Assieme a quest'altro volume dello stesso autore
>>>>>> un'opera come questa dovrebbe essere utilissima, per comprendere quanto fossero fitti nel corso del XVIII Sec. (e poi anche nel XIX) gli scambi culturali tra la Russia e l'Italia. I russi, in compagnia di tutti gli altri europei, venivano in Italia a cercare le antichità, ma erano capaci di apprezzare appieno anche le opere degli artisti del Rinascimento e quelle contemporanee, considerate anch'esse come modelli di perfezione altrettanto validi degli antichi. Il più amato fra gli artisti contemporanei, Antonio Canova, ebbe tra i suoi maggiori estimatori e committenti proprio lo Zar Nicola I. Insieme ai suoi seguaci, Canova fu l'ultimo artista italiano a ricevere una così alta ed universale considerazione in Europa, dopodiché le Muse si trasferirono definitivamente in altre terre. Fu tuttavia un magnifico finale,
in crescendo, per l'epoca d'oro dell'Arte italiana.
Ho trovato questa presentazione della mostra tenutasi a Palermo pochi anni fa, proprio sull'attività di collezionista dello Zar Nicola I.
>>>>>> Il catalogo (ancora reperibile) di questa mostra porta la firma di Androsov accanto a quella di L. Zichichi.
E sempre in argomento, la mostra milanese "Canova alla corte degli Zar", ha presentato le statue di Canova dell'Ermitage fra vasi di malachite ed altre opere d'arte russe in stile Impero.
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Grazie della segnalazione. Il tema è di notevolissimo interesse.
Nicola I fece costruire l'edificio del "Nuovo Ermitage", su progetto dell'architetto tedesco Leo Von Klenze; al piano terreno furono sistemate le collezioni di antichità, mentre al primo piano fu realizzata, proprio in cima allo scalone, la "Galleria di Storia della Pittura Antica", le cui pareti sono appunto dipinte con riproduzioni di pittura Greca e Romana; in questa galleria sono sistemate anche le statue di Canova e degli altri scultori neoclassici (vi è conservato pure il busto di Nicola I del Rauch). Questo allestimento, che mette in evidenza la ripresa delle forme antiche nell'arte neoclassica, costituisce una testimonianza strordinariamente viva ed emozionante degli ideali estetici di quell'epoca, quando ci si era persuasi di avere davvero ritrovato spirito dell'antichità.
Consiglio a tutti quelli, che prossimamente visiteranno il museo dell'Ermitage, di cominciare il percorso dal piano terra, con le sue statue antiche, e di proseguire con quelle di Canova e poi tutto il resto; così vi lascerete immergergere completamente dall'atmosfera del primo Ottocento; inoltre in questo modo raggiungerete l'uscita, scendendo per "Scalone del Giordano", degno finale della visita, come avviene nel film di Sokurov "L'arca russa".