svantaggio. Il palco è piccolo, scomodo, molto scarsamente attrezzato sul piano tecnico, non ci sono neanche abbastanza bilance per il rinforzo delle decorazioni. Quando è necessaria la presenza di tutti gli artisti in scena non c'è spazio per tutti i personaggi.

- Quali problemi artistici ha incontrato?

- Nel nostro spettacolo lo zarevič Feodor viene cantato da un bambino. Quest'idea è stata accolta con molta riluttanza, qui il teatro non ci ha aiutati - ma questa è l'unica cosa in cui mi possa permettere di criticarlo. Adesso non ritengo possibile parlare degli altri problemi per ragioni di lealtà corporativa: ora lavoro nel Bolšoj e mi sento come una parte del collettivo. Dunque, abbiamo raggiunto che la linea di padre e figlio, importantissima in questo dramma, sia divenuta evidente e penetrante. Nel nostro concetto non ci sono personaggi negativi. Lo spettacolo che facciamo non sarà depressivo. Dico sempre agli artisti che Borís Godunòv è un dramma di persone felici: hanno ottenuto tutto ciò che volevano. Borís voleva il potere - e lo raggiunse. Marina voleva divenire zarina russa - e lo divenne. Suo padre voleva impadronirsi di mezz'erario russo - e se n'impadroní. È una storia di persone forti, degni avversarî che raggiunsero i loro scopi. Ciò che ne risultò per loro è un'altra cosa. Spero che gli artisti riescano a portare quest'idea al pubblico.

Angelo di fuoco - Martedì, 17 Aprile 2007, 14:45
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Спасибо, княже! Very Happy

Myshkin - Martedì, 17 Aprile 2007, 14:57
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
De nada, Angelo! Wink
Ma non tutte le correzioni ti sono piaciute? Alcune però (poche), erano indispensabili e andrebbero apportate al testo.

Zarevich - Sabato, 21 Aprile 2007, 13:01
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
L’Opera “Boris Godunov” di Mùssorgskij per la prima volta sarà presentata nella piana redazione d’autore, datata estate del 1871.
Tale versione non veniva mai suonata al Teatro Bolshoj ed in generale nel palcoscenico operistico. Però gli autori della messinscena non affermano che la loro rappresentazione sia l’unica vera.
Loro chiamano “Boris Godunov” l’opera “trasformer”.
Il fatto è che Mùssorgskij componeva “Boris” per quattro anni (dal 1868 al 1872) e lasciò ben 7 varianti varie che si rappresentano come composizioni finite, anche se trattano diversamente la tragedia di Pushkin.
Mùssorgskij stesso cambiava la continuità delle scene e la loro quantità, aggiungeva, asportava e riscriveva i brani musicali.
Adesso tutti i manoscritti di Mùssorgskij si trovano negli archivi della Bubblioteca Nazionale della Russia a Mosca e della Biblioteca Centrale Musicale a San Pietroburgo.
Dopo la morte di Mùssorgskij la partitura dell’opera acquistò ancora qualche redazione. Le più famose sono le varianti di Nikolaj Rìmskij-Kòrsakov e di Dmitrij Shostakovich.
Per andare in fondo a tutte le sofisticherie storiche di quelle redazioni dell’opera di Mùssorgskij, per il lavoro della messinscena al Bolshoj erano invitati dei consulenti scientifici – i noti specialisti della musica russa, i musicologi Evghenij Levashòv e Natalia Tetèrina. Loro hanno concatenato ed organizzato tutti i fatti a disposizione di tutte le redazioni, hanno trovato i frammenti o le pagine mancanti, hanno togliato tutte le redazioni che non appartengono all’autore e come risultato di tutto questo hanno proposto ad Aleksandr Sokurov alcune versioni del “Boris”.
E' stata scelta la versione dell’anno 1871

Allora quale versione vedremo in aprile 2007?
Il canale televisivo “Kultura” trasmetterà in diretta dal Teatro Bolshoj la Prima dell’Opera di Mussorgskij “Boris Godunov”
Molti conoscitori della musica di Mùssorgskij che sono abituati alle redazioni di Rimskij-Korsakov e Shostakovich saranno colpiti dal nuovo colorito del suono dell’orchestra che eseguirà l’opera in conformita dell’orchestrazione di Mussorgskij stesso.
Per gli spettatori sarà la subitaneità di una decisione del finale dell’opera.
La scena finale “Presso Kromy” non ci sarà. L’opera finirà con la morte di Boris.
La scenografia è stata fatta dal pittore Jurij Kuper che ha fatto qualche variante delle decorazioni. I costumi di Pavel Koplèvich, del noto regista e scenografo e pittore, affascineranno con la loro bellezza.
Nell’intervallo il TVCanale “Cultura” darà interviste dal Teatro Bolshoj con Aleksandr Sokùrov, Jurij Kuper, Evghenij Levashòv e con i cantanti lirici.
Il presentatore sarà Sviatoslav Bèlza.

Image

Zarevich - Domenica, 22 Aprile 2007, 18:39
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
25 aprile 2007 PRIMA
Modest Mùssorgskij 1839-1881 Модест Мусоргский
«Boris Godunòv» «Борис Годунов»
Dramma musicale popolare in un prologo e quattro atti
Libretto proprio, dalla tragedia omonima di Aleksandr Pushkin
e dalla “Storia dello Stato Russo” di Nikolaj Karamzìn
Redazione del 1871
Regia di Aleksandr Sokùrov (Александр СОКУРОВ)
Scenografia di Jurij Kuper (Юрий КУПЕР)
Costumi – Pavel Kaplevich (Павел КАПЛЕВИЧ)
Coro e Orchestra del Teatro Bolshoj di Mosca
Direttore: Aleksandr Vedèrnikov (Александр ВЕДЕРНИКОВ)

PERSONAGGI E INTERPRETI:
Personaggi e Interpreti:
Boris Godunòv, Zar di Russia (Basso) – Mikhaìl Kazakòv (Михаил Казаков)
Fiodor (Ms), figlio di Boris – Serghej Beliàev (Сергей Беляев)
Ksènija (Soprano), figlia di Boris – Anna Aglàtova (Анна Аглатова)
La nutrice di Ksènija (Alto) – Aleksandra Dursèneva (Александра Дурсенева)
Il principe Vassìlij Shùjskij, boiaro (Tenore) – Mikhaìl Gùbskij (Михаил Губский)
Andrej Scelkàlov, segretario della duma (Baritono) – Nikolaj Anìssimov (Николай Анисимов)
Pìmen, monaco e cronachista (Basso) – Leonid Simnènko (Леонид Зимненко)
Il pretendente Grigòrij, novizio affidato a Pimen (Tenore) – Vsèvolod Grivnòv (Всеволод Гривнов)
Marina Mniszech, figlia di un nobile polacco di Sandomir (Ms) – Irina Dolzhènko (Ирина Долженко)
Varlaàm (Basso), vagabondo ex monaco – Valerij Ghilmànov (Валерий Гильманов)
Missaìl (Tenore), vagabondo ex monaco – Aleksandr Zakhàrov (Александр Захаров)
L’ostessa della taverna al confine lituano (Ms) – Tatiana Eràstova (Татьяна Ерастова)
l’Innocente (Tenore) – Gheòrghij Gajvorònskij (Георгий Гайворонский)
Nikìtich, guardia (Basso) – Aleksandr Koròtkij (Александр Короткий)
Mitjukha, uomo del popolo (Baritono) – Boris Bezhkò (Борис Бежко)
Un boiaro di corte (Tenore) – Aleksandr Arkhìpov (Александр Архипов)
Rangoni (baritono) – Vadìm Lynkòvskij (Вадим Лынковский)

Zarevich - Lunedì, 23 Aprile 2007, 14:05
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Mikhail Kazakov, il basso del Teatro Bolshoj
Mikhail Kazakov in ruolo del Khan Konciàk "Il Principe Igor" ("Князь Игорь") di Borodin
Teatro Bolshoj di Mosca

Zarevich - Domenica, 29 Aprile 2007, 13:43
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Ho appena guardato in TV la trasmissione dal Bolshoj dello spettacolo "Boris Godunov" per la regia di Aleksandr Sokurov. Non saprei cosa dire in quanto le mie impressioni sono mescolate e non saprei da che cosa cominciare. Piuttosto dalla fine. La scena finale della morte di Boris mi ha colpito e mi ha portato dei brividi. Boris per la scala spinge in alto verso il trono il piccolo Zarevich che si contrappone al padre ma infine si siede al trono e Boris sta morendo ai suoi piedi. Forte, è molto forte. Mikhail Kazakov l’interprete dello Zar Boris mi ha affascinato. Ha cantato molto bene, con nervo e passione. È un Boris completamente diverso da quello che ci è noto dalle interpretazioni del passato. Quello che ha fatto Aleksandr Sokurov supera ogni aspettativa. La sua messinscena è molto cinematografica, sono meditati tutti i dettagli scenici, ogni voltamento, ogni gesto. I costumi sono stupendi, nello stile dell’epoca di Boris. Scrivo così astrusamente solo perché sono sotto una grande impressione. L’unica cosa che non mi è piaciuta è la versione stessa di Mussorgskij, piuttosto la sua instrumentazione. Secondo me non è la migliore variante ed è poco matura. A volte alcune scene erano poco riconoscibili all’orecchio abituato alla versione di Korsakov o Shostakovich. Ma è la versione di Mussorgskij stesso e bisogna abituarsi a questo.
Io non potevo trovare nessun biglietto per lo spettacolo al Bolshoj, ma l’ho guardato in Tv. Senz’altro si dovrebbe andare al teatro a vederlo dal vivo.
Aleksandr Sokurov ci ha fatto un gran regalo. È uno spettacolo eccezionale.

Zarevich - Domenica, 29 Aprile 2007, 13:44
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Ora vorrei scrivere di Boris a mente fredda.
I forum russi di opera, dei quali ce ne sono diversi, sono in fermento. La gente scrive esprimendo le impressioni più diverse, dall’ammirazione fino alla delusione. Lodano o rimprovano. Secondo me lo spettacolo è riuscito anche se con alcune stranezze che turbano l'ordine delle varianti tradizionali di quest’opera. A molti non piace proprio questo. Sokurov ha fatto ciò che voleva dire in quest’opera conservando tutta la tela musicale della musica di Mussorgskij. Quanto ai cantanti mi è piaciuto solo Mikhail Kazakov, l’interprete di Boris. Gli altri cantanti non mi sono piaciuti. Ma il cast si può cambiare e non c’è problema.
Generalmente parlando lo spettacolo di Sokurov mi è piaciuto anche se è assai “cinematografico”.

Myshkin - Domenica, 29 Aprile 2007, 14:03
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Si capisce che quest'opera di Sokurov è destinata a far discutere a lungo, nel bene e nel male.
Tu l'hai anche registrata, vero?

Zarevich - Domenica, 29 Aprile 2007, 14:13
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Sì, l'ho registrata ieri
Temo che gli utenti dei forum russi di opera si uccideranno e si ammazzeranno.
Ci é già cominciata la guerra

Zarevich - Domenica, 29 Aprile 2007, 19:51
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Qui si può guardare qualche foto dallo spettacolo di ieri

Argonauta - Lunedì, 30 Aprile 2007, 20:33
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Come procede la guerra?
In ogni caso è già una vittoria quando il teatro riesce ad attirare l'attenzione degli appassionati, nel bene e nel male.

Zarevich - Sabato, 23 Giugno 2007, 16:03
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
L’ultima Prima dell’Opera di Mussorgskij “BORIS GODUNOV” in regia di Aleksandr Sokurov al Teatro Bolshoj (aprile 2007).

E’ evidente che questo spettacolo è registico. Il direttore principale del Teatro Bolshoj Aleksandr Vedèrnikov (Александр Ведерников) in qualità di padrone si è tirato da banda, al secondo piano, concedendo all’ospite, al celebre regista cinematografico Aleksandr Sokurov (Александр Сокуров), un diritto pieno di comandare il palcoscenico teatrale e di definire egli stesso dei punti di riferimento musicali e le priorità vocali.
E’ evidente anche che con il diritto ricevuto Sokurov comandava assai prudentemente, non come i suoi arditi colleghi. Il suo spettacolo registico è direttamente indirizzato contro un’attività registica lirica di moda.
È una dimostrazione artistica della lezione del buon tono e un avviso dei diritti dimenticati del comportamento sul palcoscenico lirico.
L’azione non è stata trasportata ai nostri tempi, i personaggi non erano vestiti nei costumi moderni. Sokurov restituisce nel teatro lirico, ora quasi rifiutato e disdetto, l’istorismo e sta realizzando lo spettacolo nello stile degli spettacoli storici del Teatro di Stanislavskij.
Un po’ arcaico, soprattutto nelle scene di massa. Questo il prezzo di questo ritorno al principio del teatro lirico. Però Sokurov non dimentica il suo mestiere di regista cinematografico e sta facendo lo spettacolo in quel giro come nel suo famoso film «Arca Russa» («Русский Ковчег» «Rùsskij Kovcèg» 2001), quasi continuato, senza montaggio, di un unico piano sequenza.
Assolutamente parlando ci sono due piani, il primo, close up, e l’altro, da lontano o comune. Al primo piano agiscono tutti i personaggi storici, si pronunciano monologhi e dialoghi. Come la migliore scena dello spettacolo è un dialogo fra Boris Godunov (Mikhail Kasakov Михаил Казаков) e Vassilij Shujskij (Maksim Paster Максим Пастер). È una sfera della storia pubblica, politica o segreta e chiusa. Sullo sfondo al secondo piano avviene o succede sempre qualcosa. Qualcuno cammina, portano delle cose o oggetti, appaiano degli uomini o donne. E' una sfera della vita quotidiana che continua ad essere senza fermarsi nonostante gli avvenimenti storici, i cataclismi, l’apparizione dell’impostore, il Falso Dimitrij ecc.
È probabile che qui ci sia un’idea principale e una metafora. La tragedia russa consiste nel fatto che ambedue queste sfere non vengono a contatto e non si toccano. La storia è una cosa prosaica di per sé. Alla storia non importa la vita quotidiana e alla vita quotidiana non importa affatto della storia. E quando queste due parti in un attimo si toccano improvvisamente, succede la catastrofe nazionale.
E qui Sokurov pronuncia la sua idea principale. La vita della Russia quotidiana di oggi completamente non si incontra con la politica del Cremlino e di Putin. Sono due parti che si negano completamente. Dall’Occidente vedono solo il Cremlino e non vogliono vedere nient'altro. È occupa tutta l’immagine di oggi della Russia.
Boris Godunov nello spettacolo di Sokurov non è solo lo zar sfortunato o zar reformatore, ma anche lo zar padre e prima di tutto il padre dei suoi figli. Boris è sempre presente nelle scene di Cremlino. A Boris la presenza di suo figlio è necessaria. Attorno a Boris c’è un tradimento, una defezione, dei discorsi falsi, solo L’Innocente (Юродивый - Виталий Панфилов Vitalij Panfìlov) dice quello che pensa lui e pensano tutti. Solo Fiodor (Фёдор), figlio di Boris, è sincero e attaccato a Boris.
Boris Godunov mira e tende nella vita privata anche se non può non essere lo zar. Lui lo capisce e perciò questo sentimento lo affligge e lo cruccia. Da una parte “bambini sanguinosi negli occhi” e dall’altre parte nella vita privata c’è un bambino reale, suo figlio. Boris capisce molto bene che la sua morte porterà la morte ai suoi bambini. Gli adulatori boiardi del Cremlino non risparmieranno la vita ai suoi figli. Boris sa cosa sarà in futuro.
Nel finale dello spettacolo Boris morendo spinge in alto Fiodor sul trono, nella speranza da disperato di salvare il figlio dalla giustizia sommaria. (E’ una scena orribile!). La tragedia di Boris sta nel fatto che lui non è capace di salvare suo figlio e la tragedia del padre diventa la tragedia del figlio.
Sokurov ha fatto questa scena formidabilmente, la scena che suscita uno stupore.

Myshkin - Lunedì, 25 Giugno 2007, 10:01
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Complimenti!
Una recensione interessantissima, ben scritta e ricca di dettagli e preziose impressioni.

Angelo di fuoco - Domenica, 01 Luglio 2007, 16:41
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Vorrei tanto vedere uno spettacolo lirico come questo a Mosca, ma quando ci verrò quest'estate i teatri saranno già chiusi per le vacanze. Crying or Very Sad

Zarevich - Domenica, 01 Luglio 2007, 17:10
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Ecco DVD di "BORIS GODUNOV" di Aleksandr Sokurov
Registrato dal TVcanale "Kultura" 28 aprile 2007
Teatro Bolshoj di Mosca
Direttore: Aleksandr Vedernikov
Boris Godunov - Mikhail Kazakov

Zarevich - Martedì, 01 Settembre 2009, 12:16
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
«BORIS GODUNOV» all’aperto a Kostromà
Il 29 agosto 2009 alla Piazza Ivan Sussànin dell’antica città russa di Kostromà si è svolto lo spettacolo all’apero «BORIS GODUNOV» («БОРИС ГОДУНОВ») di Modest Mùssorgskij. L’Opera è stata eseguita dal Teatro Lirico di Mosca «NOVAJA OPERA» («НОВАЯ ОПЕРА»). Tre anni fa alla città di Jaroslàvl è stata già presentata quest’opera dal Teatro «NOVAJA OPERA».
SITO UFFICIALE DEL TEATRO «NOVAJA OPERA» DI MOSCA
www.novayaopera.ru

Nello spettacolo all’aperto a Kostromà hanno preso parte circa 200 artisti e musicisti. Oltre ai solisti del Teatro «NOVAJA OPERA» ha preso parte l’Orchestra Sinfonica del Governatore e il Coro da Camera della Filarmonica di Kostromà. La scenografia pricipale è stata l'antica città di Kostromà stessa. Proprio da questa città discende la stirpe dei boiardi Godunov.
Kostromà (Кострома) è una città della Russia europea centrale, a nordest di Mosca, alla confluenza del fiume Kostromà nel Volga. Fa parte del cosiddetto «Anello d'Oro» («Золотоё Кольцо»). La città viene citata per la prima volta nelle cronache nel 1213, anche se pare sia più antica di circa mezzo secolo essendo stata fondata dal Principe Jurij Dolgorùkij (Юрий Долгорукий); sembrerebbe quindi essere all'incirca contemporanea di Mosca.

orphicus - Domenica, 19 Settembre 2010, 09:39
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Volevo segnalare la nuova produzione di "Boris Godunov" che aprirà a breve la stagione 2010/11 del Teatro Regio di Torino.

Boris Godunov basso Orlin Anastassov
Valdimir Matorin (6, 9, 12, 14)

Il pretendente Grigorij tenore Ian Storey

Pimen basso Sergej Aleksaškin

Il principe
Vasilij Šujskij tenore
Peter Bronder

Varlaam basso Vladimir Matorin
Vladimir Baykov (6, 9, 12, 14)
Jurodivyj, l'Innocente tenore
Evgenij Akimov

Andrej Ščelkalov baritono Vasilij Ladjuk
Jurij Laptev (6, 9, 12, 14)
L'ostessa mezzosoprano Nadežda Serdjuk

Ksenija soprano Alessandra Marianelli
Anna Kraynikova (6, 9, 12, 14)

La nutrice di Ksenija
mezzosoprano

Elena Sommer
Fëdor voce bianca Pavel Zubov
Misail tenore Luca Casalin

Mitijucha basso Jurij Laptev
Oliviero Giorgiutti (6, 9, 12, 14)
Mikitič basso John Paul Huckle
Un boiaro di corte tenore Matthias Stier


Direttore d'orchestra Gianandrea Noseda


Regia e luci Andrei Konchalovsky

Regista collaboratore Irkin Gabitov
Scene Graziano Gregori

Costumi Carla Teti

Assistente alla regia e interprete Karina Arutyunyan
Assistente alle scene Angelo Linzalata
Assistente ai costumi Katia Marcanio
Assistente alle luci Vinicio Cheli
Movimenti scenici Ramune Chodorkaite
Maestro del coro di voci bianche Claudio Fenoglio
Maestro del coro Roberto Gabbiani

orphicus - Domenica, 19 Settembre 2010, 09:41
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Riporto il comunicato stampa di presentazione.

Boris Godunov inaugura la Stagione d'Opera 2010-11
Gianandrea Noseda apre la Stagione con il nuovo allestimento del capolavoro di Musorgskij firmato da Andrei Konchalovsky
Teatro Regio, martedì 5 ottobre 2010 ore 20

La Stagione 2010-2011 del Teatro Regio si apre martedì 5 ottobre alle ore 20 con un nuovo allestimento del Boris Godunov. Il capolavoro drammatico di Modest Musorgskij sarà presentato in una nuova e originale versione drammaturgica frutto dell’intenso lavoro e della prolifica collaborazione tra il Direttore musicale Gianandrea Noseda – che sarà sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Regio – e il pluripremiato regista russo Andrei Konchalovsky che ne firma la messa in scena e le luci. Protagonista sarà il basso Orlin Anastassov, con lui Ian Storey, Sergej Aleksaškin, Peter Bronder, Vladimir Matorin, Evgenij Akimov; le imponenti scene sono di Graziano Gregori, i sontuosi costumi di Carla Teti. Maestro del coro sarà Roberto Gabbiani e Claudio Fenoglio istruirà il Coro di voci bianche e del Conservatorio "G. Verdi" di Torino. Il nuovo allestimento è realizzato dal Teatro Regio in coproduzione con il Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia e la Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari.

In occasione dell’appuntamento più importante della Stagione si rinnova, per il settimo anno consecutivo, il fondamentale sostegno del Gruppo Fondiaria Sai che dimostra, ancora una volta, la propria volontà di continuare a fare investimenti per la cultura rafforzando il legame e sottolineando l’affinità con il Teatro Regio e la sua Città.

Partitura orchestrale e libretto del Boris Godunov furono composti di slancio da Musorgskij in soli quattordici mesi, tra l’ottobre del 1868 e il maggio 1869, sulla scorta dell’omonima tragedia di Aleksandr Puškin e del decimo e undicesimo volume della Storia dello Stato russo di Nikolaj Karam’zin. Foschi intrighi, assassini, rivolte di popolo, una delle fasi più torbide della storia russa: la feroce lotta per il trono alla morte di Ivan il Terribile, l’ascesa e gli anni di regno dello zar Boris Godunov nella seconda metà del 1500, della sua follia e della sua morte forniscono al compositore la materia storica per dipingere un memorabile affresco. Al centro dell’opera, Musorgskij pone il popolo russo, preda di fame e miseria, dilaniato tra impulso alla rivolta e timore del potere costituito – il compositore tratteggia un ruolo drammatico fondamentale per il coro – cui fa da contraltare la tragedia del singolo individuo, il dramma di Boris, distrutto dal senso di colpa per l’assassinio del legittimo successore al trono imperiale che finirà per condurlo alla follia. «Boris è una profonda meditazione sull’essenza del potere e sul prezzo di sofferenza che esso impone; una riflessione sulla degenerazione che si verifica quando il potere stesso sfugge di mano a chi lo detiene». In questa lettura di Claudio Toscani appare estremamente chiara una delle principali linee guida che hanno dettato la scelta dei titoli che compongono la Stagione 2010-2011: mettere in luce il rapporto dell’opera con la storia e sottolineare come le opere non raccontino solo di un mondo passato, ma come ognuna possa dire qualcosa sull’oggi. Come sottolinea Gianandrea Noseda: «Boris è la storia di un tentativo di arrivare al potere con qualsiasi mezzo: la corruzione ai tempi di Boris non è la stessa del mondo di oggi?».

Ma la storia del Boris Godunov è anche la storia di un eterno work in progress, al primo Boris, o Ur-Boris del 1869, respinto dalla Commissione di lettura dei Teatri Imperiali, seguì una seconda versione (anch’essa in un primo tempo respinta), curata dallo stesso Musorgskij e datata 1872, nota come versione originale, nella quale il compositore inserì tre nuove scene, due delle quali costituiscono l’”Atto polacco”, e la terza, quella conclusiva, la rivolta di popolo nella foresta di Kromy. Si dovrà attendere fino al gennaio 1874 per la prima esecuzione integrale dell’opera: e per il suo grandissimo successo. Seguirono tre celebri versioni: le due di Rimskij-Korsakov, nel 1896 e nel 1908, che soppiantarono il testo autentico, e quella elaborata nel 1940 da Šostakovič.

Gianandrea Noseda e Andrei Konchalovsky propongono una versione originale frutto di interventi drammaturgici sull’Ur-Boris con una nuova successione di scene che rispettano la cronologia degli accadimenti storici.

Si può parlare di kolossal per quest’opera e indubbiamente sarà grandioso il nuovo allestimento firmato da Andrei Konchalovsky, autore di film indimenticabili come Maria’s Lovers, A 30 secondi dalla fine, del premiatissimo Zio Vanja; discepolo di Andrej Tarkovskij, autore dell’ultimo allestimento di Boris visto al Regio nel 1997. Estroso, visionario, il regista russo, fratello di Nikita Michalkov, ha saputo esprimere con le sue opere le diverse anime, le ansie e le contraddizioni della Russia contemporanea; Konchalovsky da tempo coltiva la passione per la musica e per la lirica, indimenticabile la sua firma sul Guerra e Pace di Prokof’ev, una delle più imponenti produzioni andate in scena negli ultimi anni al Metropolitan di New York (Stagione 2007-08) e che lo vide collaborare con il Maestro Noseda. Nell’allestimento di Boris, tutto sarà molto vicino alla realtà storica per invitare l’ascoltatore a concentrarsi sulla concretezza dolorosa, primordiale e violenta della vicenda; il terrore esplicitato da elementi semplici e terrigni come il fuoco e il sangue.

Nel ruolo del titolo il giovane basso bulgaro Orlin Anastassov, vincitore del prestigioso Operalia-Placido Domingo nel 1999, torna al Regio dopo la brillante interpretazione del conte di Walter nella Luisa Miller della Stagione 2009-10. Accanto a lui: il tenore Ian Storey, già visto nella Fanciulla del West nel gennaio 2004, sarà il pretendente Grigorij; il basso Sergej Aleksaškin, specialista del repertorio russo, sarà Pimen; il tenore Peter Bronder, già Erode nella splendida Salome di Carsen, sarà Vasilij Šujskij; il basso Vladimir Matorin sarà Varlaam, ruolo che ha già ricoperto nel 2007 al Teatro Real di Madrid nel Boris di Klaus Michael Grüber diretto da Jesús López-Cobos; l’Innocente sarà Evgenij Akimov, il tenore russo vincitore, per ben due volte nel 1996 e nel 2003, del Golden Mask di San Pietroburgo.

Nel corso delle nove recite, dal 5 al 17 ottobre, Vladimir Matorin sarà Boris e Vladimir Baykov canterà nel ruolo di Varlaam.

Rai Trade realizzerà un dvd di questa nuova produzione. Boris Godunov verrà anche trasmesso in diretta da Rai-Radio3 martedì 5 ottobre alle ore 20.

Biglietteria del Teatro Regio, piazza Castello 215 - Tel. 011.8815.241/242 - e-mail: - www.teatroregio.torino.it.

Torino, 7 settembre 2010

Angelo di fuoco - Lunedì, 20 Settembre 2010, 21:38
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Farai la cronaca dello spettacolo?

orphicus - Lunedì, 27 Settembre 2010, 10:34
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Provvederò sicuramente. A breve spero di poter aggiungere anche qualche altra notizia e qualche immagine dello spettacolo.

orphicus - Giovedì, 30 Settembre 2010, 17:53
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Riporto le inteviste ad Andreij Konchalovskij e Gianandrea Noseda in relazione al prossimo "Boris Godunov" torinese.

Gianandrea Noseda
«Boris Godunov, l’opera di un visionario»
di Susanna Franchi

Il suo primo Boris Godunov di Musorgskij Gianandrea Noseda lo descrive così: «Terribile e bellissimo! Era il novembre 1997, ero a Parigi per una tournée con i complessi del Kirov, il Teatro di San Pietroburgo del quale ero direttore ospite principale. Valery Gergiev stava dirigendo Boris Godunov al Théâtre des Champs-Élysées quando, un lunedì, mi dice: “La recita di Boris di sabato la dirigi tu”. Ho studiato l’opera in cinque giorni! Non ho mai avuto timor panico prima di salire sul podio, ma quella sera ho pensato “Non so se finirò”.
Era la versione del 1869: due ore e venti senza intervallo; alla fine ci sono arrivato e ne rimasi affascinato, ma non posso dire di averlo capito fino in fondo, quella
volta. Poi nel gennaio 1998 ho diretto Boris al Mariinskij di San Pietroburgo. Ho fatto una prova di sala: io, il pianista e Sergej Alekšaskin che era il protagonista. Lui ha cantato il grande monologo di Boris, venti minuti meravigliosi:
era come se il resto del mondo, fuori, non esistesse più e lì ho capito tutto. Prima rispettavo quest’opera, ma in quell’occasione me ne sono innamorato e da allora la considero uno dei grandi capolavori della storia dell’opera».
Facile immaginare quindi perché Noseda abbia scelto di dirigere il Boris Godunov come titolo inaugurale della Stagione 2010-2011 del Teatro Regio.

C’è il primo Boris, quello del 1869, senza l’atto polacco; c’è il Boris del 1872 con l’inserimento della figura di Marina; poi c’è quello con la revisione di Rimskij-Korsakov; quello di Šostakovič… insomma, tra i tanti Boris, quale sarà quello che il pubblico del Regio ascolterà il 5 ottobre?
«Eseguiamo la prima versione, quella del 1869, il primo Boris, solo che alle sette scene della prima versione aggiungiamo la scena della Foresta di Kromy; è una scelta fatta insieme con il regista Andrei Konchalovsky, per motivi drammaturgici: il pretendente Grigorij lo vedi scappare nella scena della locanda e poi non lo vedi più per tutta l’opera. Così invece il personaggio ritorna e sta marciando su Mosca. Questa versione, il Boris del 1869, è meno spettacolare, meno rifinita, e meno sontuosa ma ha più forza, più severità, è più diretta delle altre versioni. Diciamo che è come un blocco di marmo dal quale sta uscendo una statua che non è ancora levigata, così appare ancora più forte. C’è un linguaggio più onesto, senza nessun make-up».

Ma perché quella versione venne bocciata dal comitato di lettura del Teatro Mariinskij che non volle metterlo in scena con sei voti contrari e uno solo favorevole?
«Perché i visionari non sono mai accettati. E questa è l’opera di un visionario!»

Boris, ovvero il potere logora chi ce l’ha?
«È un uomo molto combattuto: all’inizio esprime anche dei buoni propositi, vuole che il suo potere sia anche al servizio del popolo, ma ha degli scheletri nell’armadio e prima o poi un’anta si apre e qualcosa viene fuori…»

orphicus - Giovedì, 30 Settembre 2010, 17:53
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Andrei Konchalovsky
«L’odore, una delle basi della vita»
«Il problema delle produzioni teatrali è che non hanno odore» esordisce a sorpresa Andrei Konchalovsky, nome d’arte di Andrej Sergeevich Michalkov (adottato anche per distinguersi dal fratello Nikita, pure lui regista) è l’autore di film come la Storia di Asja Kljacina che amò senza sposarsi, una pellicola sui kolchoz, il pluripremiato Zio Vanja, poi Siberiade, una saga ambientata nelle regioni più orientali della Russia, o Il proiezionista, ritratto straordinario di Stalin e del suo entourage osservato dallo sguardo del proiezionista del Cremlino, fino a La casa dei matti sui conflitti caucasici visti in una prospettiva molto personale.
“Konchalovsky insomma attraverso il mezzo cinematografico è stato uno dei testimoni più attenti e sensibili della vita dello sterminato continente della Rus’, che noi chiamiamo Russia”.

Odore in che senso?
«È una delle basi della vita e delle relazioni umane. Fa apparire una cosa attraente o repulsiva, la rende identificabile e fa parte del modo in cui conosciamo il mondo. A teatro è importante riuscire a portare l’odore, non in senso letterale naturalmente, perché in palcoscenico si sente soprattutto l’esalazione della colla».

E per Boris Godunov che odore cerca?
«Il terrore medioevale, il fuoco e la puzza di bruciato, l’odore del sangue e della paura, della tortura e del sudore del popolo, delle candele che ardono nei conventi.
L’epoca di Boris era quella di Macbeth o di Savonarola».

E da un punto di vista visivo, come si orienterà?
«È sempre come trovarsi tra Scilla e Cariddi, il passaggio è stretto e pericoloso: come deve apparire? Come rappresentarlo? Trasferirlo in epoca contemporanea, mai! Il realismo non funziona, anche perché troppo costoso; la cosa migliore sarebbe non avere nulla in scena, lo spazio vuoto. E così arriviamo all’estremo paradosso, perché non si ha idea di quanto sia costosa la scatola nera: sembra vuota ma non lo è affatto. La mia risposta per Boris è: sembra ci sia poco, ma porta con sé molti significati».

A Musorgskij cosa interessava della tragedia di Puškin e cosa interessa a lei del lavoro di entrambi?
«Partiamo da Puškin: a lui interessava fare un dramma shakespeariano. Forse partendo dalla storia di Ivan il Terribile avrebbe raggiunto l’obiettivo lo stesso. Ma per la sua dimensione tragica è rimasto affascinato da Boris Godunov, perché una tragedia si irradia sempre dal conflitto fra l’individuo e la società. Così, nel mettere al centro della vicenda di Boris anche il popolo, Puškin focalizza come senza un’idea il popolo sia plebaglia, ma quando ha delle idee o una direzione diventi una “massa”. E non è solo teatro, è una regola della storia, valida per ogni società: per la Russia medioevale, per quella del XIX secolo e per il mondo di oggi. Questo è un nodo importantissimo nel Boris Godunov».

E ha influenzato il suo lavoro?
«È il centro della drammaturgia: la relazione tra il potere e le masse e tra lo zar e il popolo. Un conflitto teatrale fortissimo tra due vicende, ecco perché la scena della foresta di Kromy diventa fondamentale».

È per questo che avete scelto di usare materiale da entrambe le versioni del Boris Godunov?
«La versione musicale è una responsabilità di Gianandrea Noseda ma condivido pienamente la sua scelta. Inserire nella prima versione di Boris Godunov la scena della foresta di Kromy aggiunge uno snodo decisivo: quando il popolo sceglie di sostenere Dmitrij, l’impostore, la caduta e la fine di Boris sono segnate. Spostarla, quella scena, prima della morte dello zar è stato gioco forza: dopo la morte di Boris non c’è più storia. Quindi si può dire che questa di Torino è una nostra versione, e in questa chiave l’atto polacco, pur bellissimo, può anche non esserci».

orphicus - Venerdì, 08 Ottobre 2010, 23:22
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Qualche fotografia di scena

Myshkin - Sabato, 09 Ottobre 2010, 14:08
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Belle foto, grazie Orphicus.
Si direbbe proprio uno spettacolo molto riuscito, ma tu l'hai visto? Quali sono le tue impressioni?
Io non ho ancora letto o ascoltato commenti al riguardo.
Purtroppo, invece, ho sentito e letto cose brutte sul "Trovatore" di Verdi al Teatro Regio di Parma, diretto da Jurij Temirkanov... sembra che sia stato una specie di disastro, attaccato duramente dal pubblico in sala e dalla critica.

orphicus - Domenica, 10 Ottobre 2010, 09:32
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Io vedrò "Boris Godunov" questo pomeriggio nei prossimi giorni vi farò sapere le mie impressioni. "Il trovatore" di Parma non l'ho invece visto, quindi non sono in grado di giudicare anche se ho letto commenti molto negativi al riguardo.

Myshkin - Lunedì, 11 Ottobre 2010, 13:06
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Benissimo, allora attendiamo con impazienza!
Per quanto riguarda "Il trovatore" a Parma di Temirkanov, neanch'io ovviamente l'ho visto, ma, oltre ad aver letto dei commenti assai negativi, soprattutto per la cantante Mariana Tarasova, ho avuto modo di ascoltare alla radio alcuni passaggi davvero confusi e cacofonici, una specie di carnevale, che mi hanno fatto concordare con i commenti letti ed ascoltati.

orphicus - Lunedì, 11 Ottobre 2010, 18:42
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Parlare del “Boris Godunov” che ha aperto la stagione 2010/11 del Teatro Regio di Torino impone alcune considerazioni di carattere filologico, che spero non risultino troppo noiose per i lettori. Senza addentrarsi nel ginepraio di contrastanti versione che caratterizzano quest’opera bisogna comunque dire che quello che si è eseguito a Torino è un pastiche che seppur non privo di forza drammatica non risultava particolarmente convincente.

In linea di massima si è eseguita la versione del 1869 – il cosiddetto Ur-Boris – quindi priva dell’atto polacco ma anche di molti elementi folklorici che magari possono risultare dispersivi dal punto di vista drammaturgico ma contribuiscono a creare quel clima di grande epopea corale che è fra i tratti caratteristici del “Boris Godunov”: la canzone dell’ostessa, quella della nutrice di Ksenija e quella di Fëdor – pagine che per altro danno una maggior consistenza ai pochi personaggi femminili presenti. Rispetto a questa versione non sono poi mancate modifiche scarsamente giustificabili dal punto di vista filologico: in primo luogo si è eseguita la scena della foresta di Kromy (introdotta nel 1872) priva però dell’episodio dei gesuiti inoltre si è invertita la successione delle scene con la foresta anticipata alla morte di Boris, scelta secondo me molto opinabile in quanto il cuore della vicenda è la tragedia infinita del popolo russo che trova la sua più sublime esemplificazione nel lamento dello Jurodovij che termina l’opera in un contesto di totale indeterminatezza. Un parziale tentativo a riguardo si è compiuto recuperando il tema di “Ljéites, ljéites sljozy górkyie” al termine della scena finale, giustapposizione totalmente arbitraria.

Passando da queste – per altro non marginali – note introduttive allo spettacolo vero e proprio si può cominciare dalla parte visiva. L’impianto scenico di Graziano Gregori appariva fin troppo essenziale: scene vuote, costituite da pareti lignee semoventi e da passerelle praticabili con scarsi elementi aggiuntivi – le icone nel monastero di Chudov, un grande turibolo di dubbio significato nella foresta di Krony – e alcuni elementi di arredo chiamati a definire i singoli ambienti. Splendidi di contro i costumi di Carla Teti, capaci di evocare lo sfarzo della corte moscovita come la miseria del popolo russo.

All’interno di questo contenitore visivo il regista Andreij Konchalovskij realizza uno spettacolo di notevole forza visiva, spesso di esibita violenza: la visione della camera della tortura quando Boris minaccio Šujskij; le sevizie cui sono sottoposti i boiari dal parte del popolo in rivolta; la sprezzante durezza con cui l’ufficiale di polizia si impone alla folla nel quadro di Novodievici. Scene decisamente forti ma estremamente efficaci nell’evocare un mondo dominato da violenza e sopraffazione di cui tutti – comproso lo zar – sono sostanzialmente vittime.

Degne di nota alcune soluzioni registiche di pretta matrice pittorica come la processione degli storpi a Novodievici che riportava alla mente una variazione in chiave rinascimentale del celebre “La processione nel distretto di Kursk” di Ilja Repin e ancor più il termine della scena della pendola con Boris che stringe al seno il figlioletto sporco del vino di una coppa rovesciata dallo zar nel suo delirio che assume però il colore del sangue sul bianco vestito dello zarevic che subito richiama alla mente un altro dipinto di Repin, quello in cui Ivan il terribile stringe il corpo insaguinato del figlio, da lui stesso ucciso.

Altrove la regia cadeva invece in un bozzettismo fin troppo ingenuo: il piccolo Fëdor che accompagna Boris nell’incoronazione e che lo zar abbraccia per evitargli il contatto con gli storpi che chiedono l’elemosina; la scena del copeco e più in generale i movimenti delle masse corali decisamente meno curati.

La parte musicale era saldamente tenuta in pugno da Gianandrea Noseda, alla prese con un titolo particolarmente congeniale alla sua personalità. Il risultato è una direzione energica, scavra, priva di concessioni edonistiche e quindi ideale per valorizzare i tratti più caratteristici dell’orchestrazione mussorgskijana. La perfetta sintonia fra direttore e orchestra ha permesso di mantenere un’altissima tensione drammatica per tutta l’esecuzione con momenti di particolare efficacia nell’ultimo quadro. Semplicemente straordinaria la prova offerta dal coro del Teatro Regio (direttore Roberto Gabbiani) e del coro di voci bianche sotto la guida di Claudio Fenoglio.

L’altissimo livello della direzione trovava riscontro in un cast di livello sostanzialmente molto buono. Protagonista di rilievo si è mostrato il basso bulgaro Orlin Anastassov, che ha tratteggiato un zar giovanile, irruento all’occasione ma capace di uomini ripiegamenti. La voce non è imponente ma corre con facilità, gli acuti sono sicuri e timbrati, la linea di canto sempre corretta; qualche scivolamento di troppo nel declamato così come qualche eccesso interpretativo vanno probabilmente visti all’interno di una scelta interpretativa che guarda più che a Ghiaurov – come si potrebbe prevedere per un giovane cantante bulgaro – ad una certa scuola storica russa.

Vladimir Vannev sostituiva l’indisposto Sergeij Aleksaškin nel ruolo di Pimen. Voce imponente, scultorea anche se di colore non bellissimo e interprete partecipe tratteggia un Pimen insolitamente deciso, in cui gli impeti giovanili sembrano ancor prevalere sulla serenità dell’asceta. Personalmente preferisco una voce di autentico basso per il ruolo – mentre Vaneev ha tratti decisamente baritonali – ma nell’insieme la sua prestazione è stata decisamente aprezzabile seppur priva di quell’alloure mistica che dovrebbe circondare l’anziano cronachista.

Degna di nota anche la prova del terzo basso il veterano Vladimir Matorin che come Varlaam sfoggia ancora una voce di tutto rilievo, robusta e timbrata, unita a notevoli doti di interprete. Fra i tenori si sono distinti Peter Broder uno Šujskij meno viscido del solito ma proprio per questo particolarmente efficace in una malvagità non palesemente esibita ed Evgenij Akimov che presta una voce molto bella al dolcissimo canto dello Jurodovij. Molto più deludente Ian Storey nei panni di Grigorij: voce ampia, imponente, persino troppo eroica per un personaggio dominato da fragilità e nevrosi. Sul piano vocale si riscontra un’emissione spesso poco controllata ed evidenti durezze sono apparse nella scena della foresta mentre l’interprete appare decisamente generico per un ruolo tanto complesso.

Fra le numerose parti di fianco meritano una nota particolare Vasilij Ladjuk, un Andreij Ščelkalov di insolito rilievo e di squillo quasi tenorile e il bravissimo Pavel Zubov, voce bianca nel ruolo di Fëdor. Le parti femminili – molto penalizzate nell’edizione scelta – contavano sulla luminosa Ksenija di Alessandra Marianelli, sull’ostessa di Nadežda Serdjuk e sulla nutrice di Elena Sommer, tutte voci che sarebbe stato piacevole ascoltar maggiormente.

Gli altri personaggi contribuiscono validamente alla riuscita di uno spettacolo particolarmente riuscito nella compiuta interazione di tutte le sue componenti

Myshkin - Lunedì, 11 Ottobre 2010, 19:30
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
Grazie del tuo puntuale e accurato resoconto, peraltro assai interessante e ben esposto, su questo evento molto atteso, caro Orphicus.
Mi sembra di capire che, a parte alcune riserve e appunti sull'impianto scenico e filologico, nel complesso questo Boris Godunov nella regia di Andrej Koncialovskij è stato un successo.
Ne sono molto contento, ho una grande stima e ammirazione per Andrej Koncialovskij, e sono lieto che tu abbia condiviso con tutti noi le tue impressioni.

Zarevich - Mercoledì, 30 Novembre 2011, 15:55
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij 
«BORIS GODUNOV» RITORNATO
ВЕРНУВШИЙСЯ «БОРИС ГОДУНОВ»
www.Bolshoi.ru

Essendo tornato al palcoscenico storico, il Teatro Bolshoj di Mosca comincia successivamente a ricuperare i suoi grandi spettacoli. Come il primo ritornerà la nostra «riserva aurea», il celebre spettacolo «Boris Godunov» («Борис Годунов») nell’allestimento restaurato dell’anno 1948. Lo spettacolo che nel corso di più 50 anni restava invariato e suscitava l’ammirazione e l’entusiasmo del pubblico russo.
Nel 1948 questo spettacolo fu realizzato dai noti maestri del Teatro Bolshoj, il direttore d’orchestra Nikolaj Golovànov (Николай Голованов 1891-1953), il regista Leonid Baràtov (Леонид Баратов 1895-1964) e lo scenografo Fiodor Fedoròvskij (Фёдор Федоровский 1883-1955).
È un «rarità da museo» che vale la pena di custodirla. «Boris Godunov» è la quintessenza della musica lirica russa. Però i pezzi da museo non dovranno essere coperti con polvere.

Zarevich - Martedì, 17 Aprile 2018, 17:16
Oggetto: Re: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Vjaceslàv Kozljakòv Вячеслав Козляков
«BORIS GODUNOV» «БОРИС ГОДУНОВ»
Collana: «Vita degli Uomini Eccelenti» (ЖЗЛ: «Жизнь Замечательных Людей»)
Casa Editrice «Molodaja Gvardia» Mosca 2011 (Pagine 352)
Издательство «Молодая Гвардия» Москва 2011

Alla maggioranza di noi lo Zar Boris Godunov ancora oggi si presenta così come lo raffigurò nella sua tragedia Aleksandr Pushkin. Per la prima volta nella storia russa Boris ottenne il potere sommo non in forza dell’origine, non nel pieno diritto per l’appartenenza alla dinastia regnante, ma grazie alla propria mente, capacità e abilità nel governare uno stato. Boris Godunov fece molto per il bene della Patria, ma nella memoria di generazione in generazione lo stesso resta come l'assassino crudele dell’infelice zarevich Dimitrij (царевич Димитрий), l’ultimo rampollo della dinastia Rùrikovich (династия Рюриковичей). L’ombra dello zarevich assassinato senza colpa tallonava Boris Godunov per tutta la sua vita ed alla fin dei conti divenne la causa del crollo di tutte le sue imprese e della morte della sua famiglia. Ma era colpevole di quel delitto? Che cosa prevale nel suo regno, il genio o l’efferatezza? Possono coesistere queste qualità nello stesso uomo? Di tutto questo e della storia russa a cavallo di XVI- XVII secoli, sta ragionando nel suo nuovo libro «BORIS GODUNOV» il noto storico Viaceslav Kozljakòv (Вячеслав Козляков).

Zarevich - Mercoledì, 06 Febbraio 2019, 11:08
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Modest Mussorgskij Модест Мусоргский
«BORIS GODUNOV» «БОРИС ГОДУНОВ»
Redazione di Nikolaj Rimskij-Korsakov
Coro e Orchestra del Teatro Bolshoj di Mosca
Direttore: Boris Khajkin (1978)

PERSONAGGI E INRERPRETI:
Boris Godunob: Evghenij Nesterenko (Евгений Нестеренко)
Falso Dimitrij: Vladislav Pjavko (Владислав Пьявко)
Pimen: Valerij Jaroslavtsev (Валерий Ярославцев)
Marina Mnishek: Irina Arkhipova (Ирина Архипова)
Ksenija: Galina Kalinina (Галина Калинина)
Jurodivyj: Aleksej Maslennikov (Алексей Масленников)
Varlaam: Artur Ejzen (Артур Эйзен)
Fiodor: Glafira Koroliova (Глафира Королева)
Shujskij: Andrej Sokolov (Андрей Соколов)

Zarevich - Mercoledì, 18 Dicembre 2019, 19:48
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Lo spettacolo lirico del Teatro Bolshoj «Boris Godunov» di Modest Mussorgskij trasmetterà il Canale televisivo francese «MEZZO». La trasmissione in diretta dal Teatro Bolshoj si svolge il 19 dicembre 2019.

Zarevich - Martedì, 08 Febbraio 2022, 04:23
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
«BORIS GODUNOV» «БОРИС ГОДУНОВ»

L'8 febbraio 1874, l'opera «Boris Godunov» («Борис Годунов») di Modest Mussorgskij fu presentata per la prima volta al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. Rifletteva la storia della Russia tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo. Il cosiddetto «Il Tempo di guai» («Смутное время») si sta preparando nel paese e l'esercito di False Dmitrij (Лжедимитрий) avanza su Mosca. Il pathos dell'opera Modest Mussorgskij ha formulato come segue: «Capisco le persone come una grande personalità, animata da un'unica idea». Lo stesso compositore si occupò della composizione del libretto, basato sulla tragedia di Aleksandr Pushkin e sui materiali della «Storia dello Stato russo» («История Государства Российского») di Nikolaj Karamzin. Ha presentato l'opera finita alla Direzione dei Teatri Imperiali e per diversi anni ha cercato la prima, apportando modifiche alla trama e alla colonna sonora sotto la pressione dei funzionari. Il pubblico ha accolto con entusiasmo «Boris Godunov». Ma si diceva che alla famiglia imperiale non piacesse il lavoro.

Zarevich - Giovedì, 17 Febbraio 2022, 09:04
Oggetto: «BORIS GODUNOV» di Modest Mussorgskij
Nel 1598, dopo la morte dello zar russo Fiodor Ivanovich, il Concilio Panrusso (Земский Собор) elesse Boris dalla famiglia Godunov al regno e gli giurò fedeltà. Possiamo dire che questa ascesa al trono fu un evento puramente formale, perché sotto il precedente monarca egli governava effettivamente lo stato. Sotto Godunov iniziò un «Tempi Torbidi» («Смутные Времена») in Russia, ma il paese iniziò ad avvicinarsi all'Occidente e il primo sistema di approvvigionamento idrico fu costruito a Mosca. Lo zar patrocinava costruttori e architetti, soppresse brutalmente l'opposizione boiardo e rafforzò la servitù della gleba dei contadini. Il regno di Boris Godunov fu accompagnato dall'invasione della Russia da parte dell'esercito polacco, guidato da False Dmitrij I, l'autoproclamato pretendente al trono russo. Vividi eventi storici hanno ispirato Aleksandr Pushkin a creare il dramma storico «Boris Godunov». L'autore ha sottotitolato il saggio «Una commedia su una vera disgrazia per lo stato moscovita, sullo zar Boris e Grishka Otrepiev» («Комедия о настоящей беде Московскому государству, о царе Борисе и Гришке Отрепьеве»). Nel 1869, il compositore Modest Mussorgskij completò la prima edizione dell'opera «Boris Godunov», il cui libretto era basato sul dramma di Pushkin e sulla «Storia dello Stato Russo» («История Государства Российского») in più volumi di Nikolaj Karamzin.

Karla - Sabato, 15 Ottobre 2022, 04:19
Oggetto: Re: «BORIS GODUNOV» Di Modest Mussorgskij
Image


Powered by Icy Phoenix based on phpBB © phpBB Group